La Voce - anno II - n. 28 - 23 giugno 1910

LA VOCE e di democratizzazione che merita un cenno: ha adottato. cioè, il sistema di fare eleggere il proprio pastore dall'assemble,1, che si impegnn, mediante contribuzione mensile proporzionata alle condi1.ioni economiche degli aderenti, a pro\'– vederc alle spese necessarie al suo sostentamemo ed al culto. La Chiesa è così convertita in una associazione cultuale autonoma che ha in sè le ragioni della sua vita ed ~ posta nella necessità di essere combattiva per non isterilirsi. È la prova del fuoco, una pietra di paragone della sua energia e della sua unità. Le Chiese prote– st:rnti 11011 hanno abbnstanzn compreso quanto <1uella conlinua dipendenza dai soccor:si stranieri abbia contribuito a renderle impopolari in Italia; basterebbe solo la lettura cli qualche numero cli ~1uel fascicoletto che si pubblica periodicamente in Scozia col titolo A z•oirr /1-0,n /la/;1 per alie– nar loro ogni simpatia italiana : vi ho letto, a \'Ohe, delle pagine sul carattere italiano cosi su• perficiali, cosi accomodate ai gusti inglesi, co5,i false! L'opera delle Chiese è spesso aiutata da isti– tuzioni di beneficenza e di cultura: OSJ>edali, orfanotrofi e associnzioni giovnuili con biblio1c– che circolanti, ins('gnamento delle lingue stra– niere, conferenze, discussioni. .. AHoclazlonl a;lovanlll. Di queste istirnzioni non si può dir che bene: esse sono, in genernle, animate di spirito più largo delle Chiese e si sforzano di \':.ucare i li– miti dt:I confessionalismo aprendosi alla gio\'Cntù di tutte le denominazioni protestanti. Non vi è dubbio, che se riuscissero a proporsi dei metodi pratici di diffusione della cultura e di afliata– mento intimo collt correnti della \•Ìta contempo• ranea, sia pure abbandonando qualche studio bi 4 blico e qualche serata di ricreazione, l'opera loro potrebbe essere molta proficua. La cultura. La media dei fedeli, dato il ca ratiere del culto e della propaganda protestante, sa almeno ren– dere conto delle proprie opinioni religiose, ma 11011 bisogna arguirne che il livello della cultura pro– testante sia molto alto. Nel principio della pro1,aganda tutti gli sforzi erano volti a costituir!! una Chiesa: la stampa a\'e\·a un ufficio parenetico, di edificazione, cercava di agire sul sentimento più che di convincere la ragione. Queslo era conseguito ricalcando le orme della Riforma e <111indi im– pregnato di intcl\ettualbmo: le qui:Jtioni che la Riforma si era poste ed aveva cercnto cli risol– \'ere dove\ ano co~tituire una tappa necessaria per ogui anima, di\'eni\'ano quindi una cristal- 1izzazione logica da imporsi :'\gli altri. Libri di 1>olemica, di geografia biblica, di storia sacra, hanno la pre,·alenza e si :'\!ternano coi giornali dei fanciulli delle scuole domtnicali, coi comenti biblici, coi racconti di "propaganda, con trattati illu~trath i a larga distril.mzione, edizioni di inni da cantar-.i nelle clw.:se, passi biblici illmarnti cl,\ "igncllc.: da appendersi alle pareti. Si rifugge dalla meditazione, dalla critica, d:1lla ri\'aluta– zione: !'..i1ratta di di\'ulgare opere elementari, facili, materiate di allerm.vioni. l• scuola di leolo1l1. Alla cultura \'era e propria a\'rebbe dovuto prov\'ederc la facoll:\ cli teolog-ia dotata di una biblioteca prOt\'.''itantc abba..,tanza ricca e com– prendente, ad ogni modo, \lll materiale biblio– grafico irreperibile nelle altre biblioteche del Regno. Abolito nel 1$73 l'insegnamento della teologia nelle uni\•ersità, t.1ucsta scuola pri,·ata e libcra, la cui esistenza finanziaria era 1>rcs– sochè assicurata, :wrebbe potuto esercitare una influenza considere\'olc sul pen..,iero italiano. '.