L'Unità - anno IX - n.43 - 21 ottobre 1920

176 singolo hu·oratore o alla cooperativa o al ?>mune il basso pre1.,,o d~ prodotti agricoli Impone b"-"'!i redditi'\omple88i– vi ni ooltivl\.tori: i prezii J>olitici· J>0880· no muuteuersi solo 1•011 un regime di coazione, HOlo col mettere la for-z.aianna– ta dello Stato (borght•.. o 80Viettista) a, dispo8izione degli abitanti delle città per opprimeré e taglieggiare la, campagna, vign, in f\ftlffl, un regime L-COnomfoo borghe– se o un 1·egiJneeconomiro comunista. Le notizie russe, 80ttoposte anche lii più ùintdente vaglio critico, concordano nel conf(lrmare le tendf'DZ.'t urbana, a, op– pl'lmere In t'Ampagna cou i prezzi poli– tiri e le requisizioni, e la, teudenza. rurale a sottrariji all'oppr089ione affamando le città. Sino ,. che il proletariato urbano sarà con.-iuto che la, terra produca d& sè, spontaneamente, -seou. investimento di lavoro e che il grano ere.se& su come l'erba.cci&, chiamerà. ingordo e insaziabi– le il campagnolo (borgheee o contadino) e cercherà di spogliarlo del frutto del tino Ja,·oro oou i calmieri, oou le requi.ei– z.iooi, con tutto l'armamentario stnt.ale a, ann. dispoeizione. · Intanto In c,impllgnn l'odio contro la città fermenta, pur fra, i canti di Ba,n,. dio,-..,-oua. l nostri contadini dell'Ita– lia, centrale, quasi tutti mezzadri, IIO· gna no Il po!18Cl!ll0 della terra, con la, eli– minnzione completa del padrone; <otano compatti per i deputati 80Cialltrti fautori del prez,,o politico del grano, &Ventolano le bandiere "°"" "• inneggia.no alla, falce e al 111&rteUodei Soviet, solo perchè cre– dono che belscevismo voglia, dire che il podere deve divenire loro e ehe al mo– mento del raccolto il padrone non andrà più a prendere la. eu& metà. M&contem– poraneamente porlano oon aen80 di odio dei « vagabondi delle otto ore » coi con– trappongono Il loro orario di la.voro dal– l'alb• al tra.monto; minacciano di abban– donare le viti per non 110ttostare alla ta- 11111 vino, e prot.est&no contro I& tee. aera, di macinazione, che In qualche luo– go è tadtamente abolita e che In qualche altro 81 abollace. violentemente con la. presa di poMell80 del ruolini. Lasciate raggiungere al nootri contadini il loro sogno, fateli divenire 1)8dront dei loro poderi, e... poi appllc,ite, se vi riesce, I decreti pel prezzo del grano, sulla, cul– tura, obbliga.tori& dei cereali, sol dazio del ,ino per Il con.sumo fa.m.lllare ece., ed applicate le tariffe della. mano d'ope– ra urbana: ieri proprio vidi un conta.• <lino intento a. fa.bbricare da 8è le casset– te per l'uv& della Imminente vendemmia, come pratica proteste. contro l'&lto prez– zo voluto dai (alegnami, e, spiegandomi il perchè del suo la,voro, i..-mente ag– lJ!nngev•: Vogliono la.ora.re un'ora, e ma.ngi&re on anno ! Ma Lenin verrà. &0 · che per loro ! GIULIO PIIIRANOElLI-:- Vostllla Il n08tro Pier&ngeli, per ecCC!'l!O di or– todoae!A... unitari& cade poi 1n· un er– rore che tante volte l'Umtti ha, rimprove– rato a.i legislatori ed a,i partiti politici itali&Di: l'errore di giudicare delle coee di questo nostro paese, ·tanto dlverao d& regione & regione, da provincia & provin– cia,, d& oomune a oomu.ne, come ai po• trehbe f&re in on paese uniforme, in cui le condizioni di una. 801&regione potlllODO conBiderarsi tipiche per tutte qna.nte le altre. Il Piernngell ha quindi perfetta– mente mglone qnando parla, del prezzo di .requisizione del grano come di un esempio classico di politica, annonarià imposta dai COOSUlllil tori cittadini In danno dei 1H·odutto1•i di campagna., come cli un;1 ripetizione in rit01-do della. poJi. tica dei Comuni Medievali cbe sfrutta· vano Jn c.11npagna. soggetta, per fa.vorire le cla,._,; cittadine dominanti. Ma. ho. tor– to quando estende lo stCJISOgiudizio ai caAi di requisizione delJe uve, f..'ltte re– centemente nel Bolognese. Quelle requi– sizioni non rurooo ordinate e oompiut~ dai Comuni cittadini e tanto meno nel– l'interesse dei consumatori di citt.à: ma furono l'opera delle Leghe dei braccian– ti di ·c,im1>ngna,,e furono fa,tte da questi nell'intero,;.~ pl'oprio e come episodio L'UNITA' della, pi t\ ac,·" oibt delle lotte agrarie che si sia finora combattut..'\ nel no,.tro paese. All'infuori del grano noo ci eembra c-hc si JlOl!>'O 1<erinmente parlare di pre,:- 1.i pomici per tutti gli altri prodotti ugrar-i, che, - nonostante tutti i calm.ie • ri del mondo - si .-endono oggi wi mer– cati cittadini nd un prezzo che supera di 5, G ed anche S mite quello dell'ante– guerra. Ohe ci sin, conflitto di sentimenti e forse unche di interessi fra, campagna e città è un tatto iunegabile e doloroso, ma per il suo lato nuorn - chè per i sentimenti e!!i!O è reochio di qualche mil– Jennio. riAAlendoalle prime origini della vita citwdiua - C880 non è che una. delle tante mnnife9t:.tzioni della, disintegrazio– ne 80Ciale su&'ICguit&alla guerra,· dello sviluppo morboso di tutti gli appetiti di mdh·idui e di categorie in tragica. oon– tr.iddizioue con L, scarsità dei beni di– 's1,onibili. ~, i;oprn un tale coutrn•\o nes– sun 1>tutito o neffSun gn1ppo poJitico, che non sin formato do demagoghi rnlgari. può fondare il 1>roprio programma. Il contrasto d'Interessi che l'Unitti ha sempre cercato di metter in luce, per tra.me normu nd uu mut.ament:o d'iudiriz- 1,0 nella politica. economica, non è quello fra, cnmpugna- e città, fra produttori e consumatori di derrate alimentari. ma, fra, la, produz.loue agricola, con tutte le industrie che da 6888, p<>A,~notrar ,;ta,, e quelle induijtrie che vivono esclusi'fa,.. mente O principalmente dei fa,vori dello Stato. "li vc1'0, grande problema, della vita pubblica. del giorni nostri, ave,·amo scritto a, prt>)'Olllto del libro del Pro! dhon, è proprio questo: se attr&vel'IIO un& graduale riforma, dell& pubbll~ am– mioistrarlone, o attra.verso nn~ ri.~olo· ziooe riusciremo a. trova.re un giusto equilibrio di diritti e doveri_ fra, prole– tariato indu.etriale e proletanato agrico– lo con la, distruzione della burocrazia e d:lla. plutocrazia,; o so il proletariato agricolo aan\ ridotto in condltione, pill o meno larvnta, di servitù dal prole~– rla.to induetrlale, alleato, in forma p11) o meno larvata, con la burocrazie. e oon In plutocraz.l& •· Nel contrnddire a quest& noetra a!fer– m.azione l'n.rguto e parad061!1Ùe critioo delle "Opinioni» ha tenuto l'occhio esclusivamente alla. situazione del bolo– gnese per negare ogni 80Udarie~ d'in– teressi frtl proprietà e proletariato ru– rale, e per ,·edere pìuttot,to u'h'all~nza fra plutocrazia lndustri&le e prole~to'. 