La Voce - anno I - n. 17 - 8 aprile 1909

Esce ogni riovedl in Firen:e, via dei Robbia, 42 .;I, Diretta da GIUSEPPE PREZZOLINI .;I, AW,onamento per il Regno, T renio, Trieste, Canton Ticino, L 5,00. Unfnumero ceni. IO. Anno I ,;I, N: 17 # 8 Aprile 1909. SOMMARJO: -· Il se■lo alla tltra, GIOVANNI PAl'INI -la Socleti Tco1oflca,11., Gt:IDO Ft-:1ut,,:--uo - l•p~lamo musk1lc. Gl;\:,.:-:oTTO llAsT1A:-.EL1.1 - f',,,. ilfedardo Rosso, ldler" f1jH'da a/l'on. Fnrd'°/ello, ARDRNGO SOFYICI - Profili 411 1lorull: « li Trm 1 aso delle idee » e« il Cuerin .llr.sd1i110 », g. lr• - Canlttri: // ritrai/o ma.giro, AR01-:sc.o S HtCI - lt.aliHI all'Estero: Ili. Rirrio/1,, Ca- nudo, g-. pr. 6 IL GENIOALLAFIERA J preV.. 0(\0 si fanno pj:g:are i sacramPvti, ma I poeti si fanno pagare le poesie e i fi– losofi i pensieri. E non arrossiscono, e non si nascondono, e non si ri\•oltano. Ma-che l Se di qualcosa gridano, questi poveri Giuda, gridano che le monete son poche e date tardi. Ver– gogna! Cosa c'entrano i preti e i sacramenti? Ma che forse le parole del genio non sono cose divine, date da Dio, ispirate da Dio come il battesimo o la comunione? Non siete, voi che create - dico voi soltanto e non i cialtroni che vi scimmiottano, vi rubano e vi offen– dono - non siete voi, come gli Apostoli, vasi di elezione, voci mattiniere o crepusco– lari dell'eterno, e non scende sopra i vostri capi non sempre indegni la fiamma dello spi• rito sanlo, e non venta in qualche ora sul vostro vjso il sonio dello spirito umano? Se non sapete neppur chi siete perchè parlate? Se non avete in cuore la sdegnosa superbia di chi sa d 1 aver tali beni che tutto l'oro del mondo non può comprare, pcrchè pi.1gnuco• late sulla miseria degli ingegni? Vi furon date le perle e voi le buttaste ai maiali e invece di vergognarvi di accettare in cambio un po' di mota ne volete anche di pilt. Che il diavolo vi abbruci I Non vi basta vendere il corp, di Crillo a uo tanto l'oncia? Oh quel Giuda, per quanto ebreo, come fu cattivo mercante 1 Non seppe ricavare dal Messia che trenta monete d'argento per– ch~ lo vendette tutto insieme. Ma oggi, questi traditori dello spirito, non son pili tanto al– locchi: lo vendono a pezzettini. Ma non si avvedono, i disgraziati, che vendono a poco a poco l:I loro anima - e che la vendono a buon prezzo e con disdoro. Un po' per volta - verso per verso, capitolo per capitolo, migliaio per migliaio, edizione per edizione .... Bnitti sfrontati infedeli I Che non ci abbia a esser nessuno che vi mella sotto il naso il puzzo della vostra mala azione? Guardate: voi avete sempreinbocca lo spirito. Spirito,spirito,'spirito .... Parola fortunata! Oggi anche i più squisiti adoratori del fango, i servi– tori più lo!-chi della terra dalle mille poppe, dicono o scrivono codesta bella parola settanta– sette volte il giorno. Ma che spirito! Il pili delle volle voi fate dello spirito in quell'al– tro senso - nel senso salottaio e francese e non ,·i :1ccorgete, intanto, qual turpe tra• sforma1.ione si compie in voi e intorno a voi. Ciò che di meglio è in voi, quel che di più alto e grande vi delta la misteriosa divinità che alloggia di tanto in tanto nel vostro capo mortale, si mut3 in vestiti, in roba ..!a man– giare, in boltiglie da bere, - in una parob voi fate che lo Spirito ridiventi Materìa, che l'Anima torni Corpo. Non ve n'eri accorti, sciagurati? Tu scrittore, in quanto trai da te stesso, come il ragno, l'opera tua e in qu:1nto sei