\la e-.sa non ha mai avuto fini di cultura e la Ji. bertà le C mancata. Co~tituita unicamente per proncdere alla prepara,ione cli un corpo di pastori, C!-.sa non si è dipartita dall' in&eg1m– menlo confessionale: i capitali stranieri che la -,ostengono. la ~ua suborcPnazione :tlla Chiesa, ,sco1>0della sua esisten✓.a, hanno as..,iepato un Kravame di ostacoli che nes!.uno sforzo I'.: ,·,ilso a rimuo\'ere. I proft:ssori, reclutati tra i p;.1-,tori più colli si sono, in maggioranza, limitati a ri– i>etcre in dognwtica quanto di 1>iùtrito si insc– gna\·a nelle scuole congeneri dell'eMero ed i11 critica biblica sono !-.lati pedissec1ui delle tradi– idoni ortodosse. Se la pressione delle nuo,e correnti clc-1pensiero li ha quasi costretti ad inno\'are, lo hanno f.ttto in un modo inatteso, andando a caso come gli uccelli notturni nel sole improvviso: cosi in una scuola teologica in cui anzichè storia delle religioni ~i im,egna storia della Chiesa, in meao a genie assoluta– mente ignara di filosofia c.:danche di storia della filosofia, si t; btiwito un corso di sociologia spenceriann, r-.1>ernndofon,e che all'ombra del• l'inconoscibile t di c1uella bella e,oluzione a ro\'escio si :'\bbarbichi e rifiorisca la reli~ione– Siamo sulln strncla della c:meclra cli « Cose in genernle » del buon professor Teufolsclròeckh. \"i è 'itata si una \'OCe sincero; per quanto debole fa bene una ,·oce sincera come quella di Emilio Comba. Oltre il merito d! studioso corretto e coscien• zioso di cui sono prova le sue ricerche l>iblio– grafiche e documentali sempre di prima mano, le sut storie dti Valdesi e della Riforma ita• liana ll>Onoun tentativo cli emancipazione dal tradizionalismo pigro e biJ:"OllO. 'ella storia dei \'aldcsi egli, valcle~e cli nascita, pastore ed e\'an~clizzatore ardente, ha posto termine a quella fantastica e comoda npologetica valdese (che non era solo di Legtro e degli storici an– tichi, ma passa\'a come moneta corrente nella propaganda) che voleva far rimontare le origini della protesta valdese ni tempi npostolici e ne– gava la viva e formatrice influenza della Rifor– mn calvinista; parr:\ poco oggi, a parecchi, ma hiso~na tener presente che a qucsli ambienti ristrel'i non giungono le \'Oci rigorose dal cli– fuori o tro\'ano una congerie di pregiudizi orga– nizzati ed .1ssimilati che le rendono inenicaci: quel che conta in tali ambienti è l'onestà dei loro membri ccl il loro coraggio. Anche « I nostri protestanti » l'opera cui ho alluso al prin– cipio di questo scritto criticandone i risultali è in questo senso, proficua, come <1uellache com– batte il pregiudizio di ridurre tutto il Cristia– nesimo a\ln Riforma e si sforza cli ricollegare il presente ad una grande tradizione italiana. Que– sto sforzo ~ da npprezzar:Ji: il Comba è stato infatti l'unico valdese che, senza essere mns– sone, abbia interessato alle sue idee ed ai suoi lavori c1ualche rivista e qualche studioso italiano. (Villnri, Masi). 