008 t dell'industria come dei campi, a1 danni della proprietà rurale. Ma, in reaJ– tà, quando 81 gun,rdi un po' al di là del fatto im.medlato è innegabile che, nono– stante e al di _;pra di tutte le lotte in– terne CJ1isteuna. solidariètà naturale tra tutti ~oloro che, a qualunque titolo, trag– gono la loro viti, dalla terra, come è lo– gico e naturale che l'operaio di una. de– terminata induotria, sia 90lidale coi pa– droni nel combattere quei provvedimenti che poS110nominacciare l'esistenza stes– .., della, B1la Industri&. Il bracciante bologneee può oggi, nel– l'esru,pernz.lone della, lotta,, esigere dai mezzadri e dal proprieta.ri che i raccolti 8iano in parte abbandonati e le terre la.– sciate incolte. Ma se domani queste pre– tese fossero atfaccia te da. un potere estra, neo ali& .,,,,. terra, si risveglierebbe in lui il vecchio spirito di conservaz.lone ed egli si sentirebbe 90lidale coi nemici di oggi nella, difesa c9ntro il nem.ico comune. Il conflitto frn gli interes.si dell'agri– colturn, e quelli della. grande industria, accentrata e p1-otetta è superiore alle di– "isioni di clnsse e alla. va.ntata solida-• rietù, ft-a, ~alurinti dell'in<lustl·in, e snla– riuti dei eam1>i. L'unico mez1,0 per com– J>Orlo o almeno per afI'el'marlo è quello di non creart> all'indu8tria rondiziobi sempre più artificiali di e~isten1..a e di s,·ilnppo. -- GLI ABBONATI, che desiderano un cambiamento .l'Indirizzo DEBBO– NO accompagnare la domanda con TRENTA CENTESIMI per la spesa cli stampa della fascetta. neo I proble01i della Venezia Giulia Il direttore dd Ln,·orntore di Trieste ha preu11.tato al Gruppo partamtnlr1re sociali– sta ww rcln:ione &ui vroblem't della Ven.e. i-ia Gi1dia, che noi riteniamo ulite ripro– dturt• dal gionwle <li Trieste, f:' tm doc11.- 111e11to ,wttl'Olt per la e,atta. inffrm.a:fo11e e 11er Lt, 1erietd dt~le conclusiont. I nostri lettori trot'eranno un.o perfetta concordan:a fm lt ,olt,:io,ii t:oncrtte propugnate per molli problemi in questa rela:itme, e le idi•t·, rht> n.:nità t·ti JJredicando ff11da q1iat1- flo, firmalo l'armisli:.io, fu neceuario siste- 111are l'ammin;s,ra:Cvn~ di quella rtgione. Rlvolaslone elvile e oec■pazlone militare ~essuno con moggiOI'(' entusiosmo di noL ~lnlisti della Venezia Giulio, hn salutato In fine della guel'ro micidiale: guerrn per noi, più ctie per nitri, di triboli e di ~erse-– cu1.ioni violente. Con In pace, in noi flnal· mente torna\'a vh·a In speranza di lavoro reconc.lo, vera.mente liberatore. Con il no– stro Consiglio degli oporol, noi, fin dal 1917, in segreto ,tutto rischiando, ngimmo pet· la. rl\'oluzione civile, cioè per l'assoluta indi– l>t'ndenzn cli queste terre - mentre i pro– fessionisti dell'ltnlinnità firmavano i presti– ti di guerra austriaci, cosl come al prind– pio deJla guerra. li avevano firmali per 1 Comuni. novelli senatori di Trieste e di Go– rizia. Ln rivoluzione civile fu specialmente opera nostra: il disto.eco della Venezia Giu– lia dal nesso dello lato austriaco fu pro– clomnto da uomini nostri, qui, a Trieste, in piazzo dell'Unità. q11ondo ancora c'era il governatore austriaco roi suoi fidi armati. Do questa rh 1 oluzfonc noi molto, ingenua~ mt'nte, sperammo: dall'occupazione milita– re itnlinno, Immediatamente succeduta, non ci aspettavamo cosl smaccato violazione del diritto operaio. Fin doì primi giomi della occupazione ci fu chi tentò di colpirci olle spalle con anonime denunzie criminali, con bc11earchitettati piani di soppressione. r-.:on si riusci: ernvnrno troppo forti: \·ol, com-" pngni d'Italia, eruvnte con noi: con noi, a difendere i nostri org!nlsmt di classe. La poUdea di li"edttl, di @l■ffelll