La Voce - anno I - n. 17 - 8 aprile 1909

• 66 però la pena. E così le marachelle e i piccoli e grandi imbrogli della degna signora e insigne teosofa, poterono con– tinuare per un pezzo; ma un bel giorno furono scoperti e allora i buoni teosofi italiani insorsero e protestarono non so se pili sorpresi o irritati dell'essersi la– sciati gabbare eia una avventuriera che era vissuta per vari anni alle loro spalle. I.a ribcllion<' fu presto domata: la 13c– sant, amica e protettrice della degna si– gnora per la quale si era già compro– messa, la sostenne a spada tratta, e :il– lora i teosofi onesti e che a,·cvano nn po' cli sale in testa uscirono disgustati dalla Società, e gli altri, solo smaniosi di poteri psichici, chinarono di nuo,·o il capo e tornarono ad essere il gregge obbccliùntc. ~la un nuovo scandalo scoppiò poco dopo e assai più grave: SC'!,ndalo che oggi nella sua ultima fase ha portato alla dissoluzione morale della Società. Il Lcadbeatcr, la cui condotta in Italia ave,·a dato luogo a 11011 pochi sospetti, ,·enne improvvisamente accusato in Ame– rica cli corruzione cli minorenni. Si cercò dapprima di soffocare la cosa: ma visto che ciò non era possibile, il chiaroveg– gente teosofo venne giudicato da un ap• posito con~iglio dei capi del 1nodmcnto toosolìco, riconosciuto colpevole e invi– tato a dimett<'rsi dalla Società; giudi– zio questo a cui aderì, di malincuore, anche In lksant. Fu l'ultimo atto d'au– torit;.\ compiuto dal ,·ecchio presidente, Col. Olcott, che morì pochi mesi dopo. La sua succrs.s.iont> diede luogo a nuovi ~canda li e a nuove polemiche: la Bcsant impose la sua candidatura, dicendola 'i'O– luta dai marstri, e fu eletta. Intanto continuava l'esodo dalla Società teoso– fica degli clcml'nti migliori: ma nes– suno credeva chf' si sarebbe giunti dove si ~ arrh·ati oggi. Eletta presidente la ncsant. il Leaclbf'atcr chiese di esser riabilitato i la Besant non osando andar contro l'opinionC' pubblica, e porsi in :t)X'rto contrasto rol suo giudizio di pri– ma, iT~aricò • su0i an- .i.ci cti iniziare un'a– gitazionc- in fa,·orc del corruttore di fan– ciulli: e quando vide che la maggioranza, desiderosa di poteri occulti, era più che contenta di riammettere il Leadbcatcr in grazia alla sua prl'tC"$a chiaro,·cggcnza, essa prese coraggio, disse cli essersi sba– gliata nel giudicare il suo collega bene– merito. e lo dichiarò vittima di basse irwidie personali, c- illegalmente condan– nato dopo un giudizio affrettato e par– ziale. I .a dichiarazione del Prcsidentc– sollrvò un putiferio: il gruppo oramai dav,·C'ro esiguo, cli onc-sti e intelligc-nti, con a capo il ;\lcacl, protc-~tò viv1.1mcntc– t' iniziò una campagna contro il I .ead– beatc-r. ::\l'a ogni prntc-..,ta fu ,·ana e pro– prio in que~ti giorni la Società a gran– db~ima mag-gioranza ha del ibcrato di riammc-ttcrc il I .cadbeater e quasi a C'Oll1))<'11$arlo dcli' ingiustizia patita ha decretato un'apotC'osi a questo martire della vcrit:,, al "rande iniziato e mac– &tro. al :,;apicnte corruttore- di fanciulli. E così il LC"adbratrr torna trionfalmente ad a!tsumcrf' la clirf'zionc spirituale della !-;ocict.-\ Tc-osofica che sorta coll'intento di attuare la frau.•llanza umana e cli dimo– !,trarc la di\'init.'t dL•ll' individuo, '1011 ha ~aputo far altro che darci l'esempio di scandalose lotte inte!-tline e ha finito col– l'accettare come sua guida un uomo con– tro cui la giustizia inglese ha pronto un mandato di cattura p<'r reati contro il buon C0Stlllll('. Eppure la SociNù Teosofica mcrita,·a sorle migliore: essa aveva in sè dei ger– mi che fecondati a\·rcbbero potuto dare frutti straordinari e cooperare a un me– raviglioso s,·iluppo ~pirituale dcli' uomo. E anche così come si l:. svolta, l'azione, che è stata in complesso, almeno finora forse più benefica che dannosa, ha an1to non poca importanza. 'Xella letteratura teosofica, tra tante cose strambe e inu– tili, troviamo dl~i libri notc\'oli : ba.&.ti LA VOCE citare, per tutti, i due aurei ,·olumetti mistici : Luce sul sentiero e IA 1.