La Voce - anno I - n. 42 - 30 settembre 1909

LA VOCE 11giornalismocattolico. Scrive,·o <ttmlchc anno addietro e penso an– che oggi : i c/r,·imli ila/ù,,,i so110 rssr11:ialme11/e dei St'li•i. Nè è mcr:"•iglia che sia cosi: mli, infalli, li rende il principio fondamentale dcl– l'cclucazione cattolica, specie nei paesi latini, eia Jgnazio l.la l.oyoln e dal concilio di Trento in poi: foggiare Kli uomini su di uno ,;;tampo comune, con– ge~nato e fissato in ogni MIO minimo particolare dal supt:riore : e <111indi ~pezzarc in essi, dagli ini– zii, l'iniziativa e la persoualit!l, insegnare ad essi non una fe<le da far propria ma un catechismo che debbono guardarsi dal di-.cutcrc o solo dal– l'esaminare, teoriuart tuui i rasi delln vita in– teriore ed estl'rna, perchè in tutti <.lc,·e entrare il dirdlorr spirill1t1/r, unico rcs1>ons.,hile della condotta del µuilt'nlr. avere, cosi, degli uomini deformati e dimeu:.1ti, il cui principio di azione ~ fuori di cs.,i. nelle m:mi di un su1>eriore; il quale alla sua voh11 obbedisce a un altro su1>e– riore, hinchè si giunge a un uomo che, es!)endo so1>ra tutti, è, ciò non o~tante, il più servo di tutti ; poichè l'assoluta im1>0ssibilità di vivere e di pcn:.arc e di at,dre per tnnti lo costringe a rimettersi inticra11H.:n1c:dia tradizione cd al si– stenrn, cioè al /nrss«lo, a <111clloche è sostan- 1.ialmentc morto e che quindi, per mezzo della nutorit:\, mortifica ì vivi, e dichiarare suprema virtù questa uccisione di sè sull'altare ciel pas– sato, blll)remo dclitlo la vita. E così il cattoli– cismo unicialc è divenuto la più tragica nega– zione de.I cristianesimo, se sostanza di questo era l'11ppe.llo alle ph) intime e profonde energie della coscienza, per trarle a una i-eligione di ,·e– rità e di libei-t:\. Questo stato d'animo si i-i flette, naturalmente, nella stamp., clericale, ; ed io esaminai in un nu– mero 1>reccde111edella Vorr (n. 25) quella parte di essa che nccctta con docile e supina sei-vilità il histema ecclesiastico ge:-.uitico e \'aticano, non curandosi del conflitto insmrnbile nel quale \'iene cos\ a tro\'arsi con In democrazia, con la scienza, con la :-.tessa costituzione italiana, proclaman– dolo, anzi, apcrtnmente. Ma v'è un altro gruppo di giornali, scritti per cattolici e soprattutto per preli, strumento di èalcoli politici di uomini i quali hanno bisogno di contare sulle forze clettor~li che sono in mAno <le.Iclero e q11in,1i (li gtmd:ign:trsi e con– servarsi l'appro\'azione dc' supei-ioi-i. ma che, contemporaneamente, per non ridursi ad essere quello che sono I' l/11iltt o l'Osun•alore roma110 o I' /lalia rrak o la Lig,u·ia del popolo, piccoli fogli di una •1uotidiana querimonia funebz-e, letti da poche decine di "ecchi sacei-doti e di gÌO\•rmi preti ai t1uali, 1>erduta nelle segrete scon6ttc dello spirito ogni vocazione z-eligiosa, non i-esta che l'ambizione di salii-e, hanno biso– gno di una certa \'CSte di modernità, sentono di doHr fare alla cultura, alla democrazia, alle esi– ge.ni: e 1>0li1iche certe ineluttabili concessioni. E questa, appunto, è la loro caratteristica. Intelli– genti <1uanto basta per vedere che i loro intimi convincimenti e i loro calcoli politici li mettono in conflitto insanabile con l'autorità ecclesiastica suprema. rimproverati tutti i giorni dai loz-ocon– frntclli cli destra di <lcfezione dai principii e dnlla