L'Unità - anno IX - n.30 - 22 luglio 1920

• .. 124 !'rima di latclar Fiume prr gll ozi di Abazia, entro a palaz:o Braschi Carcmo pulizia - I no1lri benn'gllerl con ccherlnl in testa, andranno da Cagdla.• gli r ·nn la festa - Per tutli i disr,utsu ·a: u un brutto guaio: cl pensa la saggcua tlel Gen Tlimajo - Per sollevar domani le nnte ribtllioni, il colonnello -Rossi prepara I 11rni cannoni CJ dicon da Parigi che Ie1ulllbrlo è rc,tto, e Il nostro comandante rispose, mc ne fotto - Il gruppo di Cagola s'è ratto molto scuro, 1>erchè Luigi Rino prcporn Il 1110 1il11ro Questi sono i vet·setti 1>iùbelli ma ce ne aono molti altri del medesimo valore mo– rale, intellettaale e leUernrio. Ohe cosa do,·eva fare il goscrno di fron– te all'impresa donnuozia.nn? Evident.e– mente dal solo punto di \'ÌRta disciplina– re, doveva, cacciore i ribe11i da Fiume, nuche con le armi: e poi li dove,•o. puni– re per reato di diseriionc, ossia anche <·on la fucilazione. Ma tutto ciò. data l'elevatezza del mo– th·o cletrimpreaa. (lrn imJ)O!'-!Sibile in– giusto per ragioni morali. storiche. politi<-he: in più quel gorerno, che a.,•en1 amnistiato i passati al nemi– co f.ienza armi, non 1-w>ten1 fl$,t.'-Olutameu– te chiamar di~ttori i le~iouari di Fiu– me. Mn qualche COfffl si 1>0teva, pur f?• 1-e JX't· salvare la compnginc dell'eser– cito; 1>er esempio, i;ii polevano conside– rai-e <·ome dimissionari tutli gli ufficiali effettivi, e come retrocessi a soldato tutti gli ufficiali di complemento. Cn provve– dimento simile a.-rebbe giovato agli stes– si legionari, che 3\"crano ~lut.o bi.sogno di un «sacrificio>> per salvarsi dal ridi– colo, in cui mano a mano degenerava e dcgcucrn la loro imprcsn,. Invece non Fai fece nnUa; tutt'al più qualche ufficiale ,passò qualche settimnnn nl fresco nel- 1'.\lto Adige!. Finora abbiamo 1>nrlnto o di atti di iol-lubordinazione da parte di inferiori vei-so superiori, oppure di atti proton– d:i mente inop1>0rtuui dell'alta gerarchi:] 1Ìlilit.11rc e del go,·erno. Orn purtrop– po dobbiamo pal'lat'C ulcnte meno che di intimidozionc compiutn sulln più alta nuloritù milital'e dn parte di inferiori. J,; questo è il ma$simo i:raòo della de,,"<!· ner:udone del 1>rindpio di disciplina. Alla fine deU-auno A<.'Orso, il miuistero della guerra promuli:ò il primo decreto per il riordinamento delrcsercito. co) qun'e rcnirano istituiti 15 C'Orpi d'arma– t.a, molti ispettorati ccc. ecc. ~itti, che in quel momeuto volen1 cctcgncrse in bom, .Badoglio perchè questo gli faceva como– do per Fiume, accettò il 1>rogetto. Ma 1)0i gli umori mutarono, le critiche al– l'numenro degli nlli comrindi si fecero sempre più forti~ ('{) u_llorn il maestoso decreto fu ringoiato. ~i ,·enne così al progetto Bonomi; malgrndo le criti<:he di gio,,nni generali prctòtidnlla libidine delle audaci innovazioni dem()(·rnt.iche, esso iu– oontrò il fa.vore dell'opiuione pubblic11. Ma i.I decreto coutempln,·n la riduzione dei reggimenti bersaglieri da. 12 a 4. Apriti cielo! « I bersnglicri ,, ~rot~tano: scrirono colletth·awente con mmaccie sui giornali (povero regolamento di discipli– na, doçe sei andato a fluire!); la. staWl~ pa t,.riottica. cowincia. « la campagna» ~ difesa dei figli di Lam11rmora, »; alcum deputati <( dell'o1·dine n oon un pr~fondo aenso «d'ordine,, si fauno interpreti pres– so il ministero dell11 volontà dei «bersa• glierin