Volontà - anno IV - n.9 - 15 marzo 1950

DISCUSSIONI POSIZIONE DELL' ANARCHISMO 3 (Jgumw di noi h:1 in1~ontr~to lu individuo che si sarebbe fatto anarchico se avessimo avuto uu pro– gramma da 1>rescutargli, un'oqzaniz– zazione in cui in<1undrarlo cd una f>illura precisa in tulli i suoi dettn– gli della società futura che .vo:zlin– mo. Ed oguuno di noi ha incontralo pure chi ci accusa di mancare di idee e di volontà solo perchè si mauca delle co5e i,;uddcuc. Cono– sciamo tutti infine chi insinua di lì che siamo perfettamente soddisfalli del come s1:111110 le cose, del re~ime cosidetto hori:;hese, i11 quanto almc- 110 ci permette di essere anarchici o solo di proclamarci tali. E' che si a ppa1·1 iene a due scuole di pensiero <Jh,crsc. i nostri critici e noi. Lo,·o ragionano in termini di meccanica e noi di biolol!ia. Per loro la società è nna macchina e per noi un organismo. Per fare marcin– rc tma macchina tutlo deve essrn• previsto, controllato e reJi;olato. e ci vuole chi pre\•ecla: ref!oli e control– li, mentre un OrJ!::mismo cresce ed ogisce da sè. La macchina ha il suo impulso e le sue finalitù Cuori cli S<' stessa. mentre l'orJ!:anismo li ha dentro. Pn nnn sorietà concepita hioloµ;icnmentc 1111wrola « libertiì >1 ha senso: conceJ)ita meccanicamen– te non l'ha. 546 E si parli plll'C di evoluzione. J uostri critici ne sono a Darwin, a Spencer, a Lamnrck. Noi anarchici ci riattacchiamo u Bergson. Riget– tiamo cioè il pri.ucipio di fwalit:''t. Un oi:-gauismo è c1uello che è, e si 1wilu1>pa secondo tm impulso iote• riore, uou perchè ci sia un fine dn raggiungere. L'ammettere un fi.oe esteriore, e pretendere di conoscer– lo, cli dare quindi una direzione al– la vita, di reprimere e sopprimere O,:!ni tentativo verso tma direzione diversa, è nè 1>iÙnè meno un voler prendere il posto del padreterno: tentazione innbolibilc per chiunqnC' faccitt delln poli1ica, ma tentazione clw non può non a1>1)arire ridicola e disastrosa quando solo i:i pensi che di p:ulreterni nou ce ne 1mò es.,<:cr(' nemmeno in ipotesi più di U110. La concezione biolo~ica. della so– cietà non è dn accettarsi. d'altra 1>llrte, senza il debito rmm~ro di ri- 1,crvc; pcrchè la stessa biologia non è scevra di preconfetli presi a prf'– slilo dalle scienze che l'hanno pre– ceduta. In 1>iùdi nn testo di biolo– gia si spiegano ancora op:gi le stru1- 1ure e le fonzioni organiche con ter– mini. modelli e analo~ic che sono propri della mcccnnicn. Falso e pe– ricoloso stimiamo principalmente il concetto di una gerarchia di fnnzio-

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