Unità proletaria - anno III - n. 2 - 4 febbraio 1974

Lunedì 4 Febbraio 1974 UNITA' PROLETARIA 3 LA VERTENZA FIAT Larisposdtaellaclassoeperaiallacris Laripresadellalotta1 Dopo l'assemblea,s-ciopero! ~ Dopo la rottura delle trattative, alle Carrozzerie di Mirafiori gli operai sono scesi m sciopero, compatti, al termine di una grande assemblea di massa - Intervista ad Aloia, della segreteria provinciale della FIM di Torino la prima fase delle trattative si era conclusa prima delle feste di Natale, sostanzialmente con la coscienza che senza uno stretto rappor• to tra la lotta e la discussione con la Fiat, non si sarebbe riusciti a fare dei passi avanti. All'inizio di gennaio, alla ripresa del lavoro dopo il «pontone• la Direzione FlATe il SIDA si sono distinti a livello di fabbrica e di stampa, per cercare di logorare il rapporto tra sindacato e lavoratori, dicendosi pronti ad una ripresa immediata delle trattative, ed esprimendo la • piena disponibilità• alle richieste, e dicendosi in questo ostacolati dalla FLM. Assemblee, coordinamento Fiat, riunioni di delegati, hanno occupato i primi giorni, nella preparazione della ripresa della lotta. Nel coordinamento Fiat sono state discusse delle proposte di scadenze di sciopero più generale, per esempio la giornata di sciopero dei grandi gruppi che hanno vertenze aperte, e si vanno unificando valutazioni sul governo e sul rapporto che la classe operaia deve avere col go• verno, di fronte allo sviluppo della crisi, alla politica economica del cen• tro-sinistra. Si è soprattutto confermata la validità delle scelte fatte con la piattaforma rivendicativa. La ripresa delle trattative, con la presenza dei segretari nazionali, per esprimere l'intenzione di fare dei passi avanti e di andare veramente ad una verifica punto per punto delle richieste. ha trovato la Fiat sostanzialmente sulle posizioni espresse nei primi giorni di incontri; non si è insomma vista la sua • disponibiltà • tanto proclamata. Una disponibilità che gli operai e i sindacalisti sono abituati a chiamare intransigenza. La rottura delle trattative, l'assemblea di tutti i delegati Fiat per il 22 gennaio e le scelte che ne derivereranno, lo sciopero di grandi gruppi, sono conseguenti alla presa d'atto delle intenzioni della Fiat. Nel corso della trattativa all'Unione Industriale è stata annunciata la messa a cassa integrazione per tre giorni alla settimana, per almeno due mesi e mezzo, dei 6000 dipendenti della Lancia. Prosegue così, da atto provocatorio in atto prOTocatorio, 1a strategia Fiat contro la vertenza degli operai: quest'ultimo segue dopo la campa• gna sulle difficoltà e sul deficit del bilancio dela società di due mesi la; segue dopo il terrorismo delle macchine incomplete sui piazzati, ecc .. La scelta della cassa integrazione alla lancia è un attacco diretto a tutte le vertenze e in particolare a quella Fiat. Come la risposta immediata operaìa alla cassa integrazione nelle assemblee è stata quella eseguita negli ultimi anni (es. Zanussi) dal M. Op.; della garanzia del salario completo qualunque sia il motivo della mandata a casa. Pagamento al 100 per cento del salario è la parola d' ordine. Oltre alle scadenze prima accennate in discussione in concomitanza con lo sciopero dei grandi gruppi della Fiat uno sciopero provinciale torinese di tutte le categorie, che continui la lotta iniziata il 12 dicembre su una precisa piattaforma di obiettivi sociali. Nei compagni, in fabbrica, nelle squadre, nelle assemblee è forte l'impegno a stimolare il dibattito e precisare il rapporto tra la ripresa