e di Moseonl Petitti, primo governatore lta1inno a Trle· ste, capi subito che il nostro non era partito nè da canzonare, ne da aggirare• nè da tra– scurare: capi, anzi, che Il nostro era l'unico partito serio, disciplinato della. r('gione, col (JUOle,volenti o nolenti. si dovevano fare i conti giorno per giorno. Sventate, con pron– ta nrditezzn, le prime sporche trame della sporca genia colato qui come a terra di fa. cile con<1uista, fu agevole itnporsi - con 1a ragione, con la forzo, con esempio di ma– turità di disciplina. Il governatore Petlttt mostrò <1unsisubito di rendersi conto delle reali, difftcilt, complesse nostre condizioni nazionali, economiche e politiche, iniziando con indiscutibile tot.to un'opera offlcoçe di conciliazione trn. ltaUoni e slavi, riconoscen. do Jl8ll uni e agli nitri Il diritto di riunione e In libertà di pensiero, resistendo ener,gica– mente nl desideri del cnino nazionalismo. Ma ecco Ciuffeltl o. tutto distruggere: ecco, proprio il primo giorno di governo Ciuf– lelll, la teppa nazionalista, sotto la vigile protezione dell'autorità, prendere d'assalto lo nostra Camera del lavoro e devastarla - mentre t carabinieri, per ordine di Ctu!– lelli, arrestavano tutti i 400 flduclnrl del Partito e dei Sindacati operali A Clul!elll, uomo p.et fascismo, not opponemmo subito il nostro conte.gno sdegnoso, la nostra vigi– le azione, colmo. ma terrlblle. A nulla valse la sua politico intimidatrice e sopraffattrice; essa valse so1tMto a oostrtngerlo a lasciare Trieste, in rretta e in rurla. A Ciurtelll suc– cedette ~tosconi. J..n politica governntorile sembrava volesse riprendere le vecchie vie: ritornare, cioè, n Pctittl, alla politica conci– liante con gH sln\'i, dl mediocre libertà per tutti. Ma endo Nlttl, e va al po.tere Giolitti. Le gesta del fascismo Oro il fnsci~tno 11ella \'ene1ia Giulio si sente più sicuro; oro il fnscli;:mo può ardi· re: e inizio. le sue gesto di 'dclittuosn vio– lenza, SOttogli occhi nmlche,·oli di certa au– torità, n,•Yelcnnndo e B\'Yllendo tutta la ,·itn politica detta reglont", Ol'rovenlnndo odi perniciosi, assumendo otteg~iamenti f. dentici al \'ecchio lccco.piattinismo austria– co. Rieccoci, cosi, o poco a poco. a Ciuffelli: rieccoci alla politica di aizzamento, di ricat. to. di vendetta, di aggressione, con il con– senso smaccato di tutti coloro che speculano "'111t'attunle rt'gimC' rccezionale. Fascismo è odio bieco: assolto, distruggendo, le lstitu- 1ioni dcJ nazionolismo sln,·o, rinforzando, ~guerrenllO questu nazlonulismo: cornplot,. tn, coutcmpornncam,mte, l'assalto e la di– struzione di tuttC' le lstltuz.Jonl t>peraie: con– giura l'incendio nl Lat-orQ.lore: incendia la Cnmern del IR\'Oro e il Proletario di Pola. Fascismo 1• gretta, ciecn conservazione di clni,se: esso e mcalzato e po.goto dal \·ecchio conser\"ntorismo nustrincante. Ciò che certe nntoritù, per pud,ore o per timore, non fan~ no contro di noi. lasciano fare al la.sciamo: ciò che la Le;la degli tnduslriali per pu~ re o per timore, non fa contro di noi, la– scio rare al fascismo. Il fascismo è la guar. dia bianca del cepitellsmo. Ingaula cru· illiri nel regno, per sosUtuirli ai lavora,. \ tori italiani di qui, per affamare i Ja– \-Oratori slav\ di queste terre. Durante gli scioperi si pone a dlspoelzJone del– l'industrinlismo pescecanesco. Il fascismo à l'ultima risorSo della renzlo11e. Esso non • una forza politica reale, etrottlva: esso non peso, ,ma è di peso alla vita• politica: non rapprescntn nessuna Idea, nessuna lede: non hu scgnlto, non hn milizia.. E' forte, quando,ha con sè le autorità - cioè è forte delln fono bruta!