linea di condottn strettamente p:1pale, di– sapprovati ripetut:11uentc dnl papa stesso e da– gli orgrmi più diretti del pensiero 1>ontificio, essi in~istono nel professarsi cattolici, nel com– piacere, per quanto è ad essi possibile, all'au– tont;\ eccle.;iastica, e i.i arrabattano alla meglio fra h: opJ>Ohte tcndcn;,e. E, mentre nel caso di quegli altri la menZOJ{na è complessivamente nel si:.tema e nella tradizione che essi accettano con docilità, <1ui la menzogna è inn:ce ne' sin– goli, ed ha rnria mi.,ura e natura dall'abilità di ciascuno e dal particolare e locale mondo nd quale egli è de,tinato n ,hez-e ed a barcamenai-si. Xé i,i mcrft\ il{li il lt:llore che il g-iuoco riesca, e che il \";1tica110 11011 po,,a né interamente ap– pro,are nt: interamente cli,,1pprO\'arc questi uo– mini ccl org;wi ccutraiuoli: che, con vece alterna, e: fra i11cidc111i,11011r:iramcnte, cli un delizioso sapore comico, e~Mt approvi e riprovi. iucoraggi e: rcpi-ima, premi OKKidi 1111:1 pili vi:.losa nppro– \•a.:io11cchi li att:wcn e ristnbilbcn domani l'e– quilibrio con una lode :-.lcntarn ai cli:-.npprornti di ieri. Prima cli tutto, <1uesti '--cntraiuoli h:rnno dinam:i al Vaticano un non tra,curahil<: mei-i10; e!:lsi attacc..,110con grande zelo (Junl-.iasi forma di mo– derni!.1110, .,j profondono in dichiarazioni di orto– do,-,ia rcligio-,a e, -,e in alto -.i ha <1ualche s1>e– ciale antipatia, comb:lttono gli uomini .;piacenti con un fer\forc di nccanimen10 1:mto più gros– solanamente 1,cr,ua-,i\'O quanto pili simulato. E (IUC!:itO e-,-,i po!<t"l-0110 fare gaiamente per alcuni motivi mollo !>cmJ)lici: 1 • 0 pcrchè i moderati e gli uomini cli nffari <' di poluica con i quali essi dcbl>0no tenL·r,i in n•la7ione non .,i interessano nffouo di qne.,tioni interne ddla Chie<;a, a111:ipre– feri-.cono e:-...,i :-.tcs,i la Chic.,a co..,\come è, perchi: serve molto mcl{lio ai loro metodi di corruzio:1e <: scopi di clominio; :z.o pcrc.:hè nella tendenza W"tl{a111c11te chinmr11a modernismo è 1111 1>cri– colo ){rande di di,Kr«i).:.:t✓ione delle clicnlde e dc' 1,tn:ggi tlcllorali, e 1111,1 condnmm apert:1 e vi– goro:.a cli tutti i ..,i,t<.·mich:ricali: e quindi, per qucstn \'t.·r,o, l'o,tilit;\ non è mentita ma piena– mcntc ..,incera. Inoltre, l,1 ..,,c..,.,,,autorit:, cccle– bia,tica, la quale \.' in frt•<1au.:ntimpf}Orti, più o meno ,el{reti, con i roi..-ri politici centrali e lo– cali e con i 1110(lc:r;1ti cd i g-ro~.,i-.ii;:nori dei vari JuQghi, 110n puù rinun:dan.· .lll'aiuto che e::.sa ri– ce, e da <111(•..,ti ):'iornali : e quindi, pui- i-ilut– tando e comprimtndo clel{li !'.Crupoli, ha bi~rno di tcne,-..,di buoni. Co.,ì si .,pici;:a come cia-;cuno di quc~ti 1,tiornali :.ia ,ot10 In protc.:ione del car– dinale o del ,c,co,o del suo luogo e pos~, ri– cevere anche da Homa a1>1mwazioni cd ap1>0ggi che bilnnciano le disa1>provazioni. ~la come è tri.!-tc, povl"ri diavoli, la situazione di quei,ti Kiornaiuuli ccntralìsli ! Rennto Simoni, che è uomo cli spirito, ha fotto dello spii-ito su– perfidalc e folso quando ha messo in bocca a me In frai,c : ji110 « 1111 urlo p1111lo. Certo se con essa si intende ti i,cni,o ddla misura, cosi caratteri– sticamente Ialino e politico, lo sforzo ,·erso una sintesi che elementi giudicati dal \'Olgo opposti e cozzanti fonde In una armonia superiore, io accetto \"Olentieri <1uel motto e ne sono lusin– gato ; ma se il • fino a un certo J>Lmto• do– vesse: :-.ignific;1re l 'assen.ta di convincimenti in– teriori e di vedute !