Volontà - anno X - n.12 - 1 novembre 1957

partecipazione alla vita parlamenta– re vale collaborazionismo con )a borghesia. Gennari richiese la revi– sione del programma del 1892, ne– gando che la conquista legalitaria del potere possa essere strumento di curnncipazionc proletaria. Ma Ser– rati sostenne il massimalismo elczio– nista e Lazzari si proclamò avverso all'azione violenta. Treves e Turati sostennero che il partito doveva ri– tornare al programma e al metodo del 1829. Trionlò la tesi Serrati che concili:wa l' azione cle1torale con <1uella rivoluzionaria. Turati aveva, in quel Congresso, dimostrala l'impotenza rivoluziona. ria del Partito Socialista, inceppato dalla conciliazione di due metodi opposti: 1( lo non nego - egli ave– \'ll detto - la violenza sporadica. E51!!n può ben avvenire .... ì\fa c1uan– do si pretende adoperare la violenza per miracolose improvvisazioni so– cialiste, la violenza è il suicidi.o del proletariato .... Oggi non ci pigliano abbastanza sul serio; ma quando troveranno utile prenderci sul serio, il nostro appello alla violenza sarà raccolto dai nostri nemici, cento vol– le meglio armati di noi, e allora nd– dio per un bel pezzo azione parJa– mcntare, addio orgauizzazione eco. nomicn, addio Partito Socialista! La nostra azione storica sarà un segui– to di altrettante Caporetto ..... Par– lare poi di violenza continuamente per rinviarla sempre all'indomaui è la cosa piìa assurda di questo mon– do. Ciò non serve che ad armare, a suscitare, a giustificare anzi la vio– lenza avversaria, mille volte più forte clelJa nostra .... Parlare di vio. lenza , 1 ittoriosn immediata è un iu– ganno mostruoso, è w1a Iarsa, che per ahro può tralignare in tragedia, preparando i tribunali di guerra, la reazione più Ieroce, la rovina del movimento per mezzo secoJo, non solo sotto la compressione militari– sta, ma sotto la ostilità di tutte quel. le classi medie, queJJe piccole clas. si, quei ceti iutelJettuali, quegli uomini Iihcri, che si avvicinavano a noi, che vedevnno nella nostra a– scensione la loro propria ascensione e la liberaz.ione del moudo, e che noi - con la minaccia della ditta– tura e del sangue - getliamo dalla parte opposta, regaliamo agli avver. sari, privandoci di un sussidio ine– stimabile di consensi, di cooperazio– ni, di forze morali, che in dati mo– menti sarebbero decisivi a nostro favore». Le elezioni del novembre 1919 portarono alla Camera 156 deputati socialisti. Il gruppo parlnmentare cominciò la propria ntt.ività con la manifestazione antimonarchica nella seduta inaugurale della sessione, e si mantenne formo nel suo atteggia– mento :mticollaboraziouisla, ma sem– pre pili in tono minore. La rivolta di Ancona e i moti che seguirono nelle Marche e in Romagna avreb. bero potuto dare il lit nel uu insur– rezione generale. Il partito Sociali– sin non (u pronto nè deciso. Fu sorpreso dagli avvenimenti e incer– to. Cosi durante l'agitazione metal– lurgica che culminò con I' occupa– zione delle fabbriche. La promessa governativa di una legge per l'attua. zione del controllo sindacale clel1e industrie sedusse i dirigenti del par– lito socialista e la ConCederazionc del Lavoro fece opera di sabOlaggio. Il Congresso della terza interna– zionale tenutosi a !\fosca imponeva l'espulsione di Turati, di tPrampoli- 703

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