Volontà - anno IV - n.3 - 15 settembre 1949

neta locale o nazionale è sempre moneta) permettono di rispondere affermativamente. Secondo la ric– chezza di queste collettività ciascu• no, giovane o vecchio, con qualsiasi mestiere od occupazione od anche forzatamente disoccupato riceveva un « salario » che naturalmente non ha niente di comune con la definizio· ne che ne aveva dato Ricar<lo nel periodo capitalis1a e che hauno ri• preso tuui i socialisti. Salari uguali a tutti gli uomini, a tulle le donne, per tutte le famiglie secondo il nu· mero e l'eti1 delle persone che la componevuno. Solari Jamil.i,,r;, u· guaglianza economica per quel tan– to che è umanamente possibile di .an:1·e. li salario e l'impiego del da- 11aro uon implicavano, dunque, per la prima volta nella storia, l'ingiu– stizia e la disuguaglianza. E ciò a,·e. \U una cousiclcrcvole import:.mza. Esisteva, dunque, il comunismo con una carta <li razionamento e pa• ga.mcnto in natura, in circa dueeen• !o collettività sulle milleseicento cir. ca che la rivoluzione spagnola a\'CV::t trc:110. Ma c'ern, pure, comunismo <·on i paga.menti in ispecie. Nessuna delle due forme era pcrfella e pro– babilmente sarì, sempre impossibile di giungere ad una soluzione pcrfot– ta di quc~to problema come di tant: altri problemi umani. La soluzione monetaria !:asciava sussistere la mcntnlitì1 tcsorizzatrice che, del reslo: non poteva portare 1tcssun male importanle, perchè era impossibile sfruttare il la\•oro del suo prossimo. La più gra,•e difficol– tà consisteva forse, nell'emissione, in certi casi, di un totale di moneta lo• cale piit elevata <li quelJo che le ri• sen·e-merci permettevano di emet- lere. E siccome questa moneta non si svalutava, perehè i prodotti trop– po rari erano distribuiti a coloro che ne .ivcrnno bisogno, molte donne del popolo il cui ~tandar di vita aveva raddoppiato, chiedevano piì1 merce di quella disponibile. Anche i biso– gni <li questé donne aumenta,•ano. L'incon\'Cnient.e della seconda for– ma <leri,·a sopratutto dalla rcstri• zioue di liberti! di scelta. I membri delh1 collettiviti1 ,,i trovavano un L,r. go compenso nello standard di vita molto pili elevato cli prima. Ma se uno di essi voleva. fare un viaggio, se una famiglia voleva spostarsi, far. si fotografare in cittil, comperarsi u11 abito o un oggetto qualsiasi, U\'l'va bisogno .ji dannro. Queste contrad– dizioni dovc\•ano risolversi, infiuc, con l"applic.tzionc di un sistema uni· forme. È difficile dire quale dei due si– stemi avrebbe finalmente trionfato. In Aragona, I:. Federazione rcgioua. le delle c;ollcttivitù aveva deciso nel Congresso del giugno 1937, di istitui• re un c:.1rnct star:.-Jard per le <1uattro– ccnto collettivitù della regione. Nel Levante. in Castiglia. dominava il sistcurn monetario. Mii senza dubbio le grandi 1·ittì1 a\'Cvano, in una pro• porzione t,he non si può stabilire, applicato questo sistema. In tutti i modi, nessuno dei due metodi di ripartizione era la « pres:1 nel mucchio>> od il libero consumo e, nelle mie corl\'crsazioni con nu· mcrosi compagni che, aspettano im• pazientemente l'occ,1sione di rico• struirc le collet1ivitì1, nessuno <li essi ha :H·ccttalo il principio della << pre– sa nel mucchio ». G. LE\'AL 185

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