Volontà - anno XII - n.5 - maggio 1959

• si lìeparassero » dal capilalilnuo, per quel 11010 che era loro poiiibi– lc, per creare tielle comunità coope– rative <' colonie socialiete. u: Il so– ciali!jmo ha inizio dalla coopcrazio– ue tra i consumatori», dice,•a in lni• ;.ia:ioue al Socialiunu, e <leve lcn• llere ,·eNo Ja creazione di colonie ueJfo quali gli associali p.roducono, come meglio possono, dentro le pro• p.rio cooperative di produttori, sta– bilendo altresi un intercambio tipo ,ocialista tra le varie colonie. Gu– stavo Landauer è staio 1opr11utto \lii itocialisla-cooperativista. E' certo che la propaganda in fa– l'Ore di queste idee rappresenta solo una piccola parte della sua copiosa a11ività 1volta in vari ambienti so• ciali. Egli concepiva il 1uo 1ociah– smo cooperativista e « realizzatore » sopratutto come opera di educazione wciale e come lavoro di minorante. Le &ocietà baaate aul privilegio eco– nomico, obiettava, non potranno es– sere 1uperate 1enza scosse violente, aea..H rivoluzfooe. La rivoluzione i per Laodauer uo elemento ueceesa• ri~ nel proceSBo storico, 80pTBtutto Come fauore politico. Socialmente 111110 è in evoluzione, però l'evolu• ,ione, a vo1te, ciige la distruzione violenta degli ostacoli che la intral– ciano~ Guuavo LandaJ1er era un cTe-– dente ~dell11rivoluzione, anche 1e allrlbuiva ad es,a un ruolo relativo e puramente politico. 'Egli partecipò alla rivoluzione 1ede1ca del 1918 e nel movimento dei Con1igli di BAYiera, cercando di itnp'rimere agli ·avvenimenti un orientamento [ederaliata che si Ì· spirava alle idee di Konstantin Frantz. Però si sentì·· i,nmcnsa– ttJeoté isolato. lJ r11tlicali1mo rlej;H 312 spar1aclUs1i gli parve soltanto ver• bosità; •il giacobinismo autoritario degli es1remis1i marxisti gli fece pau# ra. Per far comprendere lo stato di animo in cui Gustavo Landauer si trovava in <(UCÌ tragici mesi, prima della sua morie, citiamo un passo della prelazione allu seconda edizio• ue della sua opera I,1i:ia:ione c,l $U• ciali8mo, scritta in gennaio del 1919 ( fu assassinato il due maggio dello stesso anno) e che è originale uon aoltanto per il suo 1>ensiero sociale, ma anche per Ja sua concezio• ne della vita, dell'etica e della fede. « Il caos è là: nuove trasformi• zioui ed ahre scoperte si annuncia• no. Le menti si risvegliano, le CO• scienze si elevano divenlando re• sponsahili 1 le mani si aprono all'a• zione. Auguriamoci che venga la ri• nascita per mezzo deJla rivoluzione! Niente è più uece11sario degli uomiqi nuovi. Auguriamoci che sorgano diii l!ignoto. d11Je tenebre, dal profondo. Augurjamoci cht: <[UCBIÌ innontori, questi purificatori non manchino 11 noHlro popolo e- che la Tivoluzione viva, cresca, si estenda, continui ne– gli anni difficili e meravigliosi per salire sempre un poco più in alto .... Potesse nascere dalla rivoluzione U· na religione, la religione dell'azio• ne, della vita, dell'amore che ci dà la felicità! che ei redime, che ci fa progredire. Cos'è la vita? Si muore presto, moriamo tutti, non si vive eternamente. Nulla vive, solo quel– lo che noi steNi facciamo rimane ... la creazione vive, ,la erefttura no, ma vive il creatore. Vive solo l'a• ~ione con\piuta da mani oneste e· la pr,stica dello spirito veramente f)l.l?Q )).

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