Volontà - anno VI - n.6 - 15 maggio 1952

gilia della loua ele1torale, mescolan– dosi <1uindi (nonostanle le precisa– zioni pubblicate su.I Quotidiano - organo dcU'Azione Cauolica! - il 5 aprile) alla camorra che pratica– mente lega a filo doppio Ja DC con gli elementi piì1 reazionari del Sud; parl.mdò, infine, dalle colonne del– l'organo uCficiale dello Stato Vatica– no, incredibile escrescenza medioe– vale clic gella l'Italia llill in basso, ed è tutto dire, della S1>agna fran– ehisla. E' 1>ossibile, in <1ucste condizioni, un'analisi ((culturale>> dcli' avveni– mento? Mi sono riletto gli scritti di Balbo pubblicati dalla Rivisrn di Fi– losofirt (« Religione e ideologia re– ligiosa», n. 2, aprile-giugno 1948; (< La filosofia dopo Marx >>, nn. 1 e 3, del 1949; t< La filosofia dopo ~farx significa uscita dal razionalismo >l, n. ], d<'I gemrnio-marzo 1950), e al di là delle sue serratissime, troppo tecniche elucubrazioni filosofiche (dO\'C s'infiltrnno visibilmente cita– zioni di Lenin o addirittura di Zh– danO\'!) ho risentito l'orgoglio inu– mano (cristiano?) dcli' in1cllct111ale che crede di poter scoprire la \'Cri- 1:i tramite le ricerche puramente teoretiche: in rcahà quando si per– de il contatto caldo con la g:eutc co– mune si è trascinati ad ar.fìdarsi agli " addetl i :1lla pro1>aganda >1, e a cre– dere che l'osmosi tra lavoratori e in. tcllettuali 1>ossano assicurarlo - an– cora - gli a1>parati: del PCI o del– la AC è lo s1esso. Allora nemmeno stupisce la voce che Culwru e lfo,dtà coutinucri1 a ,,i. vere 1)roprio grazie alla « dichiara• zione ,, da cui prendemmo le mosse. 318 Questo significa (e cc ne ,;piace dav~ vero pcrchè quantun<Jtle molto lon– tani di idee e scntinicnti dal gruppo Balbo ne stimavamo la 1>robità inlcl– let1ualc, la sofferta partecipazione ai dilcnuni del nostro tem1>0... e 1>oi? pcrchè vogliamo discutere con av\•Cr• sari di valore 1nir morale, e ogni macchia sul contradditorc ci !)tir danneggi noi pure) che <1uando non si ha la forza di stare persino zitti, di limitarsi sc1mnai a un:t rivistina dat1iloscritta, s'incomincia a scende– re una scala che porta molto in bas– so; e non vorrei che essi la ,,ercvr– rcssero fino a non poterci intercs- CARLO Docuo Not1i - L'Urtìdo stam1>a 1ld P. C. I. s1a10, nel SUI\ commcnlo alla Q dichinra• zionc », s1raordinariamcnlc sobrio e di buon gusto. Ma inlcrvcnnc, con una lcllcra, il roli10 gigione tli lurno: il pinorc Guttu– so, qucs1a ,·olla, che posa oramai a ea110 degli intcllc1111ali s1alìniani e 11011 fa uhro che cclclm,re l'im11or1a11:rn atlribuila alla cuhura nclrcs1 europeo (senza indagare di che cosa grondi (1uclla stima e ammirazio• ue tla cui !>ivcdc circond:110 l'in1elle11ua– le "di llartilo • in <111cipaesi; senza ca• pire che i hl\'oratori con cui ha commer· cio sono, in quei luoghi, eselush·amcnte membri dell'a1>Jlarato del Par1i10 al JlOlc· re). La sua lcllera C un esempio tipico di lras11osizionc dei J>roblemi culturali sul tcrrcuo 11olìtico... ma ahimi, ciò {, lcmìa- 1110,quello che Balbo e i suoi si meriia– ,,ano! Pi1111os10,·arri. la 1•cna che una di <1uc11e \'Ohe andiamo a vedere che cosa dice l'arte di Gu1111roe elci suoi amici dol punto <li ,•ista s<>cfolc. L'occasione, offer• 1aci dai <11rndcr11icdiii dal Disegno po1»o• forc, non mancherà di fornire risultati jr\. teressanti. c. o.

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