Volontà - anno IV - n.3 - 15 settembre 1949

lwnr10 11110 SCO/>o comune .e si s/or. .:ano di raggirmgerc questo scopo )l non può che m-erc un preciso indi– rizzo progral!lmatico. A coloro che obiettano « noi nori siamo un parti• to. noi 11011, abbinmo bisogno di un prograr,wu, » adducendo <e che le i.• der progrediscono e cambiano cont.i– mumH•nt.e e cltr essi 11011 vogliono ac– cett11re 1111 progmmma fisso » e;j può rispondere che cc <marchia e sociali– smo non sorio delle scienze: sono dei1 J>rOJ>Ositi. dei p,-ogcui. che unarcltici I"' soci<tlisti t,-Ogliorwmetter.e in pra.– t,icll. e che perciò lw,1110 bisogno di essere /ornwlmi in progmmm~ dewr. minllti >1. 2) L' organizzazione garantisce la libcrtù mentre la disorganizzazio– ne crea le condizioni favorevoli al• l'impianto dcll'autoriti,. Malatesta cita a questo proposito due esempi: <1ucllo dell'accentramento dell'or– gunizzazionc in mano dei pili intra- 1>rendcnti o dei più spregiudicati e <tuello del monopolio della slampa <la parte dei maggiormente favoriti in un IUO\'imcnto d isorgiinizzato. « Cosiccltè J.'orgcmiz:ci:ione, I.ungi dal creare l'autorità è il.solo rimedio contro di essa, cd il solo mezzo per– e/tè ciascuno di. noi. si abitui a pren· ,ler porte atti IJ(t• e cosci.ente ,iel lavo• ro collet~ivo f' ressi di. essere stru • mento passivo iri mano dei capi. ». 3) « UI libertà 110,1 è il diritto astratto ma lo possibilità di. fare una cosa ». Perciò nel movimento anar• d1ico, in cui non ,,i può essere la 1ibertà di fare cose conl·rarie allo scopo comune, !"unica libertà da di. 182 fendere è quella collettiva contro i pericoli interni ed esterni: e questa libertà si i:dTermii con la organizza– zione. 4) « l'imporumte rion è tanto l'orgar1i:::.ct::.io11e quanto lo spirito di orgcmi::.:a:ionc ». A secondii delle si• tuazioni e delle condizioni obictlh•e occorre adottare tipi diversi di orga· nizzazionc, in or<line chiuso od in oi-• dine sparso, ma sempre a carattere volontario. « Noi si<tmo come un esercito in g11f'rra, e possiamo, ~econdo il. terre~ 110 e secon,/o le misure prcs.e dul ne– mico. combattere in grar1di nwsse o in ordine sp<1rso: l'esse,1:iale è che ci co11siclcriamoSempre memb,,~ del– lo st,csso esercito, che ubbidiamo tut• 1i alle stesse idee direttive e siamo sempre pront.i " ri,mirci it1 co/onnr compatte q11cmclooccorre e si. può ». Ecco alcune delle opinioni <li .Ma– latesta sul problema dell'organizza• zione: opinioni cui egli serberà fede e lentcrà di dar concreta esecuzione ogni <1ualvoha la situazione storica del suo paese si aprirì1 a prospettive rivoluzionarie: e che egli vedrà at• tuate in modo coerente ed organico in <1uelln « Unione Anarchica Italia• na )> c.he nel 1920 troverì, nella per– sona di Malatesta il ponte di raccor• do alb antica e gloriosa foderazione italiana <lell'« Associazione Interna– zionale dei Lavoratori » fondal.:t a Rimini nel 1872, quasi cinquanta an• ni prima. c. P. MASINI (Fine)

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