Unità proletaria - anno I - n. 3 - 20 novembre 1972

2 Le elezioni del 26 in novembre Italia In molti comuni d"ltalia, il 26 novembre si ,·ola per il rinnovo dei consigli comunali. Elezioni «amministrative-o, ma, in realtà. elezioni politiche, come lo sono state e lo sono sempre tutte le elezioni. anche quelle limitato a una sola parte del territorio nazionale. E55e giungono mentre il nostro partito è ancora in fa. se di organizzazione e di approfondimento della sua linea politica. La possibilità di presentare nostre liste autonome in questa tornata elettorale sarebbe stata quindi irrealistica, perché a\Tebbe potuto produrre dispersioni di voti che sarebbero andati a tutto vantaggio della DC e dei suoi alleati «demoorganizzazione della sinistra italiana, non rappresenta però l'intera sinistra). Come dobbiamo risponde. ~i1i~n%~es~tt: 1 :i:~~~en~~J~ lasciandoci trnscinare in una atmosfera di rissa, ma facendo anche in quei comuni la nostra propaganda e la nostra opera di chiarimento. invitando i no,tri compagni e simpatizzanti a votare PCI per mantenere o cooquistare alle sinistre quelle amministrazioni comunali, ed esponendo pacatamente ma fermamente le di,·ergenze di metodo e di linea politica che ci separano dal PCI e che non avrebbero dovuto, tuttavia. impedire la formazione di liste unitarie. cratici » o dichiaratamente ---------- reazionari. In molti casi è stato invece possibile formare Jiste unitarie del PCI e del nuovo PSWP, aperte anche a indipendenti di sinistra (oltreché ai compagni della sinistra ~PL coi quali ormai formiamo una unica entità politica). Alla fonnazione di queste liste unitarie e alla campagna e)ettorale il nostro partito ha contribuito con una sua posizione politica.. che insiste soprattutto sulla costituzione di consig1i di quartiere oominati dai cittadini stessi, espressione delle loro esigenz.e e de1la neces.tità che non si crei mai un pericoloso distacco fra amministratori e amminlstTati. La possibilità di formare queste liste unitarie ha una grande Importanza politica anche perché dimostTa, da parte nostra come da parte dei compagni comunisti, la \·olontà di fare, illtanto, fronte comune contro il ca.E!!_alistnO.ear-iaggruiigérttil ··màs! j·mo di unità non mediante attad\~"~ Ja.'1egg11mentl plomatici, non llngendo di ignorare i punti di dissenso che tuttora esistono tra noi e i compagni comunisti, ma lavoraodo per superarli Non dappertutto, però ,ciò è avvenuto. Io molte altre località abbiamo dovuto constatare un atteggiamento di chiusura pregiudiziale da parte delle federazioni pro- ,;nciali del PCI, le quali persistono a... negare la nostra esistenza. E' un atteggiamento sterile e anti-unitario (per. ché il PC!, se rappresef'll3 indubbiamente la più forte Resoconto (conlinuu. dalla I.a pas.) prevista per il 2-3 dicembre a Roma. A Bologna erano pre,,. senti delegazioni ufficiali del Panito Comunista J. taliano, del Partito Radicale, del Manifesto, di Lotta Continua. ~l CentrO di Documentazione di Firenze. delle ACLI. del PSI, del Centro Carlo Marx, di Servire il Pope> lo e di molti collettivi autonomi di base. Riportiamo il rendk:on• to conclusivo deUe spese e delle entrate: - spese: propaganòa. affitto sala, impianto di regislrazione, sen•izi vari: L. 400.000 rimboni spese ai compafi le't~o~. meridiona- - entrate: quote pagate dai compagni delegati: L. 980.000. Si registra così un atti• vo di lire 40.000. lnfine ricordjamo che al più presto verrà approntata uni' pnbblica2.ione contenente gli atti del convegno (relazione introduttiva. conclwiooi. interventi, mozioni, approvale, ecc.). Mozione perSerantini Il convesno impc:gn,r:utti i rompqnl • promuovere lnlziadvc •t~ltamfflCC coi.. lc:pcc alla denuncia dtU'AN• PI di Siena contro 1a poH- :r.ia per il vile assassinio del compagno Franco Se.rantinl avvenuto a Pisa il S maggio 1972. nel corw di una m• nife.stazioneantifascista. 