delle vertenze aziendali e una risposta più generale agli attacchi del padrone su più fronti, che veda impegnata tutta la classe. cioè la definizione di una linea rivendicativa con precise rivendicazioni che permettono fo sciopero generale e l'apertura di una vertenza col Governo, non come polverone, ma con precise battute di lotta e di verifica. Nella situazione torinese. dove la ricerca dell'unità del movimento è necessaria quanto mai, il fermento e la discussione di massa nelle scuole sono orientati ad una giornata di lotta che coincidano con lo sciopero dei grandi gruppi, o con lo sciopero delle fabbriche e di tutte le categorie. Altre scelte sarebbero prese sulla testa del Movimento. me~·fOp~:lrt~;ci~:n:rip 1 ::end~ I ti 1 ser:!:°~~l cp~r:~~:~: :;; la\Orl' dopo le feste natalizie e nece~sità più marcata di ri.st:-ur- :.priJi:fl!!:e pu;;: d~~~~e:~ ==te ela rifu~~·e~~~nC:n:! nazionale Fiat? crisi almea.::, in due direzioni: A) nei confronti del Go\.-emo, I ~ti;~oid~lta~p~:! v:'~8:a:~:n:~:n~Jri~ i~!oinSt: perché soprattutto ali'interno dell' riodo di guerra hanno ottenuto I FL.\I, anche come gruppo diri- (in panicolare gli Agnelli); gente è emersa un.analisi e del- 8: nei confronli dei Javorator 1e proposte comuni, cbe prima soprattutto per quento riguarda il ~o, c'e:-ano in quanto più che peggior.?.menro delle condizioni pri.vile.giare la ricerca di un'im•.1di lavoro,. dimenticandosi certaposi1mone combattiva e decisa mente ogg: delle isole di moni.a,- ~ ,tutto il fronte come FL\I. s1 gio e di tutta. la propaganda che RJ1filegiav,1un..ec;i:ui!ibriodi ra~ aveva fatto doix, il comrano su1porti con le confederazion:. che le modifiche delle condizioni di ci aveva allontanato sostanzial. laYOTO. meore dai favonuori. Sopr-sttuno emerge la \"olontl Si en inoltre allen1ata, perché di poter usare gli operai come. portata a\'aoti con una cena in- Agnelli vuole in ogni occasione. certezza e prolWlgata nel tem- a seconda delle sue esi~zc: dall' ! o, le. nos:ra politica nei confroni: dei consigli <kì delegati e i consigli dei delegati molto sp,csso si sono tnm'ormati in par• 1-meotini. sede di contrapposizioni formali e di schiarimenti prefissati. non di p:oposta e di etaboraziooe unitaria, e di ricerca di is-j)OSte alla situazione comples&iva e di fabbrica, al disoientamento dei lanmnori Par-Ja•.-adi anafo-i e di socl:e onogenee che ri8\,latdaoo smtan• : zialme:11e: - che rosa è .a crisi - che cosa vog!'ono fa~ i pa. droni; IComt Sl mUO\ e iJ Go\·emo; - come s1 mu<n·e il mo\·imento operaio. :\on ilo a ripetere la"nalisi sul• la crisi, che e ·è e che non è con. gb11tura!e, che la crisi energetica è un aspetto della crisi economi• ca. eoc. 11 Go\erno non solo subisce LA COMMISSIONE NAZIONALE OPERAIA SI Rll!- NIRA' IL 26 E 27 GENNAIO A MILANO, NELLA SALADELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI PIAZZALE ACCURSIO 5, CON INIZIO ALLE ORE 9.15 DEL SABATO (IL TERMINE DEI LAVORI E' PREVISTO PER DOMENICA ALLE 13.30). alcuni aspct:: di strumentalizza-1 ... ========-~ zione delle .:ti.si, ma la facilita ".' ._ e rappoggia, ed oggi sostanzia!