(' e.I.i nltrl. Nelle eletlon1, i fascisti non raccoglieranno In tutta la Ve– nezia Giulio n('ppure mille ,·oti: sono poche noci in un sacco. Il Pe91•• -.leaale Il trlbanale di perra Cessato Il regime eccetionale, il fascismo è liquidato. li regime eccezionale è causa di molti mnli e malanni nltualt della Ve– nezia Giulia. ~ai siamo governati da bandi militari. L'istituzione dol tribunale dl guer– ra a Trieste è u110smaccato arbitrio. Seoon• do !'articolo <13 del regolamento dell' Aja del 1917, il primo dovere dell"occupante è di mantenere- l'ordine nel territorio occupato, lasciando In vigore le leggi esistenti. ~ella Venezia Giulia, di ratti, vJgono tuttora, tn– tntte, le leggi austrinche per Il mantentmen• lo dell'ord,ine. Non v'ero quindi alcun biso– gno di sostituire le vlgentJ dlepoalzlonl ,già severe di per sè, con nitre ancor più severe, nè di istituire tribunali eccedonali vicino ai trJbunaJI ordinari, Soltanto il Parla.men• to, cioè la II Suprema autorità dello Stato .., ave\·a Incollò., secondo Je Jeggl intemazlo– nall, di Istituire nella Venezia Giulia Il tri– bunale di guerra. Invece, esso è stato isti– tuito qui, dal Comft(ldo supremo, con ordl• nanza 2 novembre 1918: mentre la compe– tenza di que1ft> tribunale è stata stablllta dal governatorato della Vene.zia Giulia, clo6 da un organo fino alloro subordinato al Co– mando. I bandi Non parliamo poi d.et bandi, anch'es1t ar– bitrari ed Illegali. L'Au.slrla aveva abolii.o perfino a Trioste il tribunale eccezionale e i bandi eccezionali: l'Itnlln et deltzln oggi nuovamente di questo tribunale e di queatl bandii. .. I bnnW sostituiscono le leggi nor• mali: avviliscono e terrorizzano tutta la re– gione; si preft.ggono particolarmente lo sco– po di perseguitare coloro che non servono gli interessi del militarismo e della reazio– ne. Sono tribunali e bandi di classe, di odio e di vendettÒ.. I bandi eccezionali servono ad arrestare e a condannare a mesi e ad "'anni di carcero l socialisti che esprimono Ji. beramente il proprio pensiero e a lasciare impuniti, in piena libertà, coloro che deva• stano Ja nostra Camera del lavoro, che in– cendiano !I Balkan, che gettano bombe ne-– gli u!0ci di pubblicità del Lavoratore, che danno luoco alla Camera del Lavoro e al Proletario di Pola, che spnrnno revolv-era– te in chiesa perchè si predica tn sloverro. I bnndi, con le loro contraddizioni, con le toro 1acune, con le loro emblguità, servono a tutti gli usi, n. tutte le persecuzioni, a tutte le $oprnffp1.ioni. Prrchè di nuovo lribunnll e bondl qul nella Venozin Giulia, se persino l'Austria li a, 1 c\·a aboliti? Pnchè trattare noi u rt'denti 11 tanto peg– gio e.leicittadini di tutto il regno? Perchè si crede"a - col \ribunale e coi bn..nd i cccf'zionali - di abbattere il nostro Partito! Ora s"è visto ch'è sciocco. Perchè dunque continuare in questa politica grotte– sca e. pro\'ocotrice? :'\'oi domandiamo sem•. plicementP di essere giudicati dai ti:ibunaJi ordinari, con le leggi ordinarie, non fucinate da noi, ma dalla borghesia, contro di noit )loi domandiamo di uscire dnll'110CC('1lon('u p<'r entrare n_ella cc normnlllù. ,,. r'

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