Volontà - anno II - n.3 - 1 settembre 1947

olirina, non soltanto per le possibi· lità di commerciare, ma anche per la di.fl' erenza degli clementi tecnici di produzione e le disponibilità di malerie prime, che perroctte\'ano a certune di la\·orarc con pieno rendi– mento, a cert'allre di lavorare al cin· quanta per cento, altre 311cora erano condotte a chiudere, con le cousc– gueuze antisociali che possiamo LJD. maginare. J-) Creazione di un parassitismo ammiuistra{i"o o pseudo-amministra· th o, spesso peggiore del padronato ate,so: pcrchè, quasi sempre, là clo· ve esisteva prima w1 solo padrone, vi erano ora quattro, cin<1uc, sci de– legati che 3ndavano insieme a fare qualsiasi passo, e che di fallo si sol· traevano alla produzione. 4°) Infine, nella maggior parte delle officine così amministrate la produttivitù è diminuita pcrchè pare che sia una tendenza naturale del '-Alariato di frenare il loro sforzo di produzione dal momento che i loro mezzi di esistenza sono assicurati. Che ciò piacc'ia o no, tale è la redtit che bisogna guardare in faccia. Questi fatti furono largt1mcntc ~fruttati dai nostri an,crsari, special· me'l1te dai comunisli. Ed al Congrcs• -:o Economico tcnulo dalla C. N. T. • Valencia nel marzo del 1938, se non ~i s~aglio, si stabilì tutta un<! serie di 1 n1surc discipliuari ridicole e ver– gognose per degli anarchici. Ma il problema non finisce qui. s.upponcndo che, come io stesso dc· si~cr?, !.i possa organizzare l'ccono· mm mduc:.trialc sulla base dei comi· la.t_i di officina e di fabbrica, l'esame piu semplice ci mostra che non si pu.ò concepire ogni officina ogni fab– bril'a che fonzioni isolatamente. Non fosse che per la riparlizione giu ..la delle materie prime, e per evitare che av\'.,:nga quello che abbiamo vi• sto in tante officine di Barcelon3, Sa· badcl, Torrasa, Valcneia, bisogna. che queste officine e queste fabbriche coordinino i loro rifornimenti con. un'organizzazione d'insieme già in o· gni città. Ma perchè questa ripartizione si operi, è nccc~aria un'organizzazio· ne d'insieme incaricata delle coru– pcrc. su un piano più vasto. Prendiamo, un esempio concreto~ L'Italia deve ricevere dall'cslcro del· le grandi quantità di cotone. Ogni fabbrica specializzata nella filatura,. lo farà venire per suo conto, indi– \ iclualmente, dall'India, dall'Egitto, dall'Argcnlina o dagli Stati Uniti? Ogni officina farà venire il suo ra– me, il suo stagno, il suo piombo, il suo ferro il suo carbone? Sarebbe assurdo pretenderlo. È necessario, dunque. per le materie prime, una organizzazione d'insieme che snppo• ne dei tecnici cd una certa coordi· nazione. Si obici terà che ciò crc:1 il peri· colo di una cenlralizzaziouc autori– taria. lo l'ammetto senza discuterlo. Il problema è di !lapcre -:e la vita ;;ocialc è possibile .. enza questa or• ganizzazioue d'in.::.icme, senza questa coordinazione di alti\'ilà. E se i,:i dice che quCsta coordinazione, con uffici tecnici specializzati è incompatibile con l'anarchia, io risponderò che al– lora. i 1;1ostria"versari hanno ragio· ne e che l'anarchismo è iocompati• bilc- con b vita -:ociale. ·. I Sindacati Jo non c.ouo sindacalista, nel senso che respingo la clourina marxista o

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