- mt~ns..iicaz!one dei ritmi alla C-:-'" mtntc si p:""Oponepoco ahro che sa. !n:egra21one, allo straordman? i.:n aumen:o generatiz.uto dei u_til:u.ando . per qu_esio scopo 11 prezzi e un contenimento dei con- ncatto dcli oc.::u_P.1Z1one. sumi dei la•,oratori e d,e,!Jc mas- . Per _quanto nguarda_ la nostra se popolari. linea,. il c?C ~ facciamo come orgamnaz.ione sindacale, al pri• mo posto ci sta il rilaocio dclk Contro l'uso padronale vertenze aperte. Le \'ertcnu aperte dei grossi gruppi comeoe- \'<llJO già le risposte ai problemi che sono stati messi in C\·ideoza dalla crisi Per le piattaforme ci sono mtno poS1Sibilìtàdi e mediazione •• di-ciamo cost rispetto aJ passato, per )a pane salariale. perché I' as,petto saJariele ~ certamente un elemento della risposta generale. Ma per i salari, non è un problema solo di quantità. ma un della • CflSI • Un volantino diffuso pochi giorni fa alla FIAT dal PdUP e dal Manifesto di Torino problema di controllo lmem:rc in evidcnz.a gJi dementi egualitari). Ci deve essere una risposta conte-ipo:aneamentc a li\'ello gencr-ale, che rig-.J2.rda il ~ario rea,. VOGLIAMOIL PAGAMENTOAl 100 PER CENTODEL SALARIO! BISOGNA CAPIRE LA PORTATADELLAPOSTA IN GIOCO: I PA· le (detassazione, prezzi politici. Dobbiamo affermare con forza. e con la lotta. il principio che ORONI TENTANODI USCIRE OAUE OIFFICOLTA'COLPENDOLA eliminazione delrl\'A da alcuni ìn questi anni è stato un punto fermo(es. lotta Zr.:1ussi,..) : garanzia I CLASSE OPERAIA,USANO OGNI MOTIVO PER FARLA ARRETRA.~eneri ccc.), obicui..,i che de'o'ono assoluta del salario e pagamento al 100 per cento del salario I RE NEI SUOI LIVELLIGENERALIDI VITAE NEI RAPPORTIDI FOR· cresce-Tecd essere onetto dì diper la cassa Integrazione e oggi in qualsiasi caso: per fermate do- ZA CONQUISTATIIN QUESTI ANNI, battito subito. vute • carenza di energie. di materie prime. per ristnrtturazione LARISPOSTAE' CHIARAE VINCENTE: Ln'aiione generale. non geneece~ La cassa integrazione comunicata dalla Lancia è strettamente ?ORTAREAVANTILE VERTENZECON DECISIONEOENUNCIAN-~t~ei/~~ Ji~~led:nt~~ coftegata all'oso padronale della crisi che va avanti da più di un DO Il TERRORISMOPADRONALESviluppare la Piattaforma Fiat, del sindacato. Un atiegglamento mese: utilinare la crisi per sferrare colpi in fabbrica e fuori, per dal recupero del salario, alla paga unica di categoria, dalla con- Jlver10 da quello Ji oggi che oon ottenere la piena disponibilità degli oper.ù alla cassa integrazione. t~ibuzione del padrone ai costi sociali allo sviluppo del Mezz<> nroduca una 6Chanat:nazione come allo straordinario, come all'intensificazione dello sfruttamento giorno $YCSSO presente: e gj appoggia al del lavoro, a seconda delle loro esigenze, Nella direzione del rattonamento della lotta per le vertenze è Go,emo e lo ~i butta giù, ma Non a caso la comunicazione è stata data con la ripresa della LO SCIOPERO IN PREPARAZIONE.NEUO STESSO GIORNO, DEI ..h. c par.a da'.le esigenze, dai bitrattativa Fial I GRANDI çoMPLESSI C!"fEHA!"NOO~GI VERT'ENZEAPERTE(me- sogni dei lavoratori. dei diMxcuE' questo un altro attacco premeditato e diretto CONTROLA talmeccamcl: chimici. s1derurg1ci, tessili. eee.). I pati. eoc., e ,i muova di conseVERTEHZAFIAT come lo erano state le auto Incomplete •ul piaz- - L:e grandi vertenze devono ~avare una prospettiva generale di guenu. zali e la strumentalizzazione Fiat su questo, come è stato incon- nsposta e di attacco che rifiuti di pagare la crisi del capitale: Il coordinamento nazionale futabile dopo alcuni giorni, e contro li contratto della gomma e del• discutere nel sindacato. nel consigli del delegati, sul posto di F'a1 t--- confermato tutto questo la plastica. lavoro. gli OBIITTIVICHIARI E PRECISI PER LO SCIOPERO GE· coo una un'tà di p:-oposte e di Queste azioni padronaJi hanno lo scopo preciso di abituarci all' NERALE(lotta contro la flsealiuazione dei reddi-ti operai e ~ n!cnzioni notevole idea che siamo tutti suJla stessa barca e quindi a renderci dispo- tassazione _degli_assegni familiari a