L'Unità - anno IX - n.38 - 16 settembre 1920

ghe file che aspettavano il turno, il ca'po gunrd1n municipale le dèridoYa e diceva lo– ro: 11 Avanti le pecore, n· farvi mungere!,,. E quando gli pn~snvnno dO\'Rnli te toccava 6ott.o la pancia d::n-anti al pubblico. Quan– do gli uomini sono tornati dn11a guerra han– no dato fuoco ol municipio. (Applausi alla e1trema sinistra}. E il gennaio ~assato, po– co è mancato che non ammazzassero il dc• putnto! Potrei continuare pe-r un pezzo con que· sti f~ ignobili, indegni. a cui è condan– nato n nostro popolo, non per colpa propria, mn perch·è piccoli gruppi della vecchia clas– se dirigente, corrotta e aiutata dall'organiz– zazione governativo, si sono impadroniti ne– gli anni passati del1e amministrazioni, e scltiaccinno il Paese, lo disonorano, gli im– pediscono di vivere. Per la prefettura questi fatti non esistono o esistono solo se ne sono colpevoli gli av. versari dei deputnti ministeriali, n cui non si dà \lU momento di tregua e.di ,·ita. La pabbllca slcare.zza e la magistratura E la pubblica sicurczzo.! Lo pubblica si– curezto. è pervertita da lunghi nnni di per– fide éostumanz.e elcttornll. Onorevole soltose·.n.:-tnl'lo dl Stato, nello. i,ro,incia di Bari c'è un gruppo di deleS'ati che si sono speclnlizznt\ nel reati di ogni genere ... BOOCJERi. Disegno promuoverli!. .. :::. . \LVE~U '.\l'I. Occorre eh.e certi delego.ti sinno mandati via liubito. se si n1ole rista– bilire un po' di fiducia nelle popolazioni. (A pproi:a..-iont - l?mnort). J fatti sono infiniti ma lo ne citerò qual– che caratteristico soltanto. A $on Xicondro, il 13 lltcembre, per n.1- cune •parole Imprudenti che si lasciò sfug– gire li Commissorio Regio - Sn.n :'(icondro ha. avuto 19 Commisimri Regi do dieci anni a questa pe'rte: siccome t quattro quinti del– la popolazione non vogliono aoperne di un piccolo gruppo il qnole è 1>rotetto dolla pre• fetturn. 1 San Nlcandro non può nvere una. omministrazlone proprio - in Son ~ican– dro il 13 dtcernbret fu fatta una dtmostra– done ostile aJ commlÌNrio. 'Ul popolazione entrò nel ~funicipio e mise u'na bandiera tricolore sul terrauino dello cosa munici(>a– le. :--.on fu stracciato un foglio di corta, non fu torto un capello o neasuno. ~elio notte orrha n Son Nicnndro in ca. mion Il delegato Glonni, uno del 1>iùperficlt mi\lfottori che cl sinno in Ito.lio., noto in tutta In Provincia per le infamle, che vl perpetro da 20 anni. c,oslcchè mi meraviglio come non sia stato nncoro ammazzato - questo ,·uol dirP che I pugliesi sono gente troppo buonaf Questo ~lgnore'nrrh-ò in ca– mlo11, con un buon nerbo di rorza pubblica. Era una notte dn lupi. Invade le case pri– vate, tonando le porte. e or-resto sei per– "Dne: un arrestato ·ru portato In mutande e cnmicin. sul camion. Il ~iomo dopo un professore fu arrestato a Bitonto, e sospeso dall'ufflcto. Conti"() tutti questi orrestOti fu elevato accusa di istigazione n delinquere.