1······~~~;~-;~;~-;;·· ··;;·; ; ·-;~~~~~: •-•-~~ ~~;··· ~ Io nQ ,nnpreseguito con la proibiscaad ognunodi_la- : stessacuriosir4miSlaa repu- vararepiUdi tre oreal g1or• : gnanzacon Clii d si ai,ira in no• e cosi • la Terra.la 1-·ec- : un museo di anintmiimbal• chiaTerra,Jremmredi gioia, i =i %~!~,:=~s;,:ise: :;';;;!:e ui~n;~~. ~~~e~- : brano esure le a.ssemblee quei tempi Paul LA/argue, : annuali della C-On/indu:stria. cosi si chiama1-·qauri hm- : • perciòricordoil • gridodi gimirantecompagno.era un : dr.,lor• del suo vecchiopre- utopista, i padro,ii non a- : :sidenteAngeloCostaa quel- vevanoancoracreatocOndi- : la di alcuni anni or sono: rioni di !al--orotanto frer.e- : e Folechegl'ùalianinonper• tidie e insopportabilqiuanto ! dano iJ guno di lavorare•! le attuali.Eccoperchlsoloin : Angelo Cosra.uomo di iue,::~nd~i";:,P~:2a//;,/:C, r~~: ; ~~ di ,:';;:,n~o: d;J:,t:di non ci sarebbeda meravi~ : naso nell'annusareil vento gliarsi se ciò finisse twr ac- : e~ tira. Trascurando gli ~~!~~:ni,a~h~ndJ~l'faRa;:f. : scioperi che tutto sommato riva. ron 'luel popolo o- : portano via meno tempo nesto e pa:1enrema lento.a ! (che l dmaro ~ i padro- far la\-orarecon i ritmi al- : ni), si sa che nel 1968 • an• l'italiana}.; singoli /a1-·ora- : daronoperdute,. 155 mili0,- tori hanno fatto, special- : ni di ort per •OSK11ttismo•; mente il funtdt del dintto : nel 1969177milionidi ore; all'ozio una praticafestosa : nri /970 198milionidi ore; e mali:iosa di vita e un can• : ne/ 1971219 mili<mdj i ore. ero ai polmonidel capito!, : L'aS3enteismlo quel feno- e allasua id«>logiparodurti• ! meno che si manifestaquan- l'ÌStica. : do un lavoratore, $p«ial- Non tutti però si a.ssm- : mente il lunedJ. prova un tonoperchl si sanoresicon- : illtsistibile e irreversibile to che sono loro che. lnvo- : schifoper il lavorosotto po- randa.fanno il pienoal CO· : drone. e n per n si amma- pitale.e che rifiutandosiuni- : fa (ma in pratical'operaio, tariamente. an:ichl indivi- : dopo qualcheanno di lavo- dualisticamented.i fare,1 pie- : ,o i soventeamma1010vita no al capitale. si potrebbe fa. ! naiuroldurante), e COtl ri· \'OHJre rutti. molto di meno. : rrovaun salutar• contatto in modo QS$Qi più piacn-o!e : conJanatura,.,.,,ando:senine interessante decidendo in- : letto con la moglieo andon- sieme quel modo. ; do a cocciao a pesca. Ma :siccomele ore dedi- : Un parentedi Marx lo a- cote alt'a.ssenttitmosupera- ! veva detto sin dal secolo no ormaimormemenrequel- : scorso che non era il caso le dedicate alla lotta. agli : che la classeoperaiorivni• scioperi.oggicomeoggisnr.• i dicasse • i dirittidelfuomo,. bra imporsipoliticamenteil : e in particolare il • diritto marxisticoappelloe impegno : a/ lavoro•. ma che al con• rivolu:ionario: , Assenteis:i : uario • $i levasu con la Sf!a di tutta Italia. unitei.·i. •· : /or.,a terribile ,. per • forgio- ~ re una legge bron:ea che Luna S1or1a =.................................................................... . 