011 studenti. Torniamo alla scuola cli teologia. L'insegna– mento dura tre anni più uno all'estero per gli studenti migliori, godendo la focolt:\ cli alcune borse cli studio in Inghilterra, Germania e Sviz– zera; gli studenti vivono collegialmente nel palazzo della scuola e sono sussidiati con una modesta borsa di srndio mensile; non vi sono lezioni che la mattina, dalle otto a mezzogiorno; le altre ore dovrebbero essere date allo studio ed al raccoglimento. )la \'ediamo chi sono que– sti studenti: sono, in grnnde mnggioranza dei provincialoui che hanno fouo il liceo in famiglia a Torre Pellice, un liceo di fondazione valdese, oggi pareggiw.to :t quelli regi, in cui in!>~~uano. quasi esclusi,·amcnte, 1>rofessori valdesi; un liceo cli provincia nè migliore nè peggiore degli nitri, se pure con maggiori preoccupa.tioni morali. Questo aver fotto il liceo, a genie che ieri \"illl· gava o folciavn il fieno, dii in provincia una certa autore\'Olezza, colloca tra le persone cli riguardo che non si sa do\'e possano arrivare. Trn la gente che ammunisce auaccata al cam– panello di una botteguccia e quella che dà il suo corpo alla sen'itù della terra, il fu1uro cit– tadino appare un trionfatore; !'..e poi di lassù , iene a Fircnze per tornar domani con 11110 sliffdius fiammante a chinar c1uella te~ta umi– liata alla consacrazione, sale subito di un altro grado. Ne derirn in questi gio\'ani montanari sani di anima come di coq>o (la severa educazi<'ne fo. miliare, l'avversione rcligioll>aper le opere della carne li pre!.en·a dalle bas!'>Czzedi tanti gio\'ani) un <"erto sen-.o di ripos:1t~1 sicurcu.a cli sè, un addormentamento dello i,,pirito nella cenez..:adella carriera a1>crta e, qualche volta, una balorda ,·an· teri,1 di fronte nlla serietà degli studi, una im– possibilità al tormentoso lavorio dèl pem,iero che anni~ntano e rendono !'tlupida e infruttuo!'ta <1uel!a loro sterile e fredda purezza. Se arrivano a discutere sui corsi che se– Kllono scrivendo sollo dett::nur,1 <111elloche fu -:.tampa, si auarclcranno ad osscr\'are che sono noioi,i o dillicili a ritenere; ;nendo ~:i;\ in vista i prossimi es:1111i ; sep:m111doli dnlla vita, dalla intimitù delle espèrienzt: reli;dosc. Si parla pure nei loro corsi della perdizione delle anime, ma tutto è sal\'O per questi i-uperficiali. lm111a1,ònatclidomani :'\ capo di una chic-.n, 1:rn– ciati nel mondo col baga}{lio di qualche idea che non si è colorita della loro personalit;\, ma è tutta o in un fanatismo cieco o in una adesione abitudinaria succhiatn col s.in >;ue materno; 11011 , i :-.tupirete !-.Cli tendoli rifare sul pulpito elci com– ponimenti di ginnasio, vedendoli anelare a hm– toni nel c,unpo delle idee attuali e sfoJ:"arc;ia creare e comb:lltere dh,..,idi che :-.ono scom1>arsi dal no~tro orinonte spirituale 111:1 che, a).:'liefft:lli pratici, debbono ri!<.uc;c-itare per far \·alt:rc <1uel J>O' di polenuca e di apologetica ingozzate cli fre– -;eo a scuola. La grnndiosa macst:'t clellH Bibbia che leggono nelle loro chiese i.: offesii di que~te chiacchiere 3 cipite col loro contorno di untuosa J,çr;nità. Bibloteca Gino Bianco '.