Volontà - anno VI - n.6 - 15 maggio 1952

ri ìJ ragionamen10 come mnzo di co11ru• aionc del .-uo predominio, mi conduce ad a«euare la llabile coaiituaionc di una sua 1Upremaaia (e magari di una ragionata au– premazia .•.), allora v'è perdila di likr1à per entrambi: per mc che mi usoggeuo, per lui che si insedia a comandare. E co– sì per il rapporto tra amanti, che dà il t:uo mcgl.io quando nessuno dei due si su– bordina aU"ahro. Co1i per il rapporto Ira figlio e genitori, che consente il massimo di pieneu.a di v.i,la ad ambedue aolo quan– do le loro vite parallele rimangono reci• procame111c prive di vincoli coatituiti, co• mc ht!n H ogni padre cd ogni macSlro che pensi a fondo i suoi problemi, • Ragionc-11u1oritii • è un quid che Clii• ate. Ma .iJ fallo che eaista non dice nulla. BiSògna aver coraggio di oonllatare che in euo l'clcmemo • autorità• avvelena, e to• glie ogni effìcacia po1i1iva anche all'c1e, mento • ragione•· E con ciò ai ritorna a ciò che C. Z. ha cercalo, molto impcrfet• 1amente, di dire: non v'è conciliazione pouibile tra l'anarchismo e neuuna Polli• bile concezione di autorità. lo\lÌIO ul lavoro • ..• A firen:e, dal N. 8 del "lflllio 1951, cioè da circo un anno, la rici.Jla non .si tro• l/(1 più in vendila in neuun 1"010. I riven• ditMi mi l,anno deuo cJ1e que.sta IH!niva prov,:ffluta da alcuni giol)(llli o: due ttfico· le: quella di Pt>rta al Prato e que~ di Renaio, .wtlo i portici di Pituza della Re– pubblica, ma da quello dota i volonterosi provvedit.ori non ti sono falli più vivi ..... Eppure almeno da R. se ne vendew,w pa• reccl1ie copie ... ». A. F. Firenze, 54-1952. Segnaliamo 11u11ntoci scrive quello no• atro lettore da Firenze, circa la mancanu della diffusione della riviila ■i compagni locali. li noitro leuore penu, clic la man– cata dis1ribuzione alle edicole 1ia cOniC• gucntc al ubo1aggio d1e qualcuno ha or· ganiuato a Firenze conlro la rivi&la, Am• meMo che que510 corrisponda ■Il■ verità (e sarebbe gra,•e! Si ha dunque eoaì pau• ra delle Idee?) d pare che 1i urebbe po• 1u10 facilmenle conlrobancrlo. Bastava cl1e qualche compagno di Firenze ai 1011i1uiue a quegli ahri che ai erano fase.iati persua– dere a lare i.I • ecn&orc » prevc111ivo. CoiÌ Yolontù non aarehhc mancala nelle edicole. Certe eani,·c 11tio11iraggiungono gli cf– feni clic ~i pro1>011gono Sòlo pcrchè non c'è clii rc~istc contro di euc. IL N. 7 DI "VOLO!'liTA,, USCIRA' •.• . . • quando tutti i compagni che da mesi e mesi non ci mandano l' importo delle copie che ricevono, e gli abbonati morosi si saranoo messi in regola con i pagamenti. Il ritardo con cui questo numero della rivista esce, dice le difficoltà finanziarie io cni ci dibattiamo. E' un tasto questo che non vorremmo toccare mai per– chè ci rattrista m~ttere in mostra la nostra povertà e dover invitare i compagni a fare quello che sembrerebbe logico dovessero fare da sè spontaneamente. Perciò ci limitiamo ad invitare i lettori di VOLOl'TA' a leggere il nostro rendiconto. Essi cosl vedranno che cosa è urgente fare per assicurare l'uscita di VOLONTA'. G. B. 351

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