Volontà - anno VI - n.9 - 30 settembre 1952

:li. mli ,wu lw nie1lle a clic fare co11, r 1•.t1>erie11:a scienti.fica che permette lrt JJTevisio11edei fenomeni e solo è possibile su terreno fisico•matemati– co, ili cui, ttlmeno secondo la .,cfon– =" trmlizionale, la libera ini:iativt1 di diversi fattori è esclus (I.ed il ct1so non è c/ie ""' nome della nostra ig110- rtm:t1. l'esperienzn che ci dà la sto– ria ci lli111<1 " dirigere nei diversi 1110111<'1lfi la nostra a:ione c a dosare gli sfor:i, t1./fi11a in. noi. <111ell'intui– :ione della re<1ltàcli' è una Sf>Ccicdi invisibile b1Msofo; ma non ci addita I,, m('ta, o cl' la ,ul<lillisolo nella mi– sum in cui la storia stessa contribui• .. ,e,• 11 formare il nostro pcn.!icro. Pos– siamo interpretare rt1::ionalmente la .ttoria 1wsst1t<1 e seni.ire la. co11tùwi1i,. d11• la legu lii presente e ,,t f11t11ro; 11111 tr(l il f)llSSt1to e il futuro. in seno 11 qu<'M<i c011tinuità, ci sfomo noi, ci .to,w tutti gli individui ('/11• ,,itt0110 in ttut•Mn momento .•milat1•rr11. ri SO• no i loro f>serciti. stati. pflrtiti. cliit•– .-., •. simlllCati, organismi economici. ,·orrl'nti spirit,wli colletti1u•; c"è le, loro obbeclie11:11 e la loro ribcllio11c, il. loro l'goismo e fo, loro ,,bnega• :,on.e, ... Forze piccolissime determimmo rnln1115/u-, forn'w::ioni ma.!t0<lonticl,c ,,;i ri1iehmo vuote e caducf1e; un lie- 11,, spostamento in. partenza si trns/or– ""' in 1111- certo llrrivo in. una tli.!tcm:" flstronomic" ,folla primitiva linea di svilu11po. Ora non bisogna confonde• r,• il rifi,110 di riconoscere nella sto• rill delle leggi generali e necessarie, ,. di agire d'accordo con esse, cou I,, posizione anti.ideologica ed cmpi– ricammite pragmatista a cui tendono I<'dittllture, quando sentono t'roppo /'incomodo della contraddizione /m lr, bmuliera teorica con cui si .sono imposte e le 11ecessità sempre varie .i26 clie µrcsc11tu il potere 11clii 11011 llb– bia altro fi,w re<1leclic quello di. conservarlo. Sono piuttosto le diw,– ture che cercano nelle u. forze stori– che», di. cui fanno altrettmui mit.i, la loro giustifica:ionc (mito m,zista (lei sangue, mir.o fascista di Uo11w e– tcr,ia, mito mur:,ista della missione del proletaricao, etc,). Il pericolo delle. teorie generali della storia sta appunto in questo loro carattere stru– mentale tendcn:ialmentc antilibcra– le ed a11tilibcrtario, u cui bisogna op110rrc, se.concio me, 11011. l'irrazio– nalismo, ma la for::<icreativa della rngione unw,w, 11011, avulsa e/alla sto– ritl, bensì. immcrsu 11ellastoria come /a1tore attivo in lotta co11tro l'opa– cn rcsi.sten:u delle forze irr(l:io,wli di quelli i111persomtlmc11tcmllteriali. Ar.:crc 1111'idcologiasignifica sapere dor.:esi vuÒlc t1rrivnrc e percl1è; si• g11ificosr:olgerc 1m 0 lltti.vità orientata 11er influire in un clctermì,wto sen– :fO. nella grrmde o piccola misura ,lei possibile, s111/ll storia, ch'è opera di tutti gli essni umw,i e quindi an– che nostra; non significa uecessaria– mentc pllrtire du 1111a teoria genernlc della storia e subordinare ad f'ssa la 11ropri<1 ll:ionc e il proprio progrmn– uw. Se si dicesse clic si trat1(1d.',ma posi:ionc « mornlistica», non mi ri– bellerei. Naturnlmente, bisogna in• tendersi sulle parole; m1cl1e questa concc:.ione elementare della storia come somma algebrica di volontà - èonr.:ergenti, coincidenti o contra– rie - in comi11110 travaglio sulla dura materia della natura e della tradizione (pe.si e sostegni ad un tempo), sotto la spilrta delle forze or complementari or cont.rarie, ma prevedibili dell'i.!tinto, del .sentimen– to e della ragione, può essere chia– mltta u,ra teoria grneralf'. Ma io mi

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