\lolti, piegati dalla forza ciel tempo e dell'abi– tudine, fini<,cono per ridurre la loro attività ad nn tranquillo funzionariato conser\'atore e nella santa igna\'ia delle \'isite agli ospedali, alle fa. miglie legate alla Chiesa, a qualche opern filan– tropica, vedono scolare i loro giorni facili, uguali e sereni allcvaudo una numerosa e ben regolata fam,glia in cui la religione si riduce spesso alla simp:uia per l'ambiente quieto in cui è cresciuta; qu.1lcuno, ~pronato dalla nect:ssitil di un pubblico e di qualche appog~io, soHiene alla i.ua debo– lezza trescnndo colla :\lnssoneria; altri tiene nella Chiesa una scuola tli buon senso o di polemica anticlericale sociali-.toide tiJlO Asino. con mag– gior onestà (vedi la recente interrogazione Po– drecca alla Camera.) Sc ciuqu:rnt'anni cli predicazione hanno dato i risultati scarsis<,imi che tuui sanno non c'è da mernvigliarsi, mn una parte dell'insuccesso è clo– ,·uto alla preparazione in c1uesta scuola. So bene che se ~i può insegnare tm metodo di i:,lndio ~ \"nno SJH:rare di inSC}{narla religione o la ,·ita dello spirito, ma in ogni anima è grande l'influenlacheescrcitn uno spirito forte e combat– tivo; è una pro\'Ocazionc, una spinta. Questo è mancato e manca ai \"aldesi ed ai loro p1ofos– sori di teologia anche tenuto conto della ottusa st:nsibilitil, e della 1>ocaimmaginazione della loro ra7.la. Non so se abbia n ciò contribuito <111el• l'annichilimento dell'orgoglio, quella mortifica– zione della \"Olo11t(1, predicate da Calvino. Egli ne aveva vuotato la natura umana pt:r far posto alla grazia divina: « siamo poveri peccatori con– cepiti e 11a1inel peccalo, incapaci da noi stessi cli fare nlcun bene .... » ma questa dovrebbe es– sere una iniziazione :.1Jlleroismo. Avessero pur pcnc;ato a Calvino, l'energico, il cui corpo, cli\'O• rato dai mali clell'alliviti\ era esca al fuoco in– terno ! Certo è doloroso constat:1re cht: una scuola di questo g-encre che a\'eva anche al suo servi– zio una buona st:unperia e quella fortunata pos– sibi\it;\ cli mandar a studiare all'estero i suoi mi– gliori scolari, non abbia saputo prender posto nel campo clcgli studi ed abbin !:'\sciato al signor Labanca illuminare I' Italia colle sue compila– zioni. Oloraall e rlvl!ltt. I professori di teologia oltre la loro attività cli insegnanti, sono stati redattori, in passato, della Ril•i.s/a C1isliana che, da alcuni anni, ha ricominciato le :Jue pubblicazioni ; è 1111 giornale serio che rispecchia ora le preoccu1>:1zionida cui è ~g-::.u:i l:,, chlcsa e contiene spc~so studi co– scienziosi e ponderati, ma gli mancano geninlit:\ e coraggio : certo tutti gli sforzi dovrebbero es– stre diretti a migliorarlo, abolendo senz'altro quel foglietto settimanale scioccherello e preten– zioso che \!Orrebbc propugnare tante cose grandi e mancia in\'ece puao di sacristia, come, del re• sto, i Kiornali congeneri che pubblicano le altrr clenomin;izioni protestanti. :'\on mancano Ira i protestanti irnliani le anime illuminate, ma in C!>~e la religicme è fotta di inti– mi1f1, di bene,·olC'nza, cli amort e di rado giuni::e n quella tensione.: imperiosa che non si appaga se non impronta della sua traccia sicura, la re:lltil. Nel complesso anche in l1alia il protestautc· simo si risente dei suoi dubbiosi fondamenti teo– r1.:Liciche ne fanno uno stato di transizione, un tentativo <li far rias..,orbire alla vita, attraverso le .esperienze individuali, il profondo contenuto unrnno del Cri<:tianesimo inceppato nella tradi– ,.ione ecclesiastic.,. ~la questo tentati\"o è staio fruc;trato dalla mancanza cli f"Omplesse energie in– cli,·iduali che nel campo del pensiero, dell'arte e della prntica rendessero manifesta ed efficace questa cri,i di trasformazione. La sua debolezza è la sua colpa. Crlstlant1lmo soclalt. Nel campo pratico \"i sono accenni ad un ri– sveglio. 