L'Unità - anno IX - n.38 - 16 settembre 1920

156 Il disordine annona,;io so nutrime'tl . esso la farina è mesco– altre miscele di scar- Nel gennaio· scorso ri~ i da Bisceglie una scatola che doveva ·contenbl'~ farina. Guardai; non capivo che cosa f-Osse.Fu solo leggendo la cartolina che accompagno.va la s~atola, che appresi che il contenutC\oi'I fa– rina, e me la mondavano pcrchè vedeSBi che razza di farina mangia la po,·era gente laggiù. E p-0i succede questo: qualche volta il vapore non arriva; si salta qualche giorno di distribuzione, e chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha doto. Spesso i comuni rice– vono dal Consorzio granario i pesi falsi: si annunzia cioè l'invio di uno certa qunnU– tà di grano, ma se ne trova di meno, e il Consorzio non accetta reclami. lo ~10 denunz}oto questo fntto, due mesi or sono, in una. riunione di Bafl; ma ii Pre– sidente del Consorzio mi rispose: u Qui ru– (bano tu~ti, nelle calo.te del porto, in ferro– ,ia. OV\lnque; siccome il Consorzio non può rimetterci, noi riduciamo la razione ai co– muni n ed i comuni riducono In ;azione agli abitanti. Proprio oggt mi pen•iene da An– dria un reclamo, perchè la razione giorna– liera della fnrina è, da alcuni giorni, dl 125 grammi! U11altro ptrnto nero è q11cllo che rigunr– da la pasta. La pro,rincia di Bari riceve 14 mila quintali di grano· duro ol mese per la produzione della pa,;.tn, che donebbe basta– stare per una razione individunle di 1,200 grammi mensili nll'ingrosso. ~In questa quantità non dene data mai. In tutta la provincia, la sola città di Bari si può dire che riceva quello che deve ricevere. In tutto il resto dei comuni la media di distribuzio– ne è soltanto di 250 grommi di pasta ogni dieci giorni, òssio. 750 grammi al me.se. n resto noo si sa do,•e vada a finire. E spesso la pasta nol1 a~rh 1 a affatto. Proprio in que· sti giorni ricevo da Terlizzi un ordine del iiorno d.ella lega muratori, della sezione mutilati, della federazione agraria, della so– cietà cnlzofal, della società potatori. della società imbianchini, della seziono combat– tepti, in cui mi denunziano che cla 40 giorni non ricevono la pasta, e che da parecchi giorni non ricevono farina. · L'inconveniente qualche volta, può essere determinato dal· non arrivo del piroscafi· 'ma l'esperienza di questi anni dimostra eh~ c'è nel centro di distribuzione qualche ruota che non vn, e a questo bisogna prov,·edere; perchè quando nlla ingiustizia distributiva tra le dh·erse pr°';ncie, si aggiunge il disor. dine locale, il grano si perde via faCendo e non arriva a destinazione, si comprende come la situazione diventi dav,·ero tragica. Il commercio clandestino Il grano, che si squ~lla via facendo, riappa1·e nel commercio cland,estino a 3 lire al chilo. Io non faccio questa denunzia per– chè impediate il commercio clandestino. Vi. sto che non date abbastanza da mangiare, e ,·isto che non siete buoni nd impedire ai ladri di portar ,ia anche il poco grano che mandate, lasciate che i lad,1 ,·endano il grano Tubato, e che la gente lo compri e lo mat1gi. Guai se impediste il commercio clan– destino! raddoppierebbero i tumulti. Anzi togliet~ i divieti, e lascia~ che il grano ru– bato si venda liberamente, cosl forse coste– rà un pochino meno. Con questo sistema di disordine uf6ciale e di vendita clandestina, noi abbiamo po- , tuta andaFe avanti fino all'autunno scorso senza di!flcoltà ,perchè gli uomini ,·alidi al lavoro erano in buona parte sotto le armi, e mandavano alle famigÌie le economie che facevano. Ci erano stati buoni raccolti ne– gli ann' scorsi, e quindi i ,proprietari ave– vano capitali da anticipare per i lavori. Qu.indi c'era richiesta di lavoro e scarsa of• fe)la di maiio d'opera. Quindi cl erano alti salari. E oon uria giornata costante di 10, 12, 15 lire, e i coi sussidi alle famiglie dei richiamati, c'era modo di comprare sotto mano il grano a 2, 2,50 e a 3 l1re il chilo. ~ia con l'autunno passato 4 cominciata la crisi; il raccolto cattivo e la smobilitazione hanno determinato la. disoccupazione. In molti-comuni i contaclini si