Volontà - anno II - n.3 - 1 settembre 1947

lf'rna, o ;;.j riferi\ano ai vecchi programmi ~ociali-..ti « rifore l'halia » .. litri non vi ,·edevano che una triste ncdità storica, una tradizione di borbonica_ :,~rvitù, che una democrazia liberale a,•rebbe Wl po' per volta eliminato. Ahri sentenziavano non essere altro, il problema meridionale. che un caso particolare della oppressione capilnJi;;.tica, che l;i dittatura del proletariato avrebbe senz'altro risolto. Altri ancora pensavano a una \'Cm inferiorità. di razzu, e parlavano del sud come di uu peso morto per l'Jtalin del nord. ,. studia\'ano le provvidenze per ovviare, dall'alto, a questo doloroso stato di fatto. Per tutti, lo Stato avrebbe do,•uto fare <1ualcosa, quulcosn di molto utile, benedico e prov,•idenziale: e mi avevano guardato con stupore quando Ì<' avevo detto che lo Stato, come essi lo intende,•ano, era invece l'oi:ta– colo fondamentale a che si faCC!.SC qualunque cosa. Non può essere lo Stato, avevo deuo. a risolvere la questione meridionale. per la ragione che quello che noi chiamiamo problema meridionale uon è altro che il pro– hlcma dello Stato. Fra lo Hatali'-mo fascista, lo statalismo libcrnlc, lo stata· li..mo socialistico, e tutte quelle altre future forme di statalismo che in Wl paese piccolo-borghese come il nostro cercheranno <li sorgere, e l'antistala· Ji,.mo dei contadini, c'è, e ci ;;.arà ~emprc, un abi;;.so; e ,;:.j potri1 cercare di colmarlo soltanto quando riusciremo n creare una forma cli Slato, di cui •nchc i contadini si scnLano parte. Le opere pubbliche. le bonifiche, sono ottime, mn non risoh·ono il problema. La colonizzazione interna potrà a· vere dei discreti frutti materiali, ma tutta l'Italia, non solo il mezzogiorno. diventerebbe una colonia. I piani centralizzati po;;.sono portare grandi ri– ~ultati praLici. ma sotto qualunque segno resterebbero due ltalie ostili. Il problema di cui parliamo è mollo più cowplc;;.;;.odi quanto pensiate. R:i lrc divcr;;.i nspeui. che ;;.ono le tre facce di una ;;.ola realti1. e che non pos– ..ono Clòl."'erc intese nè risolte separatamente. Siamo ionanzitullo di rronte al coesistere di due civiltà diveN:i.;:.;;.ime,nessuna delle <1uali è in grado di a!l,;:.imilarcl'altra. Campagna e cillà. civiltà precristian:1 e t·iviltà non più cri;;.tiana, ;;.1annodi rrontc; e finl"hè In ;;.cconda continuerù ad imporre alla prima la !-Ua teocrazia slatalc, il dis.;:.idio continucri1. Ln guerra aLLualc, e quelle che verranno, sono in grnn pnrte il risultato di questo dissidio sc– <-olarc, giunto ora alla sua pil, intcma acutezza, e 11011 ;;.oltanto in Italia. La civiltà contadina sarì, i;;cmpre vinta, ma non .;:.ilascerà mai ,chiacciare tfcl tutto, ;;_j conserverà sollo i veli della pazienza, per c;;..pfocleredi tratto in tratto: e la cri;;.i mortale si perpetuerà. Il brigantaggio, guerra conta· rlina, ne è la prova: e quello del <.ccolo scor~o non sarà l'ultimo. Finchè Roma govcrneri1 Matera. M::ttcra ;;.arà anarchica e di;;;pcrata. t' Roma di· "peratn e tirannica. Il ~econclo aspetto del problema è quello economico: è il problema della miseria. Quelle terre si ,;:.onoandate progrc.;:.sivamcnte impoverendo; le_foreste ;;.onostate tagliate, i fiumi si ~ono fatti torrenti, gli animali si sono diradati, invece degli alberi, dei prati e dei boscl1i, ci si è ostinati a colti· vnrc il grano in terre inadatte. on ci sono capitali. non c'è industria, non c'è ri.-.parmio, non ci sono St:uolc, l'ernigrnzione è diventato impossibile. 27.

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