La Voce - anno I - n. 36 - 19 agosto 1909

LA VOCE solide rien de puissa111,rien de durable. Est•ce un bien ? est-ce un mal ? Je n' en sais trop rien, n1ais e' est à mon 3\'IS I' iné\•itable avénir de I' humanité. Préparons-nous·\' :t. Che vuol dire: contro la democrazia o ~111.a la demo– crazia i poluici di domani non potranno slare. Il connubio, che si avvererà nel 5z, aura– verso que~ta lettera appare come la pra1ica applicaziont: di una grande legge ,;torica intrav• veduta eiauna mente osservatrice e geniale. ln– fìne1a Londra e in Inghilterra, il Cavour com– pie e definisce se sle.:;so I alla visione del b. demo– crazia aggiungendo quella della industrialismo. Penetra nelle fobbriche 1 nelle officine, s' ap– pre,.sa come un tecnico alle macchine, le studia, le compera. Dell' immenso sviluppo materiale del p:ic,t.: 1 si rende conto quasi palmo per palmo. Attravcrt:a come un operaio rapito di ~ntusiasmo, da un capo ali' altro, quel ma– gnifico campo di lavoroi il che 11011 gli impedi~ce di gillar la sonda, come il solito profonda, nel!' acque ora torbide or:1 cristal– line del mondo sociale e politico. Co,;icchè quando ttJrna a Torino ha tanta materia ac– cumulata di os~rvazioni nel cervello, ha im– presso un tale incitamento di 1:tvoro nei mu• scoli, che una dielro l'altra inizia e conduce le imprese pii.1 vnrie, agricole, industriali, commerciali, sociali, persino didaltiche; e lo stesso uomo ancora solitario, ancora scono– sciuto, :mcorn deriso come un aristocratico o come un anglom:me, poco prima roco dopo, mentre attende a scrivere per la Bibliolhèque ,miverselle di Ginevra un saggio di economia politica sull'Irlanda, che lo renderà noto in Europa 1 provvede di ottocento merinos il pascià d 1 Egit10, attende a una fabbrica di con– cimi chimici, a una Società di navigazione ~111 Lago Maggiore, a raffinerie di zucchero, raddoppia, quadruplica il patrimonio, fonda con altri la Banca d' Italia .... Si pensa con un senso di spavento che cosa polrà essere quesl 1 uomo il giorno che non sarà più nè un solitario nè uno sconosciuto nè uno ancora costretto a vivere fuori del suo vero elemento, in quell'atmosfera per lui più elevata, piì.1 ossigenata, anzi rutta altezza ed ossigeno, nella qutle s 1 accenderà e divamperà non in con– spetto solo al suo paese, ma in faccia ala l'Europa. Ceppe re Ilo. (Conlifltta). La questione dell'autonomia universitaria venticinque anni fa. /)(I qtutldu lt:111po, ris11011a ,,; 111101•0, 111!1 di/ml– ii/i i11lor110al/t• 110s!rc ,mù•t·rsit,t. il mollo d'or• dùtc: autonomia u11iversitaria. / pro/nsori co– prono di quel 110111, i .wprusi rlu ro111pio110 lii se110 <1/ll' loro l·ìtco/là: i JJ/i11islridella Pubb!ira lslr11- :iom· so110ìit'li di loJrliersi il fastidio di rep1·i– ,,,,.,.,. qud soprusi, rol dirlriararli « gratluale at·• 11iauu•11/o a/l'm,spiral,, m1to11omia uni,cr,,;itaria •· L '1111/(J1to111iir srmbra de/J!Janure la pmmrca di /11/li i mali ddl' ( '11/l•t'rsiMilalùum .. 