La Voce - anno I - n. 17 - 8 aprile 1909

LA VOCE gandosi nel wagnerismo decadente dei suoi quasi mayerbcerani sp3r1iti. La J.fer di De– bussy è un aborto, ma un aborto di qualcosa, che Oebu"tS)' non riusci che a presentire oscuramente. ,\laturino i tempi e nascerJ questo 911nkosa 1 differendo esso dai tentativi debuc;siani di quanto differiscono le tragedie di Shakespe:ue dalle tragedie dei suoi imme– diati predecessori inglesi. A coloro che vo– gliono proclamare finito il progresso della musica, - io dinrnnderci volentieri ; - chi di voi, nato innanzi a \Vagner, udendo al– cuno dire: v<'glio con un ritmo descrivere un passo gigante, avrebbe avuto fede nel– l'attuazione d'un tal miracolo? Eppure, non sentile su di voi la minaccia di quel ritmo eroico rimbombante sulle alture del Walhall ? Che se poi di rimando a me si doman dassc : « ma, insomma, dicci che cos• è que– sto 91111/cosa di nuovo che presenti insieme coi Debussy e i Ducas etc, 1 ,. io risponderei che certe cose bisogna farle per poi acqui• starne coscienz:t critica. Ora se questo fosse già possibile, non stimerei tentativi abortiti il Pelltas e l,1 ftler di Oebussy. Giannotto Bastianelli. Per Medardo Rosso. Lei/era aperta a 1'011. Fradt!ello. A sentire la stampa italiana che di tanto in tanto si occu1>.t di taccende .1rtis1iche, lei è, ono– revole !lignore, un innamorato della bellezza e un grande amico delle arti, e noi - quantunque disillusi a più non posso sulla facol1à di giudicare della stampa italiana- noi siamo ben felici, questa volta almeno, di prestarle fede. Ma poichè non e' t religione che 11011 abbia i suoi miscredenti, e qualche incredulo per il mondo c'è sempre, cosi noi siamo tanto pili felici di porgerle il modo di din1ostrue ancora 1111a volta, in cospetto di tutti, a sua passione per le cose dello spiri10. Nè l'oc– casione potrebbe 1>restntllrsi pili fovorevole: si trntta di riparare 1111' ingiustizia : si trnlta di por fine a un' indegnit:\ che durn ormai da troppo tempo, n dnrrno di un grnude artista, senza che se ue sappia il percl1~. Intendo parlare dello scultore J\lednrdo Ro~so, i1ali11110,torinese, resi– dentedll motti anni a Parigi, e della sua necessa, ia glorificazione in palria - a Venezia. Allorchè, qualche settimana fa, schizzavo alla buona in queste SteMe colonne un profilo ,,e!c> ciY.anao di questo celebre sconosciuto, lo facevo sen,'altri documenti che la mia memoria la qu.1lc era stata gagliardamente impressionata da .1lcune jUC opere viste nel 1900 ali' tsposizione interna– .tionale d1 Parigi e nel 1904 al Sa/011 d' auloume di quella stessa città; ma per dire il vero lo facevo, ancl1e, senu nessuna s1>trn11zache quelle poche righe Potessero svLgli:ue chicchessia, e solo per un malinconico istinto proprio <h:lla gioventù che si lusinga di comunic11re disperntamente i suoi enlll!,iasmi a chi ha ben altro da fare che occu– parsi della grandezza e del decoro della patria. Senonchè, p.1re davvero che la parola, specie quando i! fr,rnc.1 e cordiale, non risuoni m.1i in vauo, e i documemi che ml rn:rncavano ,1\lora 1>erconforlare il mio dire, mi arrivano ora tutt'a 1111 !rallo e come per iuca1110. E quf'sti clocumen1i sono, onore.vole signore, belli e gravissimi. Sono anicoli lii riviste e di giornali, pagine di libri, hbd (1) - francesi, s1>agnuoli, i11glesie tedeschi - illustru1011i e fotografie ; e da essi risulta : 1. Che Med.