81UIIVLvva~ir1UUlctnl,;U UNITA' PROLETARIA Lunedì 20 Novembre 1972 NuovoPSIUP e SinistraMPL: un nuovoprocessopoliticodiunitàasinistra Il compagno Migone riassume in questo articolo i motivi politici di fondo che hanno portato all'unificazione delle due organizzazioni, e gli obbiettivi che il nuovo partito in via di formazione intende realizzare nel movimento di lotta anticapitalista Dnpo il conr.:tgnodi Bologna, può tsure /orlt la ttnta-, ptrchè non. si disperda quel patrimonio di militanla, oncht I di /art politica cht non tsal/at·3 l'au~onomradel. mo1,,imtr.10 ziont d, abbandonare, ad un sia pure trans1tor10stato d'am- frammtntarta, talora Jauosa, che pure può ancora rapprtsen· ma P.rttendtt:adr uttlruarlo ptr raggrungtredtgh. scopi eltt· mo d, autocomp,actmtnto. I documtnrr t , contr,butt pub- lare una g1gan/tsca ruorsa della classe optrara. Tutto crò z;a toral, t a lu.:ello1s111uz.1onaclhte erano do tss~ sc~nr1essrI.n bl1ca1t III qutsto numtro d, « Unrlà Prole1aria ~ sono espres- /allo, a,rcorauna 1-·o/ta,non nella log,ca delle conflutnu, un caso tait prtlesa SI è tradotta nella subordmauone Slrart• sront dr quel posilluo risultalo polt1ico cht ha rapprtsentalo ma nella chiarezzapolitica cht richrtde r,spttlo ptr gJ; apporti gica al PCI, rtndtndogl,, ~raltro, un pessimo serr.:ruo;nello Bologna: sartbbe ipocrita non dirlo a chrart lttttu. origma/i di esperitnu dwtrse t la capacrlàdi superare t dia• a/1,0, ha dato luogo ad u,i"m1va111:e:l;elloralt avventurrsta L'tsito positwo dt 1m1ossemblta si misura con un mtlro /rammi nel reciprococonfronto. che ha disperso Joru prtuost per 1! moumento operato. cht t ad un tempo o:ganiuatHJOe di contenuto pol,ttco. Il Il cont:~~nodr Bologna Cl ha. dunque, portato oltre la numero dei compagni prtstnlt, lo loro estrazione soc,alt t Non ripetere gli errori del passato fau dt/111rtJtSttr.ZJJe ha chiartto r /trmtru dell'tmptgno per gtogra/lca ( una prtvalente prtstnz.a operaia e grovamlt, rn lo costruuont dr una nuova /or-Jl pol11tca. tui rl Mtuogiorno tra /orttmtnte rt1pprtstnlato), ti loro radi- Non renderemmo un strr.:wo a nor s/tsst st ci noscon- Dobbiamo tsstrt tosc:enti che le r.ostrt prospel!ivt di comento nelle Ione t ntlla_realt~sindacai~,?ti/a C,GIL come dtssimo cht, se vi sono rnstgnamtnli r:alidrda lra"t dalla non rrptltrt errori, cht purt c: hanr.o coini.·o!to,t di rta!iz.- ntlla CISL, la_loro capac_ztàd, ~ut~rscrplrnart I asumblta, nostra tsperitnui vi; purt 1u110un bagag/10,ancora rtcenlt, !Art le pottnua/,/à nottvolusime che dmr:ar.o della diversa auravtrso un impegno d, pa~ltclf,.auo~e-~slrtmamtnle con- da rifiutare. Sulla sarebbe più sbagliato che sostenere la no- proveniem.a e dal comunt ,a.dicamtnto ntl movimento optctnlra!o e ~tsante: sono tuttt dalt pol,11c,t non puramtnte slra estraneitàaglzerror, commessi dal vtcch, PS flJP td MPL ,aio, sono s/rtllamtn/t ltgatt a! modo m cui realiuntmo orgamuattvr. E' vero cht, tn quei parh!i, non avtr:amo la responsabilità /alt obbiellivo. d AJ di là di tu/lo ciò Boloino pontva un problema di dtlla gtsltont nazionalt. Eppurt, non dobbiamo dimenticare, Un parlito nuovo t etr/o un obbitllivo intquivocalnle fon 0. 1 , . . . . . ntl momtnto in cui avviamo la costruuone d, un nuovo par• cht noi ci poniamo con chiare-..za.}.