Volontà - anno XII - n.5 - maggio 1959

le sociale, potessero essere sostituiti da altri più convincenti, più pro• fondamentc aderenti. E' impossibile definire la conce– zione sociale di Landauer: ogni ten– tativo rischia di essere soltanto un abbozzo insufficiente che a mala pe• na rifletta la sua ricca personalità. La lotta di classe, affermava Lan– dauer, non ci porta al socialismo: essa non crea altro che un circolo vi– zioso dentro il sistema capitalista. Egli trovava naturale che i socialisti difendessero gli interessi dei disere• dati, ma si asteneva dal glorificare gli operai come classe. Quando i co– munisti di Monaco gli parlarono del– la dittatura proletaria, egli rispose loro: 1c Io non desidero la dittatura del proletariato, bensì la soppressio– ne del proletariato )J. Secondo lui il movimento operaio, come fenomeno generale, non era ahra cosa che il tentatÌ\'O degli ope– rai di adattarsi al sistema esistente. Il socialismo, al contrario, era per Landauer una causa umana che do– veva cercare i suoi partigiani in tut• te le classi sociali. Le forme di produzione collettiva che si sviluppano sotto il segno del capitalismo, affermava Landauer, non rappresentano dei gradini nella evoluzione verso il socialismo, come pretendono i marxisti, perchè il so– dalismo non sarà mai il risultato forzato dcl1o sviluppo industriale: il socialismo non potrà essere altro che una creazione della volontà u– mana. I socialisti si appoggiano, di ne– cessità. alla scienza, ma la storia e la sociologia non sono scienze esat• te, e non è possibile dimostrare il divenire e la necessità di un ideale sociale presentandolo come il frutto di una inevitabile evoluzione natu• rale. Il socialismo è semplicemente un ideale. E' l'ideale degli uomini che 'lOn vogliono continuare a vivere in una società in cui tutti sono in lotta contro tutti, che non vogliono più sopportare questa dolorosa realtà e sono pronti a fare uno sforzo per vi~ vere in una comunità solidaristica, per servire di esempio agli altri. Ciò che imporla è cominciare a vivere su basi socialiste, realizzare ciò che è possibile realizzare. Il socialismo perfetto non esiste e non esisterà mai; ogni generazione ha la sua mis– sione da compiere; il socialismo sa– rà sempre un « socialismo relativo ~, un socialismo in « evoluzione ». Non è vero, dice Landauer, che il socia• lismo può sorgere solo dalle rovine del capitalismo, quando questo avrà raggiunto un determinato grado di perfezione e di accentramento in• dustriale. Il socialismo è sempre pos– sibile quando un numero abbastanza' grande di uomini e cli donne, ani– mati da un sentimC:nto di giustizia, hanno la ferma intenzione di « co– minciare », di « realizzare >> una nuova società ispirata al loro ideale. Naturalmente, soggiunge Lan– daucr. l'ideale, l'utopia non si rea– lizzano mai interamente, però Sono necessari pe·r orientare la creazioor sociale. Senza ideale socialista, sen• za un « nuovo spirito » comunitario, il socialismo non si farà mai. Un so• cialismo concepito come un prodot– to inevitabile di una evoluzione ri– velata dall'analisi scientifica, in cui credere e sperare passivamente, è irrealizzabile. Landauer propose che i socialisti 311

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