Volontà - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1955

ANNO VIII n. 11 15 marzo 1955 I LIBERTARI E LA POLITICA D EBBONO O NO i libertari assumersi delle responsabilità di fronte ngli avvenimenti politici? La questione è dibattuta. Ad uno degli estremi troviamo i compagni che, una volta per sempre, pretendono non a; preoc• cuparsi » di ciò che accade nel mondo, per cercare in se stessi il loro equilibrio e la sodisfazione dei loro bisogni. L'atteggiamento ha una certa nohihà: <1uella di Archimede che, nel bel mezzo di Siracusa messa a sacco dal nemico, si concentrava nella soluzione di un problema di geometria. Con gli occhi fissi sulla figura che egli aveva tracciato su] suolo, pare morisse senza degnare di lUIO sguardo i suoi assassini. Ma la maggior parte dei nostri « indifferenti» non arriva fino a quel punto. Si accontentano, quand.o aprono i giomali che parlano di massacri più o meno vicini nel tempo e nello spazio, di alzare le spalle e di dire: « Cosa possiamo farci? ». E, facendo questo, mi sembra che rinuncino gratuitamente ad un potere reale appartenente ad Obrn.iuomo di convinzione e di carattere: il 1>otere d'in– fluire, per quanto poco possa essere, sugli avvenimenti che lo assalgono, prendendo posizione e cercando, con un atto di intelligenza creativa, di uscire <lai fatalismo deUa servit\1 universale. All'altro estremo troviamo coloro che vivono in una perpetua sovra. eccitazione ver le minime fluttuazione del gioco politico, così come si pratica tra i professionisti. Essi immaginano che debbono (o possono) intervenire efficacemente in ciascuna delle inestricabiH combinozior1,i il cui senso, ·incerto 1>er•gli attori stessi, sfugge loro quasi sempre. Ad ogni momento il loro desiderio di impegnarsi, d'intervenire attivamente negli avvenimenti, si traduce con delle « rivelazioni » da romanzo a puntate, delle analisi sensazionali, delle infuocate dichiarazioni in nome delle masse proletarie e popolari che, possiamo dirlo qui, sono completamente « in– differenti». Sono rintocchi di campana a marteJJo perduti, cascate di complotti denunciati, cahiers di rivendicazioni improvvisati, piani di ri– voluzioni preconizzati in tuUi i 1>acsidel mondo 9 'ÒelJe 111.anchette.s che an– nunciano ogni settimana la rivoluzione sociale a Téhéran, a] Cairo, o a Carcas e la sera, a Parigi 9 al piìt tardi per l'indomani. Quest'aueggiamento di bluff e d'agitazione perpetua è, secondo me, 609

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