Volontà - anno VI - n.6 - 15 maggio 1952

serie di ani giusti, anche modestj, ma definitivamente e se.nza riserve e senza timori di danno. L'interesse· dei partiti o del1e as– sociazioni in cui ci si proponeva di operare doveva contare soltanto nel– la misura in cui si conciliava con la inconlondibile misura di giust.izia che v'era nell'anima nostra. Invece, in troppi casi, 1roppi atti comoda– mente compiuti in servizio dell'op– portunità, per evitarsi noie, per di– spensarsi da decisioni, magari offen– sive J>Cramjci magari utili in futu– ro, hanno proprio offerto agli atten• ti avversari la materia con cui bat– tere a tamburo negli oreccl1i del (>O• polo tutte le accuse possibili contro i resistenti, mascherando dietro il clamore la loro malafede. t illusorio, c1uindi, il nostro voler oggi gelosamente custod.ire il passa– to, con barriere che, non essendo fatte di azioni ma dj commemora– zioni, non essendo animate di af. fermazioni di diritti attuali ma sem– pre fondate su richiami ad «allora», lasciano filtrare gli insulti e le opere demolitrici che, invece di un passato da difendere ne hanno un altro da lar dimenticare, e non hanno ritor– nelli nel.le loro azioni ma una fan– tasia vendicatrice, piena di velenosa vilalità. E la gente segue chi è auivo. t confusa, ingannata, trascinata dalla varietà di azioni d.i cui non coglie il valore pcrcl1è la durata di ciascuna è breve, e seguita da una successio– ne di altre, adattissima ad illudere. Chi ne soffre, perchè credeva di aver trovato ragione di entusiasmo, sono sopratutto i giovani, e quelli speeialmc:nte che studiano e riman– gono foori dall'ambiente pii1 reali– s1ico del lavoro. 312 Sono essi una (orza avvenire che si allontana, giorno per giorno, dal– l'ormai imbalsamato periodo della guerra e per la quale non significa ormai più nulla il discorso comme– morativo intorno a quanto è passato, per <\i pii1 abilinentc travestito dal– la malintenzionata guida dei noslal– gici attivi. Così si atrofizza progressi\'amen• te, la forza degli ex resistenti, che non vogliono essere resis1enti anna– li: e soprattutto di coloro che, cre– dendo di rafforzare il proprio par– tito, s'arrestano nelle affermazioni evocatrici del.le azioni ormai Jlassa– te, non cercando di proseguire nel presente con gli stessi SCOJ)i,ma anzi con la sola intenzione, tutt'altro d1e ,·h 1 ificantc, di costruirsi del J>assato un monopolio. Non ci si chiede abbastanza: che differenza può esservi tra una corag– giosa azione di guerra bene s,•oha contro la brutalità nazifascista (si– nonimo di ingiusti.zia e di oppressio– ne), clic pu.r era magari una l)iceola azione di fronte al complesso proce– dere del.la lotta, cd un'azione attua– le, 1>acifica, senza bisogno di armi, ma che ugualmente richiede il co– raggio del prendere una decisione personale, in un caso che richieda intervento personale e responsabili~ tà personale, intesi a promuovere la giustizia, senza offrire guadagno, ed anzi togliendo forse qualcosa al– la comodità della propria vita? Ci si può assentare da un corteo pur essendo stati ieri resistenti, ma non ci si può esimere invece da una qualsiasi piccola lotta, da un qualsiasi piccolo sacrificio di profit– to quando si è stati e si vuole rima– nere resistenti oggi. La fiducia cooquislata con la no-

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