Volontà - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1955

fiducia e di potere, rimediare in anticipo alla degenerazione delle istitu– zioni, ecc. Tuttavia, una deUe regole pratiche che esce fuori dall'espe– rienza è la preferenza per il co11.traito a fini pratici e limitati, direttamente <liscussi e stipulati tra persone reali, adulte e che posse:u:.ono me.zzi auto– nomi di esistenza, con l'escluijione di « persone morali », « entità collet– tive» ecc., sempre inafferra'bili e la cui rap1>rescntanza per mezzo di in– dividui è illusoria. 7 - Stendere seriosamente un piano globale di società futura non ha senso che per colui che crede ad una potenza sovrana suscettibile di ren– dere questo piano èsecutorio, sia essa la Necessità, la Natura, la Violenza, la Ragione, o un'Armonia provvidenziale di questi diversi fottori. Mi sem– bra preferibile per ogni anarchico costruire~ conte illustrazione delJe sue convinzioni e come guida della sua azione sociale, un progetto su piccola scala che si applichi hic et mmc alla propria sfei:a di vita e di attività e che conti sulle forze e 1e volontà umane che si manifestano attorno a lui. 8 - La sola realtà sociale, concreta e vivente che interessi l'anarchico come tale, è l'individuo considerato come nodo del1c relazioni interin– dividuali, relazioni il cui carattere è essenzialmente psi.cologico. Si tratta di lavorare per il perfezionamento e la sincerità di queste relazioni e non per lo scatenamento delle <e masse» in quanto forze materiali cieche. 9 • Ridurre l'analisi sociale a quella dei rapporti tra l'individuo e il suo quadro materiale, è anticipare su una situazione in cui l'uomo sarebbe trasformato in puro oggetto, in organo meccanico di trasmissione·. Tuttavia, è importante non perdere di vista il carattere speciale, carnale e temporale deU'essere umano, allo scopo di assicurargli precisamente la sovranità materiale in uno spazio vita1e proporzionato alla sua attività, alle sue capacit_à ed ai suoi bisogni. 10 • Sotto questo aspetto, il postulato della libertà di ciascuno, pro– lungato anzichè limitato da quelJa degli altri, suppone in primo luogo delle condizioni optima di « distanza » - neUa natura nutrice e nella stessa so– cicllt - condizioni che sono ben lungi d'essere rea1izzate nelle città e nelle regioni industriali sovrapopolate e nello stesso tempo impoverite. I rap– i>Ortiindividuali armonici richiedono piìi che l'integrazione in un'umanità gregaria, un'autonomia, che è innanzitutto e sovratutto una vita con li– berti, di movimento, in cui le relazioni di convivenza sono di affinità e fa– coltative: una vita in _cui la qualità dei rapporti personali~ dei lavori, dei prodo1ti, ecc., vincerebbe suUa loro qualità, e dove le ricchezze naturali sa– rebbero risparmiate per un 'umanità poco numerosa, artista, sobria, medi– tativa, laboriosa, che coltiva come un giardino le parti pili fortunate dello spazio terrestre, invece di distruggerne pazzamente sotto il pretesto di « pro– duzione >) di massa, i tesori accumulatj dalle età geologiche. ). CELI.O 627

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