Volontà - anno II - n.3 - 1 settembre 1947

desse scn::.aconsult.a delibera:.ior1i sui modi di provu<'dere t1l pericolo e po• tu.se punire senza appellazione. La patria è in pericolo durante la rivol11• :ione, fu detto; per saloorla imitiamo la sauiez.:a. romana. e concentri.amo Slitti i poteri in una dittatura. Applica:.ione a sproposito d',m. istituto a,1tiro. come la teorica del giusto•rne:.zo lo era d'11n antico dettato. La rivoluzione è il passaggi.o da un ordine sociale vizioso a u.,1 ordine consentaneo alla giustizia; ella dura finchè gli ostacoli materiali che il pri• vilegio armato opponeva all'attuazio11e del diritto non siano al tutto rimossi. In questo periodo tenipestoso di disfacimento e di creazione. la dittaturn, q11ale i romani la intesero, sarebbe controrivoluzionaria, essendocliè il clit· latore romano non potesse tor.care la costituzione della città, non dis/arr gli ordini ve.echi. 11011 creare dei nuo1,·i. e la ri1,-olu:.ionc /1'opri.amente con· sisìa in atti di <1uestanatura. Clic se per dittatura intendiamo la crea:.ionc– artificiale ciel pot.err rinnuouatore, se 1,-ogliamoil dittatore precisamente per le /unzioni che i romani. a lui interdicevano, noti ci facciamo illusione collr parole. noi. 11011 siamo nei termini dell'antico istituto. e al.l'ini:iativa dal basso l'ini:iatii;a dall'alto, e alla potenza imperso,iale dell'idea voglicurw S0$1ituita la poten:.a personificata dell'uomo. Invece d'imitcrre le usan::e d'una repubblica, scimmieremo la mo11arcltia. Chiamiamo le cose col loro nomC'. Il clittator(' della rivoluzione è il. re col berretto rosso» {1). A questo punto il Montanclli pone in comparazione il ceo:arismo rivolu– zion:irio col c~snrismo chiesastico, mostrando come i preti, inalzar1do una gerarchia alla cui sommità sta il papa come vicario di Dio, abbiano additato la via ai nuo,•i preti della rivoluzione che vorrebbero fare del dittatore un ,·icario del Popolo, ,cnza comprendere gli uni e gli altri che nè dio nè popolo hanno vicarii. Ma, secondo l'autore, non fa meraviglia. che questa strana teoria che vorrebbe conciliare due cose diametralmente opposte come la dittatura e la rh•oluiionc, sia nata in Francia, patria di tuttC le manìe totalitarie, <leJ?li accentramenti simmetrici. dclJc fanatiche idob.1ric 11olitiehc (2). E prosegue: << Si; mettiamocelo bene in me,ite, la dittatura è incompatibile con la ri.1,-olu.zione, appunto p,·rd,è I.a rivoluzione è dittatur11 dc.i popolo: cioè esdu• sione d'ogni autorità, la quale, o per rirolo vecchio, o per titolo improL·vi– sato s'affermi arbitra delle volontà sollevate. Le s,iprem-aU.e rivoluzionari" non si di.scuto110, e coman,lano in riuoluz.ione quelli che sono spontanea· mente obbediti; oggi il combattente della barricata, domani il triliuno dello piazza, quell'altro l'oratore dell'Assemblea. Chi li lia fatti potenti? Clii oserebbe dire che uno o più indiLidui. per fiducia do continuare ,fino t,llo •I) Introduzione etc. ~it., ,pag. 181·82. (2) Malgrado ciò il Montanelli ebbe éCntpre foni .&impatie 1,er la Fnucia, ma non ,-rlò mai come il F«nri dì « ìnter-Yen10(r30ec,e • ma sohu10 di « mediuione franeete •· 37

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