~ 1 gtornoH annunziarono subito dopo che il d('leg-nto Gianni a,·eva axutn una promOzio– ne. Dopo otto m~sl i processati ~ono stati nsSoltl. :\la tutti ~onno che cosa vuol dire subire un processo., rimanere otto mesi in preoccupazione, mcttrrsl nelle m3ni di tw– \'O('ati - che Dio et' ne !!campi e liberi! - soste.nere spese enormi! )In queste denun. z.ie si fanno appunto sapendo che, se an. che dopo se:i od otto mesi gli arrestati sa– ranno nssolti, nel frattempo le famiglie ri– mangono nell"inquietudìne, debbono soffrire ogni sorta di dolori, sopportare ingentis– sime spe!e; e cosl pnsso & quella gente la ,·okmtà di oceuparsi di politica. contro I .candidati che sono sostenuti dal prefetto. Un nitro coso. A Bitonto li 1$ ottobre è data uua bastonato. elettoral~. In un pe-– tlodo elettorale una bastonata non è da,·– ,·ero qualche cosa di eccezionaJe. )la per <1uesta bastonata st emetteno mandati di cattura per colni, ehe ha qòto iJ colpo di bnstont e certe altre persone cbe erano con lui: In denuncia del carabinieri è per man· cnto omicidio con premedttnztonef L'inte– gerrimo magistrato incaricato dell'istrutto-. ri(l, oomina subilo come perito un tale, che ave-, 1 n avuto una ,·ertenza ca,·alleresca col principale accusato, proprio uno dei no 1 ta- • ,I L'UNITA bili del partilo nemico. Gli nccusati dom3..Il· dono alla loro volta un perito di fiducia; e finalmente i periti, ri\inili insieme, debbono riconoscere che non yi era stato' nemineno il più lontano pericolo di morte. Bisogna al– lora riTl\mciare al mancalo omicidio; ma. il reato diventa di lesione con premedita– zione, perchè questa pretesa premeditazio– ne serve sempre a tenere in arr.esto o lati– tanti gli accusati. Pochi giorni !a è stata esclusa la premeditazione. )ola intanto sono stati no,·e me~i e mezzo cli nr1:esto per gli uni, di latitanza per gli altri, di spese e– normi p~r tutti. ~on CO.SI severi [urono a Bitonto i carabi– nieri e magistrati, nell'ottobro òel 1913, quando !u permesso ad una quarantina di mazzieri per giornate intere di ~astonare ferocemente per le strnde tutti gli nv,·ersa· ri. Ero comnùssario di pubblica sicurezza quello stesso Borgiotti, cho si è immortala– to alcuni me.si or sono a )lilanol Nel 1913, , J>er tutti quei giorni, la !orta pubblico noJJ \'ide, non volle vedera nuJla di quello che a,·,·eniva. Il pretore che era un galantuo· mo, iniziò processo per associazione a de– linquere oootro 47 di quelle brave persone. \'enno trasferito in prOvincla. di Pn.,ia, si dlmlsè per protesth. 11 processo !u poi avo– coto a Bori, presso lo Regia Procuro, te– nuta allor~, come ora, da un oerto cav: Fantonii i singoli reati v.ennero divisi, le cose andarono per le lunghe, venne la aoli– ta omnistia, ,nessuno fu condMnato. :\la quando il J7 ottobre 1919, il capo• dei maz– zieri del 1913 delle l'assalto allo lega .cI,t contadini, questi lo ammazzarono. Potrei continuare, ma non vole la pena, e fa anche un senso di vergogno e di av– vilimento, a dover parlare di questi !atti. Oro ,signori, dopo tanti annl di un regime di questo genere, ;oi potete, capire che quél– ln. gente non può più avere nessuna fiducia nel Governo. Tutti laggiù sanno che, non c'è giustizia in Italio.;"che biaogno. rarsl glu– stlzio da sè; percbè il Governo è prepoten. te con i deboli .e vigliacco con t forti. Le elezioni amministrative ignori, presto avremo le elezioni am~i– ntstrative. (Jnte-rrwior&.i: Non tonto prestai). Se Dio cl dà vita, Je faremo queste bene– detle elezioni. Ebbene; se il Governo «! la– scerà far.e onest~mente, .sarà.un elemento di cnlmn lici nostro Paese. Perchè chi sa quel· lo che bolle in pentola lagglù, comprende come lo stato di incertezza e di Inquietu– dine elettorale sia una delle cause per cui s1>esso anengonn' <lelle polemiche, dalle quoli P.OIprorompono disordini, anche gra– vi. Quando In po..