Volontà - anno XII - n.6 - giugno 1959

i-cala piii vasla. Infaui sarebbe in– genuo credere che le innocue mani– fostazioni llOpolnri o i nobili nppel– li di uomini di cultura abbiano fi. nora impedito il crimine atomico; i govemanti sono stati spi.u1i n trn11arc 1>erchè nel seno stesso del capituli– fl.mO @'è n1tmifestata l'esigcnzn della inlmm c:hc ha contrastato e sembra 1>rcvnlere sui furori bellici di altri settori economici e militari. E' una lolla in sonlina avvolta nel segreto di sorrisi diplomatici e di voli trans• oceanici e eia questa coutcsn supre– ma che può decidere il desti.no del µenere umano i 1>opoli ne sono e– :-t(·lu~ie vi assistono impotenti. Guarclundo senza pregiudizi le at– tuali vicende sindacali e politiche ci risuha quimli che le Ior.r.e attive della storia sono i grandi interessi delln borghesia che però non agi- 1-couo in modo uniforme ma lotta– no fra di loro. V'è una borghesia C'Ouservatrice che tende al manteni– mento della normalità sociale e all'equilibrio internazionale; v'è una bor(.thesia dinamica che tende invece alla rottura clella normalità o dello <'quilibrio 1>olitico.Abbiamo trovnto nel capitalismo forze che vogliono i-viluppnrsi nel sistema democratico e ncll'in1esa fra gli slnli e forze che vogliono invece svi.lapparsi col di– i-potisrno e In guerra. Gli eveuli sono ru·r ora determinati dal contrasto di queste for.r.e att.ive e l'nltenrntivn e:ocialistn non è che un cartellone ele11ornle che appartiene a quel con– trasto. Non esiste pili un dinamismo 111trn11is1a del proletariato che si op• pougn a quello egoista della borghe– i-in, uè uu scrio riformismo che si inserisca nell'equilibrio clemoernti– co. Chi brancola in questo vuoto del- 326 la coscienza popolare alla ricerca di una nuova iniziativa può talvolta il– ludersi che le catnstro.fi provocale dal dinamismo borghese possano ri– svegliare il popolo dnl suo letargo; ma è questa una tragica illusione d'nlla quale ci ammoniscono i decen– ni passati: il rO\•escinruenlo di un 1•quilibrio politico va sempre a fn– vore cli <1uelle forze che han saputo provocarlo. Così è stato nelle grandi guerre e nelle av,,enture dittatoriali in cui il J·C 1>010prima d'esser sconfitto fu costretto a battersi su posizioni false di conservatorismo politico. (11rove– sciamento provocato in Francia dallo forze colonialiste che è l'episodio piì, recente, ha visto il popolo pari– gino protestare in difesa di una re• pubblica seredi1ata). D' nitra parte le for.r.e conservatrici che in Italia vogliono mantenere le liberti, e snl piano inlcrnazionalc vogliono l'nc• cordo rra i governi, strappano sì tal– volta il nos1ro plauso ma non dc– \ ono ingannarci. La causa che sostengono è pura– mente occasionale e <1ueste stesse {orze che oggi si adoperano per la pnce domani in circostanze mutate possono volere In guerra, se oggi difendono la democrazia domani 1>ossonooptare per il dispotismo. Es– se ubbidiscono n inflessibili leggi di svilu1>1>0 economico e le loro de– cisioni son dettate dalla stessa lo– gica dei loro gruppi rivali: la logica del profillo e dei mercati, In volon– ti't di cs1rnnsione e di llOtenza. La lo– ro pace non è che una tregua, la lo– ro libertà non è che un formalismo parlamentare. La (unzione positiva di questo capitalismo conservatore è quella di opporsi momentaneamente ai piani criminosi del capitalismo

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