considerano for– tunati, quando possono lavo;are tre giorni L'U;'.fTA la i;:ettimana, guadagnando in media sei lire al giorno. Tutte le economie degli anni pas- • sali sono esau dte. Essendo in '"!sta un rnc· Colto scarsissimo, i proprietari restringono i lavori. In previsione della cattiva annata, si limita il creclito anche al contadini. In qu-este condizioni iJ cl1ilo di pnne, che si vende cli noscosto a tre li re, rnentre i 330 grammi, che non sono poi tali, sono assolu– tamente insufficienti, quel chilo di paiiè di– venta irraggiungibifo. E' IT supplizio di Tan. talo ! Una causa dei tumulti Signori. Ili nost;a è una popolazione: de– nutrita, è perciò è una popolazione neuro– slenizzata. Questo è uno dei segreti fonda– mentali dei disordini, che scoppiano conti– nuamente. Le martiri sono le nostre donne, che si tolgono il pane dalla bocca p,•r ctar da mangiare all'uomo che lavorn e al bam– bino che deve crescere. l0 difatti abbia~o queslo fenomeno: che spes~o quelle che dàn– no il segnnle nei tumulti, ~no le clon~e; perchè sono quelle che soffronb di pili. dato che mnngiano di meno. Ora i nostri contadini hanno letto nei re– soconti della ,Camera, del 31 lu.glio che in Romngna e in Emilia i lavoratori agricoli tlnnno un'assegnazione individuale di 2 q.U di grano all'nnno, os.5ia. di 540 grnmrui di pane al •giorno, e dornanclauo tre quintali all'anno; e lutti· sappiamo che i produttori di grano nascondono molto più di quanto non ottengano come razione. Come ,·olete che qnE'sta gente sia tranquilla dinanzi ad una disll8unglianza di trattamento di que• sto genere? (lnterr'U;ioni). ½hi vien& da Mi– lano racconto. eh~ laggiù a )lilano, !"ope– raio riceve 400 gramm·i cli pane al giorno, 500 grammi di ~ucchero al mese, 1500 gram· mi di riso e 1500 grammi di pasta; e il no– stro llworatore non rice,·o che 300 grammi di pane al giorno, i50 g1·an"l1l;li cli pasta al mese, qunnclo la l'iceve; non riceve zucche– ro, nè riso. Sarebbe una iniquità dire a questa gente': 11 Contentnte,·i e crepate di .fame o. e Quando ho fatto questà. ossen•azione a dei colleghi, questi hanno detto che abbia– mo r88ione. )la mi hanno ratto osservare che a :\tilano funziona un sist,ema perfetto di tesseramento, per ,cui gli operai hanno 400 grammi di pane. ma le operaie 350, gli impiegati 250, i professionisti 200, i bambi– ni 120. u Perchè - mi han eletto - non fate anche voi il tesseramento? ,1. )la, signori miei, in molti nostri comuni mancu l'anagrare. Inoltre i .consigli comu– nali so1~-o quasi tutti ncllelmani di commis– sari regi e prefettizi, e quelle::poche Ammi– nistrazioni comunali che non sono disciolte, sopranivono perchè di esse vi sc,no parenti o amici dei depurati amici di lutit i Go– ,·erni. E allora rhe colpn ha la povera gente, se non sl può far~ il tesseramento? Si pos– sono condannare i contadini, i marinai, gli artigiani "di una intera provincia a morire di fame perchè le Amministrazioni comunai Il non Yoglion'o o non possono dare il tesse. ramento? Se gl1 organi di Stato non fllnzip– nano, deve la povera gente rinunziare a · mangiare? Questo è uno dei punti, su cui si può e si de,·,c agire per circoscrivere 1 pericoli délla situazione. Bisogna. aumentare la razione del grano. :\'elle prossime settimane, come ha accennato ì1 collega Ursi, anemp il rac– colt,o delle frutta, che è un alimento ricco di zucchero, e sostituisce in parte il pan~. )fa da mezzo settembre in poi, quando verrà a mancare la frutta, se non si aumenterà la razione del pane, e se si dovrà continuare a pagare a tre lire il chilo la razione "com– plementare, venduta clandestinamente, non vi sarà forza di legge capace di impedire il prorompere continuo delle agi~zioni po– polari. Io ml rendo ben conto che la situazione alimentare è difficile per tutta. Italia. :\fa le difficoltà debbono essere uguali per tutti. .