e il porero wtnistero pre._nde_ paura e dichiara. che si rimangia lo scioghmento degli otto reggimenti bersaglieri! lla non basta : anche la carn llerin' che pel' \o me: no ha il grande, grandissimo mento di essersi• sempre mantenuta, diaciplinata. e di non aver mai protestato, si vede por– tare i propri reggimenti da 12, sembra, u, 14 dopo esser passato dai 30 ai 15 ool primo progetto! . Cioè il ministero e lo Stato llagg,ore si lasciano iutimidire dalla truppa fi. no nJ punto da modificare per la secon– dl1 rnlta un dcercto sull'ordinamento dell'esercito, e a quesU. bella impre– sa p1'Cndono 1>arte In •ta!npo cd.' par– titi e< d'ordine,,. Per completar~ ~l q~a– dt'O l':innunzio d<'lla ritirn.ta , m1ruster1a: le ~vviene proprio nei giorni dei fatti d1 Ancona. e di 'l'rieste ! Do questo momento ÙI, ùisdplino. è ad– dirittura sepolto. E non si tratto.ra atlat- o L'UNITA' to dello scioglimento, ma soltanto della riliu1,ione del corpo dei bersaglieri! Dunque da oro., tutti i mllit.~ri che ban– no appartenuto a reparti sciolti special– mente .e permanenti. hanno diritto di prot<•~tare e rii ribellarsi. ' Oli ammutinamenti di .\neona, CerYi- gnono, Trieste e Brindisi non sono che dei sintomi 1>articolari dei generale malesse– re. tc-gli nrditi di 'frieste ,•i sar::urno sta– to <lelle riminiscen1..e dnununzinne mesco– Iute n influenze socialiste; nei bersaglie– ri di Aneona vi sarà ..tato ciel malconten– tò per lo scioglimento dei reparti e per 111 partenza per l"Albanio; negli arditi di Briadisi squilibrio gen~l'alc ... :Kon si ·Lrntta più che di movimenti folli, senza, nlcun criterio, i quali denotano una, CO· •11 •ola: lo spappolamento progressivo di qu11lt-.i/l)':i !-ipirito di di!-!C'iplinn. dare urnut.i: l,i-.o~na 111ett<'r1• un punto e l,01-,tn; Fapel'iamo c·hP <:iò urrC'ngn !>Cl' Jo rn~no nppC'na risolw la quC'~tio1w :itlria– tit'fl, o ~ia, qu:rndo atremo In vcru pace. l.'e. •rdto torni di:-,(·ip1in:ito nll':1~lu– t...1 dip4\nclenza ùcl lrOH 1 ruo: t.!' tutti gli iU11inni am<•r:rnno eald:11nt.•nt<•_iloro eset·– ,dto. )la piutto,to t·he 1111111trm,•rt• _un 1,.•S{'r– <-ito i11di-..(.·iplinato 1 os.,i:1 un :ll'"•"'olutoc·oo– ·w'O!o,(lll~O: l'ftuli:1 pref,•l'ir,•hh<' 1li non a, 1 e- 1'<' più 1111 ~lo :-:olilnto. Spalato, Trieste e... Pallanza \"olt·r l'Ìtcrt·:11·e in que:-to momento, su info1·111:1,doni pt11·:U11eute prirn1e. le re– SJ)()Ui:mbilit:\d('i fatti ti-istif..•,dmi di ii1>n– JaLo e di 'l'dèste, snrc-bb<.•un tcula,th•o i111po:-i,ihilee d1e non 1·ipaghC'rebl>cforse hl Llth-u Ùt•lla, ricerta. ~iu o mt·uo ,·era ln ,en,ioue uflkiale del Prt..\1:ti<lente ,·es– uit·, thc attrihui~ce ror~iut ddl'ecti<lio di :,p;Ùlllo ali" pro\'Ocazione ùi due soL– tuOieinli della mai·ina italù.wa .; siu o me– no rera. In, ,·ersione t.rie.stiua., che spiebra, l'iuccu<lio del ~,tro<lui Doni e l'tlssalto allt.•lmu.che cd ai tu.:gozi i:;Jorcui, t·um.c uua, uii:-.u1·11 tlit'eustva provoc.atu du tut.to un piuuo ~tp.1..tcgicodi luuga mouo 1 >repa.ra – to <lull'clcwcuto :sla,·o, ùi cui sarebbero 111-0,·,1 le uowbe lanciate dal Ualkan con– tro la, folla minacciosa: ue.ll 'uu caao e ucll'ult1·v è 1.:erto che si trau..o di una. reuziouc coceStiiva di mag,se Cb..'lltato a ve– J'e o pl'Ci:illUleI)l'O\"OCaz.ioui, (:Oll ltt con- I f:1ttf di Aueoua m<'t·itnno però una specinle uttenzione. 1 hcrsaglieri di un h::1t1a~lioue i:.