Volontà - anno IV - n.3 - 15 settembre 1949

PROBLEMI D'ECONOMIA LA DISTRIBUZIONE K ropotkin non avevu sohnntO rac- i:omandato il libero consumo, la cc.presa nel mutchio )) dei prodolli abbondanti. 1h·cva anche preconiz– zalo il rn::.ioncm1C'flto dei prodolli e– eislenti in quan1i1i:1 insufficienti e i;uggrri10 un rimedio agli eccessi, un paliiativo alle difficohi:1. Ciò che ri– mane- dn dclcrmin:.1rc è dove fini– St'C l'abbondanza e dove incomin~ia la s._•arsi1ì1, quale il criterio per l'u11H e per l'altra. L'esperienza ci dice d1c questo ('riterio è cambialo -dopo i! 1885. Mu come razionare?- Le tabelle di ruzio11nmcn10 delle 1·olle1tivitì1 ;ira– goncsit (•hc avc\·ano abolito il dan.1· ro, sono molto islruttivc. La listn c·ompleta dei generi alimentari, de. gli u1cnsili da ,·ucina, degli appa– rec..J>i igicnit·i e dell'abbigliamento arrivu,•a raramente a trenla arti– coli. Ripetiamo che: <1uanclo la ,,i. la è eosì semplice, è .facile propor– zionare il consumo alla risorse del villaggio. D'altra parte la liberti,, che molti parligiani ed an•crsari hanno im'0- 1·alo, non può essere trascurata. I!: un bisogno imprescritlibilc dell'es– sere um.ulo poter disporre a suo mo– do della parie di generi che la so- 1"ictì1gli assh·ura in cambio della par. te cli 1:woro utile che fornis<·e. È impossibile, e sarebbe mostruoso, imporre a tutti gli uomini, a tulle le donne, a tutti i fanciulli un cou– cctto di vita uniforme. I gusti, i bi– sogni fisici, intellettunli, estetici so– no tanti quanto gli indi,•idui. Appena i bisogni elcr~nentari, che ,•ariano <1uando 5i eS<:edalle magre risorse della ,,ita primiti,,a, sono so– disfolli, la concezione della vita va– ria all'irrfinito. E finchè uno non nuoce ul suo prossimo, elevo essere in dirillo di vivere secondo i suoi gus1i. Se non ho la libcrtìt di nutrir– mi per es.. <li patate per avere il modo di procurarmi un oggetto d'ar– te o di rilegare artisticamente d"ci libri, o di fare un viaggio, sento pc• sare su di mc un'opprcssiono che è tanto insopportabile quanto quella politica. Anzi, è quasi piit insop– portabile perchè ;igiscc continua• mente cd in un modo diretto nella maggior parte dei miei alti. E poi– chè è impossibile sodisfore tutti i capricci, tutte le _rantasie senza che diventino imme<liatarncntc dei nuo– vi << bisogni », la sola condizione per metlervi un limite è di assicu· rare ad ognuno un potere di acqui– sto del quale disporri1 liberamente in proporzione delle possibilità della società. Bisogna, dunque, limitare il con– sumo nella misura imposta dalla quantità deJl'avere colletth•o. Ma è necessario che questa limitazione uon dia luogo: ]) alle ingiustizie ed al- 183

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