Volontà - anno V - n.11 - 31 agosto 1950

.\oi conduciamo una lotta di di– fesa contro lo Stato. Noi s1>eriamo in 1111 rifiuto avvenire da parte della nazione, che si s,•incoli da ogni ul– teriore ubbidienza ai comandi dello St,110 - e per <1uanto ci è possibile Cucciamo preparativi reali in tal senso -. Le possibilitù di azione positiva sono troppo poche, poichè siamo cin·ombti da un mondo di guerra e di minaccic di guerra. Ma noi vogliumo ugualmente tentare di C.!OJ)rimere il nostro punto di ,•ista lt· nostre idee, mediani.e ciò che di– eiamo e ciò che facciamo: con cht~ .-:aremo noi i ,,rùpagandisti pili effica– ci. Sappiaruo che dedicheremo le 11os1rcenngic e le nos1re vite stesse u qualcosa che è privo di senso, che è male, s,• acc,•llassiruo di partecipa– re cou1111u1uc ulla guerra od alle molle attività che alla guerra con– tribuiscono - e noi abbiamo cose moho mi;diori da fare con la nostra vita che non il farci macinare da una t:,lc macchina, e per Care tali cose tlobbiamo giovarci del breve nume– ro d'anni in cui resteremo vivi, e non intf'ndiumo sacrificarli per nnl– la. Siamo perciò decisi a tentare tulio il tentabile, ciascuno entro la sua condizione, perchè le nostre voci siano ascoltale. e non solo come idee ma come azio;1i, che importa ancor piìi, al fine di riuscire in <1ualche modo, su una delle molle ,•ie che pos– siamo sperimentare, a porre qualche da I( R•:s1sTANCF. » 01tobrc/110\'Clllhrc l9S0 N. tl. R. pietra per la base di una soluzione definitiva del dilemma Guerra-Stato. In quesri anni vi sono soltanto sorgenti minime di speranza, sol– tanto risultati minimi a cui guarda– re con soddisfa~ione. Noi dovremmo ormai aver famigliare questo fatto, e comun<1ue abbiamo ed avremo le– zioni sufficienti per imparare ad abi– tuarci ad esso. Oggi è proprio l'al- 1ernativa suggerita dal buon senso quella chf' nessuno asuolta. E 1>cr noi la sola 11ltnnativa alle forme imposte dalle istituzioni che ci s1Un– no schiacciando è l'intelligente uso del nostro potere di giudizio, appli– uato ai nostri problemi. In ogni ca– so, <1uando ci si dica d'aiutare la guerra, quando ci si parli del no– Siro do,•cre e della nostra responila• bilità verso lo Stato, uoi rispondia– mo che abbiamo cose molto miglio• ri da tare, che dobbiamo badare a s01navvivere, che intendiamo agire finchè <'i sia possibile nella semplice aderenza alle nostre idee della "ita, 1,oichè <1uesta è 111 vi11su cui unu per– sona assicura la sua sanità e la sua digniti1 - e che agiremo fin dove potremo per aiutare il prossimo no– slro a ritrovare il suo giudizio, de– cisi anche nel peggiore dei casi a non consumare le nostre energie e le nostrf' vitf' per le futili vie del malf'. ·DAvrn WrECK (fine) Conclu~ cosi l'esposizione del pensiero d'un gru11podi giovani anard1ici americani rul groviglio in cui lutti ci affanniamo per cercare un oricn1a111cn10non verbale, una 578

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