dell_epensi?"I, agganc:iamen- E' impor.ante eh~ sia staio p~- nibill a lavorare come e quando conviene a loro: cedere sulle de- to penslom-salar10, innalzamento del minimo vitale esente dalle ceduto da assemblee dei delegati roghe agli orari di lavoro. sull'utilizzazione degli Impianti, alla rf.. tasse. ecc.). e :lai consigli di settore molto ustruttt,razione che ha intenzione di fare dopo aver sconfitto gli tilj perché i delegati hanno 'ritrooperai. RIVENDICHIAMOIL PAGAMENTODEL 100 DEL SALARIO! ,·ato una linea comune, delle arBibliotecaginobianco gomen1a.zioni omognee, k> sian• cio per riprodurre ia di~u~~ione. :a creazione di un certo clima all'imemo della fabbrica. D. La ripresa e la rouura delle. tranati\·e? R. Al coordinamento jì sono anche precisati alcuni impegni opcraliYi immediati: per es., la presenze dei seg--etari generali el• la traltati,·a di martedì, sopraiutlo per 1ogiiere ogni illusione alla Fia1 sulle po::,.sibiJitàdi condurre la vertenza $U un secondo taYolo, che non foss.c direnamen!e quello di Torino. La rip--esa della :ran.ati\·e ha ,-isro una posizione fonemente interlocuror.a da pane della Fiat, mentre l'azienda prendeva gravi deci~ioni come la cassa iniegrezione. alla Lancìa. La rottura delle tra:tatin ha espresso la chiara intenzione. ~in. lità dc:II.1linea di dtui.,,;.,;od_ei con dacale di andare alla irrenediata tenuti spedf:et e del significato con,inuaz!one della lotta per la della \Cnenn. vertenza., non acce!tanclo la bur- Ane carozzcrie di .\tiraflori dola di una trattativa logo,amc e ro l'as.."dllblea, i tu-oratori di al• !mprodutti\·a. .:une offi~ine nel turno dei porrreta~:e ~o:n: st':i~uj~ l~~t~ele 1 r: I ~r~ono ~io~~l\~i~~= zioni • Torino le assemblee di sonolin~ la rottura della. tratmassa. Qual"è oggi il clima. la tati\·a. )..a proposta. portata in si1uarione del mo, imenio'.' E corteo alle varie officine. è ataquali le decisioni di sciopero_ le ta largamente aocoha dai lavora-- azioni programmate? tori che sono scesi in .tciopero R. Un quadro oggeuivo delle compau.. i-»emblee: c'è .stata in tu:te rete- La prossima ~enza l l'a.......semmenro comunt di una partecipa- blea del 22 gennaio di tutti i <lezione totale di rutti gli opera:. legati Fia1 di tutte le sezioni italo alcune sezioni si sono con_ liane. coo la partecipazione di deeluse con •.ma larga ri.;hiesta di legati delle p:-incipali Yertenz.e:in passare subito all'azione. in altre atto. do\'c realizzando un'om<> c'è stata una auen?a partcc:pazio- geneità neu·ambi10 del oomplesso ne, che complessivamente deno- Fiat. si \'3 a delle propo6te di ta Ja riconquista di una credibi- azione e di lona. Per costruire unpartito·operaio 1126 e 27 gennaio si riunisce a Milano l'attivo nazionale delle commissioni operaie del PdUP: una riunione di lavoro di quadri operai per verificare lo stato dell'iniziativa, la piattaforma politica sulla crisi ed I problemi di direzione del movimento, le scelte di organizzazione. 11primo punto che emerge dalla discussione in corso a livello zonale e regionale è l'urgenza di superare una fase prevalentemente propagandistica, ancora troppo esterna ai problemi concreti e complessi di direzione della lotta. Gli stessi limiti che registriamo fino ad oggi nella costruzione del PdUP come partito operalo sono legati ella tentazione, che spesso ha inciso, di reagire alle difficoltà oggettive, alla debolezza di collegamenti operanti con concrete situazioni sociali, alla scarsità di quadri operai già in grado di assumere un ruolo di direzione politica, proiettando lo sforzo maggiore nell'iniziativa di