-i :.101mutim100 dopo a,·er ri– ce,·uto l'oliline di p:.1rtire per l'.\lb:.1nia: 8Jmr:1110 f.l.ugliufficiali: sparano sulle trup– pe d'ortHne: dopo si J,':C'oragginno: si la– sciuno c.-om·incere dnl <."-Olonuello. che par– In loro col megafono cln un letto (bell,r /lgu rn !) ; l'iammct.tono ullor11 i pl'opri uffi(•ii1li in c·aserma; nrnple~si, applausi. pionli e bn('Ì, e poi parteu1,01 1)(!-rrimette– re l'ordine in città.! .\Imeno a,·essero per– Histito nella ribellionr, <' J.1i fos:-;ero f:1.tti (Ull.ll]OZU\re prima di rcde1'\": 1lacchè. po– veri figliuoli, non è stato che un momen– t'.<.> di disorienta.Jnento; tonto è ,·ero che -dopo .orono stati i più hrnvi n rimette.re l'ordine! Oi pal'e <:hC' quest:1 faccenda sl1> il moclello della bun'onotn ns$0luta,. Poi ili è saputo che i reri ribelli son? ~!.ali J)O(.·hi bersaglieri cd automobilisti, e che il rc:,,;to del ht1ttuglione mantenne, du– rante l'ammutinamento. un at.teggiamen– lo 1oe<·orilc.O;·a dal punto di ,·ista_ del– lo clisdplina è evidcute che i cnpi ac– certati della ribellione dore,·ono essere J·upi<l11mente fudlati, non fosfi:16 altro per il (lelitto cli omicidio, ed il resto del bat– tnglio1w i111mediatt11ue11te r-.ciolto. Invece il bnttaglioue riacqui~tò « uo,·clln, glo– rio ,1 nell'opera di repre~'-ione e, sec_on– do i ,·oleri <lei governo, n~rso gli « illu– i;i ,- si u~r;.ì moderazione. , uhcuw ùclle autorità politiclie e milita- 1·i loculi: couuh·euza, t.liJ·eu.a uc.l caso ùi Hpuluto, cou la partecipuziouc, ricono– sciuto. e vantata, t.lella geudarmeriu al– l'~cidio dei wai-inai ituliaui; l'OUnh·eii– &a , iudiret.ta. e p1-en1lentem.cute passiva. a, 'l 1 rièste, t:OU l'a$Cnza quul)i totale della. numc1·osis1dm.a, e troJ)vo SJ>Cti80 ini:o.m• IJl'a.ute f01'7,il pubùlica., in LUtti quei luo– ghi do,•'el'u rucilmente p1·es1111.tibiJe la ne– ceiji,iitù (li difc~a delle pt:t·ij,Qne, ~delle ca– se, ti.egli il!ftituti slO\·eui cout;·o la furia popola re e fa.l!lcista. Ed ~ naturale: ~wendo amnif.l.tiati i di• scrtol'i, 11vendo mantenuto nl suo poeto J'nnu11i1·:1glio :llillo, è un po' difficile iufìc1·it·e contro i ribelli di Ancona! Pe– it:'Ò rc!!ta sempre a loro cnri<:o l'accu– sa di tentato omicidio! E ,·eniamo al <liscorso del G<,n. (',wiglia. Il G<?o. Oa,·i– gliu ha. fatto in ~unto un di~orso sensa– to, ~hheue reticente sulla questione giu– lia e a.drinticr1., ma non :nera. il diritto di parlare di queU-a,gomento. Egli è il co– nuiutlante delle tn1ppe della Vene1Jia, Ò luliu : e come tale non potern propor– J'e ne~i,1una soluzione del problema. rife– l'Cnte•i a quelle terre. Come generale egli de,·c a uda re con le sue tru 1>pea Belgrado se il go\'erno di Roma glie lo coninnda, e de"e l'itirarle anche al di quà del Po, se il governo glie lo comanda. Il ~- Ca– dglia, come comandante delle truppe del– ln, Venezia, Giulia, deve imporre La. volon– tà del governo nell<> risoluzione del no– stro pl'oblcma, orientale: non deve pro– porre pubblicamente alcuno. ~uai soln– ,;lone particolare della queshon~. _on go,·erno che sentisse la propn11 _d1_gmtà, do,·rebbe sostituire il Oen. Cavtgha nel OOtllando delle truppe dislocate ai confi– ni orientali. Conclusione: nel uos.tro C'f:el'Cito non cRiAte quasi più disciplinu. Oli errori si f,J,Ominnnoagli errori, le colpe nlle colpe. Ormai t;iamo arrivati n wl punto, che non Hi pof-1.