-rdo Rosso è - come dicevo io - un arfo,ta di genio, scuopri1orc di una nuova bellc:i.za, iniziatore di quella scuola di scuhura impressioni5t.1, gloriosa 11 <111cs1' ora per merito .!>UO, 1>rima, e po, d'altri che l'hanno seguito. 2. Che egli è stato, fino dal 1883, il precur• sore, l'illun11na1orc e in un certo senso il ma~stro di Auguste Rodin. 3. Che tu1ta l' Europa ch•ile ha capito queste verilh. e che sol.1me111eI' llalia l'ignora. Se io volessi farla fremere d'indignazione per la noslrn ignavin, o se fosse c1uesto il momento di svergognare lutto il pecorume crilico ilali:mo - lo fa,ò a tempo e luogo - il qm1le si proslra e dimt:na il 111nbolo dav:m1i iii più sinistri ci:1r– lat:111isublunari, 11011 avrei a far allro che tradurre le p;igim: inneggi:rnt1 deK;li iu~lesi ,.-. Keyzer, Colin Cnmpbell, Carew, ecc., del ledesco J. l\larer– Graefe, lo storico rigoroso dell'11111>ressionismo, ,lei francf'si C. de S.1i111eCro:'.'I<,Charle Morice, L. Vauxellc, J\. lbels ecc. - critici tutti d'a,·au– ~uardi.t, concordi 111che I france~,: e lti sa che i francesi non son mollo corrivi in ciò), nel ricono– scere in Medardo Rosso il pioniere, quasi il profeta I l'DM•>"fD CU!'l1 lh ,.,.,,,.,,.,, "" ttf sn,111", A J ha c-1 \I fto,_ , 1'11,1, I Jd. o,. I .\o,n, R,rut 19,:: L,Jt·h1,o,,•f 1!1•/1 l,,.,rJon: Rouo-/,..rr1u,otfl. della grande arte trionfante sollo il nome di ro– diniana. Non avrei che a menzionare i successi riportati dal nostro concittadino a Parigi, a Lon– dra, in Olnnda, in Germania, in Au,;1ria, le sue 01>ere dissemi11.1te per mu<iei e co:lezioni private; ma pcrchè come ho detlo, spero di a,•erne l'oc– casione in :wvenire, tiro d1 lungo per ora. Fra hmti osanna l'Italia sola tace, amn1enochè non si voglian contare (Jll(r/1,•o (4) riJ(he cli un anonimo nrc:icle 1lrnr1.occhia110unte veneri e saponata ri– prodotte fra i giudfrt, o la mezza pagina dtll'a· mico mio Stefan Cloucl, che fino dal J90.~ esal– tava il Rosso, e ram1lOgnava l'Italia per la sua iucuriosil:\ - ma in francese e i11 Francia. E quel silenzio, credn, è c1uasi tragico. Sulle prime, ho creduto pf'rfino che per un inca– tenamento di circoc;1.1n1.etristi, nessuno, qui da noi, ave<se mai avuto st:ntorc di un tanto artista e della sua arte: ma no: !\led:irdo Rosso ha co– noscenze e clienti in Italia, e prima d'andare a lottare colla famf', con l'ill\·idia e con l'imbecil– li1à in Franci.1, :we,•a uposto a Venezia, e a Mi– lano dove ave"a e~guito ~rsino dei monumenti pubblici. Nessuna scusa dunque. La gagliofferia pnes.11U1 è soln responsabile dell'ingiustizia. Come vede, onorevole signore, noi ci troviamo di faccia a un 1111ovo caso Segnntini. Giovanni Se– ..::111ti11i, fai fai, cc I' hn rub;110 I' A11s11ia,Medardo Rosso sin per cnrpirl.'elo, se 11011 l'ha già fatto, la Frnncia. Mn che ciechi e sordi si sia stati per il p :1Ssa10 h n11unl: che lo si sia ancora no. Ora bas111. Bisog,m che l\lednrdo ~osso sia invitato immecliMe a prender p:irte quest'anno stesso, al\'t'SJ>03iziont: di Veuczin e che gli sia d.ita una sala. Nè giovi il prclt'sto che il lempo