propaganda. In generale si può dire che anche sulla questione della crisi la veri• fica e l'arricchimento della nostra analisi e delle nostre proposte sono affidate ancora troppo ai dibattiti pubblici e alle tavole rotonde e troppo poco al lavoro di massa nella società. la stessa indicazione di dichiarare una specie di • stato d'emergenza • della nostra organizzazione, di organiz• zare la presenza dei compagni tra la gente in un momento nel quale le misure governative drammatizzavano la situazione sociale e contempc> raneamente rendevano possibili nuove esperienze di lotta e di organizza. zione collettiva, è ancora in larga misura una scelta da attuare. E' importante convincersi che i ritardi che verifichiamo sul piano del lavoro di massa si riflettono seriamente sulla nostra capacità di proporre una piattaforma di lotta davvero adeguata e unitaria, e si rischia di proc• dere per parole d'ordine che si susseguono una all'altra slegate dalla complessità della situazione sociale e politica. .A~~rtiamo invece il bisogno urgente che le indicazioni, le analisi, gll obb~ett1v1che il partito costruisce siano più funzionali al quadro operaio, abbiamo come problema centrale quello di aiutarlo a risolvere i problemi di organizzazione e di collegamento della lotta che ogni giorno deve affron• tare: e questo è possibile solo se sono costruiti e verificati continuamen• te insieme a lui. Se non c'è questo, se le destinazioni delle analisi e delle indicazioni politiche sono le tavole rotonde e i pubblici dibattiti, necessariamente ff. niscono per prevalere gli elementi che caratterizzano il partito (anche se formato da a: veri • militanti che passano numerose ore al giorno nelle sedi di organizzazione) come partito d'opinione, strutturalmente settario, perché il suo problema principale non è quello della direzione del movl• m~nto, e ci~è di. un rapporto unitario con le masse, ma quello della propria caratterizzazione, della ricerca non dei punti di unità per l'azione ma di quelli di distinzione per il dibattito. Se questa logica diventa prevalente non solo non vi è un afflusso di nuovi quadri operai, ma gli stessi che già militano nel PdUP finiscono per essere emarginati dalla discussione, dalle scelte e dall'attività e si ristabilisce quella separazione rigida tra milizia politica e sociale che ai). biamo aspramente criticato. La parola d'ordine che abbiamo dato a noi stessi del reclutamento al PdUP di una nuova leva operaia cammina se riu. s_ciamo a fare un grosso salto in avanti nella caratterizzazione del par• t1to ~ome forza operativa nel sociale, se come prima cosa, siamo in grado d1 dare una risposta positiva alla forte domanda politica e ai molti problemi ~on ~isolti dei quadri operai e proletari che militano nella nostra or?an1zzaz1one, con una forte consapevolezza che i compagni non sono tutti uguali e che diverse sono le condizioni di milizia politica di chi l~vora otto ore al giorno e di chi vive il tempo libero come condizione soc_1alepreval~nte. Senza di questo non si costruisce un'organizzazione polit,_caproleta_ria, non solo nel programma ma anche nella composizione sociale e~ett1va. Il punto al quale slamo arrivati nel nostro lavoro politico, com~ d altra. ~arte lo s~esso sviluppo dell'unificazione con i compagni del Manifesto, ~1 impone d1 affrontare seriamente ed in profondità la questione del p~rt1to, della sua natura sociale, dei suoi principi organizzativi: di questo dibattito le commissioni operaie sono una sede importante. Pietro Marcenaro

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