Volontà - anno X - n.12 - 1 novembre 1957

ehici che sboccò con la sc1>arazione del Congresso di Genova del 1892, nel quale i pionieri dell'antico par– tito operaio furono espulsi, con di– sonesta manovra, dal partito dei la– voratori italiani. Dopo due anni que– sto partito subiva un nuovo battesi– mo: quello di partito socialisl.a. Al Congresso di Reggio Emilia (1893), Enrico Ferri si faceva paladino del– la tattica intransigente, contro l'af– •finismo. Triouiava I' affermazione teorica dei postulati del programma massimo e della fatalità della guer– ra di classe, ma l'essenza rivoluzio– naria del partito era volatilizzata con la selezione anarchica. Sferra. tasi la reazione crispina, i sociali– sti, travolti dallo scioglimento del– le associazioni socialiste (decreto del 22 ottobre 1894) cercarono la salvezza nel ritorno al programma minimo (Congresso di Parma 1895). e adottando le adesioni individuali ,,ennero a dare al partito un carat– tere prevalentemente politico. Il carattere operaista del partito operaio veniva così quasi intera– mente sopraffatto dalle sezioni del partito socialista italiano, che forni. vano l'élite dirigente. I primi suc– cessi nelle elezioni gcncrnli del 1895, la constatazione delle numcn– tate adesioni al Congresso di Firen- 2e del 1896, l'aumento del gruppo parlamentare socialista salito nelle elezioni generali del 1897 a 15 membri vennero a spingere il parti– to sempre più lontano dalle sue O• rigini. Il contegno remissivo di De Feli– ce verso il gabinetto Rudinì e l'a(. tacciarsi della questione del mini– .sterialismo stanno ad indicare quan– to il partito socialista fosse di già fuorviato e corrotto dal parlamenta– rismo. La bufera del 1898 portò il partito a rimangiarsi quell' autono– mia della condotta elettorale pro• clamata dal congresso di Bologna nel 1897 e a lasciare triouiare l'affini– smo, che costituì le coalizioni elet. torali politiche e amministrative, che sotto la denominazione di par– titi popolari, fruttarono follaci vit. torie ai socialisit. Il Congresso di Roma (1900) cercò di conciliare il programma massimo con quello mi– nimo, ma sul terreno della condot– ta parlamentare il dissidio tra cc ri– voluzionari » e « riformisti » si manilcstò chiaramente. I deputati riformisti appoggiarono il gabinetto Zanardelli, contravvenendo alle di. cbiarazione ripetute dal Congresso di Reggio Emilia (1893): non po• terc il deputato socialista votare per il governo. Turati era alla testa del– la corrente riformista, e avrebbe voluto che il partito eliminasse i « rivoluzionari », che egli qualifica– va di anarcoidi, come il partito dei lavoratori italiani aveva eliminato gli anarchici. Ma il Congresso di I– mola (1902), pur assolvendo il mi– nistcrialismo del gruppo parlamen– tare, preferì. rimanere nell'equivo– co. Turati, quindi, invocava dal par. tito che mettesse in soffitta la fiacco– la e la scure dell'intransigenza e di– venisse .... ragionevole. Polemizzando con un « rivoluzio. nario » gli Inceva presente: <ei par. titi borghesi vanno come trasognati alla scoperta del socialismo; lo ave– vano intravisto, per le pagine sgan– gherate di qualche ignorantello o traverso i rapporti dei questori e dc• gli appuntati, nei processi per l'ar– ticolo 247, come un energumeno 695

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