~no punire lè IIUO\'C col1>e per– ebè non si sono punite lC' ,·('(·ebie. Anche l'umanità, è gra,·atn dal i>CCl'atoorigina.– le; mu <'SS.a, appunto tenta di redimersi. E non è una. ùuonn. ragione, per ~uita– re a rorinare l'esercito, l'n,·<'r ('Orume~ dei g1·a., 1 is,simi errori nel pnssn:to. _Axcn– do amuistiato i disertori, crn, d1ffic1le pu– uii·c nn('be leggenuc.11Le i ribelli fiumani; ttvendo amnistiati questi, non si possono duramente punire gli Ulllilllltinnti di An– cona. e cosi ,;a da di seguito fino alla– completa ro,·ina. lla cosi non si può .aD· o :Xoi \"Ol'l'CUUDO escludere cbe (jUCstu,COD– JJi\"eu;,.u 1>0sith·a o uegaLini, delle autori– til. locali rispondo. ad una J>arola ù·ordi- 11c,aù Un dcHberato proJ)06ito dei go,·er– ui tt•11truli: i <1uali devono essere Lroppo J>t'CO<·cupatidelle enormi dillleol1à inter– ne C'd L•i-:tc1·11e d l· momento p1·ci-:e11tc, t>er 1:>eniiJlll'l' H<l invelenire anche_ più questo disgr,1ziatii,;simo dissidio, git\ tanto a.vve– lennto, ed inasprirlo al punto da rendere A_uasi ineritabile un nuoro conflitto ar– ro11to. M11 è nppnnto in questa. mancan– za di uua volontà propriai di un proprio e pre<:iso progrnmm.a, nelle questioni n~ ruonali, la. massima colpa, dei due gover• ni, serbo e italiano, che sono perciò i veri e principali responsabili della, situa• ~ioue e degli incidenti attuali. D11ll11pri– rna,•ern del 1918, quando Orla.odo inco– raggia va. il Congresso di Rom11e lasci11- •·a nello stesso tempo che il Ministro degli Esteri continuasse im1iertnrbato la sua campagna, slavofoba; quando Pasic e Trumbic si dimostravano fn.vorevoli o.cl un ucco1'Clo amichevole con l'Itnlia., e nello stesso tempo si dichial'11vono Impo– tenti di fronte al naziona.Jismo sloveno, rin~udicaute Trieste e Oorizin; da. più di Une anni a questa 1>nrte, è una serie continua <li c.'Ontraddizioni e di errori, ('he lrnnno sempre più alloutnnatai la eo– luz.ione di una questione, che un po' di l)1101wçoloutà reeiproca avrebbe permes– so di ri~h•c1-e fin dal giorno dC'll'hrmi• stizio. . O~;.d. disgl'aziatam.ente. ~inmo giunti nd un punto, in tui un 3CC'Ol't.lO tuie da non iscoutentnre tutti se.mlH'a particolnrmen– te difficile. E1,pure gli iucideuti doloro– ~issimi di <1uesti giorni olirono almeno quesLo vnutllggio: dimostrnno anc-he ai ciechi rbe ad una. soluzione si deve ne– cessariamente ed urgentemente arrivare. !f.-1a, tesi tanto cara, ai 9-nzionalisti, che Jl0r l'Italia non c'è alcuna, fretta, di oon– cluderc, che noi possin.mo starcene tran– (C[Uillamentea Fiume e sulla linea di ar– mistizio in attesa. che dalla 1mrte avver– sa ti ~i ,·enga. incontro con proposte aie- tett:1hili: qnr ... tn tei-i si rivelo orm.a1 iu n1~ 1 1·t:1 t' tragka ooutrocldizioue t·ou l'ntfer111uto pror.osito tli non ,·oler nuo– ,·c guerre. Due anni di questa politl– ta di attesa e di incertez7..._,-.. h.an erea.– to ndl'csercito. nella marina e nelle po• poJazioui dello linea di :1rmisti1.io . unò .8t&t<> 0 di uer,·osismo sem1n-e pit) ucuto. che difficilmente si polt'Cbh<' caltnurc, nu– che !--e clementi <'sfranei ed irrl'f.!ponsa• bili llOII concor1•cssero ad (.'{'eitnrlo fino .al parossi~mo. Riamo gh\ nrrh 1 ati a <1uel punto, iu cui ~e notizie pii) inverosimili ed a$.Surde. come quella dei tre ,·agoni di dinnmite indirizwti ulrUMel Balkan di Trieste, son erc<.lute <..