Volontà - anno XII - n.2 - febbraio 1959

quale <1uclla del cittadino, si con• trappose l'idea di una uguaglianza che investiva l'uomo in tutli i suoi infiniti aspelli. La parificazione for– male di fronte a quell'eulc che é lo stato, non bastò pili, proprio per il suo Connalismo; si volle essere u– gunli anche nei luoghi dove si lavo• rn, dove ci si diverte, dove si pren• dono delle decisioni e sopratutto nelle condizioni di vitn, sul piano economico, culturale, sociale. Questo è il valore contenuto nel so– cialismo: che fornisce la spiegazione del suo diffondersi, del suo affer– marsi come idea motrice delle mas– se. Non é tanto il carattere messia– nico che l\farx seppe imprimere al– la sua teoria dell'inevitabilità del 8ocialismo; quello che conta sopra– tutto é questo ideale di individui uguali in una società di uguali. Se rivolgiamo indietro lu nostra attenzione e ripensiamo questi ulti– mi quindici turni dobbhnno risco– prire questo qualche cosa, questo valore, co1ne immanente alle nostre azioni giornaliere. Esso era la mol– la che alimentava il nostro entusia– smo. Durante la guerra e special– mente sul suo finire, era indubbio che al naturale iustinto di conserva– zione si accompagnasse la lenna spe• ranza che i sacrifici, le lotte, i luui sarebbero stati ricompensati. Altri– mcnt i perché lottare e non attendere invece passivamente che tutto si con– cludesse? E quando In guerra ebbe termine sembrò che un ciclo storico tosse terminato e uno nuovo ne CO• minciasse. Lo slogan « del \'ento del · rord » conteneva implicitamente questa promessa. Direi che il primo effetto lo si poté constatare in certi nlleggiamen– ti di costume, il cui denominatore 78 cm il livellamento. O"unque si ten– deva a livellare le differenze. rcs– suna ostentazione della ricchezza: al contrario si ccrcan di nascondere ciò che si possedeva. So bene che il fiuc era di mascherarsi iii attesa di tempi migliori, ma qui mi preme notare come il risultato della pres– sione esercitata spontaneamente dal– la rede generale di una ridistribu– zione della ricchezza e at1clie clella miseria, portasse a <1uesto. Si aboli– vano i titoli e i (nnzionari si faceva– no in quattro per mostrare In de– mocraticità delle loro azioni. Tut– tavia ciò resterebbe nel <'ampo di interessi troppo particolari per es– sere assunto come dato di rinnova– mento. Ciò che coula\'a veramente era la tendenza seguita dalle organizzazioni sindacali. Qui il livellamento tende– va :i prendere as1>ettistrutturali. Con il congegno della scala m'lhile, i sa– lari perdevano In loro difTernnzionc, basata su criteri di classe e su sco• pi di divisione. Sorgevano molte- 1>lici tentativi di dar vita a orgnui– ~mi autonomi di lavoro, come i col– lf'ttivi di lavoro nelle campagne, do– w· la misura del salario era sempre mc:uo il rendimento individuale, e In retribuzione era sempre pila la par– te ugualitaria proveniente dal 1>ro• dotto del lavoro colletlivo. Bastava l'appartenenza ali' organismo per averne diritto, ph:1 ancora che la reale partecipazione al lavoro (in– fatti un socio, ammalato o comun· <1uc impedito, aveva lo stesso ugua– le diritto degli altri, alla sua 1>arte). 1 eppure la di,•crsità degli incarichi nel la organizzazione del lavoro era litolo snificicnle ad avere di piit. I capi avevano hmzioni diverse, ma erano compagni con gli stessi dirit~

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