Volontà - anno V - n.11 - 31 agosto 1950

Jinucrebbe, fors'ancl1e verrebbe pro– lungata, non si può dire. Noi ab– biamo imparato che i me:,;zi condi– zionano i fini, che non si può co– struire nemmeno l'avvio d'una so– cielit senza guerra finchè ci si gio\'a dei mezzi stessi di chi fo la guerra, finchè si utilizzano gli stessi elemen– ti psicologici ,ncgati\'i delle persone che alla fin fine son esse << la socie– tà >>. Solt<1nto lum,w v<1/.orc, soltan– to giovmw ci cost.ruire q,wlco.~tt che resti - ,mclw Sf> è così. piccolo! - le t,zio11i che "iullmo persone vive " remlersi conto della loro sitm1zio,w e delle po.~sibi/i. soluzioni. Queste m~io11i sono moltt•plici: ,, se si vuole riossu11wrlc in d<'scrizio11i brevi, es– se si possono chiamare: « resistcn– << zfl )i, n i111,~gri1i, 1►• (1 ... o/idarietri i,. <C aiuto rt•riprncn n. La guerru non è mai una via verso In pace Nonostante tutto, v'è se1nprc una Jo11a in atto non solo tra lo Stnto ed i (( radicali J>. ma anche Ira lo Stato cd il popolo.' Jn essa è il nostro po– sto. Trn Stato e sudditi v'è, in tempo cli pace, un rapporto di potenza e di interdizione: e finchè i ciuadini non diventano aperlamcnle ribelli lo Stato non appare molto esigente. ln tem1)0 di guerra invece lo S1ato chiede ai cittadini la loro ntti\'a coo– pcrnzionc, impone sopra di essi la sua ditlatura -- articolata variamen– te in 1,ratic;a tra la dittatura relati– ,·:11nen1e morbida e tuttavia rigida– mente definita che agisce ~opra i civili, e la dittatura francamente to– talitaria sotto il cui giogo i citta– dini passano appena coscritti per fa. re il sol(lato. Ed in qualunque mo- mento, quando il governo promulga leggi che restringono la nosl ra )i. bertìt di pensiero e cli espressione, <1uando esso ei,ercita il suo potere di coscrizione militare o industriale, quando il governo crea una condi– zione di guerra, quando esso comun– que ci irreggimenta, in ogni atto del governo si realizza un attacco di– retto contro cli noi. E la risposta non solo appropriala ma necessaria è. per noi, In resis1cnz11 1 l'opposizione - il richiamo di tutte le possibili difese, per impedire quanlo llossi• bilt" ogni ulteriore invasione della noslra gii1 ridotta liber1Z1. Quimli, profì11arf• rii ogni opport11niti1 - per quanto rara poss11 essere. an:,;i con piì1 a11,•11zionc a non 1>crdere l'oc<·asione appunto perchè così ra– ra - pl_'rallargare prima cli tutto ciò c·he 1·os1it11is<-f' la bas,· d'ogni nostr:.t azione: la nostra pnsonale libertì1 ,li pensiero e di azione. Anche in una societìt totalit11ria, quando non è piì1 possibile forma alcuna di re– sistenza ,•illorios.i, ciasnmo cli noi, ciascuna pcrsonn, c·ons,•rva St'mprf' il suo insopprimibile 1•otere inte– riore. t' la cap11citì1 di usarne in re– lazione rii suo prossimo. E hasla c·hc si voglia si può sempre in qual– che 1110110 deviare o rendere incffi– ctu-i o ◄·on1encrf' gli assalii dello Sta– to so1-.ra le flCrsone soggt'lle uI suo dominio - ,·he lo St11to consi(lera globa'lrncntc ,.n:t J.troprietit ma .son pur sc1111)re tanli indi,·idui umani. ciascuno libero in sè. Le istanze ,li tali invasioni dello Staio contro le llersone sono infinite; il loro cnlu– logo ò il catalogo delle attività op- 1)ressive del governo. Ma anche per le possibilitil di resistenza non ,·'è limite, basta che noi vogliamo in esse impegnarci. 577

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