degli inviti è pao;.,,1to,che 111a11cn110 le sale eccetera ; sarebbe come se, a\•endo scoperto I' i1111ocenuidi un pri– gionil'fo, s' indugia~e a ltvnrlo di galera con la scusa che s'è perso la chiave della porta o che il secondino è in ca111pag1rn. Mella in 1111 cantuccio Jcrace che - glielo as– sicuro io - non val proprio nulla; mandi più in là K1oycr; li mella tutt'e due allilporla se vuole. Venr1.ia 110n ci perderà nulla, l'l1alia nemmeno e l'ane d ~uad:ignerà 1111 t.11110. !Ila che sia fatto l'onore che si meritn a qucslo provvidenziale e grande shandito. Nf'i casi straordinari si doman– dano nzioui !!!lrnonlinarie e come disse quello. L' llnlln, i cui arlisti, tranne tre o quattro, sono una mandra cli 111111i1:\ esasperanti, ha bisogno per uscire dal suo torpore, di un mat:stro .1udnce, ri– belle e modernissimo: !\led.trdo Rosso può esser questo maes1ro e clt:veesserlo, e noi vogliamo che lo sid, n costo dei peggiori scancfali - quand'an– che do,·essirno fare, sto per dire, le barricate. l\ln noi s1>eria1110 in lei. E ora mi perdoni, onorevole signorf', la vi,·ezza delle mie parole; ma in "eri1à sono ohremodo sdegnato del patrio luzaronismo - e lei S'-', che, come diceva il divino Goethe, J,1 sincerità pare sempre, c1uando parla t.t· ,o,-de, un po' grossolana. Mi creda A I\DENCO SorFICI. Profili di giornali. Il Travaso delle idee, il Guerin Meschino. L' Italia ha due cuori e due pulsa1.ioni di viia: ha Roma e l',lil;mo, il ruote (Id fìa10 e il cuore del :-.anguf'. 1.n.:>,:iil un flC<"ampamt:nlodi fanrrnl– loni altt-ndati come zingari frn rovine cesaree e papali che !!!degwrno o ignornnoj quassù un tu– muho di ''"'i chf' han hi..ogno d'una casa sempre più grande 1>erla loro .1t1h•i1:\sempre piil ,,asta. Non è merito dei milornesi, 11011è colpa dei ro– mani: rerchè dei st:th:centomila abihnti intorno al Duomo. cc ne saranno .si e no centoventimila di padre e madre ruilnn~e. e fra c1uesti forse la met;\ di nonni rnilant!ìi, puchè del mt-zzo milione di gregari dd Minis1eri e di chierici del Valicano a1>pt-na, e for.se meno, di 1111 <1uinto appMliene vcrame111e alln regione che abita. Si trnlla di i1a– liani, 11011 divisi ,la di~lanze e da dialetti, ma dn forme di vita: i pigri cht nniau ridere e e st~.1fare,. - gli Mtivi che vogliono lavornre e conquistare. Ogni regione italiana, dalla Sicilia nl Veneto, nrn11d11 o~ni mese il suo contributo cl' uomiui ai due centri della 1Hn:i1me,e p:,ga la sua tassa spi– ri1uale alle due grandi esattorie: I' esauoria delle anime d'oro e l'eiiattoria dt:lle nnime di 04rta. Roma e Milauo divtnl.111 <"O"i due tipi e due carat– teri, due specie di raccomandazione scritte sul passaporto ~pirituale di chiunque si prèsenti, qui o ali' estero. Anche do,·e si aspetta il disprezzo i,er gli italiani il milantse è ritenuto per tre quatti europeo: 1>uòStflre a la\·ola con un americano, bauere un tt:de,co, e f..rla pari con uu inglese; i francesi li hn gi,\ sorpassati sul mercato delle sete e speriamo che resti sempre loro iudie1ro in quello delle cortesie. J\. questo modo si spit!'ga come di Bibloteca Gino Bianco tutte le città d'Italia Roma s;a la preferita dalla colonia francese e dai "iaggiatori gallici: essa ha qualche cosa di poco fiero e