Volontà - anno XII - n.2 - febbraio 1959

Chi crede ancora nell'uguaglianza? Q UANDO si dice che siamo in un periodo di crisi, sembro. di dire una cosa O\"YÌa, tanto qucs1a sensa– zione è entrntn nella coscienza delle persone sensibili ai problemi della i.ocietà. Basta gunrda~i uuomo. La Francia, con il lracollo delle sue istituzioni con la nuovu lcgalitù fon– data sui mitra dei paruc11<lutis1j d'Algeria; In Spagna, dove sopra,,. vive Franco e lu Cnluugc; In Gcrmu– nin dove, nll'ombru dei grandi idea– li del liberismo cco110111ico, 1>rospc• rnno i nuovi (non 101110) industriali che fanno nfTnroni alle llopallcdegli operai l(•dcschi e dove risorge mi– naccioso l'antisemitismo, prodromo di nuove t"rociate; Poloniu, nghe– ria, Medio Oriente, l'America, con le pcrsceuzioni razziste. Ovu1U1ue ria111laiono sintomi di irn,oluzione e pnre <'he la gente sen– la In stanchezza di lo11nre contro CO• se che non sconq>niono mai. Si dice anche che, questa che viviamo, sia una crisi di ,,aJori. Che vuole dire, grosso modo, che è venuta a manca– re una prospettiva, uun possibilità di sbocco alle sofferenze che le Ione gionialiere ci impongono. Si soffre inutilmente e troppo. I patimenti, le piccole t' grandi villorie, (e scon• fitte), privale e colle11ive, sono fini a se stesse, mentre dovrebbero esse– re come !Unti mnt1oni che po8IÌ l'un sull'nllro finiscnno per edificare, nel tempo, unn cusa le cui lince si ispi. rino a un ideale, centro motore di ogni azione. Tutti questi fotti ra1>prescntano la vittoria del particolare sul gencrnle, il prevalere di interessi ben precisi e localizzati di lronte alla infini– tà dei piccoli particolarismi della massa. . Ma che ci si trovi d'accordo nel– lo stabilire che siamo di fronte 11 unn crisi, non esnuri8ce il problema. Bisogna cercare di scoprirne le cou– se, senza limitarci a elencarne le tappe, ma tentando di scovare den– tro, nel sottosuolo delle uzioni i per vedere fin dove si annidano le rn– gioni del cedimento. Sono convinto che uno dei motivi principal.i della noslrn crisi sia 811\IO il ,·enire meno della fede nel con– cetto di uguaglianza. Non 1>arlo 80· lo dell'uguaglianzn #!Cuerica, nel cui nome si animarono le folle e i po– poli del '700 illuminista. In quelle concezioni e' era la rivolta contro uno stato di cose nel quale l'uomo di umile nascita era meno che zero. Allora si trattò di affermare l'ugua– glianza della personalità umana di Cronte allo stato; e la classe borghe– se (rancese ebbe buon giuoco nel mantenere la direzione in quella lot• ta, che le assicurò il suo ,,osto nel mondo e nello stato. Mn <111ellu lolla resta una tappa nel cammino del~ l'affermazione del concc110 di ugua– glianza. E' con la nasritn dell'ideale so– cialista che si viene affinando il con– cetto. A una uguaglianza generira, 77

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