La Voce di Molfetta - anno II - n. 16 - 22 aprile 1951

4 rnezzà doizina di ombrelli robu– ~sfi :· :pos:sjhil!l}ente di: quelli usati -dai vét~raili: 11 temp,q era ·_sereno e non ca_,– pimmo :a·\:ne cosa_ dovessero-ser– vire gli ~111brelli; ·.comunque tro– vammo quattro om·brelli dl queUi con le stecche di balena. 11 co– mizio fu fissato per le quindici, ma si parti con una mezz' era di ritardo. • Sar onrr.o poi che nello stesso mcrr. ento in cui la macchina par– tiva, dalla questura di Molfetta se ne dette avviso.· a quella -di Terlizzi. Qudche minuto prima era però panita la corriera, che· faceva il serv1z10 viaggiatori da lVlolfetta a Ruvo, .con Jerma.ta intermedia a T.erlizzi. Ali' entrata di Terlizzi r· auto– vettura pubblica fu prima fatta segno . a u~a nudrita sassaiola da 1 · parte di una grossa schiera che era in attesa. Si · credeva che I nella stessa fossero Salvemini e i gli amici.. . . Poi i piu audaci salirono e bastonarono gli ignari pas~egg~ri. ·Accortisi dell'errore, i pii.t- vio– lent~ aggressori si dileguarono, ma rimvse sempre un'orda di m~lan·, drini protervi, disposti· a ripetere l'aggressione all'arrivo della nostra vettura. Prima di arrivare nel grosso del1a folla da akuni ragazzacci fu lanciato q~alche sasso. Preve– dendo di peggio, Salve~ini ci consigliò di , apriré gh · ombrelli fuori- :degli sp9rtelli, .•mantenendo dall'intèrno · i m.anici. Come arri– vammo· nel g1osso dell'_assembra– ~ento le pietre fioccarono nume– rose, ma· pe·r fc;)Ituna gli omb~elli, ·. sebbene mezzo squassati, . resistet– tero, e la màcchi~a, accelerando la corsa, riuscì ad usci·,e · fuori del pelago. . ~ Temendo .di peggio,· attraver~ sano a tùtta velocità l'abitato, sino a quando giùngemmo mco- luini a Ruvo. - Ritornando ]a sera m e a sa Picca, Salvemini ·sembrava scddi– sfatto dell'avvenuto .. Senza danno aveva raccolto un nuovo materiale per completare le accuse contenute n-el suo libro << Il Ministro della Malavi_ta. 'Ma , più ·di tutto era conte~to della Serenata degli cm– brc//;. Nell'entrare in casa, Ciccillo Piéca gli demandò : E gli om– brelli? Salvemini gli rispose che a ve, a no furizionato egregiamente e gli raccontò il loro uso. Don Ciccillo, disse che bis0- ·gnava. modificare il_vecchio detto: .:C"rrizze, ·_sbenghie peile, M le/elle u ·o manfeine - con l'altro: Fer:. ri:.ze sbengbie peile. l'embrielle u a mentenghene. Una crossa risata del candidato •.· e la messa in rr.ostra dei suoi LA voc·E DI MOLFETTA tasti di pi~nof orte, che g}i servono ·da denti. SERGIO AZZOLLINI - (f) Se vuoi tr9vare S. Co,rrado devi andare alla chiesa .grand~ - Nossignore, il Santo di Molfetta è , S. Gaetano. Ho capito, cercate Sai– vernini? ~ Si signore, lo ·chia- . 111iamo così, perchè vuole salyare .. tutti i poveri dal1a miseria ; e se lui va a Roma a-11~Camera., ve– drai quanto bene farà. In Molfetta Vecchia sia1110tutti per Salvemini, _· maschi e doane e qùando tiene i comizi a S. Domenico andiamo sempre a sentire i fiori che gli escono dalla boccat e. dobbiamo votare tutti per il nostro Santo; S. Corrado deve aver paziénza. - Fa-mmi il piacere,~ signo1·e, f~temi parlare con lui. - l\i_on è a Mol– fetta ; dì: a me ,che vu·oi. -· Sono venuta a prendefe 1a scheda su cui c'è la !:'Ua fotog-rafia, e dovete darmene d~e, 'perchè una serve per votare e l'altra da 1nettere sul ' o f' ' , corno. -- ra non e e, viern: quan- do c'è lui e.se te le vuole darete le d·uà. SW.:::::L.2 ; Un candidato vota -Curante gli ..anni in cui la po– lemica. Salvemini - Giolitti ebbe . . punte v1vac1ss1me, 10 ero ancora ragazzo. Non ho quindi