>upernnti il volgare empiri– :.mo <1uotidiano, il non accettar mai interamente la IOl{ica di un principio o di una affermazione, il cacciar,,i per mm ,·ia salvo a formarsi al prin– cipio ed imboccare poi la \'Ìa op1>0sta, poi un'al– tra trnsversale, e co,I via senza criterio e senza fine; se essere ((utllo che :.i è • <,inoa un cei-to punto • significa non essere \'Cramente nè quello nè altro: ma aver pronti v;1rii rivestimenti per parere e tirnre innnmd, a pochi in Italia, ci-edo, c 1uel motto può essere attribuito pili ingiusta– mente che n me, e più Kiustamente che ai cen– trnioli cattolici. Con le autorit:\ ccdcsinstiche essi si sforzano d'ancl:,r d'accor<lo, sal,o giudicarle, nell'intimità, petulanti e inette, e cercar con buona grnzia di cor– reggerneo nasconderne gli errori pii)gro~si, persino mutilando discor.,i uOiciali, e interpretame a modo toro le direzioni e passmc ai;:ilmente sulle loro Jisi>0sizioni. Acccll:1110 l' unità d • llalia e Roma capitale, ma fanno opportunamente gli scando– lezzati se alcuno <lichiara fau<;ti J>er la Chiesa i giorni nei quali rx:rdctte il potere temporale ; vanno alle conuuemora,:ioni patriottiche, ma non isdegnano di parlare di dirilli inalienabili della Santa Sede ; lodano i re,pon,i « scientifici • delle co111111issio11i romane ed ahhoztnno timide recensioni in f:wore di libri che ne sono ineso– rabile cond:rnna: ,orrcbbcro fai-e clell'oi-ganizza– :r.ionc SO('i:1lc seria e ~incera, ma accettano il 11/olu /JrtJ/)rio di Pio X e: fi11isco110inesorabil– mente in una dc-mocrazia kr11111irn.Co:-1 le loro « L'nioni _,sono tulle 11cll'ec1uivoco: nelle opere economiche non s:111110dccider:-.i fra il confes– sionali<,1110 e il prorc ..sionali-,mo ; neli' t1 L·nionc clcttornlc • \·orrcbhero prt'.p:irart: candidature po– litiche cattoliche ed accctt.ano dis1>0sizioni 1>011- tificic le quali lo , ietano: ncll' t1 L·nionc popo– lai-e • debbono ra~cg1rnr,i a fare i J>Opolari col bcneplacitò dei \c~o,i, i <1uali hanno del po– polo un concc:110 (·o,i /'41/t'ruo da ,·olcrlo in peq>ctua e docile 111inorit;1. ~la il peggiore loro imbar,tnO l:, J>O\·crini 1 , ,1lt1 CanH:ra, dove il governo ne a1>preua l'apJ>OKJ.:ioma nou lo vor– i-cbbe ;1perto \.' comprom\.•llcntc; do\'e l't-strema è , i~ih: in armi contro cli c,,i e: la maggioranza che ha nello ...wmaro i \·oti dei 1>rcti li );'narda con l'a'itio -.ci;-r\.·to C'OI qunlc debbono ~uardai-si fra loro i complici di una 111cdc~i111a colpa, i-ilut– t,ulli al ricordo; do, e de1Jho110l{lrnrdare di cssci– hensl i,; cattolld d,.:puta1i •, 111acatlolici di im cattulici-,nw mal t·,mf\.'h-.ato. vtr~ognoso di sè, vi..,cido cd i11,i11u,111k, pcrchè 11011 capiti loro di c..,scre « dcput.1ti ca1tolki •; <.h)\c c,..,i, i credenti in una di\'ir1a fodc di J,:"iu,ti,ia. -.':1ccomodano a ,·ot.arc 1111a lc~gc ricono',('iuta pc... ,inrn, per amoz-e del com1>,m.:Ciolitli e per p:n1m <lell'ou. Sonni– no : e \'i,, clict·n<lo ; d1c Ce ne ,:ii-ebbe per un pcao. E t 1u.1h: la loro ,·it,, reliJ,:io.... , sociale politica, 1ali i loro Kionuli. I.a cultura moderna ,i ap– p.ari~e. nd r:tri articoli, timida e ,·crgoplosa, piena di pudori 111.1!