Volontà - anno VI - n.6 - 15 maggio 1952

un esercito che Jo imponesse loro come un dovere, parlavano con se– rcnitl,, con forza schietta, di una personale posizione di rivolta contro gli insulti alla liber1ì1 dell'uomo. Al– lora si capi,•a perchè J'allo di mo– rire era pure un definilivo crearsi, il di,·entare per sem1>re una pcr– sorrn. Morire, dun<1uc, per non morire. E i caduti, oggi, sono i soli rcsislcn- 1i, contro i (1uali nulla possono 1a dirncnlicanza o l'insulto, e nulla può a loro favore neanche la pili gran– de celebrazione commemorativa. C'era, in <1ucll'cpoca, unità di a– zione perchè le finalilà del.l'azione stessa corrispondc,•ano a una co– sciente esigenza che, essendo su quel piano in cui ognuno sente di agire per il bene o per il male, pote,•a manifestarsi allravcrso vari aspetti di cui uno ru ap1nrnto la guerra. 1\1a 1 sorprendcnterncntc, in tale aspetto semlH'ò pur molto limitato H conte– nuto morale di cui esso costituiv:1 una manifestazione: e terminata 1a guerra, ecco par giusto che tutta la tensione cada. Ci si era destati <la un'ac<1uiesecn– za col1>evole, e la vita morale ritro– ,,ata nell'azione si presentava con tale evidenza eia far pensare impos– sibile l'abbandonarla. La vita iute,. ra, ormai, doveva di,•entare lolla co– slruttiva, i11 cui gli stessi intendi– menti della lolla armata avessero valore in ogni momento, perchè era• no divenuti ormai « pratiche », vis– sute, provate. ~n essa ci si vedeva « uomo » nei propri doveri, con la propria dignità. Di fronte alla mor– te sempre prossima, vicino momen– to J>er momento al.la possibile tortu• ra, ciascuno a,·e,•a capito che Ja pro– r•ria libera volontà era I.a condizio- ne di una esistenza completa. E poi– chè le azioni della resistenza non de,·ono giudicarsi nel loro svolgersi ma nelle loro volonti1, 1a vita per in– tero, tenuinato il periodo bellico della resistenza stessa, era da inten– dersi onuai cosi improntata senza ri. scn•e, :, costo di qualsiasi conseguen– za. in modo dcfìniti,•o. Ci si è fermali subito, invece, co– me esauriti, e desiderosi di adagiar– si sulla base costrui1a, quando non si cm ancora badato all'entità di (1ucs1a costituzione, bensì alla sol.a sua ,p1alità. E davanti ai molti clic vollero sfruttare <p1cl periodo di ri- 1assamcnlo per entrare a condivide– re i vantaggi dell'onore postumo non ci si è indignati fino a reagire (ognu– no) nella propria sfera d'azione. E <111esto fu tollerato appunto perchè l'onore postumo non offendeva 1)il1. Gii:1 era sparito l'orgoglio clel sen– tirsi soclisfatti di sè nei momenti del. l'agire, degno di onore anche se i– gnorato, e che lascia pil1 maturi e piì1 saggi. Muoversi in tal senso, scrollarsi d'attorno i compagni ,•c– nuti a battaglia finita, non sarebbe s1ata una pretesa superba d'isola– mento: avremmo continuato ad agi– re itn•cce di accettare una colpevole passi,,itil. Alla coraggiosa battaglia armata avremmo dato il seguito di un'ahrettanto coraggiosa lotta con– tro la disoneslà: momento per m9- mento, caso per caso. Ci si è fermati, in,•ece, proprio al– lora che il J>rocedere neJJa resisten– za avrebbe, da solo, map.tenuto l'u– ni1à tra i fratelli e eonqn,islato il ri- spello dei nemici. . Ciascuno che aveva offerto se ,stes– so alla riv,enclicazione attiva della libertà, cloven sentirsi impeg1,1ato, nella vita privata e _pu,bl)]ic?,·ad una 311

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