La Voce di Molfetta - anno II - n. 8 - 25 febbraio 1951

25 Febbrajo 195 J LA VOCE DI MOLFETTA La Maschera e il Volto IL FRIGORIFERO COMUNALE '' Anche oggi il Comune pub migliorare di molto il canone di L. 400.000t se vuole. I sottoscritti formalmente con questo atto dichiarano di essere pronti a subentrare nel contratto per sonun.1 m,H!.?iore cl1c V. E. e il <~01!lune vorrà stabilire <>. <J Il Comune di Molfetta ouò e deve indire pubblica g-ara, mentre pe~ il restante tempo che la iestion..: del Frigorifero Co– munale è: obbli~.1to .1 tenere il Pctruzze!Ia. noi oHriamo L 500.000 di canone annuo, dispnsti anche a mi·... liora7e tale o~ferta ,.. E risparmio al h:ttorc altri elementi di car~ttere personale che non sono indisoen– sabili nel giudizio SL: un'azione puram.ente amministrativa. Sarebbe st,1ta indispensabile un'inchiesta che accertasse :iccuratamentc i f.d ti ed i dati economici. Se sia stata f.1ttat io ignoro. Qualora non Io fosse st.1ta, si pe~cò di ne•~li:;enza gravissima, nei confronti degli interessi delia Comunità. In forma cauta comunque 1a G. P. A. rigettò la deliberazione di riduzione. La Giunta e deve eccepire sulla misura deIIa riduzionet nel senso che non riconosce siano stati offerti concreti elementi atti a g-iusti– ficare la entità della riduzione, elementi cotesti che, attraverso il debito accertamento del costo di produztone devono riuscire a precis:t re che le perdite di gestione e fa irrisorietà dell'utile ricavato dal concessio– nario, giustificano in realtà la congrua ri– duzione del canone di appalto ,.. Subentrata alla ~estione commissariale la Giunta eletta co~ le amministrative del l 5 Magg-io l 949, ci tu un nuovo esposto delle e Fabbriche Ghiaccio Riunite ". Fra sospette e seicentesche celebrazioni di stima ( '< ••• ci permettiamo di ricorrere alla vostra fine g~ntile::.1 ... ·• 1 ,. ••• ci è Rra– dita l'occa!-ione per attest.1rvi i sentimenti deIL1 più alta stima e porg-e:·vi deferenti ossequi. .. .,. )t si metteva in guardia l' Am– ministrazione contro il deliberato Nitri e si far'? ·ano nuove ~ro;:;ostc, precisando: ,, N è si pensi che la nostra proposta copra fini d'esoso tornaconto e tenti ad irretire in una forma monopolistica fa ca– te~oria della pc~ca ed il mercato, in quanto, anche µer qu~sto lato noi vi potremmo offrire le più ampie e serie ~aranzie, anzi, sarebbe per noi CO!;a assai graditat che i prezzi, nei confrr,nri d~lla marineri,1. fossero determinati di ·,of ta in volta col vostro htcrv~nto, basandosi suzli elementi effettivi di costo ... •. Il Consi~Iio Comunale n.-Ila seduta del 7 Ottobre ·1949 si trovava ·investito deIIa decisione in merito aIIa o que:;tione del Fri– ~orifero ", in virtù di un 1 interpd{at1z.1 con carattere d'ur..,enz;i • .,prest:ntata dai Con– si~Iieri di • Unità Sod11ist.1 .., Elena Gu– mano c::I Umb~rto .Altamura. i quafi d·i·?– devano di conoscere se fosc;e stata 1·t"s.1 cc;e– cutiva l I deliberazione del • C,-,rnmissado Prefettizin Gi icir.to Nitd pc::r ridu~·.-e da L. 903 000 il c.1;10--e annuo stabi!i~o cn:~ contratto in d.lta 22 Marzo J948 1 , li:? 400.000 .., ed inoltre .. quali fo~sero i-, cu··f momento i ra::,porti. .. fr.1 fa g-es•t'"''.".