Volontà - anno II - n.3 - 1 settembre 1947

,•ivevano, lottavano e cadevano senQ preoccuparsi delle frontiere, delle razze o dei regimi. Io non penso che wia sola organizu.zione politica o sindacale interna– zionale abbia fornito tanto lavoro di soccorso ai perseguitati, ai clandestini 11uanto la solidarietà profonda e costante dei nostri ambienti. "Noi possiamo esserne fieri oggi, perchè non abbiamo da oltrepassare nessuno degli ostacoli artificiali che si ergono davanti alle altre organizza– zioni operaie o democratiche per riannodare i legami con i vicini e con i lontani. Se l'Internazionale di Mosca si è ufficialmente disciolta per ipo• crisia e per meglio sfruttare j sentimenti patriottici, se la Conferenza so– eialistn di Zurigo à discusso per sedute intere iJ problema di sapere se i !locial-democratici tedeschi potevano o no essere ammessi, gli anarchici non hanno nemmeno coscienza che simile problema possa essere evocato tra rivoluzionari o ribelli. Poichè il nostro internazionalismo è naturale e spontaneo, è dunque necessario attribuire una qualsiasi importanza alla creazione di una Inter· nazionale ,rnarchica? Bisogna correre il rischio di codifitare, di irrigidire questi sentimenti, questo modo di pensare e questa solidarietà organiz– z:rndo con le riunioni, le commissioni, le mozioni troppo studiate, una In• ternazionale con sede e ufficio centrale? Se la questione si presentasse così, uoi diremmo no,. perchè noi non dimentichiamo che la forza della nostra internazionale risiede essenzial– mente nella sua improvvisazione e nel fotto che è sostenuta e messa in pratica da migliaia di anonimi e di sconosciuti. -Ma non dobbiamo solamente difenderci contro i colpi della reprcs• sione e aiutare dei compagni imprigionati. Si presentano, oggi, in w1 mondo che vogliamo unito nella sua di"crsità, dei compiti enormi. Gettiamo un colpo d'occhio su un atlante geografico e vediamo quali sono le,regioni del globo dove i nostri movimenti hanno o possono avere una parte di primo piano. Noi non vi troviamo che qualche nazione latina, dei paesi dcli' America del Sud e qualche regione scandinava, delle infime minoranze presso gli Anglo-sassoni, dei gruppi deboli e ad esistenza io– lermi.ltcntc nelle altre nazioni europee. a colossi imperialisti d'oggi: gli Stati Uniti e l'Unione So"Yietica; la regione chiave dell'Europa: ia GermaQia; il magma prodigioso dei popoli rnloniali: la Cina immensa sono press'a poco esenti dal rermcnto liber– tario. I piìa grandi problemi dell'epoca si risolvono - male - scn~a che il fo_t_tor~ anarchico .possa intervenire, nemmeno indirettamente. E per di piu, 1 nostri movimenti, le cui radici scendono nella realtà operaia e con– ladina, ignorano troppo spe,so i tentati"i dei gruppi anarchici delle regioni lontane. . Certo, quando un proscritto russo o bulgaro, nord-africano o peruviano ~. prc~cnta in una riunione di compagni, è c:icuro di trovare il mater.asso 17

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