-,.mi e di i-i-,er\'e discrete. In tulle le <1ue.,tio11iecclt:,ia,tid1e e,:.i non sono Bibloteca Gino Bianco nè poswno c'-sf.'re altro che dei bulleuini uffi– ciosi : nè fa mer:l\'il,('lia, fluando nuche i grandi giornali liberali non pubblicano più che notizie ufficio,;e, pre1>arate in \'aticano. Tentarono la ti-atta1.ionc di problemi del la, oro, con intona– zione democra 0 tka, ma lmnno quao,i :.mes-.o, 1>er– che era terreno 1>cricohN►. Dalle loro colonne esala un ac1e ,pirito di odio. Se l'n,;;pcuo della chiesa primilirn sui;)-'eri\a all'o,scn·atore la ri– flessione: l{1mrcla1ecome amano quei..ti cristiani, la lctturn dei Kiornali dl'ricali non può sug– gerire che 1111'0-.,cnationc opposta: i;uarclate come odi:1110quc,ti ca1tolici. Diamo, rapidamente, 1111'occhi,ltn n qualcuno di questi giornnli. Ecco il (Q,, if'rt' 1/'/111/i11 di Roma. Cono,co tutti .ciuci giornni : lmor.1rono mollo tempo ron me, e i,e m cs-.i muto io i denari 1>er fare un J{rande 1:-iornale, -.;m:blx:ro la mia redazione; ma i denari li h:u1110dati altri - non -.o chi - - ed Chsi ili\ ci',('ono contro cli me e cu"todi– scono la parola d'ordine: ,taccare i gio\':mi da O. Murri, a tutti i co.,ti. ;\la qualche \'Oha, come in una recente ~imul;1tn inter,•iMa, sono 1i-op1>0 inabili e scoprono tro1>1>0 il ~iuoco. Le direzioni, al Cù,.,'if'rl' ti' llalia, \'engono dalle Segn:tcric di Stato; ma dalla Consuha,– anche, e dai protettori che hanno 1m nunoroso e grossolano ~npprei,cntantc in un mo1~signore vedovo due volte. Qualche colonna è nserv:ata benevolmente per dei 1,tit>Vincttiper i quali la propaganda non è più 11110 sport e non è nncora un tramco ; che, po\'erini, i,i trovano a lottare fra una certa loro ~inceri!:\ MIJ)crslite e la men– zogna degli altri, 1>azientcme111esubita. Ecco l'At'1.•rnirr tl'/lalit,, scrilto non si sa da chi, non si sa 1>erchè, non si sa <111ando,poi– ché spesso gli ;irticoli hanno un terribile sapore di stantio. Cioè si sa che c'era, fino a un mese fa, un redattore capo, Umberto Sih•agni, il quale ora, passato alla direzione del Carlino, vi fa dell'anticlericalismo e prepara la scissione dei cattolici dai moderati. Ma c'è e scrive di tutto, e basta per tutti - tiuanto gli permettono, ora, le occu1>azioni e le di:.trazioni del suo stanzi,10 di direttore del Mulo-Cesare Algmnati: un nome che è tutto un « pro~ramma • e tutta una sto– ria, un uomo del quale non so quel che dica e pensi qualche teuace protetlore, ma si sa, in com– penso, quc::I che: dicono e pensano tanti altri. E.... passiamo avanti 1 Ecco I' U11ione, che fu ieri, e per molti anni, o~~" , 11/dl"e CJ/lolico e l..rga l.omb<'rda; due giornali, due gruppi, due programmi che si com– batterono per molto tempo atrocemente, ma che un giorno scontrandosi in c1ualche sala di società per azioni, si dil,sero: Toh, tu ed io siamo cle– ricali, e stavamo a bisticciarci! ~lfl, \'iva S. Pie– tro dimentichiamo lutto, diamoci un abbraccio, chi~miamo in fretta i nostri preti e di\·entiarno I' U1tioue ! E l'han fatto; e il clero lombardo ha digerito I' t ·,,;o,ie - u/Ji Prlr11s i/Ji ud~sia - e il card. Fcrrari la protegge del suo amoi-e,·ole favore e S. I•:. Tittoni ne confabul:1 col marchese Cor11ag!