di poco attivo che contenta l'orgoglio dei provinciali e non dispiace, per un po' d1 tempo, persino fii p:uigini, che non vanno se non dove passon mostrare lfl loro supe– riorità. E questa opposizione fra i due paesi è rispec– chiata dni due loro giornali umoristici piu rappre– sentativi, il T,-nvnso tielle idee e il Cueri,, JJ/e– scliino. Tutti e due 11rnn11 ridere e lar ridere; ma quale diversit:\! Nel Trnvnso tu senti 1>t:rcliente abillrnle il J>arrncC'hiere e 1'01.iosodi ca0è o il let– tore di ferrovia; "i domina il giochetto di p.trole, il lazzo arrischiato, la frivoltzza del perditempa, la vuotaggine del liceale, il risolino della donneua; nel Cuu;,, t'accorgi di tutta la santa scrielà am– brosiana che c'è persino nella risata, fatta a bocca a perla, franca e sercnn, come quella del buon senso e dt>gli uomini di cMCicnu. tranquilla e so– lida. Col C1uri11 riesci persino a pensare; e col Trn· ~ J tulio quello che puoi sentire t un di– sgusto per quella capitale d1 fiacchi, di leggeri, di ,•uoti, di coscienze di stoppa e di teste da tenor,, g. pr. Caratteri. Il rllrallo magico, Una \'oho1un pinorc dlpimc un ritr.i10 nel qu,lc chiunque lo guardi\•• rico– .ccn •• ,teno. l.tggrnJ11 lorNlf.J. Scena conosciulissima: UN SICNOltH passa chiacclu'ernndo co111111 amico: - Un ma5calzone .... Uso SCONOSCIUTO si j>ttà'J>ila ù1vele11i/o: - Lei parla di me! Tal' e quale con <1uesti ca,-afle,; ,- non ne ::.b– biamo scritto uno in cui molti non abbian cre– duto di riconoscersi. Cattivo segno I - direte. C' è di pii1: molli si son riconosciuti in tutti. È come se ave55imo mt550 uno specchio sotto il naso dell,1 g~nte. Chi ha la coda di paglia ha paura che l:t gli bruci - dice il proverbio, e pa– recchi cle"ono averla, l:t cod:t di paJ(lia - troppi. Il Solidificatore del , 1 11010,il puro Poeta, l'Uomo che farà, il Dt-1 lenebroM> (ho una lettera del Bel tenebroso) il llohèrne dorato, si son risentiti nei nostri colleghi e nelle nostre conosce111.e, hanno preso il cappello, quasi che noi avessimo trndito il loro segreto; quasi che ci fossimo presi la bega di farli cantare per ncchiappare a volo la loro nnima,• come 1111 1lÌpistrello crepuscolare, e poi inchiodarla qui, 11\ sole! E qu.1nd' anche fosse cosi, buoni ragazzi? Cre– dete fo1se che lo facciflmo per cattiveria, per malignirà, per bile ingenita? Non sentite dunque la nostra co1diali1à, ~otto le parole crudeli, la nostra passione pu le cose spirituali, il nostro attacca– mento per voi, il noc;tro amore? Non "i accor– gete che l.1 nostra ironia 11011 è se non un enlu– siasmo tieutrnto; che se vi s1ra11pi:1mola maschera è perchè s1lcriamo di lro,•:irvi sotto untl bella faccia da galantuomo? Ma a voi sccc" male– dettamente d'esser messi in p:eua lnce; siete come i guli: chiudete gli occhi e grnffiate. Gli è che sit-Lesuhdoli e non franchi, camerati! vivete sui t1,1111poli della e posa>; 11011 avete nè cuore nè irnimn nè 111111n. V' ingc=ri1e d' nrte, di poe ... in e cli pcusìt-ro, 1111nmloil vostro mestiere dovrebbe esser piu110,.IO(Jucllo ciel c11vnlocchi - e non sapete scrivere 111111 <ledicn di due righe a\ln \'Ostia mamma moria senza che vi si senta dc:ntro I' ll0t:11;,zi<me e il dmbomho vuoto d'una fibrn ('0rllt'.t. Ot.lintc