{ 01 proprio ptrchè ad ~01 eravamo e stamo com.:mttcht ti ~t/lusso non sta ur. lt/0 1 cht ad ogni rtaltà burocraJicat di vtrliet corri.sponde esso crediamo, vogliamo costruir/o in manina coerente con c~t.acltsma naturale, e qumd, . rntluJ/ah,lt, ~enJÌ la po- una complidta oggtlliva di chi, nti ranghi o ntllt realtà quei princ,pi a cu, facciamo ri/trtmtnto: del basso, aJ/raveno lt11cadtl padronato che non s, acconttnta. dr scate~art la ptri/eriche, o ha subito, magari imitandola in forma pui la prtsenza ntlle loJJe, con la maggiore apertura verso ogni control/tns111adtllt. sut /rupp~, ma vuole giocare ali.mttrno blanda, una mnilt ,mpostaz.iont, oppure st è limitato al for...adi dasu al nostro tsltrno, cor. un'organiZZJJtionct he dtl camJ>?avve~sarto:ftr d1v1dtrloo anche pt~ configurarlo mugugno, per salvarsi idtologicomtnlt ptul/osto cht imporre sarà tanto più salda in quanto esprtssa dal movimento t non ucondo I suoi tnltrtssr, /t1ctndo scollare la log~ca~tilt con• una lmta afltrnativa. Siamo del tulio es11ane1a rtsponsabilitò sovrapposta ad esso. /lutnu. Ntllo sttsso ltmpo, però1 travamo cosc,tnh cht qut- di qutslo gtnert? Gian Giacomo Migooe sia stmplict constalazione, pur giusla, non bastava per giu• Una cosa è urta: siamo tu/li stalt coinvolti in 1m modo stificore un'inivativt: politica aulonoma, con l'ambizione nei---------------------------------------- ttmpi lunghi, di incidere t conlribuirt alla strattgio dtl movimento operaio del nostro Patst. Certo, l'autonomia t la sostanza di una finta politica, anche in una da1a situaVont storica, non nasct da un con· vegno: è il frutto di tsptritn:.t partilicht t di lolla, di riflessioni teoriche la cui rtlatit.Jamaturità può tsstre manifeslata, non dtttrrninata da un com.:egno. lnoltrt, ntl nostro caso, qutslo palrtmonio è certo ricco, ma ancht vario.· non C1 troviamo insieme prrchè provtnienli da una sttssa matrice ma ptrchè, ntl corso dtl cammino, ci siamo incontrali. Le due componenti - Nuovo PSIUP e Sinistra MPL - sarebbero riuscile ad andare nltrt lt: semplice rtsisltnU11 per iniliare, a/lrar.:trsoil diballito t l'azione comunt, la costru• zione di una nuor,•afo~a polilica., Un processo di costruzione unitario Anche st la risposta a lui/i qutsti interroga/ivi non poteva, lo ripetiamo, scaturire dal convegno di Bologno, il suo tsilo, che si al/ianca al loi:oro cht da tempo si andar,•asvolgendo in gran parlt delle udi periferiche, constnlt di fare akune conslotaz.ioni. La prima è quest~: nor: stiamo ttnlando di melltrt insiernt un vaso con i cocci, di sommart mtccanicamtnte dut comppne 1 ntf scpnf{ue., _ f~~' potr!bbnB.,_àl massimo rt:zliuart alcuni r,sulta/J organizz.altvi, axclH lf .4, fOTIO rtsptro; ma non ctrto àt:rt luogo a/la costru:.1ow,&OJJJundei ,uta lmea politica. In una prospelliva dtl genere Bologna si sartbbt 1ras/orma1ain una mani/tstazione di parala, accompagno/ada tratJative di co"idoio o di vertice su simboli, strutture e, sopra/lui/o, organigrammi comuni. Sono realtà cbt conosciamo, anche oiJ'inttrno dello sch1e1amtnto di cla.sst; cbt si verificano ogniqualvo/Jas'imposta un processo politico su una logica di apparato t non ru umi linea wlitica che emtrgt da un'esigtnt.a di base. Abbiamo prt/erilo la vio, appartnttmen/t più rischioso, dtl dib.11titot dellt decisioni comuni, tagliando corto la fase dei rapporti diplomatici o parilttici, che, ntlla misura in cui è esistita, si concluderà con l'asumblea di fusione, conr,-ocata o Roma per il 2-J dictmbrt. Perch; ; sia/o porsibilt tutto ciò.' Evidtntemtnlt la rt• sposta non sta in una « gestione politica, più o mtno obilt. Nemmeno si può ricercare ntl /allo cht « siamo tu/li mtli- /anti imptgnali nella lolla di cltJJst •· E' certo assai impor• 1an/t constatare, come fa la mo:.iont finale, cht apparteniamo a dut componenti storiche del movimento operaio: cht, qumdi, non crtdtremo mai od una finta politica che nasca in con• tuzpposiziont, o sia estranea, a qutlla trodiz.iont. Ma a tale dato, cht purt è