Volontà - anno VI - n.6 - 15 maggio 1952

La confezione che noi abbiamo della li– bertit è bui altra cd è es&a che ci arn·e da te~t l)er individu,1re chi veramente vuo• le liberi"a e ehi invece u,rn <1uel nome (oon lenera maiuscola) ii'OloJ>er mascherare vo• lon1ii di prndominio. 2\'oi pen,;iamo: la libertìi mia &la nella li. ber1il di tutti. Anche <1uando un mio ne– mico ,·iene offeso nella l!Ua libertà - in (1uella misura di liberli. che io rfrendico J>er me BICMIO - è mio do,·ere aiutarlo a rHiUere. Perciò abbiamo 1>roteElato oon1ro l'onda. 1a ili l>CNCcuzione scalenata in America rontro i • comunisti » di baiJC, che vi ha cre1110un'atnu~rera di vera e propria « cac. eia alle slreghc ». :'\'ella dollrina e nella 9ra1ica « oomuni· 1>1a-.c'è invece, riportalo in pieno dall'e• 61>erienza della chiesa eatlolica e iiOJ>ratut· 10 da <1uella della ComJlagnia di Gesù, la chiara dclcnninazione che • libertà », co111e • nazione», come ogni altro conccllo adat• 1abile a nwtivo di azione sociale organizza– ra, hanno significa:i e valori diven;;i ROOn• do le circostanze, tieco11do la convenienza della conquista che si sta sviluppando. PerciO Hitler era per i « oomunis1i -,, il leader naturale del 1><11>0l0 1cdesco finchè a("CCl1a,•adi firmare con S11lin un palio di 11011-aggreuionc, ma divcniv:1 la belva inu• mana che si doveva sterminare in cia!>CU• no dei suoi 1olda1i appena S1alin aveva giudicaio 11iù conveniente entrare in guer– ra a fianco delle « democrazie ». Perciò, è 1111 caso di questi giorni, la propa– ganda stalinista in Francia, im110111ata net• 1a111cn1eSullo sfruuamcnto dei più vieti motivi 11a1riouardi contro ogni progcllo di riarmo della Germania, ha fallo un ,•oha– laccia com9lc10 appena Stalin ha giudicalo che gli conveniva avanzare ai 1edc11Chi]a offerta di consentire un loro esercito na– l'-iouale, per evitare che l'armarsi loro av– venisse ad opera degli americani. Tuno ciò è possibile per la confosione babdica delle idee che oggi è la condi:tio– nc mentale media della gente in cui l'e– sercizio della violenza (la guerra, so11ratut• to, falla o 1ubi1a) ha aoppresso ogni capa• cità di giudizio critico. Non si u. più che 350 cost: veramente significh.i niente. • Liber· 1à 11. • Au1ori1à •· «Comando•· e: Ubbi• dicnu ». « ~rvitù ». « Resistcnr.a •· E' IO• pratutto allorno a questi conccui che la confo,.ionc e grande. Ed è quindi sopratut• lo urgente il riportare il significato di 1ali parole nel suo vcro campo. Autorità e liberlA • ... Nel n. riel 15 gennaio ultimo, C. Z. parla di autorità esclwivamente come im– posizione. Non mi sembra eSfltta. E' una accezione arbitraria, cl1e può dargli l'erra• Ili eonvin:ione della giusteua del suo di– scorso. Autorità può euere (io direi: è at1:itullo) ragione-autoritù; ed allora l'op- pos10 non è più liberti, .•• ». · G. e. Pcrnambuco, aprile 1952. Naturalmente, sul significato delle paro• le si può dissertare all'infinito, cd ognuno restare alla fine - probabilmente - della sua opinione iniziale. L'obbiezione del lei• 1orc di Pcrnanbuco concorda con l'opinio• ne di Baldclli con cui C. Z. discuteva nel• la noia eiiata. Ma a noi pare che, sentiti gli argomenti di BaldeUi e la loro ricon• ferma e sentilo anche ciò che aggiunge C. 8., re111iugualmente vero che « autori• tà • e « liberti1 » sono antinomici, come del resto son ritenuti nel linguaggio cor• rente. E' ben vero che ognuno di noi Ili sol• 1ome11c in casi particolari a qualcuno: l'a• mante all'an111111c,il discepolo al macatro, il figliolo alla mamma, ecc. M:1 ,,uello ste.s. so auo - che si potrebbe analizzare in del• taglio caso 11er caso - si dimostra nella prmica pr()(lucente di bene o di male .se– condo cl,e è compiulo • in libertà» oppu• re « in mllorilà ». Se son io, JJCr un'iniiiativa che conclu· de un mio giudizio, che riconosco di ac• cenare eiO. che il mio maeatro mi suggc• risce come buono (e magari il mio mae• 11ro se è un vero maestro mi ammonisce: non accettare tropJ)O..•) allora non v'è di• minuzione nè di me nè del mae&tro. Ma se invece è il maestro che, usando maga•

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