Volontà - anno X - n.12 - 1 novembre 1957

Osugi, a.ua3.sinato in.sieme alla sua. compagna Noe Ir.oo e al loro nipotino settenne Sooiclii Tachibana, dalle eruppe dell'imperatore TaMho nel 1923. Mya.jima morì cinque a11nidopo. Pur correndo il ri.!chio di riuscire troppo prolMso, voglio aggiungere altro, a proposito di Zen. No11,si può considerar c1uesta una religione ad onla dei suoi templi e dei suoi sacerdoti, per il posto di primissima impor– tanza che vi occupano il discernimento e l'intuizione. I seguaci sono soliti tenere i loro Budda, ma li dibatlono senza riverenza, e li polverizzano. Il silenzio è praticato come veicolo di sapienza e ;, problemi filosofici formu– lati dai maestri, per lo più a base di metafora, son-O di di/ ficile soluzione. La logica è tenuta in poco conto - ciò che avviene nella maggioranza delle filosofie orientali tanto cinesi che indù - e il primo posto è riserr;ato al– l'fotui:::ione. Ollre le filosofie di tono religioso come la sunnominata, esi.!te poi la filosofia eminentemente atea, come quella di Lao Tsu. (maestro an– ::.iano), la quale co11,5er11a un'attualità costante ad onta dei suoi anni di età. La filosofia e il buddismo - quest'ultimo introclotto nel Giappone nel– l'anno 552 - potevano propi::.iare un. ambiente eccellente per le idee avan• zate . .Ma la realtà è sempre stata molto cliversa a wusa ciel potere onni• potente della monarchia giappone.ce che, come accennato, si attribuisce origini divine, e clic poggia sulla religione ufficiale del paese, lo Shintoi– .Jmo, per mantenere quella credenza nei fedeli. Quando l'imperatore Meiji i11trod1ufiel'« occide11ur.li.Jmo » nel 1868, dando origine all'era del capitalismo giapponese pur con,tervando lo stato di divinità della sua persona, re.se indirettamente possibile l'intro,luzione, insieme alla maccl1i11aa vapore, al telaio e all'i,1gra11aggio, delle idee .,o– ciali che l'Europa convulsa del 1789, del 1830 e del 1848 tweva incubato. Abbiamo già visto come nel 1907 fosse stato pubblicato l'organo anarchico « /Jeimin Sliimbun », fondato da Denjiro Kotoku (Su,5ui Kotol.-u) che fin dal 1887, <1uandonon aueua che sedici anni, si ero distirr.to nelle lotte µe, la libertà. Era egli un discepolo valoroso del celebre T.5omin Nakae, detUJ il Rousseau del Giappone e militò anche nelle file socialiste del cui partito era stato uno dei fomlat.ori insieme a 1. Abc. San Ketayt1ma e Naoe Kinos- 1,ita, nel 1897, e a,1timili1aristu al tempo della guerra russo-giapponese del 1904-1905. La diffusione clelle idee anarchiche era tale cl,c la poli::.ia fu i11t dotta a ordire la tramo volgare detta« Dai Ynku Jiken » (La grande ribel– lione) di a,i si servì. per im1,iccare ben dodici cmarcliici: Denijro Kotolw e la .ma compagna Suga Kano, Unpei Morichil.-a, Taclao Miimura, Takicl1i iliyashita, Dikisa/m, Kun,kawa, Kenslti Okumiya, Seino.mke Ooishi, Heis huro Naruishi, Uicliita Matsuo, Uic/1iro Niimi e Gudo Ucl1iyama. Questo eccidio collettivo fu perpetrato il 24 gennaio 19]]. Kotoku scrisse e tradusse varie opere, fra le quali: « Skal.·ai slw.gi 3/1in– ::mi » (Qui ,1tessen.za del socialismo, 1903), « Shorai no keisai sos11iki :o (Si– .stenia economico del futuro), « Jiyu .shUo » (Idea libera), « Teikokushugi » (lmperiali.!1110), « Reki.sl1i to Kokumin no haken » (Incontro fra storia • nazione), o:: Kindai Nippon no keisel » (Formazione del Giappone moder• na

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