1..:11giovane cora~xioso, preoccupato dell'inerzia in cui muore il cristianesimo 1racli– z:onalc, ha impreso a scuo1erlo dalla sua apatia, adt.htnndogli i 11110\'iorizzonti di civilt:\ che la lotta sociale , a 1>rcpara11do. Seguendo le 1coric di alcuni pastori franct:si, egli sostiene che il si– gnificato della predicazione cli Cri~to sul Regno di Dio è l'an-cnto di un regno terreno, in cui la giusti1.ia e la bcne\'Olenza reggeranno l'uma– nit.\ : l'nspettazione di una <livina parous:a è cosi ridata alle anime credenti, che <lebhono prepa– rarla i!'..pirandosi ad tm:'\ bene in1esa soliclariet:\ sociale. Questa inizinti\'a ha del buono e la !<.tl:l em– cacia pratica comincia a for<:isentire nel chiuso cam1>0 della prOJ)aganda cvanl{elica. )la il suo fomlamento è nrbitrario: ridurre a questo il Cristianesimo è disconoscerne l' im• i>0rtanza univer:-.alc come fatto religioso. Ripor– late ai primi secoli di esso questa idea o quella cui è giu11to lo I larnach distillando e volatiliz– zando le fonti e o la tro, erc.:te assurda o trO\'t:• rete a-.surdo ed inc.:splicahile rntto lo svolgimento 345 storico della conquist:1 che i I Cristianesimo ha operata del mondo. \'ero è che questa idea ri– sponde solo ad esigenze della pratica, è un prin– cipio di forza e, contemporaneamente, un ten– tativo di far pnss:ue il socialismo nelle forme cristiane. La storia non consente questo ria\'vi– cina111e11to : il socialismo è apparso colla lotta di classe ed ha 1rionfato acuendo questo contrasto; l'antisoliclarietà è stata la sua base e la sua leva; la sua morale è fondata ~u ta\'ole di \'alori non prec;e a prestito e diverse da quelle cristiane e solo in grazia della sua violenta origin.1lit.:\ ha potu10 tro\·ar 1>0s10nel mondo. È una generosa illusione quella cli questi giovani che \'aie come accenno ;1cl 1111:t crisi benefica. Chi ha vissuto lungamente nella sublime tirnnni:1 cieli' i,lea cri– stiana è tratto a riferire ad essa tutta la vita del mondo; se abbandona insensibilmente quello che non concorcl.1 coll'attualità della sua espe– rienza, l'orrore del \'Uoto spirituale lo risospinge ben pr<'sto a for torto :11 passato per :-,ccorclarlo coi suoi bisogni nuovi. i\la il regno di Dio è dei \"ioleuti, di coloro che 16 sforzano; se Crislo non m'esse a\"uto da annunziare al mondo che la democrazia sociale, avrebbe forse finito per trovr.rsi d'accordo con tutti. La via delle con– cessioni è 1>ericolosa: sul giornale di questi gio• vani \'celo infalti un invilo a partecipare al con– gresso del libero pensiero e delle affettuose manifestazioni verso la chiesuola mazziniana. Da un umanitarismo senza nervi \'iene la confusione. Le idee forti nascono con le unghie; la fede che opera non è un accomodamento, ma uno slancio di tutto l'individuo. Un rivolelto logora le ma– cine pigre, ma le gore gonfie sbriciolano cumuli di farina. P!EKO jAIIIP.R. Il libro di uno Psichiatra. Cl) Non avrei osato di scriverne, mi sarei limitato a studiarlo, se non a\'essi trovato in questo li– bro due capitoli sui • problemi psicologici • e i « problemi pratici •• che mi sono parsi un po' di nostra competenza. D'altronde ho pensato, che valesse la pena di trattarne, perchè è scritto da un professore di Università, che \'3 per la maggiore tra i 1>0siti– visti, e dicono che as1>iri alla successione ciel Lombroso. Pre.;so gli psichiatri se ne parla, t! vero, come cli u11 « geniale filosofo » ; chissà che i filosofi non debbano lasciargli le qualità di 1111 • geninle psichiatra •? Ad ogni modo dacchè cost~d ~i si pr~senta in veste filosofica, affront:mdo I pn) ardm pro– blemi del pensiero, cerchiamo - mi son detto - di farci un'idea nostra della misura dell'uomo. $:'\rà anche serio filosofo, se è scienziato serio; l'abito del severo e scrupoloso c.:sperimentatore do\'r:\ nnchc manifestarsi nella cauta diligenza delle sue informn.tioni filosofiche. I lo letto ; e ho trovato che il Lugnro in filo– sofia è un imprO\'\'isatore, senza dubbio. Ma, lo confo,;;,so, I::?. conclusione d<.:I mio_ ~illogis11_10 ~ dunque il Lugaro è anche un prec1p1toso ps1clu;~– tra - ripen!.ancloci non ve la do affatto per si– cura. Anzi 1>ro1)e11<lo per l'opinione contraria. Pcrchè quella mia premessa minore - se il J._.11- garo è scienziato serio, sarà anche filosofo seno, _ va. sì, Sl!COncloil buon senso, ma non se– condo il sen~o psichiatrico. I hiologi, in ~cnerc, i cultori d_i scienze me– diche, ma pilÌ cli certi rami speciali, non scn1ono niente affatto il biso~no cli studiare filosofiayer filosofare. Pensano cht- occorra una preparazione paziente, un metodo delicato e comp!esso per fan.- della buona sciemn, ma che d1 filosofia possa clisc.utl!rsi a lume di .nast>, sen1.:1.p~epa– razione e senza metodo. Anzi qunnlo p1u s1 a\'• venturano in sentenze filosofiche, tanto pil) po– sano a dispregiatori e negatori della filosofia .. E mentre da parecchi anni studenti e studiosi di cose filosofiche sogliono farsi un dovere, talvolta ancht feticista. cli apprendere dalla pa– rola e dagli scritti degli scienziati le conclu~ioni clelle ricerche posith·e per farne tesoro nelle loro riflessioni, anclie qu:mdo sono fermamente m·\·ersi al posith-ismo, anzi propri~ e piU_ 5e:ria~ mente allora; ~li studenti e gli. stud1os1 .d1 scienze particolari, spcciahne,~te. e~• quelle m: torno :li corpo 11mnno e spec1:lllsi;1!n:uue~1te d~ <iuclle che pretendono cli r!ce~care I nes~1.degl! org:rni corporei colle fu!u11')m dello spin_to, s1 fanno 1 m diritto di non s1 curar neppure eh vol– tarsi n. chiedere che cosa indaghino e che tro– vino i poveri filosofi. . . Per mi biologo, per u11 fisiologo., per 11110 psi– chiatra, il pen.,iero umnno degno ~1 questo .nomE: non ha :wmo cominciamento che 11g1orn<,> 11~ cm l'uomo si è messo a scrntare le circ<,>nvoluz10111 ()e_l suo cer\'ello, le sezioni della s1)111~ e 1~ Ca\·11a clcll'utero. Il resto non fu che rnmloqmo. Che importa di Platone, cli Aristotele. di 1'ant? Tutta Kente che l'uomo vero e reale 11011 lo ha m:11 • visto. I problemi della filosol~a? M_a,. non \'al nemmeno l:t pc.:na di domanc!ars1 c_iu.ali steno. L'umanità non ha allri problenu r~ah mtorno a sè medesima, che <1uelli che le ~• present:111~ nei gabinetti de).:'lì csperimentaton. Le soh1z10!1~ 1 che hanno proposto i filosofi ai l~r probleun. Peggio che ptggh,. Sogni di sogni. '.\la almeno bisognerà informarsi del valore delle parole usa– te dai filosofi? Neppur questo. Son hngua mor- ta senza figliuolanza. . . E cosi cotesta gente onesta, 111faucata, spesso ammirata, qualche \'Olla clan·cn> benefica a c.isa sun, se ne viene allo scuro su per le s~ale e le s1anze di cnsa altrui, nnnaspando, rovesciando h) Easuto l~uGAtlO. / ,,,1,f,,,., ,J,.,,.,• riti/a ,1ùlua1tù,, Pahumo, Sa11dron, 1910.

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