•occde/. silenzio due gemme preziose per quanti comprendono la vita spirituale, e l'opera colossale della Blavatski, e gli studi cri– tici del :.\l.cad sullo gnosticismo e sul cristianesimo primith·o. )[a non è pos– sibile esaminare in un breve articolo l'importanza della vasta letteratura teo– sofica, che conta centinaia di volumi; e io non voglio insistervi. Piuttosto ,·or– rei fare osservare che il valore della So– cietà teosofica, non consiste nel!' aver dato al mondo un'ampia letteratura, nella quale, ripeto, tra tante scorie, troviamo qualche filone d'oro puro : e nrmmeno nell'aver combattuto una buona battaglia contro il gretto materialismo della fine del secolo scorso; ma sì bene nell'essere stata una grande ispiratrice ccl eccitatrice di cncq;ric. La Società trosofic-a, c~o ideale altissimo ha saputo esercitare un' inAucnza notevole su molte anime di pensatori e cli artisti, che pur non avendo mai appartenuto ad essa, o cs– scnclod entrati solo temporaneamente, ne hanno compreso il lato dtalc e hanno saputo attuarlo nella loro vita quoti– diana, nelle creazioni della loro arte o nelle manifestazioni del loro pensiero. Questi, che potrebbero dirsi i \'eri teo– sofi, assistono oggi serenamente al lento dissolversi cli una società che poteva avere sorte migliore, ben sapendo che non tutto scompare con essa ma ne ri– mane, purificata e trasformata quella parte spirituale ccl eterna che è supe– riore alle miserie e alle bassezze umane. Guido Ferrando. lmrressionismo musicale. Cosi, al modo stesso che ci fu e c'è un impressionismo pittorico, è ormai slabilito (ed è la pii! :l\'1111za1a scuola musicale mo– derna, la scuola francese che ce lo o1nnunzia) che avremo l'impressionismo musicale. Tenti la musica' sconfi~are dai righ.!i limiti !Mro"! nico-melodici ; non pii.1sia geometrica archi• lettura quasi ac:tratta di temi abilmente con– trappun1ali1 ma sia fluire incessanle e mute– vole di toni, di macchie di impasti sonori diversamente timbrati i non pii1 sia bellezza marmorea, contemplazione serena e quasi frigida di alti temi generanti organismi iera• tici di sinfonie e di sonate, ma sia come lo specchio di quella percezione ideale che della m1turn colgono certe anime nella loro prigion corporale cosi squisilamenle vigili, da gareg– giare in sensibililà estrema - con i sismo~ grnfl pii.1delicati. I.e affinilà e le simpatie, le parentele e i ricbiami che una vol!a scoprivansi, come per una matematica occulta e profonda, tra le tonalità del sistema cromatico, balzino ormai di per sè stessi parallelamente alle fuggevo– lissime sensrizioni in noi destale dal Auire oscoro delle cose; nè valgano pii.1 solo in sè stessi, ma quasi riflettano con infinite e precise modulazioni l'eterna modulazione Debussy. Anzi or non è molto, di Debussy fu eseguito al Corea di Roma, il poema impressionistico « la ft1tr », vasto ammuc• chiamento di armonie stranamente orchestrate, di cui I' esasper:mte ballettlo misterioso dei due primi ltmpi, dh·enendo ,·era intessitura di frasi ritmiche e melodiche nell'ultimo tempo, suscitò batrnglie di dis.,pprovazioni e di entusiasmi nel pubblico. Impressionismo musicale? Non so quanto di quest:1 pretesa nuova interpreta1.ione arti• stica della realtà resterebbe in piedi se sol· 1oposta a un 1 analisi estetica rigorosa. Giacché i sacerdoti della novissima religione, fiutando oscuramente l'accusa di tYrùlt" e in realtl non sentendosi affatto un"sti, si difendono, calcando molto il senso in!t-riore di questo impres!:ic-nismo. Impressioni nude della vita, sl, ma non riprese fotograficamente come farebbe un qualunque zoliano, sibbene ri– flesse nel più profondo <li nna psiche deli– catissima e colte senza sciupare il loro bel colore cl' interiori1:t. Il male è che questo preteso impressio• nismo ideale, in quanto è teoria, è come l'estrema propaggine del verismo naturalislico. Che I' :irte consista in impressioni rice"ute dai sensi e cadute come gocciole d' acqua in quella mistica grottn o sotterraneo, la quale o il quale vuolsi che sia 11 anima umana e laddove queste