Volontà - anno X - n.12 - 1 novembre 1957

squassante la fiaccola e la score, la bocca schiattante di anatemi; sen– tendolo parlare come persona ragio– nevole, vedete, dicono, eh' egli di– venta un'altra cosa ». E concludeva che I' cf(euo della <lemocrazia, « armando gli oppressi del voto » relegava nel museo « le sommosse, i pronunciamenti e le barricate >>. Nel 1898, infatti, Tura– ti si era affannato a lare da « pom– piere», e ci volle tutta la stupidità di un governo reazionario per arre– starlo e coiidannarlo come iusurre– zioualista. Arturo Labriola e Errico Ferri erano, in quel tempo, gli e– sponenti del « rivoluzionarismo ». Il secondo aveva assunto la direzione dell'A·va11ti! e il suo antccessore, Bissolati, inaugurava la collabora– zione nel 1 'em.po di Milano preco– nizzando un accordo tra ìl movi– mento operaio socialista e gli ele– menti progressivi dei partiti borghe. si. Il dissidio, sempre più vivo, por– tò, a ,l\1ilauo, alla formazione di gruppi autonomi riformisti. li Con– gresso di Bologna (1904) segnò il trionfo dcli' unità nell' intransigen. za. Turati navigava a vela distesa in pieno ministerialismo. In occasione dell'eccidio di llerra fece colpa alle vittime di essere ricorse alla violen– za e dichiarò che i soldati hanno le armi non certo per lasciarsi so– praffare. L'eccidio di Buggerru, a cinque giorni di distanza seguito da quello di Castelluzzo, condusse ]a [razione rivoluzionaria a proclama. re (15 Settembre 1904) il primo sciopero generale. I riformisti furo– no sorpresi, non osarono fronteg– giarlo e consentirono a che L' Avan– ti! lo giustificasse. QueHo sciopero si ripercosse nelle 696 elezioni generali del novembre e del dicembre successivi, facendo fallire delle candidature socialiste. L'anno dopo, quando i « rivoluzionari » ri– tentarono lo scìopero di solidarietà con i tumultuanti di Torino, il gruppo parlomentare socialista, che sosteneva il gabinetto Sonnino, di– missionò. Ferri aveva giil abbando. nata la tattica intransigente, e i ri– formisti tentarono al Congresso di Roma (1906) di riprendere la predo– minanza sul partito. I (< rivoluzio– nari » innalzarono bandiera sinda– calista. Era un tardivo ed equivoco ritorno al partito operaio. Dal con– trasto delle correnti: la riformista, l'integralista e la rivoluzionaria non sindacalista, saltò fuori un connub– bio tra la prima e la seconda, cioè una soluzione equivoca. Il Congres. so dichiarò di accettare il fine ulti– mo della socializzazione e il metodo della lotta di classe, ma vi agg_iunse « il criterio di una gradualità del di. venire del socialismo entro al seno stesso della società borghese »; a– dottò i mezzi legali, ma riservando. si l'uso della violenza nel caso che le classi dominanti impedissero l'u– so di quelli; si propose l'organizza– ziose economica della resistenza ma anche « lo sviluppo dcli' economia del paese »; conllannò le alleanze con i partiti atfiui, ma « quando so– no sistematiche »: respinse I' uso dello sciopero generale, ma solo se « frequente ed eccessivo )); ammise l' azione diretta, ma non la sua e. saltazione « a discredito o a rigetto della legislazione sociale )); accettò la propaganda anticlericale, ma in rapporto alle « condizioni attuali del paese»; quella antimonnrchica ma in considerazione del progressi.

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