-omevangelo: e scbbc>ue nl– il'iudoru,1ui sinno smentite dal giornale stesso, che le ha pubblicate, ch\11110 in– tanto ol'igine n nuove dimostrnzioni ed u nuod inchlenti. Continuando di questo passo, gli ind– deuti di to11Une, oggi uffif;.ialmente smeo• titi, Si rip,eteriinno giornalwcnt(>. e la. connh·enz.., tra italiani e slavi nella Ye. .neziu Giulia, uell'Istrin e nella Dalma,. zia din.lnte,rù un ,·ero inferno, :ti con– fronto del q11nle scmbre"\ preferibile nn– d1e la soluzione più catastroOcn. Per fortuna uon è ancom, forse, trop– po tt\rdi per fol'e un 1>asso addietro: l'oo. Giolitti si t\ dichiarato, in forma - è \"l),l'O - tropi)() ,·aga-. rn,·01-e-,·ol(' n.d un a<·eo1,lo diretto con gli Jugo•~lavi: Trumbic hu es1>re~so l'augurio che i eol– Joqui. intt•rrotti a Pallanzo per rause estranee alln loro sostan7.a, siano al 1>iù presto riprC'si i il gm·eruo serbo, nelle sue dichinrn1.io11i sui fatti di Spnlàto, si è sfo,.. utto di mostrarsi as&li riserva– to e rignal'<loso ,·erso l'Italia. Poi<-hè oggi un <:onflitto armato surcù– be dis:.1~t1•0~ 1)('r l'una PiHte e per l'al– tra: - polrhè ormai sembrn asaur<la L" sper:.inz.a di ottenere una soluzione R()(i. d.isfa<i!nt,• per gli uni e per gli altri dal– Ja, buona rolontft ·degli alleati; - non re– -sta nitra vin di uscita, che la ripre~ io1- mediata ,lellc trattatire dirette. Proprio in quel!!ti gio1·11i la stampa, nuziounlisto. publ.Jlicu, non snpphuno da. qual tonte, la notizia. di un arcordo segreto tra Fran– cia e Ougberiu. e <·onnettendola, con l'al– tra notizia, non importa. se riJ>etutamen• te smentita, di un accordo simile tra Francia e· Jugoshuria, çede in ciò l'at– tuazione del , 1 e<'chio piano di ricostit.ui – .re ai da.uni dPÌl'Itnlia, la confeclernzione danubian11. Di tutto ciò quell11 stampo si serve ai fini de.Ila solita. ~unpa,. gnn, nntlfran('e><e. e non si n.ccorge che' di una futura e invérosimile alleanm fra, au.striod, ungheresi e jugosla':i lo. prin– cipal~ re•ponsabile sarebbe appunto la politica itolinna, che da, più. di due anni ba tra ttn to e tra ttn il nuovo Stato nell& formo più conlracldittoria, più incerta e più in!:1-incern. l l)en.etl<-i, th<' da. una politiea franea-· mente e sicuramente. amichevole si ~– rebl,ero JlOluti raggiuni;erc nel 1918, so– no ror)'f' rwrduti per sempre; ma, t danni, ehe derivano dal perdurare della situa– zione attunlc, sono te.li e tanti, che il tcnt.,til'O di t·ipreudere subito le tratta– tite dirette Hi impone all'una, e all'nltra, pa,l'te, cd il Jll'OJ)osito l'ipetutamcnte af– ferma lo non, dev'essere lasciato cadere per me~hino questioni di protocollo. Io questo senso sa1"Cbbenecessario che la maggioranza parlamentare, tante v<llte manifeijta.tasl c.-ootrari.a, ad ogni nuo,•a. an·en tura, s'ilnponcsse all'agnoeticismo– dell'ou. Giolitti. lla u~•attcsa. è ind.i– fSpemmbile cho quanti nella Venezia, Giu– lia non sol>-0ancora acceèa.ti da Ila pa.s– sionc di ru- '1.ia, diirno coraggiosamente tutta 1'01)(!-ra, 101'0 ad impedire nuovi dis– tiidi e nuove violen7,e, le quali po&sono inq>0rl'(', per <..-osciente \"Olont.A di pochi, un inLli1·i1.1.odisa.stroso a tutta lo, poli– tica d~llo f,t,tto iu.1liano. L'U?li'lTA'. GLI ABBONATI, che desiderano un cambiamento .l'indirizzo DEBBP· NO accompagnare la domanda con TRENTA CENTESIMI per la spesa di stampa della fascetta.

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