Volontà - anno IV - n.9 - 15 marzo 1950

voco t· il terrorismo, ci si unisce so– lo per forza. Non si riflette che la forza di un'organizzazioue politica non i fon:a autonoma degli indivi– dui che la compongouo 1 bensì forza s1rnmen1ale nelle ,unni di chi l'or– ~ani..-za..:ionc dirige e coulrolla. Lo individuo alb base che si è artuo– lalo per far ,•alere con maggiore efficacia i propri iutercssi e per de– cidere pili sicuramente del proprio d(•stino si trov:1 presto defraudato di <p•r-slo e di quelli per quanto n lungo si ostiui a volersi ingauuare. Si prenda per esempio \ill ceto di lavoratori contro cui si sia testè coosumato uu sopruso. La reazione naturale di ogni iudividuo io que– ~to ceto è quella di ribellarsi e se si unissero tutti e reagissero insieme è probabile che vincerebbero. Ma ec– co cbc non si possono unire perchè gi;ì appartengono ad una o pili or– i?anizz:tzioni politiche, e prima di fare qualsiasi cosa bisogna che ne informino i capi e che ne nspellioo gli ordini. La spontaneità della rea– zione al so1u-uso, quella che ne ra tutto il valore, che r,otrcbbe farne tutta la forza, è così soffocata e la situazione in cui s'incide è subito fnlsnla o per lo meuo offuscata. Torlo e ragione non si possono più dividere con un taglio nello cd è assurdo il pensare che i capi, non toccati e neppure minacciati dal sopru~o, diano alla reazione, se rea– zione vi ha da essere, quel signifì– celo, quella direzione e quella for– zn che sole possono legittimarla. Vic.e,·erfla i cnpi impiegano le orga– nizzazioni come strumenti di batta– glia pel raggiungimento di fini che ai membri ,]i base sono del tutto alieni e sconosciuti, e non è raro il caso che i capi abbiano da di1· loro che furono vit1imn di un sopruso di cui manco s'accorsero. Così l'appar- 1ene1·e ad w1'organizzazione politica equivale a un alienare j) proprio cuore e il pro1>rio cervello. L'imli– vi,luo che ba gi:ì un padrone nello Stato o nel capitalista ha finito col procunirsene w1 nitro llel Partito al <1uale deve chiedere ogni volta se, quando e come deve portare pa– zienza o ribcJlnrsi coulro gli altri dt1c. Succede n volte, come si è vi– sto nell'ultima guerra, che Stato. cnpitalisln e Partito si stringano la mano di soppiatto e gli cantiuo iu coro: « Prendi il fucile e fatti am– mazzare>). Si percorra la storia di tulli i partili di massa, inclusi ben inteso il pilrtito eomunjsta russo e il nostrano, e non vi si leggerù, se si sa le~gerf', che una serie in.inter– rolla di tradimenti. Le masse vi ap– pniono continuamente abbindolate, infinocchiatt·, beffate. mnndnte a scuola o al macello, cibate di frusta e di vr-nto. Eppure, per cl1 i sn che cosa sia la politica, è inesatto par- 1:ue di tradimeulo. E' tutto 11ello ordine logico delle cose. Le masse si hanno quello che si meritano, (jUelle clic i.n ciascun individuo di cui sou composte han chiesto tra– dendo :-e :ilf'ssi il giorno io cui seri seri o alla leggiera, gratis o dietro garnmda di pagamento, scelsero di dare in mnoo ad altri il filo del proprio destino, di declinare la re– sponsabilità di avere un cuore e un cervello. E' a1>punto per impedire questa alienazione (lei cuore e del cerve!- 551

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