Volontà - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1955

sotto tuttl. gli aspeui della stima <lei loro concitt<tdini in quanto a Sllperc ed eloquenza, i nostri giurecomulti non meritmw che un rimprovero: quello cli soggiacere ad una ecceuiva deferen:a verso leggi arbit-rarie. Ho perseguitato con u11acritica spietata gli eco,umiisti.: per cosi.oro, confesso, in generale non l,o simpaiia. L'arrogaw:a e la i,um.ità dei loro scriui, il loro irripcrtinente orgoglio e le bravate i1u1u.alificabili mi, lwmw rivoltato. Chiunque conoscendoli intende perdonarli, li legga. I-lo espresso sulla Chiesa cristiana professante un biasimo sei;ero; lo dovevo. Questo biasimo risult.a dai fatti che dimostro: perchè la Chiesa ha stal'uit.o su. clò che non intendeua? La Chiesa ha errato nel dogmli e 11,ellamorale; l'evidenza fisica e matematica depone conl.ro di lei. È un malanno per la cristianità che ciò sia vero. Per restaurare la religione di Cri~to, occorre condamwre la Chiesa. Forse vi dispiacerà, signori, -· avendo decl.i.cato le mi.e cure al me– todo e all'evidenza - che abbia troppo ,iegleuo la forma e lo st.ile. I,,, una società come la nostra, ricercare la gloria letteraria mi sembra un. ami• cronismo. 1 A che pro far parlare u,,a vecchia sibilla, quando una musa è alla vigilia di nascere? Sciagurati attori di una tragedia che tocca il suo culmine, quel che a noi. resta di meglio è di precipitarne la cut<t– strofe. lo 11011. aspiro a quel tri.ste successo. Ho cercato i vostri suffraggi, e ricercato il titolo del vostro pe,uio– nato - ve lo coo,fesso Signori - in odio a tutto quel che esi.ste e co,i dei proposit.i di distruzione: compirò questo corso di studi in uno s1,irito di calma filosofia e rassegnato. /.,'intelligenza della verità mi lta reso più sang1ie freddo di. quanto il sentimento d'oppressione m'avesse conferilo di collera; e il frutto più pre:;ioso che io vorrei raccogliere da questa me– moria vorrebbe esser quello d'ispirar-e ai miei lettori questa tranquillità ,l'animo che dona la chiara percezione del male e delle sue cause, e che è ben più vicina alla forza di quanto rum sia la passio11.ee l'entusia.sm.o. Il mio odio verso il privilegio e l'autorità dell'uomo fu senza misura; forse ebbi qualche volta il torio di con.fondere nella mia indignazi.o,r.e le persone e le cose; auualmente io non so più cosa di~prezzare e ram• maricare; per cessare di odiare, m'è bastato conoscere. Vostro, ora sig,lOri - che avetç la missio,r.e e il carattere di procla– mare la verità - vost.ro è il compito di. istruire il popolo, e fargli ap– prender<>quel che deve sperare e temere. Il popolo, incapace ancora di giudicare sanamente ciò che a lui convenga, applaude egualmente alle idee le più opposte, giacché s'accorge che lo si blandi.sce: per liti le 1 U 18 agosto 1839, Proudhon ttrivcn :11 suo socio M■uric<': « lu peniali a disono. raro1i del litolo di lctttralo; ti avverto che Ae lo (ai per foeezin, ormai dura troppo. Uomo di lettere equi\•ole :i cm;aliere cl'inclustria, 111ppilobene .., Se proprio 1j occorre un titolo per il mio nome, metti, se vuoi, quello di tipografo o correttore. Non sono mai stato ahro che quello, lo ro110 anrora, e urà sempre la mi■ vera prorusione, ■Imeno ♦noriica. 665

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