~ nel Fri ~orHero e l' Ammhis~r.uio ,e C:omuri.1.Ie·. · 'A::sessore bn:-1one ~i confess,1va no·1 i-1 Rrado di riferir~, non a vendo gli elementi sufficienti per relazionare sulla questione. Comunque era lapalissiano che da quel momento (7 Ottobre 1949) in poi l'unico org-ano idoneo a decidere in merito aIIa questione avrebbe dovuto e~sere il Consi'.?lio. Al conhario, nell.1. seduta deI 2J-l2-J949, là Giunta, che non er,1 stata in grado nel– l'Ottobre neppure di riforire sulle condizio– ni d 1 appalto del F ri~orifero, ritrov .1va la c2 pa.::!}.1 di fo:-muh re contro deduzioni (che av~,·.1·10 v.1fore di nuovo deliberato) ~I dzlib~r.1to della G. P. A., che ri~ettav.1 la proposta Nitri di ridJzione, e risottopo– nev .1 h d~cisione stessa .lll'es.1me della G. P. A., :on parere fa vorevo!c. La G. P. A. in seduta 21-l-!950, deli– bera. va in senso fa ·:orevok; nè sarebbe stata 101,i-:.1. un.1. decisione divers:i, se si con– sideri che la proposta p.1rtiva d.1 un:i Giunta liberamente eletta. Anche questa volta l'interesse della Co munità veniva sacrificato con una leg-ge- ) rezza inqualificabile. La decisione della G. P. A. era notificata al Comune in data 27-1-1950. In serata si ebbe una convocazione del Consiglio, ma del deliberato non si fece cenno. E Io stesso nuovo contratto, che rendeva operante il deliberatot veniva firmato in data l 6-2-1950t quando già era stata di– sposta la con vocazione del Consiglio, riu– nitosi di fatto il l 8-2-1950. E una situazione para.dossale ed assurda si determinava da questa data in poi. . Il Consi~lio Comunale tornava a riunirsi j per tutto il 1950, senza mai essere infor- ' ma to della decisione zià presa e resa ese– cutiva, restando ne!Ia ang-elica illusione di essere ancora l'organo investito del dovere di ddiberare intorno ad una questione an- 1 cora insoluta. NeIIo scrivere queste note, io, ancor~ o~~i, spero di essere in errore, tanto grot– tesca mi pare una simile condizione di c0se. Ma ~e i verb-tli della Giunta e del Con– sigliò sono quelli che sono, se i documenti for:ìitimi hanno, come h=inno, ~li ck:71cnti dell'autenticità più assolutat la mia logica non ha saputo trovare b.1rlume di ~iusti– fica nè di c,H1salità in questo sistema di procedura, che non ha confronti in casi analog"hi. · . Nell.1 s~dut~ del Consiglio del l 3-2-J 950, il Cons. Avv. A f tamura, essendosi ripropo– st.l l'arialisi .:iella vertenza Comune-Petruz– zc!b (qià di f aflo resa esecufi'Va in fa'Varl. a·el Pefruz'!-ci!a) proponeva la nomina di una Commissione che riferisca aI Consi-~Jio, dopo l'e~~me de'.:fi atti. La Commissione era e– letta nelle perso:1e deII' Avv. Alta mura, del- 1' Avv. D'Amato, dell' Tnr~. !annone. Ci ri~ulta che lJ Commissione h,1 proce– dut0 .1Il'anafi~·i d,-·~!i atti, ne ha tr;1tto le conclusioni; pure non ha mai relazionate al Consi·!li0. j\;è v'è cenno ad una rel.1- .:ione dd ·ener~ nei Ia vori in co:-so del C'lr~si ~Iio. Pachè? Nel fr.". Ur:n ,o 13 1 -3-1950) scade·.·ano i te~·,11i:ird~!I, 'c-:Hnn2 Petruzzella e andava in c:-i~i h Giunti. Ac:1to sostituit;i dalla. ç;iun~.1 z.\.' mi. L .. : f l 1~0 ·e ~ F ll:-Sriche Riunite ~ di G~111::::n, .1 1 n:·0 •.•dta, sperando in una m~r-l1or· in•e!!i-~:~~.1. dell.1 c.