1/a che rosa si)!'11ifirlti autonomia, 11rss111w si prt'11d1•la br(l{a di rirrrrarc. Ltt parola, per l'Ilota rlt,· sia, a11::i µrrh,' ••11u"1. n•11dt•/1110,, st·rt•itrio a,I[li /,,/eressi dellr rlimlde profi•sst1rali t· polilidu•: e rii) /)llSlf1. Si t dime11limlo, perfino, r/Je u11quarto di serolo fi,, u p,-oposilo tld dùl',r110 di !t~,r,ren,ucdli, il ro11tdlo di a11/011omia ,mircnilaritt fu pro/011da– me11/r disrusso t' rltit,rilo in ispecie da Silvio Spa– v,:11/11,11t'i di:Srorsi /e,11di 11e/ .rrr1mnio e febbraio dtl 1S8./ a/In 011110•0 dei drpulnli, 11ciquali mise iu Iure lulla la mos/ruosilà dell'a11/011omia rlu: si do.·rd>bt·ro11udcrc 11 1111 • isli/11::imrc, dir, rr,•ala dallo .':ila/o, t·ù·,· s11I Mt,wrio dello Sia/o. Quei discorsi dello SfH,l't'llla s,1n11ura,ro11a/lri del me– desimo s/nlis/11, rarcolli dall't'dilore l,aler::a, lii 1111 r·oh,111,·,clte 1rft'ird alla fine di se//em/Jre e m•ra per /ilo/o: La Politica della Destra e spe– ,·inmo dtt' trioa·ra,1110a re11dc,·rpiu rauli nel li• ,·an ;,, ra;11pu r t\11to110111ia. /Jallt· bo::::e. fin•ori– leri tlall't'ditore, ,wi to.e-lia,uo, i11lanlo. f1k1111e J,agi11r i11/rod11/lh•t·dl'I primo discorso, nelle lJtl(lli si 111os/r11 /'ou11rità di qud rmlt'cl/o giuri– di'ro. f.11 questione 11111\•ersil:uiac'è: è iuueg- ;i.bi \e. Di dove dunque viene essa? Che significato hn? O io m' inganno fortemente, o, ;i. mio a,•viso, la questione universitaria, presso di noi, ha la sun cagione nelle stesse cause, che ci fa11110 sentire il bisogno cli riformare non poche cli tutte le altre nostre nrnmi1iistrazioni, la comunale e proviuciale, quella <lella gius1izia, quella della poli:tia, ecc. Noi s:amo uno Staio nuovo, e non abbi;lmO 1rovato ancora l'assct10 ddln11ivo delle noslre a.mmini– s1rnzio11i, Sc:111i:11110 il bisogno di prov;i,re e ripro• vare. Gli ordinamenti aclollati per comporre I' u– ni1à politic;i. dello S1a10 oOe-,ero 1110111 interusi e sc111i111e111i, a.s,uef.1ui 1::<;0dd1sfa11i negli ordma111cn• 1i antichi; nè son sempre riusciti ;i.s0tld1,f1re gli intercs-,i e St'nlime111i nuovi; 11è g:u:m1iscono -.uf• ficiente111e111e t: ~icurnmt'IHt: a 1utti, cosi i ,hritti dt:11' ir11t:lhge11z;i, e de' l).. 11i 111omli,com,. dcli' :H· t1vità e de' beni ni,nenali; n~ armoniu..mo la viia e la ~pont;i.11d1f\e );i.tendenza ddlt' forze locali con le l'SSenziali csigt-11.tc . cl' 1111 gr:wdc St;i.10 uui– tario. L'l, acccmlr.tno fo1se troppo, dove 11m1dovreb,. bero; <1,i..,lasci;i.110i,,l,1u.uire e tli;;or<linarsi l'al• t1vità 11azionale, dove e:.<oa donebbe esser conccn– trnla come mm forza :.ola. Que,;ti ~0110i princi1>alii.simi difetti della 110,;ira an11ui11istra:r:iont>, per cui si ~ recfamato e si recla– ma sempre una riform;i,. Orn, io credo che In questione ddl' ordi1rnmento delle 110-ilreUniversith, a pnrte l'impul-.o di alcuni bisoi,:ui 1t:c11icicliseco11d11riaimporl:uiza, h:-i avuto origine dalla s1essa corrente; e si è finito col cer– care il rimedio alle impetfezioni o disordini delle Università nello stesso complesso confuso di mo– veuti, li' i111eressie il' idee l)iù volte infelicemente messo innanzi per riformare le ;i,ltre ,unministrn• zioni dello Stato; comples~ cl' idee edi sentimenti rn1)pre!';e111atidal vocabolo e autonomia>. Strana so,te delle pMole ! Il vocabolo e autonomia>, c11wlche anno fo, in Jtalia, era divenlato una voce esos;1. E-.so rappre– senlava la tendenza verso la restaurazione e l' in• dipendenza regionale; 1111 indirizzo morale contro l'unità poli1ic~. che noi avevamo ollenuta R prezzo cli 1:mti :mcrifici. e Autonomisti>, borbonici, grauducali, clericali, ernno, per noi, i difensori di un dirilto vieto ed obsoleto, sepolto sollo la pielrn monumcnt;i,le dei pli:hi.sciti. Oggi, questo vocabolo è riirnlito in ono-– re. È proprio il caso del 111111/a ,·e11nsce11/11,·, ecc,! Questa sentenza è vera cosi per ~li uomini e per le idee 1>olitichc, come per le J>arole. Il voca– bolo è risalito in onore a seg·no d'essere confuso con qut:llo di liberlh : e con es-.o, certamente, il ministro lo conronde, qu;i.ndo, ripetendone mille e mille volle il sacro nome, egli fa come se ora per la prlnm volta ne 11vusimo riconquislato il dono. E l;i, gioia cli quest;i. riconquìsta a1>psuisce tutta in modo trionfalè nel primo :uticolo clt:lla legge, in cui si concede la libertà Alle Universilh. Non mai, credo, atto di emancipa7.ione di negri o ukase di liberazione di servi risuonò 1>iùsolenne in bocca di un sovrnno. Ma io 11011 mi sono accorto della gioia clcg·li emanci1>ati; e voi stessi :,vete tratte– nuta la vostra lcti7.in, ali' annunzio di questo gran• ,le atto cli libcrnzione. Voi 1niete voluto sa,)ere prima di che si tratta; avete voluto conoscere prima il contenuto di que– sta peregri1rn 1):irol;i., Ed io, oggi, credo che ne sappiate abbast:inza, e non potrò f.e non ripro– durre l'analisi che voi medesimi a\•ete fatta nella vostra mente, del suo contcnu10. L' autouomi:i, dunque, è il principio su cui do• vrà bas:irsi il nuovo orcli11amen1odei nostri istituti superiori; I' ;wtonomi11 nelle sue tre forme: l':1m– ministrn1i11a, 1.- didattica e la disciplinare: il e tri– pode>, come diceva l'onorevole miuistro, su cui cl' orn inn:inzi dovrà assidersi la pitonessa della scicn7.a irnlia1rn. Guitrtliamo d:1 vicino <11.1estoconcetto.~la, prima che io enlri nell' es:ime intrinseco cli esso, mi sia permesso di fare un' OS'ierva1;ione formale. Poichè nclt' ordine ciel giorno vo1a10 dall;i, C;i,– mera fu consacrnto il principio cli autonomia qual• cuno 1>otrebbe dirmi: a rhc, dunque una nuova discussione sopra un 1uincipio gi:'t :tccollo? lo rispondo; altro è un ordine ciel giorno ed altro un :irlicolo di leg~e; il modo di esprimersi dell'uno non può esc;er quello dell'altro; anzi, spesso, ci servi;i.1110di u11ordine del 1,::iorno,per dire precisamente ciò che non si potrebbe in un :nticolo di legge. Ammesso che il principio sin i11 sè ottimo, 10 domando: giova, è rnzionale in un Articolo di leg– ge cli euuuciarc qut-sto principio astra110, gene• raie, di :rntonomia? Chiunque ha pratic;i cldl';i.rle cl' interpretare le leggi sa quanto sia clifficile I' i11terpe1r;i.1;io11e, al– lorch~ ndl:t legge sia es1>resio un pt inripio gene– rale, che, poi, o oltrep~L,;sa la portata ~lell'.tppli• cazione possibile delln 11111teria ;i,cui si rif1,;risce, o "'contra.detto dalle clisposi:r.ioni positive della legge stessa. Perciò, è st ;i.to sem1)re condannato il si• stema cl' introdurre uelta legge enunciazione cli pri11ci1>lge11erali. Ma che <lireste ,•oi, se 1>oiquesto principio, an– zichè essere un principio chi ;i.ro e definito, fosse un principio oscuro ed ,unbiguo? L'o11. Bonghi, Bibloteca Gino Bianco nd discorsi che ebbe a prouunciare in questa Ca• mcm nella di.;cussioue generale sullo stesso elise. guo di legge, r~.;:egià questa avvertenza; ma non gli si attese. Panni che si rispondesse che, infine, il significato clell;i. parola • ornlonomia > si trova in tutti i dizionari, e che " lui, greci~ta cli gran valore, l;i,parola do, •e.vl\ riuscire chiaris,ima, e che non occorreva di sofistic.