Volontà - anno X - n.12 - 1 novembre 1957

ni, di Modigliani e degli altri rifor misti. I riformisti, riuniti a Reggio Emilia, dietro convocazione di Tu• rati, approvarono una mozione Bal– desi-O' Aragona che confermava l'a– desione del partito alla Terza ln– ternnziouale, richiedeva la netta e– sclusione dalle sezioni dcll'lntcma– zionale delle organizzazioni auar• chiche e sindacaliste. riaffermava l'autonomia interpretativa e I' ap– plicazione dei ventun punti di Mo– sca. Accettava la dittatura del pro– letariato, come necessità transitoria ma non come obbligo programma– tico. Non condannava l'uso della vio– lenza e dei mezzi illegali nella Iot- 1a di classe e per la conquista del potere, ma considerava tale uso co– me un 'ex trema ratio, di !ro111e alla resistenza e alJa compressione della borghesia. I comunisti unitari, riuniti a Fi– renze, e quelli estremisti, riuniti a Imola non riuscirono a mettersi d'accorcio. Al Congresso di Livorno (gcnuaio 1921) l' on. Vacirca, pro– clnmandosi rivoluzionario intrausi– p;ente, combatteva la tesi della vio. lenza. L' on. Bombacci dichiarò di non credere che l'Italia potesse fare la rivoluzione da sola. Insomma, il dissidio Ira « rivoluzionarii » e « ri– formisti » era un dissidio fra intran– sigenti e collaborazionisti. Gli uni– ci che avessero un programma chia– ro crnno i comunisti della mozione di Imola, i quali uscirono dal par– tilo, dopo che il Congresso fece trionfare la mozione di Firenze (u– nitari). Il Congresso di Livorno avev..:.rlc– J iberato che il gruppo parlament,,– re dovesse fare l'ostruzionisrno con- 704 tro il disegno di legge che il mini– stero Giolitti aveva presenc 1 ll1, per sistemare la gestione dei cercali in modo di eliminare il prezzo politi– co del pane. Il gruppo parlamentare Ieee l'o– struzionismo, ma poi cedette, per tema di irritare i fascisti da parte di alcuni e da parte dei riformisti, sempre tendenzialmente collabora– zionisti, per dare prova di ragione• volezza. li gru1>po parlamen1are si divise in tre frazioni, una di destra, una di centro e una di sinistra. 1 destri temevano lo scioglimento del– la Camera e minacciarono di far deliberare dal partito I' astensione. Giolitti capì che il partito socialista non avreb6e mai presa questa stra– da. e sciolse la Camera (7, aprile 1921). Il partito socialista invece di mobilitare le 1>ropric forze contro il fascismo, le sciu1>ò nelle elezioni generali, che portarono alla Camera 122 deputati socialisti, cioè venti meno che nelle elezioni del 1919. Il problema della collaborazione met– teva più che mai in urto il gruppo parlamentare con la direzione. Il primo desiderava, nella sua maggio. ranza di non combattere il mini– stero Bonomi. Mosca chiedeva l' e– l'>pulsionc dei eonccntrazionisti. L' A– vanti! lempcstava contro la correnti': collaborazionista. Lazzari, Ma(fì e Ribaldi costituirono la frazione dei 'ferzinternazionalisti. Turati, Modi– gliani e Treves, alla testa dei con– centrazionisti, sostennero la tesi col. laboraziot1isla al Congresso di Mi)a. 111) (ottobre 1921). Lazzari, a nome degli internazionalisti, chiese l' e– spulsione dei concentrazionisti. Co– storo furono sconfitti, ma non espul– si. Il gruppo parlamentare continuò

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