Volontà - anno V - n.11 - 31 agosto 1950

i,1ra1l11 lii azione 11011 camp:11a ndle IIU\'Olc, ci ~i111m) d1ies1i .se non .sarel,be l,ene c.sJ)orre UJI ragiunamenlo 11arallclo ma dedotto dalla storia sociale dei vari J>OJ>Oli ll'ltalia e d 0 E11ro11acli 1111plic1110 alla nostra presente con1lizione. Ci siamo resi conio che in i;.r:m parie. mutato il mutal,ilc, il ragio1111111ento 11011 sarebbe stato 1>arallclo ma illentieo. Lu. u·iamo iJuimli a dascun lettore la cura di ripensare le idee di D. W. in ra11porto alle circo~1an:i:e di\•crse ,lel suo caso - e doi: 11011 sul lcrreno generico etl incon.si61cllle ,lei miti e degli slogans (v; Tena forza», l'uhimo arrivato sulla scemi, promeuc di fun• zionarc co1uc i suoi predcccswri) ma sul terreno solido dei (ani locali e 11articolari. Son v"i: l!J>era11z11 alcuna di v: fare » qualcosa che 1>or1i frullo di libcr1U finchC si rimane 11rigionicri delle macchine ideologiche e dei progeui ili \(organizzazione" a cui esi,e i.ctlucono. Mu non J>erciò si deve Jis11crarc, meucrsi du 1>ar1co (che C lo steSi.o) mutarsi in fabl,rica11ti JJrivilegiati di idee illustri per i fo1uri. Ogt1u110 di 11ui l111 aperle strarle irif,11ile ,li 11ropay,u,ulu e di a:.iot1e - cioè di C$Cmpi di vita - 11el campo s1csso dd/(1 su11 auiviui 11ch,01111le - nella fomiglia innarni1u110 (e va tleuo con moho rilie\•o!); e poi nelle relazioni con i suoi amici, \'Cechi e gio,·u11i e giovanissimi, uomini e donne; e J>oi entro le asscmhlce a cui C costrello a J>tar1ecip11re;e 1>oinella scuola in cui in– ~egna; e J)Oi tra i com1>agni di \•iaggio se si sposta; e 1>oi ... dappcrtullo e sem1>re in• sonmrn, in ogni i&tante tiella sua. giornata. ì\011 lasciamo,·i i11tl11rrea credere che il 1:o&trocompito è tiucllo di :1.ssidcrci iu cal• 1cdra e dire agli altri: foi co~ì e co~i e sarai sah•o. Il 11vs1rocum11i10 i: di « /ure 11ai stessi o, io te lui ciuscww 11cr sè, ciò che pc11siamo sia giuslo - il che J)IIÒ includere la tli1Hribuiione di 1m.:diche, mu non cerio gius1ifica che ci si limili II predicare e ci ti.i illuda tl'aver s1tlva1a con ciò nemmeno la 11ro11riaanima. Come in lullc le l'Oac 11111.me, occllrrono fovor,) t.>t.l amore co,,1giilllli 11elfopertirc - ieia pure 1·011 1111 :td:illo ~01,i1orto ili idee. Per noi, am1rchici, occorro in !Jiù ,-tic "es· suno si ,irw,:l,i ,r~si,erc !JÌIÌ ,/egli 11/1,i i11 ,,11cs10 01~111re. Con t111es1e1lue \'Olo111ac<1~i 1•iam.: e cosi scm11lici sarnn ni;.:ssi da parie In gente II cui piacciono i tornei di 11arolc, Cli im ccc i.i ri1rovcra11110\•icini coloro che i111e11donoinmmzitutlo dare con la J>ro11ria vitta l't>&empio migliore che potiono di laboriositii e di reuitudinc, e su tale bau in• tendono poi Ctlificare il diritto di parlare al proprio prouimo per dargli e rice\'ernc· aiuto a vetlcr chiaro la radice del male - lo Staio, Je istituzioni in cui lo Stato si articola, le itlcologie in cui si rinnova magari ma si 1>erpetua - cd a \'Olere chiara• mcnle a,·\·iare contro tli esso la resistenza di tulli coloro d1e Slimano la propria libcrl:i co11diiiona1a dalla libertà allrui, indis!olubili. Di im111i11n11,,pubblicc,:imw: IL' PENSIERO DI MALATESTA d; LUIGI FABBRI Un bel ,·ol11111e di 300 pagg. circa eon rit:ca bihliograJì:i. di U. FEDD~I Prenolarlo im•iando L. 500 a: Volomà e.e. P. 6/19972.- t'iapoli 579'

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