gocciole si colorirebbero dei più misteriosi colori i' è una delle tante forme del vie10 errore che fo divellere il contenuto dalla forma e che fa spiccicare di sul contenuto la forma quasi una pellicola aurea aderente a un pezzo di metallo o di bronzo, siccome avvitne negli oggetti d'oro falso. Chè in fondo questo passaggio delle im• pressioni nella psiche non esiste. Lo spirito del!' uomo è presente o non è presente, forma o non forma le imagini, si accorge o non si accorge delle impressioni. Le quali non possono essere prima corporali e poi spirituali. O le impressioni passano sul corpo dirò cosl mecc:rnicamente, come contatto di cadavere e di cadavere, lo sp,rilo 11011 veden– dole, 11011 smlendo I' 1101110 di ,wer/r 1 - e allora è inutile parlare di quelle impressioni, giacchè esse sono pili che mute; è lo stesso che non sieno state, non esistono anzi che nella nostra ipotesi. O lo spirito le perce• pisce 1 e allora esse sono vere e proprie in• tuizioni o contemplazioni di un dato stato lirico, che si può chiamar muto, avendo solo riguardo a non essere esso espressione par– lata - espressione è sm,pre, però - i e nel quale stato lirico è impossibile distinguere, altro che intellettualisticamente, l'azione del- 1' impressione sollanto corporale, da quella sollanto spirituale. Sicchè quel preteso colo– rito interiore, che verrebbe <lall' :tnima dalo o non dato a piacere alla sensazione nuda e cruda e che dai moderni impressionisti ver– rebbe dalo quasi a nobilit:ire le sens:nioni del corpo, è proprio quella impressione, è tutta quell1 impressione. Ma benedetta gente! Forse che il secondo tempo (Scene am Bach) e il qu:1rto tempo (Donner, Sturm) della Sinfonia Pastorale non sono musiche impres– sionistiche (oh ! ma pii1 belle) come le vo– stre? Potrebbero essere altrimenti ? Credete voi che Beethoven potesse scrivere un pezzo cosmica della luce che si oscura e della che non fosse insieme impressione ricevuta oscurità che si illumina, del piacere che dal corpo e contemplazione lirica di essa, trapassa per insensibili gradi nel dolore, e forma d'intuizione, agile ripullulamento di del dolore che si converte per metamorfosi ricordi freschissimi di foreste armoniose, inafferrabili nella gioia. Cessi finalmente~ d' acque strepenti, di tempeste furiose - musica di essere congelamento di lava re- come le sue tempeste? cante in sè solo l'impronta della vita; ma Quindi l'impressionismo musicale, come sia quasi palpito intimo di vi1a, non greggia, teoria, a me pare un lardo figlio del positi• ma elaborata da sensi finissimi e colt;:. dal• vismo camuffato alla meglio con una ma• l'anima come il fiorir continuo di una ma– gica pianta, le cui radici rinnovinsi ad ogni istante. E, per servirsi del simbolo d'un grande poeta, il conlenulo non sia pii.1simile alla chimera che tenta coprire onde fecon– darla la immot:1 pesante sfinge della forma, invano bramosa d'amore - ma la forma, la sfinge pian1at:1 sulle enormi petriftcate zampe, divenga anch'essa chimera Auttuante leggera trasmutabitc, immedesimandosi col tremolio instancabile e inafferrabile dell'altra chimera : la \·i1a. Tali, a un dipresso, sono i comandamenti della novissima chiesa musicale, pontefice schera bergsoniana pili consentanea ai tempi. lnfotti la bergsoni.u1a sfiducia nel linguaggio artistico come meno per far conoscere la quasi insensibile, tanto è rapida, mutevolezza d<!lle cose, la si può ritr,ware agevolmente nel!' accusa di tardezza e di goffezza espres– siva lanciata dai musicisti francesi moderni contro le opere del I' arte classica. E anche la loro intuizione geniale ma non comple– tamente t>saua, che la reallà sia un così precipite fluire che anche un precipitevole susseguirsi di toni e di colori nervosamente abbozzati debba essere I' nrte, mi sembra abbia trovato già il suo teorizzatore nel BiblotecaGino Bianco Bergson, che sebbene pessimisticamente, ha messo bene in rilievo come solo il linguag– gio dei poeti {degli artisti noi diremmo) ha b possibiliL1 di riflettere l'eterna corrente del fiume cosmico, e