Volontà - anno VI - n.9 - 30 settembre 1952

LETTERE O E I LETTORI ltiolameoto • ••• t:i1·0 in ,,,. piccolo paue, ilOUlo da •Itri compa1ni e 1impa1iu•nti. Credeumi, ,; si• 1an10 mo.le • dor:u lowu-e da ,oli. Yon ,; a:ede mai il Jnmo del. proprio la– t:oro ... Qui , conumi.1ti ed i .«iolini amo– reniano con la dem.ocra:ia cristiana, e 6-en– chè ,ion eui al Comune ,ì 1ro1:ono IJ>UM' u,l acco111e,uare p;,; i loro OtNCTJOri, pu buona wuica, che a Jare ali in1er«1i Mi lavoratori •· B. C. 51roppiano, ago1to 1952. Cono5"iamo le difficoll.i che 1lcriYano 1lall'isolamcr110. Non è ~olo ,lei militante isolalo in un piccolo pat:Ae, E' lo ttcuo per il 1•iccolo gruppo isolato in una granite cit• til. Per l'uno e ~r l'ahro ,1 prcstntano le ~10,e difficoltà, le ttcuc amarene, mentre in•i11ono nello 11euo afono per 1.rovar mo– di di una in~nione alliva nella realtà del proprio ambicnu:. Que111 è la cauu ilei po– f'O ummino rhe abbi■mo 11110 d■II■ fine ,ldla ,:utrr• -.I 01111i. Il hno. the riò no– no•t■nw noi 1>e:rti11iamo. dimo11r1 anthe •i ritthi che abbiamo dentro un orientamen• 10 fermo. che tlamo nramenle cer1i della vcrili di ni parliamo. BiM>Jn■ quindi con• tiou■re: m■ ponendoci chi■r■mente a pro• blcma di lronr un■ qualche 1trada per f■r presa anorno ■ noi. TI che (.,. in • Veno il Cong:re-.o al 11illnil'ir1rtndenl ,;on10 con thiaruu delle no•ità rhe .,1 tono nella IIO• tieti i1aliana di 0111-I,ri1pe110 alla aodeti itali■n■ ili prima del fatt.i1mo, ed adeguar• ,·i le no11re iniziati•e. al fino di aprirci nna strada d'adone toclalo dflC'lco. Spieftuione mancata H ... come mai non o~•o ri.spo110alln do– m1mtla ,li U. C. "' « Umnni1i,Novn "• che ,,; cl,iedern con 11r11Jn.sn di .spie3t1re quali ,rnno 11-li amici ni q11nli cl ti do1 1 rebbe O.!· sodare!... L. L. i\'apoli. •ellembrc 1952. 542 Noi abbiamo risposto: ma U.C. ba d~i.o tli non pu.bblieare. E«o quindi la parie «ntnlc della noun lencn, che ci pare d1iua: « •.. li problema di • ccrure vicini •• siamo franchi, ooo l'abbiamo KOporlo noi. Tuili vi pensano quelli che YOa).iono l■vo• rare. Ma ogni militante, ogni 1ruppo de• ,·e risoh·erlo da 8è, 1econdo il ,uo 1iudi, xio, entro le condizioni locali in cui ti 1ro• va ad operare. L'euenziale è che ti <:er• rhino i « vicini • all'infoori dei capi, ro• stando nel popolo: ciò che noi d11stinpro diciamo riaffermando l'csclu1!one d'ogni inteli con Partiti e 1imili. C'è 1anta brava gente in bano, prl1io• niet■ dei Partiti ma ugu11lmehte aperta • rollaborare con noi, quando noi cl dccl• 1leuimo a rare qualcheco111di concrelo. A <1ues1a i;enle il Movimento appare come ri. piegato su ,e t1uao, e11rani1to dai falli pur ivnissimi della vita politica ,ocialo halia• na - the non è nei tnffid politici di Ro• ma. nè nelle deliberazioni del Direttori di partilo. ma nel lavoro della genie comune ndle .-omonili locali. Non è qoindi ragio– nevole che eia!alno a modo suo. 1i .-erf'h( Ntn tale bnn genie conlatti fll lnlcae ptt lnori de1ermin1ti. se.nu rollutlonl lt1eolo– ,:if'he. !CDU pa!IÌ«Ì f... •• Padri e figli « .•• qui in fobbriat {FIAT) un vuppo di gioi:ani. di.sauendo con me, mi ehi~– de1"" quale Mrebbe In pn,izfone d,-j /i- 3U in una famitzlio anarchica. cioè $,. si :,~:.:a.«UM i lc,omi cl,e oui ten,ono po• dri e ,gli vincolali tra di loro ••.•· Torino, agosto 1952. A. S, La famiglill rimane. anche per noi 11n11r• rhiri. il nucleo primitivo di ogni 1orlc1ii: quindi l'equilibrio della vita r.migll11re 1l ripercuote in tolti i plani delJa vha ,ori•• le. '.\fa è dirticile prevetlcre ciò ,-h,· po•

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