pagato, hai il coraggio di trasformare il ricordo di nn amore dolce pass.atoe lontano in un sopr:1bi10; l:1 visione di un mare in tempesta in un c:ifiè e latte; la malinconia di una domenic:l d'autunno in un pranzo; la furìa di una passione in un cappello; la me– morin di un'anenturn s:rnguinosa o buffa in tanti barili di vino i I' inv~nzionc di un caso drammatico in una casa di c:tmp:igna; il mo• tìvo angoscioso di un abb:rndouo in un':iuto– mobile; il fulgore di un'intuizione della realtà, lo sforzo di una chiara verità conqui• stata in una provvista di tovaglie e di lenzuoli ... E bast:1 1 che non mi regge lo stomaco. E vorreste negare [ Vorreste negare d'esse,e degli alchimisti, spaventosi alchimisti a ro• vescio, che convertono in oro non già i metalli ignobili ma i tesori più preziosi del– l'oro, i tesori che escono meravigliosamente dal piit profondo dell'anima? Cosl è : anche il genio si fa pagare e le sue parole si tra– mutano in soldi e i soldi in roba e la roba in soddisfozione del corpo e il diavolo ride. Già: ride del mercato e delle catti\'e condi– zioni del baratto. La so, la so la scusa che avete sulla punta della lingua. Voi dite, richiamando per conto vostro i preti, che il ministro deve campar del!' altare. Ma se codesto sofisma del buon senso basta per giustificare una casta poco fer· venie e che da molti secoli ha mutato l'apo– stolato in carriera e il Vangelo in una vigna terrestre, non basta a lavare voi, che non siete ordinati dagli uomini, che non appartenete a reggimenti tradizionali, ma siete investiti volta per volta da Dio e siete sacerdoti dello spi– rito, non già per reciure sempre le stesse frasi cogli stessi gesti, ma per dire ogni giorno nuovo una nuova parola - o ridire le antiche parole con nuova forza. No, no : codesta scusa vale per i vostri imitatori, per i finti geni, per gti omiciattoli ingegnosi, per i rivendi– tori al mioulo di genialità Rrtificiale. Costoro fabbricano le· immagini cÒme -Ye "clM-'é riempi.Jno un lihro come i norcini insac• cano i salami e trattandosi di opere mecca– niche e servili sta bene che ricevano il prezzo del loro com piacente ed elegante fac– chinaggio. Ma voialtri no e poi no ! Stenda la mano l'articolista, ma non il filosofo - spalanchi la borsa il versaiolo laureato del pubblico mal gusto, ma non il poeta - ingrossi il portafogli!) il cuoco di novelle allegre o di calvi paradossi, ma non il crea– tore di nuovi spiriti e di nuove verità. Va' indietro, o Satana mercante che vuoi guada– gnare il sette per cento sui miei sogni e sulle mie tristezze\ Un'altra scusa è questa: che siete pagati poco. Tanto peggio. Giacchè fate i tradi• tori e vendete le cose sacre almen~ non fate la tigura di venditori malaccorti I E la scarsità del prezzo scusa anche meno la vo– stra debolezza. Non importa il poco o il molto: basta il fatto di venden, sia pure per un quat– trino I Per quanto gridino i pennaioli in voga è falso che le creazioni dell'ingegno siano merci come le altre e servizi come gli altri e che sia bene farle pagare. E allora? moriremo di fame? E si muoia pure! Non sapete che il genio è 1 per sua natura, una vittima offerta all'appetito dell'enorme be· stialità, perchè questa, ingoiandola, diventi, di secolo in secolo meno bestiale? La vita del grande dev'esset'e un martirio - bisogna pa– gare la grandezza interna e la gloria eterna con la miseria esterna. Eppure uno di voialtri, Baudelaire, vi disse quali maledizioni son pro• nunziate