-rvi SOIHH. pili che lanto. M,1 la ques1ione non è di p;i.rol;i.o d1 dizion;i.rio, l ;i.qu ~stione 11011 è di gramm:uica; In quesliQne è di diritto. Si vuol s;,ipere, non quale sia il significato eti– molOJ.,ricodella p:1.rola e autonomia >, ma quale sia il concetto cld diritto di autonomia. Ed io vi dico che questo coucetto del diritto di ,rntonomia ~ dei più oscuri, diOicili ed ambigui; e son qui a darvene la prov;i.. Il d1ritto d'au1011omia 1 se s'intende come era i11tesodai greci, è come farebbe intendere l'etimo• logia del vocabolo con cui l'esprimi ;i.mo , vorrebbe signific.ire <1uello ste.-.so che noi oggi chiaminmo • sovranità •· I g-reci, infatti dferivano que.'ito di– ritto unica111en1c iigli Stitti, e v'intendevano ap– punto ciò che noi oggi non chi;i.miamo allrimeuti che sovrnnità. È questo il sc>nso in cui voi l' i111end1::1c? Certa– mente, no. Inteso in un altro senso, il diritto di autonomia è un concct10 che ;i,pp;i.rlieue es,enzialmente Alla dott rin:i germanica, e segue tullo lo sviluppo del diritto pubblico 1edesco. Ora sen1ite che cosa dicono i giureconsulti te• deschi del cliriuo di auto110111i11 : e Pochi concetti (dice lo Stein nel libro Del poter, aeculir•o, 1>ar• te II, p. 6o) sono cosi indeterminati e<I equivoci, come quello di smtonomi:1. > e Solto 111olte1>lici rispetti (dice un altro giure– consulto, il Maurer, nel Di::ionnrio delle scie11::e di Sinio del BIOntschli, ;i.I voc11bolo e autonomia >) prevale ancora nell'uso della liugua, ed nnche nell;i. deterruilrn:r:ione scientifica del concello di au• tonomia, 1111,1 forte oscillazione >. e Contr;i.rinmente {;i,ggiunge I' lloltzendortt, ntl- 1' /:,,'ncic/opediadt'lln scie11:ndel dirillo) ali' uso er• roneo e abusivo di parlare dell'autonomil\ nella amministrazione, o dell:1 liberti\ concedut11 a volte ai privati di entrnre in rapporti .:iuridici, in modo disforme dalle norme del dirilto obbiettivo, l:- da ritenère ller nota ts..enziale clell'autonomiR la crea• zione del diritto e non la su11applicazione, IR nor– ma giuridic;i. e non 1111 neKozio giuridico >. Cosl anche il Pfizer ed il Walcher, nell'E,,ddo· /udia delle s,i~11:e di Sia/o del Rottecl::, escludono l':ipplicabilità del concetto di autonomia all'Ri,,mi· nistrazione, circoscrivendolo, come I' Holtzendorn, Rlla creazione 1>ropria di regole giuridiche; e ri• tenendo che l'amministr;i.zione dis1>0nga sempre secondo la legge vigente e non crei mai un diritto, e che in questa cre7.ione consisla verRmente l 1 1111- tonomi:1. Circa I' incertena del concetto, io potrei citare altri autori ; ma fo grazia a.Ila C;i.mera di più cita- ~ zioni. M;i. l'incertezza nl'lla scienza è confermata ;i.nche da tutte le trnsformazioni del concetto di questo diritto nella storia. Il diritto cli autonomi;i, dapprima, significò il diritto dei principi territoriali, del clero, delle città, delle corporazioni, cosi nella legislazione come nell'amministrnzione, dirimpetto ;i.Isacro romitno Impero. Dopo