la St'1t1phci1àe la sincerità e 11011 ,·o!ete d1e ,,j s1 Llica - vero? :\la noi vi accuo:eremo, briw.1 genie, vi spiatici• lcremo sul nm,o qudlo che pt:nsiarno di voi, e per darvi un :,aggio d1 quello che intendiamo, noi, per sincen1à e franchezza. faremo il processo .1nche de\1;1uostrn cosc1c:nia - d metteremo all.1 gogna acanto n voi! Nè _2iatc ben sicuri cht- non l'abbiamo g:à fatto. A. S. Italianiali' Estero. lii. - RICCIOTTO CANUDO Se si lrat!Hsse, ("Ome per 1,c qumti si lrntta, cli uno di quei tnuti ,::io,nali<1ti 1 ai quali il mestiere ruba qucl te1111>0 di ,-1mliarc cht! solo, forse, lo coones1e:rebbe, io non mc ne occu1lerci; uno pili, 11110 meuo, I' 11,11iati~lu~r'""bbc drilla o se 11' an– c\rt:bbe n sghi111lusdo lo s1e-.-.o.Abbi,11110avuto il fenomeno ,\lora-.w abbiamo o~gi il ft:nomeno innomini\bile di Milano - e 11011 per questo ci sentiamo in pericolo. l\la nel c:t~Oprcs ..nte c•~ di più. 11signor Hkciouo Canudo,d1e, dopo lulloc ben pesate le c~ (J>t-tchè anrhc l'aria si pesa), non s1uona allatto nel Suut•o Cio, 11ale, è relatore dei libri itnliani 11el Jl/o w, ~ Jt F, n11a. Questa rivista p,ll. fo1t11n,11au pii1 sfortunata ddle couso- 67 rellc che nacquero in Francia al tempo della ri– bellione decadente e simbolista, s'è imposta a tutto il mondo, cd è diveutat.-, come lo stes'() Canudo lo riconobbe, una rivb.1a documentari:.. Pur troppo, però, è l'unica che i giovani di tutta Europa, che s'occupan di lettere e d'flrte, leggono per trovarci informazioni straniere: le quali, cli f.itti, se non sempre eccellc111i,sono, per lo meno, :1bhondan– tissime. Ogni lettt-rnlnrn, - nuche dei Balcani - v'è rapprese11tat:1 eia 1111 corriere talvolla persino mensile. Ali' I talia toccn In fortuna di cc:sere intt'rro• gata e sa,:?gi.1111 quattro volte nll':rnno, e, or11,per meZ1.odel signor C111111do. Si CRJ)Ì"<'e che, clata P ignoranza che all't>stero c'~dcll11 lingua italiana, la poca di0usione d~lle 11os1rerivis1e, e vit'"vers.a la conoscen1.a del frnn~se e la diffusione del .lftr– cure de F,,wce, noi che scrh•i.imo in Italia di– pendiamo, per tro,•:ne ,;:imp:.lie ed amicizie (non parlo di traduzioni} in ~nn parte <liii~nno, dal gu,;;to, d:11lacoltura del ,ri:'t ricordato si2".Cnnndo. Ed è contro que"to ('he bi"Ogna prorec:larf'. E perchè la prolesla non ~mbri uno sft>g"O p,ersonale e non sia fondl'lta sopra un apprtnamento arbi– trario, rlico che: primo, io !tOIIOscritto e g-li amici del sotto<critto, siamo scm1,re slali tratti'lli bene e con ogni riguardo clRI precletto signor C,1n11do nelle recensioni dei nostri lihri nel 1l/err11re de · Frnnu: secondo, 11011 c•~ nf's~1111 urto person:ile fra me e il ricordalo siganor Cnnudo, col quale non ho p.irl:ito che unl\ sol11voll11 in vil:1 mia e che an1.i, come un leltor<' di giornali mi .ifferma, mi chi;mm in 1111 rerente nrtlcolo, ll"flndo 111 sua solita es:111e>:u e disinvoltur.l, suo amico{!). Ciò che io ho dello sopr11 11011 è t.0ltanto il res•1ltato di un' indatine coscienziosa so1lra questo signore, ma pro"it!'ne da un e<t:1mede' suoi se.ritti, abba– stanza completo, e del quale trascrivo qui alcuni documen1i. 11signor Ricciollo C11nudo ebbe il coraoi;t:io di accettare una cattedra dantesca nella Scuol:1 di Studi Superiori Sociali (ic;tituiione non governa– tiva) a Parigi; ed ei;t:li c;t~ annunciava la 1>ro• pria inaugurazione co.