poli1ico ma non sul/icitntt a quali/tcarci autonomamenlt, si al/iar.ca l'impegno ptr quei 11alorci ht nt• gli anni più recenti bar.no particolarmen/t caraUtriz:.ato lt lolle dtl movimento operaio. Il richiamo allt esperienze dtl '68-'69 non ha nulla di nostalgico, ma nasce dalla convinz.ione cht da esse scaturiscono indicazioni di contenuto e di metodo, tullora tsstn• ziali, all'a//trmazione della classe lavoratriet t alla costruzione di una società socialista, cht rapprtsenlano il nostro comune patrimonio politico. Non ri/iulare il nostro radicamento slorico e riconoscerciin tait prosptlliva continuamente rinnovata nella prassi ; la nostra /orta. E' oncht quanto ci constnlt di ballerei ptr una nuova unità del movimtnlo, sosltnendo co11gli uni le ragioni del rinnovamento di base t con gli altrt l'esigenza di abbandonare ogni conlrapposit.iont sttrilt e prt• giudiziale alle organi:z.az.ionisloriche dtl movimento operaio. Menlrt siamo portati a fiJrt /utJt queslt verifiche, sulla spinta dtl coni.·egnodi Bologna, dobbiamo pure conservare il unso delle di/ficoltà e dti problemi ancora da al/rontart. Al· trimtnti lo soddisfazione legillima ptr un primo risultato ollt· nuto, si trasformerebbe, per l'appunto, in un'i/lusorio autocompiacimtnlo. Ptr una rtaltiJ come la noslra, una minoranza cht pure rifiuta ogni voca:.ione o logica minoritaria, stare /tr1111 equivale a rtlrocedert. li fauo che dut compontnti di 1radiziont marxista e d, estrazione cauolica siano pronte ad andare oltre il «dialogo,., non può re1larelimitato al Nuovo PSIUP e alla Sinistra MPI: ma, in quanto espreuione di un proctsso non reetnlt, assai più grosso di noi, riflelle una più ampia possibilità d'incontro di due esptrienu interne alla classe lavoratrice. Se q11ts/o ; vero, sattbbt suicida chiuderci in noi sttss;, rinunciare al radicamtnlo nti nostri rispe/Jivi reJroterra cht costituisce la nostra principale risorsa. Nello sttsso tempo, occorre essere coscienti che. per interloquire sulla strategia complessivo del movimento con le sut orgoni-:zaz.ionitradizionali, non basta un contrtbuto inttlle/luale o ideologico; an• cht u sono assai m1porlan1i,nemmeno bastano nuovi t ori· ginah contributi ntlla lolla. Occorre, da partt nostra, un contrtbuto all'allargammto dello schierammto di classe, per incidere m qutlla grandt massa di spoliticizzati che, pur s/rulloti, per molttplici ragioni e condizionamenti ancora non esprimono una militanza polttica di classe. Si traila di un compito tanto più importante in quanto richiede l'umiltà delle batta~l,e ~i rttr.ogua~dia. che è comodo delegare od altri (magart tacc,andolr,po,, dt riformisti) ma indisptnsabilt condurre in prima persona. D'altra porle, occorre constrvart la capacità di optrart Lebasidelnostroprogettopolitico (continuaL dalla I.a pai,) contro il movimento, di ann3 di dh isione della classe e di integrazione dell' aristocruia operaia. le risposte oe11sa,mS!ia traoiz1ona1e Dinanzi ad una cnsi ciel capitale cosi profonda e ad una manovra per superarla così nuova per 11...sucoontenuto reale e per le sue implicazjoni, la sinis1ra tradizionale si limita a proporre un nuovo modello di sl'tluppo basato 5\illa programmadone democratica, -sttUè par~ lecipazioni •statàli, st/Ua:.\oua aua-tenditt•ro~ mo~i'ffi'-.fodl da.mentali di una bauaglia politica per una svolta democratica che dovrebbe essere perseguita come premessa indispensabile di una fase socialista distinta e susseguente. Ma a parte la critica gçnerale che occorre rivolgere a tali posizioni che ritengono si possa pianificare democraticamente il sis1emacapitalistico. si può senz·attro affermare che tale posiz.