quando nasce un poeta. Simili nrnle• dizioni accompagnano l'apparizione di ogni eroe. Vi par molto pag,1re b sublimità della creazione e della scoperta con molto com pana• tico di meno e con molte toppe ai vestiti? Se volete vi,•ere ed esser grandi 11011 vendete 1:1 vostra grandezza: fate piuttosto i calzolai, fate piuttosto i ciccaioli. Tra la miseria e il tra– dimento scegliete, scegliete pure l'ebbrezza della fame e della solitudine! Avete un bel dire che la vostra vendita non è poi vendita perchè restale, come Bibloteca Gino Bianco prilba, padroni dell'opera vostra. Non è vero - in nome d' lddio nron è vero! Voi non sapece quante volte la vostra imm3ginazione è dovì11ta e il voc:.tro oensiero rallentato dal- -1'♦.<atin confma del pubblico, <!el nego– ziante, dei quattrini. E se pure vendete un'o• pera che sia tut~a sgorgata dalla piena della vo– stra poetica anima in subbuglio, dopo, quando l'avete messa in contratto, stampata in tante edizioni, con la vostra firma, e l'avete man· data in giro per il mondo perchè molti la comprino non è più la vostra, non è più la stessa. Guardate un quadro sacro nel salotto di un amatore moderno. La madonna non è più madonna - è una buona campagnola vestita di turchino. Gesl1 non è più GesU 1 è un ragattotto simpatico che più tardi anderà dietro alle peco?e. Levatelo di chiesa e il sacro se ne va. Cosi è dell'opera grande. Mercan• teggiatela, mettetela in vetrina, guadagnateci un tanto l'anno, sfruttatela per pagare la pi• gione e il conto del macellaio e v'accorge– rete, ~- non siete fior di canaglia, che qual– che brutto riflesso macchia il bello specchio dell'anima vostra prima. Si sente un fruscio di carta bollata, un vago odore di vitello ar– rosto : i personaggi cari al vostro cuore pi· gliano a poco a poco la livrea di schiavi de– stinati • guadagnarvi il mantenimento. E la gente, sapendo che vendete a un tanto per pa• rola quelle bellezze. ci gode meno e può cre– dere che quei brani di anima vostra siano la vita. mercio, francamr.nte, mi fa schifo. e Date gratuitamente quel che gratuitamente avete ricevuto • diceva Gesì.1ai Dodici. E voi noo avete ricevuto gratuitamente le buone no• velie che annunziate al mondo coi vostri poemi e le vostre filosofie? V'immaginate d'esser grandi perchè avete letti molti libri e impa– rate molte parole? Poveri ciechi 1 Fate un altro mestiere e non lordate i doni che ri• ce,•ete dal Dio ignoto. San Paolo vi\·eva fab– bricando padiglioni e voi fatevi fabbricanti di fruste e datele sul muso a tulli i merciai che ingombrano coi loro barroccini di cian– ciafruscole il Tempio del Genio, della Bel– lezza e della Verità. Giovanni Papini. La SocietàTeosofica. IL I.a letteratura teosofica di cui la Bc– sant e il Lcadbeater sono i più cospicui rappresentanti, appunto pcrchè leggera e superficiale, ottenne subito lieta acco· glienza e raggiunse senza dubbio il suo ~po cli popolarizzare alcune profonde dottrine comuni a tutte le grandi spe– culazioni mistiche e religiose. :Ma come tutti i tcntatid di volgarizzazione di teorie essenzialmente filosofiche e spiri– tuali, essa non seppe evitare il pericolo gravissimo di falsare e sminuire il va– lore e il significato dei principi che pro– pugna,·a, rappresentandoli troppo spesso in forma grossolana e puerile. 