-era gente avrà conquistato i propri comuni, sentirà più chlnromente lo responsabilil& delle proprie azioni, an– che di fronte a se stesso; dovrà magan mol– te \'OJte attribuire n sè glJ errori e le con– se,gucnze peno.se che avrà 1>rovocntocoi suoi C'rrori; e sarà questa un'altra causa di se– renlzzaziotte nella nostro ,~1tnpolitica. Facciamole dunque le elezioni ammini– strath·e nl più presto possibile. Non stiamo o. discutere sul metodo: il metodo giocate– \'elo mn,gori a tlSta e corona, giocatevelo o. tombolo. ma facciamo o.I più presto pos– slbite le elezioni. ,.\la badiamo a non ritor– nnre alle infamie del 1902-19131 O amici del gruppo sqcinllsta, tra Il 1902 e li 1913, <1uando lo cercavo - ero solo al· loral - di rich.inmnre l'atienziono degli uo– mini di on,Jre e di fede dell'Italia settentrio- .. noie e centrale~sulle infamie, c~e avveot,. vano tra di nai, lo s.enth·o molte volte ri– spondermi: u'Queste cose non avvengono tra noi! l•. E io replicavo: 11 Badate, se ,·oi la– sciate consolidare questo sistema fra noi, esso si estenderà anche tro. voi 11. I fnttl mi hanno doto ragione: gli assalti oll'Avantl/ di ) 0 1llnno e di nomo, J'.n.ssnlto n.J.lesedi riu– nito di Triesle, I !atti· di Lodi, provocati dagli orditi inviati da D'Annunzio, i fatti dl Torino sono tutti identici alle dolorose storie dell'Italia meridionaie. La formula è sempre lo s~ssa: un partito assale-l'altro a mono armata, e In forza pubblica lascia rare o inter, ·ie.ne solamente quando gli as– saliti si difendono, per arrestarli. Quando da noi o,·,,engono det disordini èlettoroli, essi sono organizzati sempre da1 delegati di pubblica sìcurezz.o. Questa è legge assoluta. EUn, on. Corradini, lo sa meglio di me, ma per dovere di ufficio de\"e dire di no. Quelle vergogne erano attribuite olla no– stra bnrborie: i deputati della provincia av.evnno interesse a dire che eravamo sel– \'fi8g1; questo li faceva convalidare più .Ca– ci1menle. ~la.· net 1914, per le elezioni am– ministrati.;e, non sono avvenuti tumulti: perchè? Perchè il Governo aveva dato or– dine di disinteressarsi. Sol~ in qualche co– mune la prefettura si fece viva: per esem– .pio a. :\'Iontrone e a Canneto, dove andò a lavorat'e il delegato Gianni; e si ripeterono i soliti latti. Eppoi le elezioni politiche del 1919 hanno dato la riprova deJla. nostra civiltà. lo non so quel che è ov,·.enuto i.n nitre provincie del )Iez.zogiorno. Nella provincia di Trapani per eS'empio, mi viene riferito da !onte dè– gna di fede, che il Governo dcll'on. Nitti non si tenne ne.utrole. :\•lo.per la provincia di 8Jlri debbo riconoscere che il Governo si tenne.neutrale. E le Plezioni procedettero in ordine <1uasi perfetto, ovur,que. Io, che nel 1913 non potevo andare in giro l'ultima settimana se.nza essere acc<!.mpa.gnato dt colpi di rivoltella, ho potuto, nel 1919, gi– rare per \1n mese intero tutta In provincia senza noesun incidente. Queste elezioni del 1914 e del 1919 hanno dunque dimostralo che quando il Governo si tiene_neutrnle, quando i delegati diconol o.ll' ore 1 cchio di certi malviventi che se~non stanno buoni sono messi dentro, allora non avvengono !atti gravi. Noi abbiamo cosl dato