ìone appare perdente ed 3\'· venturi.sta ove si consideri lo scarso margine di riformabilità auuale del sistema, al di là di una pura politica di schieramento che usi le lotte sociali come supporlo alla propria azione istt1uzionale, senza vivi• ficare e strumentaliu.are ques1a uhima alle prime. Il 1enta1ivo. poi. di rompere il legame profitte>-rendiiapostula uno scarso approfondimento analitico delle strutture economiche e dei rapponi sociali nel nostro Paese cd urta contr0 !"esistenza obbiettiva di una rendita strettamente inln.."CCiata l profi110 e partecipe del processo di accu• mulazione comples.si,·a. Riformare il capitale? La reahà è che non si pub portare avanti una azione rifor. matrice di struttura che arme> niz:zi e razionalizzi il capitale in un momen10 di crisi strut• turale. senza investire tuno il processo di accumulazione c.apitalis1ica nella prospettiva del suo superamento; non appare pe~iò sostenibile la riformabilità della rendita attraverso il profitto così come lo « scollamento• nel tempo e nei contenuti delle lotte democra1iche e delle Ione socialiste ( ...). Le partecipazioni statali, poi, si sono rivelate nien1e altro che g~i poligopoli pubblici integrati in un mercato dominato dal proCiuo, che costituiscono il più valido supporto della ri• strutturazione del padr0nato pri,·ato. A 1ale impos1azione di gran parte delle forze ufficiali del M. O. occorre contrapporre in termini di adeguamento critico. una concezione nient'affatto esterna al M. O. soprat• lutto nelle sue a,·anguardie poli1iche, che si riallacci alle critiche già condoue dall'ala più avanzata del ,·ecchio PSIUP e che oggi riteniamo più che mai attuale e realistica_. che considera come organiche ed ineliminabili le storture del sistema e che fa leva sulle contraddizioni e le 1ensioni sociali che esse generano per acuirle, dislocan• do all'indietro il sistema (in un3 prospettha di ribaltamento dei rapporti di classe attra\·erso l'unificazione di loue economiche e Ione politiche, lotte democratiche e lotte socialiste). racendo rifluirt nello stesso campo capi1alis1a i costi e le con1r.addiz.ioni della crisi in ano. Partiamo cioè dall'anoluta improponibilità attuale di un nuO\'Omodello di S\'iluppo che ridia 5lancio o fiato al sistema economico in crisi senza contemporaneamente ricacciare indietro tutte le conquiste sindacali e politiche ottenute dalla classe operaia negli ultimi anni in 1ermini di aotonomìa e dì unificazione del fronte di lotta anticapitalis-tico. Ma ~a nece9SiL tà e la maturità de11asoluzione 50eialista alla gra,·e crisi stn.Jt• turale in alto non nasce dalla gestione riformatrice delle contraddizioni stesse, ma da una ininterrotta lotta politica di pc> tere dentro le articolazioni della società: riteniamo che oggi più che mai. di fronte a coloro che anche all'interno del ~t O. si accin,-ono a ge:;tire una lung.a fase di riOusso o a salvaguardare i limiti esterni di democrazia del sistema (con una anali• si ccntraddittoria e del tuno avulsa dalla considerazione delle contraddizioni del sistema e del loro sbocco) vada affennato con la presenza politica atli\'a, puntuale. costante che viviamo una fase di scontro aperto fra le classi. che di fronte ad una classe operaia forte e combauiva e sopranullo sempre più autonoma nella sua cultura politica, tendono ad unifica"i. pur restando esposti a contrasti e naturali contraddizioni: la rendita col pr0fiuo. il