la pnce di \Vestfali;i., qm11Hlo i principi territoriali tedeschi furono dh•entati essi sovr ;i.ni , il diritto cli n111ouomia, di nrnno in mano, dist'ese di grado e di llOtenz;i., e si restrinse ;i,significare il diritto, rico1rnsciuto nd nlcuni grnndi dell' im– pero, cli regol:ue la pro1>ri:, succes.,ione con altri rnppnrti giuridici di famiglia. Solamente dopo l'ei>0ca co-.tit11zio11ale, li diritlo di ;iutonomia è stato inteso in un senso tecnico, più ristretto per significare, doè, la facolth. data ad alcune corpo• rnzioni cli regolnre con norme obbligatorie i 1no– pr1 affari, come dice semplicemente l'l-loltzenclorfl; o il grado o la misura d' i11di1lendenza l;i,~dittn nd alcuni corpi nmministrativi cosi nel deliber:tre come nell'eseguire; ov\!ero l:t fiicolth loro daia di prendere delle delibernzio:il e fare degli atli iu luogo e vece del governo, con il diritto stesso che comi>ete ;i.lgoveni o, come si esprime lo Stein. Mr1, and1e iu qut'SIO senso tecnico, il diritto ri– nrnne indeterminAIO ed indefinito. Esso può esprimere un certo g:r:ido cl' indipen. dem:a e d'autorità riconosciurn in 1111 corpo mo– r:ile i nrn non , 1 1 può clirt', nè vi dice, quale sia questo grado e <111estami,ura d' indi1)e11cle111:R che voi gli l'lttribuile. Se noi facessimo un;i. legge in cui dit.·e-.s·mo: e è conces'-R lit proprie-là o I' usurr11110o la ,er• villi sui 1ali e tnli altri beni >, ,1uesta cli-.posizione cli legge s;i.rebbe chiarn llCr tutti: ognuno cli noi sa che co,;a si:wo questi cliiiui: essi si trov:1110 già definiti in allre nostre leggi. Ma in quale no– stra legge è definito il dirilto d·autonomia? E voi volete enuuciare questo diritto in modo cosi generale, in una disposizione di legge, qmrndo J47 esso può, come vi ho dimostrato, andare dRI con• cetto della so,•ranilà assoluta, come era pti greci, fino t1 significare, come ha significato un tempo in Germnni:i, il diritto la.se.iato ai ,·e.;covi callolici, che si face,• ;i.no protestanti, pur perdendo il bene– ficio. di serbare la dignilà del pro1>rio stato? e Be• ,ufido SNO cirdn e/, saka S!tfltl-Ssui d1gml;1/r >. lo, dunque, concludo la mia O.".'ien·Azionefor• malt-, dicendo che, a,;;trazion fatta d,11 merito intrinseco dt-1 co11ce110di au10110111ianella sfera a cui è a1>1)1icatoe nel modo come è svolto nelle disposizioni concrete del progello, esso costituisce un principio g·enerale. indefinito ed oscuro, In cui enunciazione non si può e 11011 si de\'e compren• dere in una disposizione di legge. !\la l'opposizione che io fo a qnes10 primo nrti• colo del disegno di legge (sono pronlo a clichia• rarlo, se ,•oi già non l'avete 1mmAgina1ol non mt• sce solo da quesli scrupoli cli le~ist;i,: e.'lSa ha ca– gioni beu più alte. Tolta anche di me.z:r.o la for• mola e Rt1lonomi1t> re-.ta nella legg·e 11pensiero con cui fu concepita. Ed è questo pensiero della legge, che io combRtto. Lo combalto, percl1~ mi semhra erroneo ~ in• capnce cli riforn11ue utilmente l'ordinamento ciel• I' i-.truzione 1>ubblica del mio p;i.ese, in nrmonia col nO!ltro diritto pubblico e con le esigenze 1m~ prie clellA cultura scientifica di un 1>01>010 mo• clerno. S11 \'10 ~l',\\'HNTA, La salvezza è in noi. L'nr>ologetica è fatt.1 per condurre i morti nel regno dei Cieli, se