Volontà - anno XII - n.6 - giugno 1959

tentativi che il caudillo fa sul piano internazionale per farsi passare per un.a persona perbene e cerca di far credere che lia rappacificato il popolo spagnolo. I socialisti spagnoli in esilio lo negano e consta.ta, w solo che, dopo gli anni del terrore (durante la guerra mondiale) la situazione è oggi meno grave. Calcolano che i detenuti politici sommino a 5.000. Avete voi, a,wr– chici spagnoli, notizie dirette sui carcerati, sul loro numero, sulle condi– zioni che ad essi vengono fatte? Ed esistono i com.pi di concentramento per i dissidenti del regime? ]. P. Se per pacificazione si intende il silenzio, evidentemente Franco è riuscito a pacificare il nostro popolo. Però Franco ha raggiunto questo silenzio mediante la eliminazione fisica in massa, con l'esilio, il carcere e la morte sistematica. E' vero che il terrore è molto d"iu.tinuito. Non ci sono più esecuzioni di massa, però la repressione del pensiero libero sus– siste in pieno. Questa repressione assume, a volte, un'apparenza di nor– malità. E' possibile che anche il terrore poliziesco non sia piì1 tanto neces– sario. Non bisogna dimenticare che i popoli, per mollo tempo, risentono delle Ierite fisiche e morali come gli individui. E la ferita inflitta al popolo spagnolo è stata terribile. Jn Spagna si è prodotto un caso di genocidio, una se1ezione alla rovescia. Vi è per di più una nuova generazione educata con i metodi totalitari. La ignoranza, la castrazione spirituale e la miseria economica si sono mostrate ant.id' oti efficaci alla ribellione. Manco di dati totali sul numero dei detenuti politici nelle pdgioni franchiste cli oggi. La cifra di 5.000 mi pare vicina alla realtà. Il numero dei detenuti è diminuito per la stessa ragione che è diminuita la repressione bestiale. Ma le pessime condizioni carcerarie permangono. Non so ~e esistano campi di concen– tramento in Spagna. Non ce ne sarebbe bisogno: tutta la Spagna è un campo di concentramento. G. B. Un'ultima domanda. Sul settimanale sopracitato, è detto, a. di– mostrazione dello spirito pacificatore di Franco, che questi offerse al lea– der anarchico Peyrò, quando si trovava in prigione, un portafoglio di mi– nistro. E' una delle solite boutade, opptire un'a.swzia del ((Caudillo))per po– ter dimostrare che tutto era normale in Spagna? ]. P. Questo è un infame travisamento della verità. Juan Peyrò venne arrestato dai tedeschi quando costoro occuparono la Francia ed incarcerato a Valencia. I falangisti gJi offersero di salvargli la vita se si fosse messo ai loro servizi. Ai falangisti interessava rimettere in funzione la loro Centrale Nazionale Sindacale (sindacalismo verticale) ed avevano bisogno di orga– nizzatori nati che nello stesso tempo avessero un prestigio tra i lavoratori industriali. In questo modo avrebbero conseguito tre obiettivi: disonorare Peyrò, sfruttare il suo talento organizzativo e, lasciandolo in vita, si sa– rebbero acquistati la fama di clementi. Peyrò rifiutò fermamente questa ignobile offerta. E per questo fu fucilato. G. B. 360

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