capitalismo pri\•ato con quello di Stato, gli agrari modernisti con quelli parassiti. nel lenta• tivo di dh·iderc e di isolare con la gestione della manO\'ra inflalli\'a e con il ricatto della disoccupazione (...). Unalotta semprepiùpolitica Occorre, attraverso la fase contrattuale, politicizzare la lotta rh·endica1iva1 tentare di colmare la frattura esistente tra sindacalizzazione e politicizzazione di larghe masse operaie, diffondere il ruolo di eontropoteri nascenti dal basso, dei consigli di fabbrica e di zona per· chè assumano il respiro politi• co, l'iniz.iatÌ\'a e la capacità decisionale che li souragga alla morsa delle tendenze in atto ri\'ohe alla burocrati:u..azioneed all'esistenza come mera articolazione organizzativa del « nuo- ..-osindacato•· E' importante colmare il gra- ,·e ritardo di elaborazione e la gra\"e carenza di iniziativa politica complessiva che tenda ad unificare il momento della ri\'endic.!zione ed il momento della • alleanza • con gli strati sociali sfru11a1ial di fuori della fabbrica. non disperdendo nel •polverone• della strategia delle riforme un·iniziativa politica di ba5e capace di saldare occupati e disoccupati, operai. contadini e braccianti, operai del Nord e larghe may .= disoccupate del Sud. operai e studenti, operai delle grandi e delle piccole e medie az.iende.col- :egando 13. condizione o;,er.Jia in fabbrica allo sfruttamento del capitale su tutta la società. Su questo punto le assemblee operaje di Geno,•a e di Reggio Calabria hanno espresso un note...,olissimogrado di consape-1t·o. lezza che però si cerca di recuperare da parre della destra sindacale. riducendo le Ione sui temi sociali ad una generica prcssicne sul governo mediata dai vertici politioo-sindacali, in funi.ione di concessioni marginali. Altro gra,·e pericolo, larga. mente presente all'interno del ~1. O.. è quello di contrattare im·es1imen1isociali in cambio di rinunce in ~teria ,;ii salari e o~iniu.i{zìo'ne def- làrON?; la CSpenenzapratici tfrmostra COI) precisione t continàità che hl riduzione della combatti\'ità nei punti più avanzati della classe. lungi dall'es.sere veicolo di uni· tà per la classe, è prodromo di gravi sconfote e di arretramen• 10 del li\'ello dello scontro. che nessuna conquista sociale e sindacale è stabile se ooo sposta i rapporti di forza tra le claHi a livello politico, cbe la stessa 1~ta rh·endicativa è minacciata nella sua continuità se non si allarga ad obiettivi più a,·anzati. cbe quindi il sindacato è uno strumento importante ma parziale e che la l0tta operaia richiede coe-renti ed adeguati strumeoti politici, H rapporto sindacato-pan.i10 va ripensato non in termini di pura restaurazione della cinghia di trasmissiooe, oé lanto meno in termini di pansi.n<iacaiismo di cinghia di trasmissiOnCalla ro"escia, ma tenendo ben pres.,enteche la combattività o_,po, ri.ia -pu~ modtricaTe orient3· IDQ'lti e sclneramenti politici al. lorquan<L) Si pOnè 'irf un r8?-' porto diaieuioo permanente con i partiti della classe nella revisione critica di una strategia complessiva dd mo,·imeo10 ( ... ). la lotta nellecampagne LIncidenza di una p0litica di socializzazione delle lotte si misura anche sul terreno della crisi delle campagne nelle quali bisogna partire dalle lotte sociali indOf:tedalla crisi in atto. per fare avanzare una prospet• 1i,·a di ro\'esciamento dei rappOrti di classe; occorre guardare soprattutto alle mas...c;e dei la\'Or&toridelle campagn.e non come ad un generico conladiname di piccoli proprietari o di cooperatori (attuali o