{ia. E con 11,mnta disinvoltura, amico Meda, sci– \'Oli leggero, \'Olteggiando ngilc e attento, col tuo sorriso enigmatico, Kiù per In china tor– tuosa ! E con quanta grazia di uomo quieto, amante dell'ordine, la prima volta che parlasti all; 1 Camera, avesti cura di as.;icnrnrc il governo sulle tue miti e timide ccl aspeltnnti intenzioni! E. come volentieri a tanta nmnsuctudine io farei z-cgalo di Ciolitti e Tittoni e Cocco Ortu e quanti altri minh,tri ti piaccia! Peccato solo che, ap– punto, ti piaccion minis1ri, pcrchè della loi-o fer– \·ida fede ha bisogno .... la religione cattolica. K. )ll'IUU Lettere da Fiume. 111. e Le tre n11z1onalità, italhma, croata, unghei-ese, di cui altra volta notammo I' esisle,,.:a, di quali forxe c\isp,cmgono? come sono rappz-csentate? • flalltwo è il municipio e di coustguenza tulio quanto vi ~ta in rel:,zionc, tutte le sue istituzioni, consiglio comun:,le, scuole, uOid, teatri, vila pro– priamente cittadi1111; In lingun itali11na è intesa da quasi tutti indis1i11ta111e11le: dai <.:rc,.ttihenissimo, anzi da t:1luni di essi è parlata anche irl famiglia ed in soci~I~, pu1 le11t:ndo parlito contro gl' Ita– liani; sanno l' i1alia110, me110 bene nssni e con pronuncia thmunentc esolica, anche quasi lutti gli Ungheresi, d1c: si stahili'ìcono da noi. Cosicchè la lingua italiana rc-.1a am:ora, certa• mente la lingua comune a unte le nazionalità: e nelle relazioni 1>:1cifiched'aflari, nelle conversa– zioni, nelle famiglie, è c1111tsi regola generale, che ove si incontrino Unghcz-esi, Croati, ltalfani, la lingua di scambio rc.-.1iI' ilalia,111. Unglte,•ese è lo stato e tulio dò che n'è ema– nazione più o meno diretta; dagli unìzi, scuole, J75 poste, tt-legrnfi, ferro\•ie, ,iino alle socic1à marit– timc lautamente rov\'enzion.tte: 1 ed 1t quelle ditte commerciali che furono lrapianlnte <lilll'Ungheria. Fra qnec.:ti due ("Onfiniquasi 11ct1amen1edèli– neat: e rnppi-esentali ufficialmente con due lingue divcz-sc, pa~a e ripassa senza ,•arearli l'elemento croato, a cui manca la visibile nrnrca di fabbrica statale o comunale, run è pur infiltrato più o meno in tutti i ceti sociRli, dnlle pro(el'l.,ioni libtre, me– dici, nvvocati, commt>rcis111ti, sino ai contadini del territorio e nel unn piccoln pnrte dei liworntori del porto. ,...e Pos10 co~I il fatale triangolo, • come se ne spostarono i lati? e Quali avversari lii tro\'arono di fronte pila clirett:m1ente •? Dagli entusiastici 11bandieramcnti del 6i, alle pi-ime disillusioni che cominchno a ~r~gfare ora ap~na pili sen~ibili llt"lla nuova generazione:, la linea di lotta St'guila dagli J111HAni ebbe per fondo sempre, ed ufficialmente lo 1111 ancora, un cal'--olo tutto nostro ~peciale, che!: quello a1>punto c:he distingue le lolle nazionali nmtre da quelle delle provincie 1111striachc. Jn~gnarono i nostri vecchi: e Gli Ungheresi amano immcnSAmente Rl' J1ali1wi,saranno sempre felici di avere una città it,ilinna e ci aiuteranno nel loro interesse di con-.ervarla tale: Uughercsi noi non c' è ombr11 cli péricolo che poc:l\iamo di• ventar1o mai, mai, nemmeno in ~ecoli di governo m.1giaro: ci sono così lontani, cosl diversi per lin– gue e costumi, 11011 ci comprendono, non li com• prendiamo. Invece il pericolo vivo, presente: è che diventiamo Croati tutti, 1>trch!: con qutsll e' in– tenrliamo 611 troppo bene per linj:'.11e ed usi : ci sono vicini, vivono con noi da t11ecoli. e entro la breve cerchia delle mura antiche •· salp,mo ron noi il noslz-o mare, crucon su d11inosti-i monti. In difesa dunque contro i CrOAti vicini! In 111- leanza, fiduciosa. e lieta cogli Ungheresi, cosi /o,,. /a,,i •· E fu sognato dagli anziani del Comune e dal popolo illuso, qu~to bel sogno di libertà: cac– ciati d11Igoverno i Cro111i,farli spa,rire anche i-eal• mente dal paese coll' 11iutodel governo nuovo : far piazza pulita, mantenei-si soli, indipendenti in tutto e ~r tutto con lingue, leggi, 111tatuti nostri co-– munali. La lotta ebbe il cAr11tterespicc11to di quelle dei comuni medioevali, fatta solt11.n10meno 11troce– mente e meno sinceramente: i Ghibellini del 200 avi-ebbero coll'aiuto dtll'imperatore,cacci,1ti in esi• lio i Guelfi, r11sial suolo c11stellie c11se, e e fallo mo• bile •• come direbbe li Villani; i Ghibellini nostri pii1 moderni e più civili pur qualco111,di simile vi– dero come cosa certa nell'avvenire, ma senu san. gue e senza str11ge e sopratutto senza francheua; quindi invece della guerra 11~rt11ghibellina tra le semibuie viuzze nostre antiche ci fu la politica magi.1,ra nelle s,1le luminose del palazw di città. Consider111adal 11110 dcli' it,1lb1ni1:\di Fiume da conservarsi ad ogni costo, pot~ benissimo sem– brare qucsla l'unica vi,1di salveua, Anche se op• poi-tunistka ed insincera, 11nche se dettata non da 11more verso gli Ungheresi mll da un 6ne ca.lcolo d'interesse: maschernto d' eniusiasmi p,1triot1ici: perchè l'essenziale er11di vivere e ni:rntenersi ita– liani; alle sottigliute del sentimento 11i sarebbe pensato poi: 1>erora e 1>ermolto tempo bisognava gdd;1re a. squarcingola l'unica paroh, ungherese imparata in frctt11e furia ed Rnche quellR con pro– nuncia shag·liatR: e E 1jen1 • (Evviva!) E s' 1tndò fino allo scrupolo per non insospettire la lontana e cara madre pntria : uè il !l:lrtito, nè la citlà si dissero mai apertamente itali11ni; c'era. pericolo di scottarsi la lingua; si trovò un aggettivo compo• sto, che dicev.1 tutto e diceva. n~nte: a"/011omo. Tra le molte npparenti e reali mutazioni di vita e di politica di quv;ti 40 anni, il fondo del ragio– namento e italo-magiaro-au1onomo • persistette tenace: per qu,11motivo dunque non siam riesciti ad avei-e piazza pulita ? Perchè tutto il ragionamento, tutta la politica si fouda.rono !liull,1 /egge11da, non sulla stoi-ia: e fu ti-oppo difficile e doloroso cominciare a sfrondarla tutta dinanzi alla nuda e !licmpliccre,1.llàdei fotti.Gli Ungheresi non amavan dunque tanlo gli Italiani, da lasciarci vivei-e noi, la loro unica ciii~ italiana? Tentnvano di stz-ai,pai-ci brnno per brano lingua, libertà, \t-ggi, autonomie, ~cuolt-, riccht'tze. lavoro, essi i 11os1riamici, i protcllori disintercs!l:1ti ? !\la era possibile? Ernn nppnrlli nel so,p,o Tnrk e T01101y Kiov1111i comba1te111i e: Hani,:uinauti nella divisa garibaldina trn i 'folti 1>almiziHiciliflni? E di Kossulh, l'eroe popohm::, 11011>area~iungesse sempre la voc.:e ilalùwn Ila Torino, ove la sua binnca vecchie,.z;i paSSll\'.I vener,tla, dove gli cre– scev.1n esuli i figliuoli ila/iii,,; f l~t'};gende: s'era"n tro1>po confusi e gentrahua1i rochi eroi solilari, brevi slanci di popolo, con tutto un governo ed uo sistema d'aristocr ..1ica tirannide·; era troppo ingenua illusione sperai-e in 1111,1 serena simpatia di un gO\'Crno ungherese per t,tli it111ia111 d'una piccola città; giacch!: I' uuico porto di mare d'Un– gheria do\'t:va i1wcce esst'r nuiJ:ianzzato <1uantolliù possibile ixz- portare all'estero nome e bandiera.

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