memoria mclto chiara di quelli che furono gli aspdti più notevoli. di quella lotta, che doveva rappresentare il primo serio tentativo di educazione politica delle. masse elettor~li in Italia.. Comunque il mio primo voto è legato ad un episoòio che 1 vale la pena menzionare. ·1 Durante le elezioni politiche del 19 1 3, io ero in fila davanti alla· 3. sezione elettorale~ sita in ' . - via Dante 9, in attesa di essere amtnesso alle urne. _ Salvemini in campagnia · ~ell' av- i vocato G. Picca, sopraggiungeva, d~vendo, nella sua qualità di Can– didato, votare, nel nostro collegio_ Gli elettori pre5enti, ·per lo più corJladi_ni e pescatori, s1 premura- << Ghinniedd· e G. Salven11ni }) no a fargli largo. · _ Un dei suoi figli lo chiamò l\!Jazzi,,i.. lVL invect hiando dice,·a di ~entirsi • CL-nservatufr .. (I) E -Salvernini un ginroo: « Sa,·èrie, ~< Cè a ria consrv.:t? Le chegghiune-? •> Signo1 e era. ma un disperai one ... 13 Febbraio J 950. Giacinto Panunzio (1) Ciò nel 1920. NOSTALGIA. l_n ~n vesp,·o Fiorentino D"i Giovedì Santo, Saveri,J La Sorsa stùdlnte. Trovò Salvemini in c<1sa · _ Concentrato ~ui libri : « Anéhe og~i, << G3etano ... ? lVIapensa! A quest'ora. · A Molfetta » e la voce tremava Quasi di pianto. Dovette · Forse imitare la tromba : « Pane e caese (r) e piattini « Chiini chini ç Di rècotta asquanta (2) -« Pane e caese ... » · E: « scrumm scrumIT1 » (3) il tamburo. Dovette - scordato._ attacc-af·e lo stabat o cose locali. Certo l'amico non. ne potè più.: t• Saveri o, ancora sì acchessì fesso?. ~ E tirò a studiare lo stesso. Marzo i951. . E. persino il carabiniere di turno fUf essendo. al servizio di Gioliai, sentì il do, ere di aggiungere le. sue ? Ile esortazioni degli altri, r,erché il Candidato si avvant2g- . I · · · l g1assf' . .01 una men tata prectoenza I ~ SalvEmini r~fi~tò dtcisé rr;e?~e e I preferi rr.etters1 1n ceda. E\ 1dt n· · t<:I_I1enleµen:;ava che anche i pic..– coli gesti possono cont.ibuire ad educare. Ma quello che era stato un gesto di correttézza politica, do– veva ben presto mutarsi in un privilegio imposto. Poco dopQ i fatti sopraggiungeva la solita turba . ~i pa~siniani turbolenti, la ~ual~ l prese _immediatament~ ad ag1tars1 1 ·di lontano, m·i n accia nd o ed~' invetndo. . E poiché corre~~no tem p1 1n cui le minacce non si ferma van~ · quasi mai a manifestazioni verbali, I· ìl carabiniere di tmno e gli elet-_ ! tori 5tessi finirono con lo spingere i a viva forza il Sal:vèm!ni riluttante (1) Cacio ·1. . • } 1 · d 11 . . l ·1 (2) ricotta piccante~ un fuoco (perciò usuro, urisJ . nel oca 1 e a sez1one e ettora e. (3) sgombero (i cibi di magro del giorno). · f l d ·1 d"d G · · . . ,. Il · · •. \ ~ ta mo_ ~ 1_c,an 1_ ato ae: F , · 11· · · 1 - tano Salvemm1 voto pnma degli nrse cns1 seppe 1 va , . ., . · Il · · Sotto una crosta di ghiaccio I eletton ,grn In dtlesa ne a sez1o_ne L'intimo amore paesano e Cristiano.. elettorale n. 3. Ma nt gli a11ni di poi . · Condusse la sua beUa famigliob ( r') In mezzo a noi. Gaetano Salvemini Cristiano? ... A Bitonto nel 'I 3 f'd altrove Corrado Visaggio )C·OMl·ZIO ·DI In piazza sempre ave\'a su la bocca s ALV E l'assi del Vecchi0 e Nnovo Testa- [mento l MINI La Poi izir1 metteva nei cc:1 lzoni I temperini per schiaffart> _dentro Per due tre giorni i poveri caft,ni. E lui porta,·a il << ramoscel d'olivo:·. . .. Quando alle mie nozze - Ern ancor:-1 un sup1~lerite - Fece il compare ci scri!