potenziali). ma tenerne in considerazione la profonda proletarizzazione e la possibilità di estendere i contenuti delle lotte operaie più avanzale che hanno un chiaro segno an1icapi1alistico. Cosl come tema cen1ralc e qualificante in questa fase dello scontrO politico per una politica delle alleanze che nasca dalla necessità comune di una società socialista e non da strategie ri"endicati\'e di taglio interclassista è il problema della lona all'inflazione che colpisce il pr0letariato. cosl come i di• ,occupati ed i ceti impiegatizi Nonci sonoricette, ma la lotta ~on esiste. di fr0nte a tale situazione. la e: riceua • della rivoluzione: esistono dei campi di azione sui quali deve misurarsi la capacità aggregativa del proletariato in termini di alleanze; esistono dei li"elli di aut<> nomia operaia. conquis1ati con un dur0 scontro poli1ico. da difendere e politiciu.are aU'e-- s1emo della fabbrica per ancorarsi ad un livello più alto di incidenza delle contraddizioni del sistema: esiste l'esigenza di ostacolare la degenerazione autoritaria e reprtssi\'a: esiste il problema. che im·este tutta la sinistra. di colmare la gra"e frattura tra momento economico e quello dell'acquisizione del potere politico di spezzare l'isolamento delle a,•anguardie operaie. Occorre partire dalla raggiun1a consape,·olezza di tanla parte del proletariato (anche se è ancora embrionale ed intrisa di preoccupazioni ed incertezza} Il nostro progettopolitico Entro tali momenti di loua specifici ma non limitati s:i s:pc,- rimenta la nostra capacità di CO$lr\ll.ÌODe di una precisa strultura organizzati.-. pOlirica CM non si sovrapponga al movimento ma che nasca.dal suo interno ponendosi rispe'lto ad esso come avanguardia politica e momento di diret:iooee di scootro politico ant:icapitalisla ed antirifonnista. Ogni SCOC"C"ialoi.a rispetto all'attuale problematica dello scootro sarebbe a nostro avviso, illusoria, frustrante e ci porterebbe nei meandri di una riCffCI di una inesistente identità politica ( ...). Cosl come tema centrale e qualificante in questa fase del· lo scontro politico per una pc> litica delle alleanze c.he ntsea dalla necessità comune di una società socialista e non di acritiche strategie rivendicati\''e di taglio interclassista, è il problo,. ma della lotta all'influiooe che colpisce il proletariato, così come i disoccupati ed i ceti impiegatizi. Gli operai de-o·onofar. si carico di contesta.re gli aumenti dei prezzi di monopolio, causa prima della inflazione, chiamando allo scontro sociale gli ahri ceti. secondo fonne di impegno nuove e specifiche che di\'engano collaterali alla tradi• zionale azione operai3. Per la sinistra si apr0no nuovi e originali spaz.i politici in cui essa scelga non già di seguire a destra l'awersario di classe. ma di incalzarne le con• traddizioni. assumendo in tutte le sue componenti una collocazione non puramCflte tanics di opposizione. né una strategia frontista di tipo difensi\'O, tesa a gestire la propria fona o~anizzativa at1:ra,·ersoun rapporto tortuoso e non chi<'!ramc:i.te antagonis1a risxtto alle O.. '"a· nilZ3zicni po!i1:~½edella borghe!ia; solo in tt 1e ccntesto pub CS!ereaff rcntato e risolto il o:-oblem3 del superamento dell'in• terclassismo cauolico. che non ~ fenomeno meramente ideologico e non si sconfigge sul terreno elettorale o su posizioni 1enaforzis1e. ma ccinrnlfendo i,:li operai. i contadini. gn slu• denti cattolici nel proces...<odi ~1ruz1one di un blocco alternativo ( ...). •• 1

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