l'ezperim.e-tuum. cruci1 che non sin.mo barbari; ma è il Go– verno il solo barbaro, l'unico malfattore,· il solo grande mafioso, il , 1 ero organizzatore di ognl malvivenza.. Sintomi enoceapantl Qualche incidente recente è p1u particolar. mente grave. li 3 gwgno o. Terlizzi, c· e.ro. \lno sciopero • di contadini. Il vice commisso.riO dl pubbli– co sicurezza aveva 0 0. sua disPoslzlone 40 a– genti frn ctlrabinieri, guardie campestri e guardie ,nunicipo.li. Non se lo fece dire due volte, e l'ordine lo mantenne, e come. ~la verso aero Jnsciò, se pure non li eccitò lui, lasciò che i proprietari ai armassero, e sl mettosscr9 n dar la caccia ai contadini. lo capii subito In gravità del !atto, e presentai una interrogazione afflnchè il Governo pu– nisse li runzlonnrio per non dare in provin– cia rtmpres.alone che un nuovo sistema di lotta si intro<lucevO. tc>Ià per volontà del Go• ,·crno. .L'interrogazione non arrh•ò mai nl suo turno; I pr'Ovvodlmenti non ci !u.rono, e po– chi giorni dopo I proprielnri di Gioia del Colle si misero ad ammazzar~ I contodtnl', ' ed i contadini si ,·endicorono ommozl.ondo i propt1etorl. (Commenti). ignori, !o non parlo con prooccupuzione politica, nè elettorale. Credo di poterlo di– re In perfetta c9sclenzol Porlo per l'affetto, che è noto nel mio cuore dai lunghi dolori dello mia terra 9 dolio studio, che vi ho de– dicato Hn da quando ho cominciato a ra– gionare. ignori, rendetevi conto che le condilioni sono là ,estremamente diffi_clli. Date al pae– se quello cho l'onore,·ole, Urst bo. chiamata egregiarnente 1 l'impressione della buona vo– lontà. Sarà un principio. Non sarà sufficien– te; mo sorà qualcosa, che molti non osano ancoro sprrore. Se date l'impreissione della gi\1stizln J>er tutti, sarà un prlnc·lplo dt cal– ma, di rn,serenn.zlone degli 6pir1ti. Le 1otte continueranno, perchè devcmo continuare: le classi esistono e le lolte dl do.sse' esisteranno finchè ci sn 1 ranno le clos• si. ".\Io.limiteremo al minimo inevitabile gH ollrill. ~ella. mio. Interpellanza ho dello proprio questo: quo.li provVedlment1 11 Gover~o in– tende prendere per evitare, nei limiti del po.,utbilt' che i fotti sanguinosi si ripetano. Perchè mi rendo conto della situazione ge– nerale degli spiri~!, che è In tutta Italia. L;no scioperante che tiri un sasso, un ca– rabiniere che non tenga t nervi a posto, po~ooo determinare un guaio, di cui sareb– be assurdo rendere responsabile chJ sta a Roma. Però queHo che sl può fare per dare al pOJ>oloIl senso <lella giustizia, si deve fa. re. Dndote sopratutto nel prOSBiml mesi di lotte elettorali a, non far rivivere I vecchi i57 metodi. Vi hvverliamo ~he le nostre popolo. zioni non li tollererebbero più a nessun pat. to. ono convinto di essero nella reollà. Af– fennando questo alla Camera, io assegno fi. no da ora al Governo la responsabilità di quello che potrà avvenire .