ancora non , i sono giunti, non per uomini \'iventi delle a'ìpira1.ioni del loro tempo. i•: tutta mm struttura sottilis– sima del )I. E. che sfugJ{e. La prova dei mira– coli rimnne la pro, ,t da,:.ica cd unica del Cri– stinnesimo Cattolico, dimenticando che in una socict:\ che neJ,.ra il Soprannaturale o è verso esso ostile son necessarie altre pro,e che for• mino il fondo di certez1.:1.donde p.trtirc per il primo passo ,•er<;o la fede. Tutta la no– stra n1wlogctica è uno sforzo ad imporre d:ll di fuori la religione con i caratteri della me• raviglio-.ità e dello sfarzo ; noi a questa scuola di\'cntiamo dei buoni archeologi del pensiero umano, capaci di narrare le benemerenze so• ciali del Cristiane~imo nel pass:110, pur non sa– pendo fargli dire una parola buona ai conteni• poranei, non riflettendo che la verità di una religione non .!.i ,·aiuta dal pa'is.110 e dalle in• Ouenze di bontà e di vita che poteva a\'ere in pa-...ato, ma dal proscnte, dall'attitudine che può imprimere ai fatti contemporanei. L·n• apologe• tica che non può agire Ml gli uomini viventi è un':,pologetica fallita, un'arma fuor d'uso che al più avn\ ,•alore J>er la storia. L:1 morale è casuistica bella e buona, un nr– runìo, un tentativo che si risoh·e ncll' inane e nel ridicolo: invece di descrivere l' :mo imper– cettibilmente semplice del determinarsi e ciel \'Olcrc, i1l\'ece di ,alersi degli ultimi cccel– lcnli riimhati della psicologia hJ)Crimcntale per la forma7.ione di una nuorn pedat,:ogia dello spi– rilo non è che 1111 e!.ercitar:.i a ri... okere casi ardui ccl irreali, se1u.a 1:>.1.rlare nè cli ascetica nè di direttiva. Pil) che creare delle guide crea dei libratori e bilanciatori cli col1>e. I libri di dommatica ci fanno profondamente dubirnre e ci rin:lano tutta una rete finissima di ,orismi intesi ad ingannnre con la complicità di tulio un amhient<:: da 11na ,imilc h:ttura si esce scettici e profondamente turbati nella fede. Della ,torin del domma che dowchhc farci co– gliere nel ..i10 genuino si~nificato la <lhina cs– sem•a della dottrina che predicher1:mo. che ci aiuterebbe ;ld e,·itare una confu..,ionc, ori~ine di gra11dissi1110scancl:ilo nll'anima rontcn1poranea, la confusione fr.i fodc e teolo~ia, non se ne 1 ,arla che con paura come una cosa 1>ericolosa. La <,loria ccclesi.'.htica - dm e <1ucsta mate– ria i.: conh::nuta nel programm:i - è una SC• quela di tesi apologetiche piene più di sillogi– smi che di fatti, una sfilza di eresie e di l{UCrre, nonchè di adulazioni 1>crogni 1:>.1.1>a. Delle con• qui::.tc dd puro_metodo :-.torico a1>1>licato -.preghi• clicatamcnte negli ultimi tempi anche alla :-.1oria della Chiesa, non :-.i tiene nc, .. un conto. Le ,cuolc più antiquate e maggiormente prhc cli \'alorc son quasi sempre quelle cli introduzione e di c-.ege,i biblica. Cnn I' unico argomento ri• , ere1ui;de si accetta -.empre, ,, priori, la tradi– zione anche quando In critica con i suoi metodi propri sa mostrare l'origine e l,l formazione lcJ;gcndaria della -.tt:<;sa tradizio1u.·. Xcii' inter– pretazione della Scrittura tutto lo <,forzo è 1>0- sto nella conciliazione a l>n'iC di -.ottigliene mctalì-.ichc dei di\'cr-;i passi; mentre non :,i fa

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