-.J: e En m~me temps, in:.u– gurant I:. première lultU"a Da11H, crète :\ Paris, l'Ecole dc Hautcs 1;:111des Soci11lc.111 honorait, Mns statues ni mm1iqueiiimilit11irco11, devnnt le e monde intellcctuel », le grand Poète médilarrenéen et gothiquc, 1n1r I' interprètation mélhodique du Poème qui est I' Evnngile mora! de la rnce medi– tarrenéenne » (/Jf. de F., , npr. 1908, p. 5~2). Che cosa sia la e razza mediterrn11e11 "e il suo vangelo, vedremo do1>0: di11mo intanto un saggio dell'in– terpretazione mctodic.1: Per clii. , Telle Francesca, sans trop de rancune et Nlll" dCsespoir se lai:-1sant entratner par le !I0uffle infern.11 de ro,age de le11, pour le baiser qu'elle donna >. IL' Occide11I, apr. 1go8, pag. 88). Chi ha mai veduto e l'omge de feu > nel canto IV de l'Inferno? - Per es.: 1~10 ton a"""'1t in un Yohunc ci~ cbc per l'u11iw-\'ft0..: aqu,dcnu, è tradotto: e Lié avec amour dan11 un volume, cc qui dans I' unh•ers se dlt1tlttft/u >. (// Europe arlisle, oct. nov. 1904, pag. 2i6). Trndu,-ione della quale il Canudo è un po'incerto, perchè in altro luo– go corregge: e réuni cl.1ns un volume 10111 ce qui s'épnrpille par l'univers » (COcc, id. llag, 8~). !\!a forse, in mancnnza d'ec;attezzn, il signor Cn– nudo ci .1vr:\ <lato In poesia <hinte.sca. Niente anatto. Il suo Dante è fotto d'astrazione e di– venta lo strumenlo cli una delle piì1 ridicole e ubriache filosofié delle rnzze che mai ~i I muli– nara in testa di fi'osofo giornalis1ri. l.11 l)itùm Conmudia è, sl, per il signor Cnnudo, un poema: o meglio, è n11c/1e un poema. !\In 11il1di ciò e est l' Evangilc mora! de la ri1ce mcdi1arrenéenne » ; e se voi non sapete che cosa ciò sia, vi dirò con lui: e La vie et la puissance dcs rn<'e,;dir~ Jatines résident dans l'efTort de l'esprit méridion,11, italicn, espagnol, nord-africaiu, vers un point s~1lle111rio– nal de concentration: I' lle-«le-f-~rirn«. I.a \Val– Ionie et Ics pcuplcs dérh•l::i: d'Amérique, <loivcnt aider à celle recomposition spirituelle de l'em– pite mcdi1arrenéen dont la <'.lt}itale mor,,lc ,st Paris. L'esprit dc Oan1e accomplit en oeuvre d"art étcrnelle la synthèsc de, deux moc.les d'expres– sion de sa mcc, très rcconnaissahle daus le 1>0ème où, jusqu'au pied du tr0ne de Dieu, on peut séparer le 1>oè1e méiiclionnl, morntisatt:ur et poli– ticien passionné, tlu poè1c métnph)'°'icien, go– thique. Dante es1 dans ce seus 1 1 I !omo mediter– raneus-type , (l'Oa. id. pag. 89). Voi fo,se 11011 capite, ma credt!le benignamentt! che almt:110 il signor C.111udo sappia che cosa dice. Ebbene, neppur questo; inr-.tti io leggo: e nul poèté mé· dit:urenèen n'a été profondt:mcnt p~ychologut>... • (M. de F. 1 a.pr. 08), ma lc"ggo1n1re: e L'honunc, les anima.mc, )es cho,;e1 i11a11iml!es,tout inspire ;\ Dante de comparaisous et de!li im:1ge,; seulemcnt psycl,o/ogi911ts et an1ropomorfiquts .. J'inc;iste sur sur ce poin1 > (L'Ou. id. p:ig. ~ti). Voi vi d<, mandate: co3' ~ <lunque Danle? psicologo ... o me– diterr;rneo? O mag;iri 11011 vi dom:unla1e nulla, e sorridete, come me, tranquillamente e p:1zieute- 'I

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