La Voce di Molfetta - anno II - n. 16 - 22 aprile 1951

,~2 Aprile 1951 • I EPISODI'-·:·: DELLE ELEZIONI DEL 1913 . contro le finestre e contro il por- tone della casa· Picca, nella quale,,. eravamo riuniti. Avemmo appena il tempo di chjudere le finestre e la porta. Ci riunimmo intornÒ a Salvemini e decidemmo di difeq– derci in caso di invasione. Era– vamo diséirmati e solo Don· Cic– cillo andò a scovare una vecchia rivoltella a tamburo. ·Salvemini calmo ci consigliò di porci dietro gli angoli :norti e.. lontani dalle • finestre. Poi ci radunò in una stanza 3 vacche, e emme votà tutte pu sente nueste ; Sen Cherrare evesse pacienze. · Famme u piacere, se– gnoere, famme parlà che d• idde. r Nen ste a Mlefette ; <limme · a mèiche cè vu. .. Egghie veneute a pegghià la scheite a do stè u retratte saue, a duppiamente, pe d' ogne per– soene, ca aune serve pe quenne emme a scIa1e a vota, e J' alte l' amme mette · soepe o comò. · - Mo nen gé stè, viene quenne .ste idde, . e ci -:ve re voele dà ve re dè. ( 1) La vecchietta se ne andò a malincuore. EDITRICE LIBRERIA SPADAVECCHIA MOLFETTA - 1913 e ci clisse: Non vi allarmate. Il Commissario Ippolito, avendo rag-·· giunto lo scopo, non ha interesse ad andare oltre. Intanto io sono stanco morto e vado a letto ; se vi saranno complicazioni venite a chiamarmi. Si ritirò nella sua ca– mera e con sorpresa dei presenti, dopo qualche minuto s_. ntimmo che russava. Don Ciccillo era commosso, mentre Jio ridevo. 5f.mbrava scon– certato dalla mia ilarità. Gli dissi: Come tutti sanno, nelle elezioni politiçhe del 26 ottobre I 91 3, Gaetano Salvemini fu candidato politico nei collegi di Molfetta e di Bitonto. Fra gli avvenimenti briganteschi, che caratterizzarono quelle elezioni, vi furono alcuni episodi, che, dopo 38 an1ii vale la pena di raccontare. Ricordo che nel mese di set– tembre del detto é nno, alcuni amici di Molfetta, fra i quali c•ero aTJ.cheio, accompagnarono il can– didato prima a Bitonto, nella matti– nata, e p ·i a Mariotta,. frazione di quel comune, nel pomeriggio, dove Salvemini avrebbe tenuto un commo. Il primo riuscì imponentissimo per concorso di pubblico accla– mante, il secondo non fu potuto tenere per ... mancanza di pubbliFo· Arrivammo .verso le 1 5 nella 1 detta frazione, e con nostra sor– preso, nella piazza della Catte– drale, in. cui doveva svolgersi il comizio, non vedemmo anima viva, e con sorpresa ancora maggiore, notammo le porte e le finestre delle case tutte chiuse. Bu~sammo alla porta più vicina, e udimmo, che dentro si recitava da parecchi~ perEone il rosaric.,; ribussammo, e invece di vederci aprire l'uscio, udimmo dall • interno u11avoce, che ci apostrofa va con tono collerico con epiteti graziosi, i più gentili dei quali erano: Anime danqate, demoni, delinquenti, ecc. Ritor– nammo da Salvemini e dagli amici, che ci aspettavano vicino alla Chiesa, e comunicammo quanto .veduto e udito. Frattanto un amico di Bitor,to, che ci aveva accom– pagnati sino a Mariotta, ci indicò un manifesto affisso· sulla facciata della Catt_edrale. Il parroco,. un certo Labom– barda {!!!) aveva preannunziato alla cittadinanza l'arrivo di un nemico di Dio, inviato_da//'in/erno, per corrompere ed ingannare i fe- 1 deli. Consigliava le sue pecore a I disertare il,-comizio, pe~a la ca- ·1 duta in peccato mortale e la sco- . mun1ca. L' invi~to dell'inferno era Gae .. tano Salvemini, che dopo qualche minuto di buon umore, pregò gli amici di staccare dal muro il ma- Quella calma impressionante ci sembrò un miracolo, e ci confortò nell'attesa. nifesto con tutta cura. Qualcuno Era il suo, il sonno del giusto. dei presenti salì sull' imperiale della La. folla delinquente si allon- macchina, e il manifesto, dopo tanò per qualche minuto, poi ri– una bagnatura, per disincollarlo, tornò più violenta di prima; i fu ricuperato per intero. proiettili piovevano contro le fine- * stre e il portone. Andai per sve- * * 1 S l g iare a vernini, ma mi accotsi Malgrado le bastonature, le mi- che placidamente dormiva. Non nacce, i soprusi, i brogli, l' inter- ebbi il coraggio .di disturbarlo; vento della picciotteria, gli arresti ritornando dagli amici dissi: dorme ! e le manovre della forza pubblica, popo qualche ora la folla si inviata per rendere impcssibile