1\d ogni modo la Socict;\ teosofica, almeno in ap– parenza, se ne avvantaggiò e si diffuse rapidamente; tanto che mentre prima esisteva di fatto solo in India, in Ame– rica e in Inghilterra, prl'sto ebbe rami– ficazioni in quasi tutti gli Stmi del mon– do. Il curioso è però che col diffondersi la Società teosofica i1wece di rafforzarsi si indeboliva. Quando la superstizione e la fede cieca cominciarono a prendere il posto della libera discussione dei pro• biomi spirituali, i migliori si allontana– rono dalla Società lasciando un vuoto che non pnteva esser colmato daljc nuove reclute per quanto numerose. E in breve la Società teosofica si tro\rÒ ad esser formata in modo assai curioso: da una parte la gran massa composta di per– sone ingenue, ignoranti, smaniose di po– teri psichici, pronte a dar tutto pur di ottenere una chiaroveggenza qualsiasi ; dall'altra alcuni avventurieri e ciarla– tani che speculavano sulla buona fe<leo sui desideri malsani dei più i e infine separati e in dissidio colla maggioranza, pochi onesti e intelligenti che o non si erano accorti della volgarità da cui eran circondati, o speravano restando, di riu– scire a purificare la Società e a farla tornare ai suoi antichi ideali. In tali condizioni era ben difficile attuare tra gli stessi soci quella fratellanza che pure era la base e la ragion cl' essere della Società. u;, simile stato di cose non po– teva durare a lungo e presto venne la crisi. Vi furono prima delle crisi par– ziali e anche in Italia ve ne fu una gra– vissima provocata dalle scandalose rive– lazioni sui metodi loschi e immorali che prevalevano nella Società teosofica. Da noi si era cominciato a parlare di teo– sofia fin dal 1894 ma solo nel 1896 eua lica ; ma questa creatura straordinaria rimase poco in Italia e venne presto so– stituita da un'altra signora inglese, un'av– venturiera della più bell' acqua. Costei non tardò ad imporsi ai buoni teosofi italiani che divennero presto semplici istrumcnti nelle sue mani. È strano co– me una donna simile abbia potuto eser• citare una influenza notevole anche sul– l'animo di persone intelligenti e oneste: ma per spiegare questo fatto bisogna te– ner conto, oltre che dell'ambiente spe• cialc in cui la teosofia si diffondeva, di un 1 altra istituzione che si era costituita nel seno della Società teosofica, la così detta e scuola esoterica » istituita dalla Blavatski e poi snaturata e trasformata dalla .Besant in una vera organizzazione gesuitica. In questa scuola, divisa in vari gradi, vcni,·ano ammessi quanti, deside– rosi di affrettare la loro evoluzione, erano pronti a dichiarar obbedienza ai maestri e al loro rappresentante in terra la Be– sant. Ora la furba signora inviata in Italia a dirigere il movimento teosofico, seppe abilmente scn·irsi di questa scuo– la, per acquistare un dominio assoluto sull'animo di quanti vi appartenevano o aspiravano ad entrarvi. A tutti questi disgraziati, essa dice,·a che il difetto principale da cui dovevano liberarsi per progredire nella via regia dell' iniziazio– ne, era quello della critica e della mal– dicenza; e cosi queste brave persone ve– devano compiere sotto i loro occhi azioni enormi, degne di codice penale, e non osa,·ano aprir bocca e anzi creclcYano spesso che si trattasse di una prova Cl cui ,·eniva sottoposta la loro buona vo– lontà di emendarsi. 1fa sulla scuola eso– terica e sulla massoneria teosofica fon– data dalla .Bcsant. altra ridicola e ciar– latanesca istituzione. d sarebbe da scrh·er parecchio, e si potrebbero raccontare tanti aneddoti gustosi e piccanti: non ne ,·aie

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