Volontà - anno VI - n.6 - 15 maggio 1952

NE' ORIENTE NE' OCCIDENTE SO:NO APPARSI durante questi ultimi selle anni di «pace» cen– tinaia di libri su a.spelli vari deJla seconda guerra mondiale. La più gran ,,arte ci son venuti dalla penna di capi polilici, di grandi soldati e giornalisti. Ben pochi ne hanno pro– dotti la gente minore, e per quanto noi sa1>1>iamonon è ancora apparso alcun diario od au1obiogr.afia cli so]. d.ili comuni che abbiano combattuto sui fronti di guerra. Alcuni dei libri stam1>ati hanno cercato di sfruttare il lato ,,glorioso» della guerra, l'eroismo e la solida– rietà, gli arditi tentativi di foga dai campi di prigionia. E non ,•'è da stu– pirsi che in <1uesla nostra società tali libri siano Ira i 1>ii1 leui, e dian base <li sicuri successi anche ai 1>roduttori di films. Qu~nto agli autori, si rilcl'a tra i politici ed i generali una signi– ficativa discrepanza tra le esposizio– ni ed interpretazioni degli c,,enti militari e politici degli anni di guer– ra. E davvero ci si sente condotti a dubitare della ohbien.ivitì, di tali ,1storiell che, anche a lasciar da par– te la loro assenza di critica interiore, appaiono influenzate dalJa situazio– ne geografica dei loro autori. Una terza categoria di tali libri de) dopo– guerra è <1uella delle opere che sr J)ropongono di mondare d'ogni col– pa :alcune tra le pili sinistre figure politiche e militari del nostro tem– po. Tah•olta son essi stessi che cer– cano cli scagionarsi (ad esentJ)io, i diari di Ciano e di Lanl), in altri casi il la,,oro è fotto da altri per loro (vedi Uouuucl, Pètain). Queste cc storie )) della guerra, o di aspetti di essa, debbono la loro 1>01>olaritì1non certo alla obbiettivi– tà, nè ad 110 tentativo di trarre una lezione morale dall'esperienza cle11a gucrrn, nè infine pcrchè denuncino la guerra e co11cludano, come il Di– rettore Generale del.la Organizzazio– ne Mondiale per la Sal111e dell'ONU, che la guerra dev'essere « mcsst1 <la parte» come « un tipo di comporta– mento ormai superato ». Debbono invece la loro po1>olarità alla speran– za del lettore, ed alla promessa del– l'editore, che j loro autori ,,i riveli– no qualche nuovo <<folto sensaziona– le ». E chi vorrebbe mai perdere occasione di godersi un quahnHfUC scandalo tra i potenli? Questo la– tenie animo di «caccia alle streghe» d'una gran parte del pubblico, ;:1c– coppia10 con la grande pr'!ssione propagandistica degli editori, fa ,•cn– dcrc tali libri alla stessa velocità con cui nuovi n(, ap1miono sul mercato. Ed è ovviamente un giro d'affari profittevole per tutti coloro che vi prendono parie. Ma il vero valore di tali libri si vedrì1 appena sian 319

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