-Js.1pubblica da p;!: te e :-Ila nun~ a Giunta ripresenta vano un 3 nuovo « Pro memori..i » in data l 3-5-l 950, nel quale, a parte una certa presunzione· nell'assumere atteggiamenti paternalistici •.• non certo disinteressati verso Ia nostra Am– ministrazione, erano da rin venirsi motivi ed osservazionit che avrebbero dovute sug– gerire caute ma profonde riflessioni Si affermav~, fra l'aftrot che le Fabbriche Riunite avevano rag~iunto col Petruzzella e un accoròo che qui ~otto esponi~mo a grandi linee ; l ) A 1 F rig-orifero fu fissata una vendita fissa giornaliera di q. _o da fornirsi ai mo– topescherecci al prezzo di L. 400 al q.le. 2) La qtt3rta p.1rt~ ddb vendita globale della Città. In questa venne messo su un prede di parità con le altre tre Fabbriche che pure avevano una produzione singolat quasi tripla. 3) Tutta la vendita in esdusiva che si faceva nel Mercato Ittico. Solo da queste due ulti111e, I' appalL1tore ricava va un in– casso giornaliero di L. 12.000, tenendo pre– sente .una medi-i di q. 30t pari a L. 360.000 mensili n. Che inoltre era da ag-giun\;ersi « all' in– casso suddetto, una mtdia di L. 30.000 al mese quale ricavato del deposito delle carni nelle celle frigorifere e dalla loro refrigera– zione ». < La pretesa e la scusa di essere passivo, come egli (il Petru:zella) voleva far cre– dere al Comune, automiticamente cadeva. Le cifre smenti;ano i suoi propositi e scom– bussola vano il suo pianot tendente sempre alla diminuizione del canone. Difatti egli spinse a tal punto la sua sfacciataggine da denunciare l'accordo raggiunto e da scio– s.tliersi da II' i1npegno assunto con le altre Fabbriche. E questo per dua ragioni facil– mente individuabili. In primo lno~o, facen– do da fola egli poteva realizzare di più. In secondo luogo, stando agli accordi, le sue vendite erano controllabili, e quindi gli incassi erano noti -». • Noi assicuriamo ancor oggi fa piend. effidenz.t dell'impianto, :inche se è st;ito sfruttato per due anni dal Petruzzella, senza mai degnarsi di riparare gli organi del macchinario che erano più essenziali. ~. 41 A tal punto noi proponiamo di. •. porre im1ncéhto fine ;illa proroga concessa al Petruzztlla •. Si suR'geriva infine che (l l'appalto da bandire n fosse fatto '1 a pubblica gara, il che assicura al Comune una migliore g-a– ranzia di contratto e di incassot e non a trattative private ,.• II 16 Mat?~io 1950, poi, rerveniva a I Sindaco Za'!'ami una offerta deJ Sig Giu– seppe Dc Cer,-lia, H quale, conosciuto che la proro~a concessa al Sig-. Petruzzella spi– rata col 15 Ma?.'R'io, avanzavi don1anda a che R'li venisse M concesso in economia » d.1 parte del Cotnune il Fri~orifero .. per tutto il periodo intercorrente dal lS Ma~– p.io J 950 alla data. di inizio del nuovo contratto d'appalto )>. Pfr tale periodo offriva <l L. 4.000 ~iornalieret pari a lire 120.000 mensili •. Si diceTa inoltre pronto ad offrire c1 se ciò fo~se stato necessario .. qualunque ,.garanzia per quanto riguarda va I' imphnto e l'attrezzatura ». Natur.dmente l'offerta del De Ceglia a Ye v .1 iI torto di riuscire vantaggiosa per il Co nune ed essa fu iR"norata (le ragioné le conrisceremo in S~! uéfo). (contluutl) B. Fll\'CCCHIARO

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=