•Guai se la pro,·in– cia di Bnri dove.sse dire nei prossimi mesi che il lupo ha cnrnbiato il pelo ma non il vizio! (Applm,sl C1LL'~strem.a sirifs(ra ..... Con– oratula:ioni). G. SALVEMINI. A un anno dal decreto Visocchi L'esperieoza antica e recente ln fnlto di intensiflcnzione della cultura non ha mal insegnnto nulla ai nostri uomini politici. Gli ntli parlamentari dell'Italia. nuova so– no ricchi di discorsi e di proposte; in cui si •crede di poter spezzare il latifondo con po– chi a rticoll di legge. Chi ha voglia di prendere diretto cono– scenza di questo materiale, può trovarlo nel prologo nl progetto cli legge .Pantano, pre. sentato nlln Camera dei 1jeputnti 1'8 marzo 1906(Atti della Camera, Iegisl. XXII, 1• ses– sione, doc. n. 361). I progetti ,che di tonto intanto ~ono Hnom fioriti, sonO boSatl S\l criteri vnrii: a) facilitare lo colonizzazioQe interna, mediante capitali di privati o di associa– zioni operaie ori8anizzate, sÌ>ecialmente sot– to !orma cooperativa: terre coJonizzabUi dovrebbero essere le demaniali, le provincia• li, le comunali, quelle appartenenti ad ope– re pie e n privati, di cui Jo Stato sia venuto in possess~ per effetto di vendita volonio.– rin o cli esproprio (progetto Pantano, d~ crelo del 16 gennaio 1919, n. 65); b) obbligatorietà della intensificazione culturale del Iatllondi e conseguente di• ritto.. di espropriazione d& parte dello Sta• lo, In caso di inadempienza degli obljllghi di legge, 'e cessione di piccoli appezzamenti- O· • gli ngt,icoltorl In enfiteusi se tralta•t di be'nt rustici appartenenti act éntl morali, o In af– fitto a lungo termlrÌe, se si trotta di lo.ti – londi jlrlvoli (progoili del Ferrar!, ~cl RI- . nnldl, del Pini, del Celll, del Crlspl, de-' creto 14 febbraio 1918, n. 147; e) imposta. sulle t~rre incolte quando si credeva che fossero sterminate (proget– to Soccl-.Mnrcora); et) tutela economica, giuridica e sociale delln piccola proprietà (progetto Luzznttl); e) immediato. divisione del latifondo (progello Giolitti del 1913); () occupazione e divisione delle terro Incolte (decreto Visocchl del 2 settembre 1919 n. 1633; e circolare ministeriale dei 12 settembre 1919). 1! più ameno fra lutti è certo Il decreto VJ.socchl. Questo decreto, senza capo nè coda, e In. susse-guente clrcolore esplicativa avrebbero voluto oumcnlare la produtlone delle der– rate olhnenlarl, 'specialmente di cereotl, ,di legumi e di tuberi commestibili, e lncllitnre · • lntens!Ocare l'impiego del lavoro agrloo· lo. E per ottenere questi due rlsultotl, la facoltà d.i assegnare terre ni contndlnl fu data, In ogni provincia, al prefetto. Cioè un s4(nore, ehe JlOn hn In più lonlnna com• petenza in questioni ngricole, osslslito so• lamente do! parere dlii cnrettore della cat,. teclrn nmbulnnte dt n.griooltura, che otto volte su dicci è un teoriço privo di senso pratico, doveva. decidere se uno data terra si tro,·ossc in uno "stato culturale decisa.– mente inferlore, in senso tecnico cd ocono– mico, nlla media agricoltura del luogo "i e quando l'avesse trovata inrertore, o.vevo. facoltà di o.ulorlziarne, per quattro anni, In occupazione. La legge non richlede\'a a coloro che oc• • cu1>nno le terre, alcuna garanzia ..tecnir..a di sapere e potere meglio coltivare: bo.stavo. che essi appartenessero ad una cooperotl– "a. E' facile intendere come, In seguito ul decreto Vlsocchl, le cooperative siano nate o,,unque coine funghi, composte in minimo. parte do. contadini volenterosi, capeggiate spesso do sfaccendati e do politicanti, nblli– non tanto n collh•nre la terra. qunnlo a strappare al preret.to la concessione delle terre con minacce di tumulti. Il decreto, concepito in.felicemente e pro– mulgato frettolosomente sotto lo. spinta e Il

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