la sparpagliò, e verso l'alba potemmo riuscita di Gaetano Salvemini a ritornare alle nostre case. deputato del Collegio di Molfetta, . Dopo qualche giorno di assenza fatto lo spoglio delle sch~de nelle Salvemini ritornò a .Molfetta, rice– seziooi di Molfetta, il nostro, se vuto alla stazione da una folla nel comt•~e di Biscegli~ si fossé immensa, come non si era vista mantenut~ la proporzione, avrebbe : a memona d'uomo. ottenuto la vittoria. * Verso l'imbrunire ,i propalò * * la voce, che nel vicino Comune Qualche settimana prima delle Salvemini aveva ottenuto la mag- elezioni politiche del 19 l 3 ero gicranza dei voti. Come per in- seduto con Don Ciccillo Picca canto la picciotteria si sparpagliò ali' aperto sopra una panca del1a e · sc 0 mparve dalla circolazione, 1 sua villa, quando vedemmo venire · d. · d I I verso di noi una arzilla vecchietta per hmore 1 una reazione .e Ì popolo malmenato per tutta la : che giuntaci vicino, ci domandò : . ( ' giornata. ; Avete dò u sente de Mlefette? Chiusf" le urne, i rappresentanti ] Don Ciccillo, che usava parlare dei ·seggisi riunirono in casa'.Picca, I il dialetto quando parlava con i dove. stava Salvemini, per rendere I ~ popolani, meravigliato, le disse : conto dei risultati numerici delle ; Ci vù acchià Sen Cherrare a dà sin;:ole sezjoni. Eravamo una ven- ! scì alla chiesie grènne. tina, compresi alcuni rappresen- i Gnornò, u sente de Mlefette è tanti del comitato eletturale, in / Sen Caitene. attesa che ci arrivassero notizje i - Egghie capite, segnerì ve ac- precise_ sui • risultati di Bisceglie.· chienne Salvemini ? A tarda· sera sapemmo che, , - Gnorsi, segnocre;cure acchessi per le inaudite violenze commesse I u chiemimme pe soepe noeme, prec– dai mazzieri e dalla questura, rap- : 1 · cè voele salvà tutte le proviedde presentç1.tadal Commissario di P.S. i da la meserie.; e ci cure ve a Gabelloni, Salvemini rimaneva in Roeme alli chemere, a da vedè minoranza, é_ quindi, dal complesso quande beine èa ave da fà. lnte dei voti·, risultava soccombente. a la terre simme, mejchele e fem– Mentre eravamo in attesa di dati mene, tutte pe Salvemene, e quenne più sicuri, sentimmo dal di fuori ! fasce u parlemente inte a Sen De– un gran vocìo, schiamazzi di folla, I mineche neu · scimme sempre a a cui seguì 1:masinistra sparatoria senta1e le· fiaure ea l' essene da Pochi giorni fa, demonio a Ma- . riotta ; oggi Santo a Molfetta. Don Ciccillo ·si ·rasserenò, e con– cluse : E' la sorte di tutti gli innovatori ! · 23 Marzo 902: di Palma Con quest'aspra dolcezza marzaioJa · torna quel giorno abbastanza lontano. Mercè il -connubio coi Pansinisti vincer pntemmo l' Amministrath a. Il Governn di Giolitti dalla sera a1la mc:1ttina il siciliano Amaro siringò ( 1) di piantare i Cavonisti (2) ed appoggiare a fondo le sinistre. Chf". gioia torrenziale ... Il Professore sul balcone (io lungo lungo passamontagna e sc0perto il trentenne lam/;io11.e): « Cr-me lo schiavo di Roma - dicea : rammenta che non sei che [un uomo,] ritto su1carro in faceia 2 l trionfatore, ·tal dico· a voi ubriachi di vittoria da qualche violenz·a macchiata ... ». Mano di grigio sull'ora sì ros~a. . A rnc,menti scoppiava una fischiata Pensare che lì lì il maestro Rossi « 23 Marzo » aveva intitolato una funebre marcia, che anche a1lora cadcle di Marzo la sernmana Santa. Marzo - 9 Aprile I 95 I . GIACINTO PANUNZIO (l) commisaarlo regio. (7ì ca..,.o.iisti da Cavour. Cavone e perchè era un cavone. Uno dei più gravi fattacci or– ganizzati dagli scherani mandati quaggiu da Giolitti contro Salve– mini, fu certamente quello che si svolse a Terlizzi qualche giorno prima delle elezioni. _ Un primo comizi.o Salvemini aveva tenuto qualche· set_timana prima in quella ' cittadina, · con risultato quasi negativo ; perchè disturbato da schiamazzi e dal lancio di 'quache pietra, da parte dei mazziP.ri. Salvemini non . era _ uomo da intimorirsi per queste pri~e avvisaglie, e decise di ri– tornare, sebbene sconsigliato dagli amici, che, giustamente prevedeva– no nuove riù gravi rappresaglie,. Non ci fu verso di dissuaderlo, e per la domenica successiva il comizio fù fissato. Prima di par tir e Salvemini pregò gli amici di procurargli una

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