--se : " E tu fatightrai ron grnn sudnre E tu partorirai C<•n~rnn dolore , . ... N 01'1 viene-arlesso nella .,ua città Per un Cri~tiant) ·senso di' uri1iltà. Ma quanta nos!algia ! L'itr,rriagi1;e di 5a1ven;1r.:i è r.el– Ia nostra mente associata al ricor– do, alla mai interrotta lezione dei suoi comizi. Perchè non_ è possi– bile dimenticare ciò che ha con– tribuitot nelfa fontana gioYentù, alla nostra formazione politica e di inseg-nante. Nè ciò che ne11a qt.iotidiana esperitnza ha portato 1 1 alla luce valori univer~ali e dura- turi.. I 22 Aprile 1951 Cos'era· un comizio di Salvemi– ni ? Quante volte comizi amarit disdegnata e fiera protesta, di ri– scopertat nello sconfotto della scon– fitta e delle pr9prie colpe, delle_ 1'agioni ispiratrici della battaglia. Troppo 1ar,e volte di· trionfo e di vittoriat ma pacatamente virile nel1a decisa esclusione di entusia– smi e velleità folclorfaticamente me– ridionali, nonostante quelli più che queste sorgessero poi irrefrenabili. Ma sempre lo sforzo tenace e testardo di· un ragionamento com– pattamente euclideo. E poi la frase incisiva, pittore– sca e famigliare e vicina, che-pla– stkizzava e dava espressione cor– porea al pensiero. (Tal volta anche un episodiot una favola, un Apologo). L'acre sapore della <, frittella» com'egli è solito polèmiz:;are contro i filo– ~ofi acchiappanuvole .. Se preferite, la sua in~enua malizia di parlatore professore che risvegli~va nell'udi– torio la vissuta sensazione gioiosa delf a comprensione. , Che risona va a lungo come il motivo di una romanza. In con-· du:sione, un comizio di Salvemini eru sempre un_ atto di vita nobil– mente inteIIettuale e morale •. Per– chè la moralii à· non era nella leg– gittimità delle richieste e delle aspi– razioni: era nel fatto sh:.sso del discorso. Pe1cbè il realismo poli– tico, l'accorto calcolo delle forze era no la riptova di quell'onestà, qt.iand'anche l 'uditor.io si aspet1aya tutt'altra cosa; la neutralita piut– tosto che la guerra, la congratu– lazione invece del rimprovero. · Perchè Pal1eatìZa tra proletariato e cultura, fra falce ·e marteilo e libro, la . realtà, in una parola,. propiziatrice dei. tempi che anche oggi hattonò alfa soglia della sto– ria era -pienà,- sènzà sottintesi. E riusciva-· a fare- elemento equilibra– tore di tante esperienze acerbamen– te delusive, del perenne tradimento degli intellettuaJi. U~a lezione si giudica dalla · sua. risonai:za ·nel ' , , . , tempo: se e un sasso 10 p1cc1ona1a. I comizi di SalYemini non finivano con lo scioglimento dell'assemblea; Non erano argomenti: di conver- .sazione; era la laboriosa rimedita zione col finale sorriso di trionfo: ·Tanto· che il contadino aveva la gioia di~ f a r si .. prof e~ore ~, spiegando aIIa moglie la storia del ·prezzo dd coltello << protetto >. EIIa lo ascoltava stupefatta che il suo uomò fosse capace di battersi per· ragioni anche ideali; e con saggio egoismo concludeva che avevp. rt.gione il professore; niente violenza; tasche furbescamente cu– cite. Erano insomma meridione e for– ze nuove che si fac~vano luce con rudi gomitate. Quand'anche non avessimo altri motivi,, ci bastereb– bero quei comizi, a mantenerçi fedeli al g1ov ani1e ideale del ·suf– fragio universale. Sentendo di aver appreso compiutamente la lezione di Salvemini. Se un pensatore adulto di sofferta precocit~ disse che Salvemini ha dimostrato la serietà d e I I a pditica, facendola aderire alle sfumature del reale. 3 I ~.l arzo I 95 I. Giacinto Panunzio (I) Donna Maria Minervini, liglia dell'ingrgnere Co,ra~o. Ciretlore tespon. ANlCt•JO GADAL~lA - Propr. GIUSEPPE DE CEC~ .-\ T ·b T · 1060 del Rfg. ·- TIP. GARIBALDI V. PICCA- Molfetta Aut. n • ram .r.. ~ .•

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