\'on è giusto che in alcO.ne pro,·incie i lavo– ratori abbiano 510 grammi di p;ne, mentre in nitre provincie i lavoratori sono condan– nati ud averne, quàndo l'hanno, soltanto 330. (Approva:toni). Si dice che in Italia oggi si consuma il dopQio c'lelgrano, che si consumava prima della guerra. Questo è un buon segno: vuol dire che molta gente, che,prima della guer- o ra consuma,•a granturco, oggi consuma gra– no. )fa ,; pare giusto ridurre la razione di coloro, che prima si nutrivano di solo gra,, no, per raddoppiare la razione di grano a coloro cne prima consutna-rano anche gran– turco? Le burocrazie comunali Aggiungerò poche considerazioni a quelle che ha fatto l'on. U:-si riguardo ai lavcxr( pubblici. Richiamo, cioè, l'attenzione del Governo sulla necessilà che si studi fin da ora il pro– grammo det lavori pubblici 1 per i prossi.ntfi mesi, in modo che comm1e per comuoe, sta– gione per stagione, i lavori pu1>blici C8tda– no nei periodi di disoccupRzione, e non sJa.– ~o fatti senza criterio, secondo l'impulso del momento, o secondo il telegramma che ar– riva da questo o da quel deputato. E occor– re rendersi conto fin da ora di altre diffi– coltà. Anzitutto un in~inmpo ai lU\'Ori pubblici \"iene c!n pttrte del Genio chrile, che non hÒ. personnlb sufficiente e fa aspettare le pra– tiche mesi e m~i. Vi è poi un'altra difficoltà, forse ao.cora più grn\"C': e I'nbhinmo vista nei mesi scor– si, qt:nnclo c'era dn distribuire il fondo per la disoccupazione. I nostri uffici comunali, snh-o rare eccezioni, sono formati da gente inetta, incapace e svogliata. ~pi , enti anni passati, gli impiegati comunali sono stati selezionati col solo c,·iter'io elelt~rale. Era. nominato Impiegato comunale chi faceva parte della clientela dominante, e il Suo do- • ver0 ~on era quello di occuparsi dell'ufficio, ma qtlello di prepnrnre le altre elezioni per la clientela. BOCCIERI. E il Go'"erno ha lasciato cor– rere. S.<.\L\'E:\Jll\I. Non solo ha lasciato corre– re. ma ha imposto sistematicamente questo sistema. Il risnltnto di venti nnni di immoralità sistematica, è che le nostre burocrazie co– mu.nnli non sono che stratificazioni di diso• nesti," di inetti e cli S\"ogliati. S'intendt> che non si può fare uno arrerma.ziono troppo as– soluta: rerba generalia non sun.t appiccica– loria. Di galantuomini ce n'è anche nei no– stri uffici comunatl. :\la noi abbiamo '"isto nei mesi passati, che alle ~ollecitazioni percbè pret:entassero le domande per 1 IR\"Ori, gli uffici comunali non rispondevano; erano avvisotì che entro un dato tcrfnine do,·cvnno fare t progetti, e il progetto non era pronto mai; non presen– tavano neanche quel foglio di carta, con una firma, cho ,sarèbbe bnstato. Erano affari che non li intcressa\lnno: erano ocçupati soltan• to a preparare le elezioni prossime per conto dei padroni. Questo è un punto, in cui In pref.etiura ha il dovere di pro\"vedere. Bisogna che la prefettura si oceupi un po' meno di elezioni, e dia agli u!flci 1 comunali 1fi struzi-0ni ne– cessarie perchè fncclano il proprio dovere. Invece di mandare ispezioni contro gli av– vèrsari, che molte ,·olte sono del perfetti ga– lantuomirll, mandi a ispezionare questi ur– fici, e prenda prov\"edimenti contro questi succhiasnnguc della po,,era gente. La li"refettura E con questo \"Cfigond un'altra causa di inquietudine. Signori, la massa della popolaziòne nena nostra provincia non ha alcuna fiducia nel– la buoua fede, nella buona volontà e nella probità del Governo e delle amministrllzioni locali. Nei venti .anni passati, la provincia è sta– ta soggetta ad un regime di -0ppressfo""n'e, di avvilimento, di asservimento elettorale, in cui tutte le amministrazioni dello Stato si sono disonorate, discreditate, sono morte nello spirito del popolo. • Fino a quando tutti i deputati della pro– vinc'ia formavano un unico corpo snJclo e perfettfimente organizzato, qua.lunque fosse il colore di ciascuno, flnchè tutU i deputati formarono una vera associazione di malfat– tori per soffocare la provincla e per impe– dirvi qualunque movimento di rinnovazione, si poteva anche ammettere che la prefettu– ra, stretta da tutte le parti dai dodici de– putati, serviSBe a questi dodici deputati. Ma la rappresentanza proporzion'ale, fra gli al– tri \·antaggi, ha prodotto nella nostra pro- vincia questo