non gi:'I l'isterilimento progre.c:sivo dei \"Ocaboli qu11le avviene sulle burocratiche bocche degli 011usi borghesi, i quali finiscono ~raveme-nte per credere alle etichelle che han posle sulle cose, senta cu– rarsi più di saggiarne l'essenza, il contenuto. Ma le teorie sono una cosa e le opere d'arte un'altra. L'impressionismo nella pittura ha. dato dei capolavori tali da ringraziare ldclio dell' er· ronea teoria su cui essi capolavori si basano o meglio sembra che si basino. Bisogna sen:pre tenere a mente che gli artisti, appunto per– chè sono .trtis1i 1 quando scoprono una nuova tecnica (anche questo è un errore; do, 1 remmo dire: quando creano una ,·era opera nuova raggjunta con metzi non sospetta.ti nelle sempre incomplete grammatiche dell'arte) hanno un' :tllitudine infelicissima a rivederne inesattamente, fnnlastic11111en!t 1 il processo creativo, anzi a farne un vero e proprio ro• nrnnzo, che :1 poco a poco si va irrigidendo in loro sollo la forma d' una pseudo-teori:1. Scoprire un nuo\T0 modo di dipingere è di• vmire un nuovo modo di vedere, è essere una nuova visione - è palesarsi un nuovo artista. Se ad ogni opera d'arte che nasce bisognasse rinnovar l'estetica, sarebbe una cosa davvero grnziosa. Se poi effettivamente, come è stato negli ultimi tempi, I' arie rin~ 110\•andosi(ridestandosi in :tlcune sue forme, giacchè in tulle essa non può morire), ha fatto germogliare un b~ulichio di nuovi pen• sieri, che son coqfluiti attrnerso canali par– ziali in quel mirabile libro che è l'Estetica del Croce, ciò non vuol dire che la ~cienza estetica anteriore a quella crociana bastasse a interpretare I' allivitll fantastica umana ma– nifestatasi in opere non meno belle delle moderne i nè tanto meno vuol dire che l'av– vento delP arte moderna esigesse una scienza estetica nuova. Ma vuol dir semplicemente che allora si interpretava erroneamente la attivitll immutabile che generò le opere an– tiche come le opere modem,•. Infatti l' arte 1 quale sboccia nell:t vita pratic:t non ha a che vedere col suo ripensamento filosofico e forse fu in un tempo in cui il problema metafisico del bello non era ancor sorto che c:tnta,,a il poeta di visione lucidissima, Omero. Dunque non potendo inverare filosofica• mente l'impressionismo musicale, cerchiamo almeno di vedere se esso sia appunto l' in• terpre1azione cervellotica di un reale movi– mento d'arte feconda, interpretazione com– piuta dall'anima colleui,·:1 d'un gruppo d' artisti. E il movimento e' è i per ora par• ziale, manchevole, difettoso, ma c'è; De• bussy è lutl' altro che un genio; io ho cer• cato dimostrare in un precedente articolo il suo principal difetto: I' :1buso della ricerca stilistica del nuovo, coronat:i quasi sempre da u~ pugno di mosche se non morte, tra– mort1te1 e fievolmente ronzanti. i\la in tanto agitarsi nel vuoto, in tanto vano balbettio, in tanta ostinata esegesi critic,,, si sgorgano già. i primi albori di un nuo\'O ciclo che condurrà infallibilmente a un grande capo· lavoro. E chi scri,•erà questo capolavoro si troverà certo in possesso d'un linguaggio armonico-orchestrale incredibilmente flessile plastico elastico, atto a ricevere qualun 1ue impronta anche la più imprcwdut, 1• Chè le possibilità della mu~ic;1sono infinite; - colui che la chiude nel!' ideale che di essa si formò proiettandone nel futuro Ja storia accidentale del suo passato, bestemmia contro la fecondi1à eterna delle Cose. Tutto va, tutto si muove, si corrompe, rinvergina; soltanto gli sterili vanno a ri– troso dcli' eterna corrente. Chi vuol J,,re si pone al contrario alla testa delle grandi correnti e se ne fa il condullore audace e sicuro. Poichè egli sa che un solo illangui– dimento della sua energia, un tremolio della sua spe-ranza, bastano a farlo calpestare da chi, incalzandolo, diventi a un tratto migliore di lui. Questo ora accade per Gabriele d' An· nunzio, e, al modo stesso, Claude DebusSy ha tolto le redini dell:t nuova musica di mano a Richard Strauss, il quale va ripie-

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