Volontà - anno I - n.1 - 1 luglio 1946

Noi ci siamo laua coll'llit,t{> ~/ella critica, delt'ind11:io11e ed ,mche col se11time1110 mm nostra co11ce:io11e',li quelle, che riteniamo un'approssimativa verità, sia d'ordine /iloSo- fi.co, che politico, sociale, ecl eco11omico. · I.AJ . · soste11Ùtmo, la propaghiamo e la di}e11dia1110.E saremmo impostori e fro<fotori. se corwiriti di essa, no11 si restasse in1ra11sige111i 11etsoster1erla e progapa11darla, e temaro ,uiche di reali::::(irfo assieme co11 quami conse11io110 in. e.ssa, tal-e e l1uale ce la figuriamo; 1wn smi1111::mulola o dell1rpa11(lo/a per calcolo, opportuhisnlQ o viltil. Ma 11oino11 pos• siamo obbligare gli altri. quelli che so,1 ,li /)ilrere comrario, a credere e giurare 11ella 11os1raapprossir11ativa verità,. a jQr/a pi-opria ed a11clie praticarla. Ccrtame11te se tra la 11ostrae la loro i11tervi~r1e11011. w, accordo di mutua tollera11:a, ma wt obbligo cli servitù, tli rimmcia, è evidente allora che 11011. c'è pi,ì toll.ermi:a che tenga. Quando l'altrui libertà si arma a 11eg,1re la nostra, o vuol4'! per lo m.cno imbava– gliarla, 11oi dobbillmo difenderci e liberarci. St siamo co11vU1tidella 11ostra verità. L"i11• trnrisigc11:a, i11 tal caso, ,leve as.s,m,ere <mche forme eroiche di difesa per.sonalc e collet– tiva da fX1rte di quanti co11.se11to110 cc,11le no.sire a.spira:ioni. Rispettare 1111'afrrnilibertà 11011sig11ifu:a d1mque affollo - come certi cri1ici illte• rei>satia !1-ostenere fo re.si della logicitù dell'autoritarismo ,prete11do110attribue11doci mur loro illterpreta:it-me della nostra « liberti, per tutti» - subirla e toUerarla se è i11, COII• lra!Jto co11 la riostrn o lo 11egae combatte s11-allro terreno che quello della discussio11e. Quarulo c'è sopraf/a:io11e, c'è legittima difesa: c'è con'/litto, c'è lotta e ,liviene com, prensibile 1 che « 11ella guerra non si mis11rino i colpi>). , .41a come 11011 è co11ccpibile la tollcro11w veno clii pretende moralmente e /i.sica– mer1te opprimerci, noi. dobbiamo evitare di ,:onfondere t'intrall$igen:a dei. convinti co1t quella dei fanatici, çhe il faiiati.s,;,o .stesso im1"ce alle pùì. bestiali e stu.pid4'!manife– sta.::io11id'imollera11:a e clic co11Jorulo,10 l'eventuale ncce.ssìtà difensiva ed il ricorso alla violenza, come extrem3 rati.o, coll 'inipo.si :io11e violenta e .si.stematù:o, co111ro clii · disscnte o ci contra.sia; impo.si: io11c che 11on. persuade anche quando costringe. E per– suade meno q1t<mtopiù costringe. I· metodi di coarta:ione, di. as..servimento morale e materiale, propri. a tutti i sistemi to1ali1.<1ri, ad, ogni dogmatismo chiesa.stico, 110n,po.sso110 es.sere in 11eS.1un. ca.so i nostri. Chi vuol venire a noi deve venirvi per consentimento libero e cosci.ente e 110n per uirtù del nu111g011etlo o d'altre im ,po.si :ioni. turbolenti. La .società dei liberi e degli uguali no,1 può essere organi::ata nè da servi i111imi– cli1il,nè da opporfoni,Cti occasi.onali, nè da tira11neUi in po1e,1za. Guai allorchè le masse giungono a credere all'infallibilità d'un uomo! Guçai allorchè Je masse si avvezzano· alla fede e nori alla ra– gione! è questo il segreto sul quale fino ad or~ si è basata la tirannide, che ha trovato facile la strada nel conseguimento dei suoi disegni: .dappoichè. il perisare è fati~a dalla quale rifuggono le. woltitudin~ cqrrive s·empre al credere. CARLO PISACANE 35

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