risull.alo: che ha rotto la ,,ec– ch.ia organizzazione a ddinquere. Oggi do– dici deputati sono divisi in gruppi dh-ersis– simi, che si contro1lano gelosamente a vi- 1cenda. Oggi, signori, la prefettura in provincia di Oòri può smetter& di fare della politica, e può comincio.re una buona volta o. fare della amministrazione: perchè può benisSi– mo difendersi dalle' pressìoni degli uni, de– nunziandole ngli altri: e fra i dodici depu– tnti1 c'è ormoni nn numoro ·più che suffi– ciente di galantu~mini 1 che ad un prefetto• galantuomo sono pronti a dare, senza preoc; cupazione di partito, In forza per tenere a 1teno gli ultimi residui delle '"ecchie orga– nizzazioni mah·agie e delittuose. )h\ 1 signori, mentre In Deputazione è mu- , tata, mCntre tutto lo !'-pirite pubblico è mu– tato, la vecchia malefica macclìinn nmmint. strntiva, costruita ne.gli anni pass(}.ti, conti– 'nua a funzionare, come sempre ha funzio– ♦nato. Io potrei riferirvi qui una quantità inflni. ta di notizie sulla maniera, veramente in– degna con cui gli organi amministrativi continuano ad agire. Le amministrazioni locali A Canneto l'Amministrazione comunale non è stata sciolto, perchè è amica degli a– mici di tutti i Go\"emi: qui l'Amministrazio– ne comunale adopera In distribuziono del pane per affamare gli avversari e per pre– pnrnre le pr0t-sime elezioni ammtnistrath-e· e i reclami alla prefettura passano com~ acqua. su una lastra di marmo. A Ceglie, a Cassano, renomcni analoghi. I commissari regi non fanno meglio delle amministrazioni elettive. A Canosa i sussidi ai disoccupati sono dati a gente che non ne ha bisogno, ma che ba ,·otnto per la. 1( lista della torre 11, cioè pei cnndidnti del ,Go,,er– no, me~tre al di~otcupati veri non si dà nul– h_l; il delegato impone 88li ortolani di iscri– versi nl Circolo della torre, pena contrav– venzioni e p0rsecutioni, E Canosa è stato teatro di un cecidio a\"venuto proprio nel palazzo comunale. 11 comune più sventurato è quello di Alta– mura. L'on. Corradini sa che nel 1917 fu fat– ta un'inéhiesta governativa sul comune dl Altamura, dalla quale r.isultarono a carico del deputa~ dell'antico collegio, fatti gra– vissimi. (e Fu accertato - sono le parole dell'in– chiesta - che il Consigliò comunale e la stessa Giunta sono ridotti a una funzione nomino.le e figurativa, essendo l'Ammini– strazione del comune effet~ivamente tenuta da uno solo; dallo stesso· deputato del col• legio, che \li copre la carica di assessore"· Voci. 11 nome!... SALVE:\11.~I. il nome non è... il caso di !aria. (llaritd). Dirò solo che è stato rieletto deputato coll'appoggio del Governo. (Co1n- 1ncnti). BOCCkE.RI. Evviva il Governo! .. (Ilarità). .SALVE:\HNI. Un Comitato cittadino per l'ass.istenza ni richiamati, presieduto dal deputato, u ha. sperperato in °1uminarie, pranzi e treni speciali liN 120i chieste alla cittadinanza per l'nsiiStenza alle famiglie de.i salda.ti n. BOCCIERI. )la dica 11nome (Rumori). SALVEMINI. >Jon c;è aQcora arrivato'! (I– laritd). l locali per le scuole erano dati in ,aCfitto al comune, senza regolari delibera– zioni dallo stesso deputato, il quale si !ac~ va rldurre la tassa per esercizi e rivendite da lire 2()30 a lir8 910. Do. un Comitato per !e !este della protettrice Santa Irene, il de– putato si ·faceva. da.re 4000 lire, e non si cu– rava più cc di rendère conto dell'uso fatto cli questa somma 11. E potrei continuare per un pezzo a rimescolare questo fango. Ebbene, dopo questa inchiesta, il· munici– pio fu sciolto, ma il deputato continuò ad essere il pad rane dei commissari Regl, fino a quel momento in cui pretendeva da essi cose ~sl assurde, çhe i commissari si rifiu– tavano; e allora erano trasferiti, e ne veni– va un altro più manegge,•oJe. Quello che è avvenuto, signori, in questo infelice paese durante la gu&rra, ~ una oo– sa assolutamente atroce! Le donne erano invitate a prostituirsi ad alcuni impiegati camuno.li se volevano ottenere il sussidio dei richiamati (Commenti). Quando andavano a prendere la Jarina, e si formavano le }un-

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